LE TENTAZIONI

1° ottobre 1916

 

XII. 15-17

In questo mese dedicato ad onorare specialmente i SS. Angeli Custodi, mi pare anche importante che diciamo qualche cosa dei demonii, cioè di quei Angeli ríbelli che cacciati dal Cielo vennero condannati alle pene sempiterne dell'Inferno.

Studierete a suo tempo nella Teologia il peccato da loro commesso, ecc., solo tratteniamoci sui loro rapporti con noi, e come dobbiamo combattere le loro insidie.

Come gli Angeli buoni hanno cogli uomini relazione di amore e di sollecitudine per promuovere il loro bene, così gli Angeli cattivi ossia i demonii hanno cogli uomini relazione di odio e di sollecitudine a loro nuocere.

 

Gli Angeli buoni esercitano il loro amore per la custodia che ne hanno; invece i demonii sfogano il loro odio, la loro voglia di nuocere per mezzo delle loro infestazioni. Queste sono morali o fisiche secondo che tentano di nuocere alle anime od ai corpi; quelle si dicono tentazioni; queste ossessioni. Parliamo stassera delle tentazioni. (Peyretti - De Angelis).

Per tentazioni demoniache si intendono tutti quegli atti, con cui i demonii si sforzano di indurre gli uomini al peccato, e così impedire loro di conseguire la beatitudine eterna. A ciò sono mossi dall'odio che hanno contro Dio, che chiama gli uomini a riempire i posti lasciati da loro in Cielo, e per averli compagni nell'Inferno.

 

È questa dottrina certa, cattolica, che si prova dai fatti e dai detti della S. Scrittura. Fatti sono la tentazione di Eva, di Giob, di Giuda e dello stesso N.S.G.C. Detti p. es. S. Paolo: Induite vos armaturam Dei, ut possitis stare adversus insídias diabolí ... ; S. Pietro: Sobrii estote... quia adversarius... - Come gli uomini cattivi possono tentare gli altri uomini, lo possono fare i demonii, che sono creature anche intelligenti e di natura più perfetta, e lo vogliono per odio a Dio ed all'uomo.

I demonii non possono tentare directe costringendo l'umana volontà a peccare, ma solamente indirecte, cioè facendo qualche cosa per cui la volontà umana sia sollecitata al peccato. E ciò in due modi: per un'azione estrinseca, come fece con Eva e con N.S.G.C. che solamente a questo modo poterono essere tentati perché mancando del peccato originale non avevano alcun disordine nell'appetito sensitivo (V. Peyretti I. c.) o con un'azione interna, producendo certi movimenti negli organi corporei, per cui si eccitino cattivi fantasmi e moti disordinati.

 

Il Signore come permette nella Sua Div. Provvidenza le tentazioni degli uomini verso gli altri, così può permettere che i demonii tentino gli uomini, e ciò pel maggior bene loro, mai oltre le nostre forze; S. Paolo:

Deus non patitur nos tentari supra íd quod possumus, sed facit etiam cum tentatione proventum. Frattanto 1) ci avverte - 2) ci esorta - 3) ci sostiene colla sua grazia e specialmente col darci gli Angeli Custodi.

Gli uomini per vincere le tentazioni devono vivere: 1) vigilanti a scoprire e fuggire le insidie del demonio; 2) non esporsi alle occasioni pericolose; e 3) con prontezza, umiltà e fiducia invocare l'aiuto di Dio e raccomandarsi al patrocinio della SS. Vergine, dell'Angelo Custode e dei Santi. - La S. Chiesa ci esorta a fare ciò nelle litanie dei Santi: Ab insidiis diaboli libera nos Domine.

Nelle preghiere prescritte da Leone XIII dopo la S. Messa: S. Michael Arcangele..., e nella bella Orazione che ci la recitare ogni giorno alla compieta: Visita..., quaesumus...

 

Secondo il Suarez: communiter receptum est, Angelum malum, Deo permittente, cuilibet bomini a Lucifero deputari quod fundatur in Scriptura, et a pluribus Patribus expresse asseritur (V. Schouppe - De Angelis).

Pensano i teologi che Lucifero sia stato il principe della ribellione; egli dell'Ordine dei Serafini, trasse seco gran numero di altri Angeli dei varii cori. Esso è detto nella S. Scrittura diavolo, che vuol dire calunniatore, impostore; satana cioè avversario; dragone. A restaurare questa rovina sono destinati gli uomini, i quali secondo i loro meriti saranno assunti ai migliori seggi lasciati vuoti. Non però tutti riceveranno i posti degli Angeli, ma quelli che si saranno fatti più santi ed avranno maggiormente zelato la gloria di Dio, come i missionarii. E’quindi ben conveniente sacrificare le misere comodità del presente fugace tempo per meritarsi tanta più gloria. Rißettessero a questa verità quelli che dicono non essere il caso di lasciare la patria ecc. per incontrare tanti sacrifizii, come S. Franc. Zaverio, il B. Pietro Chanel. Fede e coraggio, carissimi, e diciamo: Tanto è il bene che aspetto, che ogni pena mi è diletto. (S. Franc. d'Ass.).

 

 

QUATTRO SORELLE

(11 nostro Ven.mo Padre vede il Regolamento sul tavolo) E’, sulle Costituzioni, su questo che vi farete sante... Io non voglio che questa sia la casa dei miracoli, o piuttosto voglio che facciate il miracolo dì adempiere bene il vostro dovere, di vincere voi stesse... Abbiamo tante cose da fare prima di far miracoli, eh! di miserie ne abbiamo tutti un sacchetto, se non... un saccone!

 

(Tira, fuori un foglietto sul quale scrisse la preghiera che da qualche giorno diciamo nelle preghiere della sera) Questa preghiera la dicono i missionari da parecchio tempo; non la feci recitare a voi perché -è in latino; ora ve la spiegherò e vedrete quanto è bella: Memor esto Domine congregationis tuae - quam possedisti ab initio [ricordati Signore della tua Famiglia che hai posseduto fin dall'inizio]; ecco, questa casa l'ha posseduta fin dal principio N. Signore, ed è proprio sua, come un campo è del suo proprietario, quindi non dite goffaggini col dire che il tale o il tal altro l'ha fondata; no, no, è la Madonna che la fondò, ed il principio è venuto da N. Signore. L'idea della fondazione venne dal Papa, che è il rappresentante di Gesù Cri- sto in terra, quindi non c'è stato neppure un momento che questa istituzione non sia stata di N. Signore. (Legge l'Oremus). Lo diciamo a Compieta tutti i giorni dell'anno. E’, cosi bello! Vi preghiamo, o Signore, di visitare... (legge e spiega)... questo “ repelle longe " vuol dire tenere lontano, lontano le insidie del demonio; (legge) che gli angeli abitino in questa casa, ci custodiscano in pace, e nella pace vi sono tutti i doni ... ; e poi si implora la benedizione del Signore su di noi giorno e notte, e tutto ciò in nome di N.S.G.C.

 

Se nell'Oremus si domanda di tenere lontano le insidie del demonio, è segno che il demonio c'è. E’ di fede che ci siano i demoni, e chi sono? (interroga una postulante). Furono Angeli ribelli che volevano essere simili a Dio, quindi furono castigati coll'Inferno eterno. Questi demoni hanno relazione con noi; sono spiriti, e con permissione di Dio possono tentarci nell'anima e nel corpo. Lasciamo stare il corpo, e questi sono gli ossessi; guardiamo piuttosto all'anima.

 

Noi alle volte attribuiamo tutto al demonio, eh... ne ha già abbastanza!!! Ora vediamo come ci può tentare il demonio. Il demonio ci può tentare in due modi: intrinsecamente ed estrinsecamente. Anzitutto il demonio non può direttamente, non può costringerci a fare il male, per quanto la tentazione sia forte e terribile; non può per esempio contro la mia volontà, farmi peccare. Neppure N. Signore ci può costringere a fare il bene, perché ci lasciò liberi.

 

Tentazione estrinseca è quando il demonio ci tenta con una cosa esterna. Tentazione esterna fu quella di Eva e di N. Signore. Né il Signore né Eva potevano venire tentati internamente, perché la loro fantasia era buona e bella; noi invece abbiamo una ribellione entro di noi, sentiamo una inclinazione al male!

 

Tentazione intrinseca avviene quando il demonio suscita in noi fantasie, pensieri, moti cattivi. Ma qui bisogna distinguere: si può essere tentati, però, se io non voglio, la volontà è sempre mia e posso resistervi. S. Antonio se ne rideva dei demoni. Fu il demonio che fece vedere tanto bello il pomo ad Eva, sì che tutto le divenne, al paragone, più nulla. Questa è la tentazione estrinseca. Ricordatevi: dire- tamente il demonio non può farci cadere. Diceva: Se tutti gli eserciti si schierassero contro di me, non temerei.

Le tentazioni ci sono sempre state e ne abbiamo un esempio in Gíobbe. S. Paolo ci avverte di stare attenti alle insidie del diavolo. S. Pietro ci dice che il diavolo è sempre armato per tentarci. E’ proprio quindi vero che il diavolo può tentarci e realmente ci tenta. Il Signore permette che veniamo tentati, però: 1) ci avverte di stare attenti; 2) il Signore ci sostiene con la sua grazia; 3) il Signore ci manda gli Angeli. Le tentazioni ci fanno combattere e combattendo ci facciamo dei meriti.

 

Che cosa bisogna fare per vincere le tentazioni? l' Essere vigilanti: sono gli oziosi che cadono. – 2’ Non esporsi ai pericoli, e voler vedere tutto, sentire tutto ecc. – 3’ Ricorrere a Dio, alla SS. Vergine, agli Angeli Custodi. La Chiesa nomina il demonio nemico. Il pericolo c'è anche qui se la testa è sempre piena del mondo. S. Gerolamo si trovava a Betlemme, faceva ed aveva fatte molte penitenze, eppure la fantasia lo portava a Roma e gli faceva vedere quelle cose che doveva mandar via. Egli non le voleva, dunque non faceva peccato. Quando quelle brutte cose che il demonio mette in testa non vogliono andar via, lasciatele, non pensateci; questo metodo giova per le tentazíoni contro la fede e contro la purità. Le tentazioni contro la carità, per esempio, bisogna vincerle. Non vado d'accordo con una compagna? Cercherò di vincere tale ripugnanza, compiendo verso di lei qualche atto buono, e così riguardo alla superbia ecc. Ma che gusto ha quello lì (il diavolo) di girare sempre? Il demonio ci tenta: 1` per malignità verso Dio e 2’ verso noi; odia il bene e cerca di ímpedírci di compierlo. Dunque, non lasciamoci vincere.

 

Questo mese che protettore prenderete?... Scegliete. (Prendiamo il suo, gli rispondiamo). Ebbene prendete S. Teresa che è un Padre della Chiesa; non è mica una donna, ma... un uomo. Fa venire invidia quando si pensa che Iddio avrebbe creato il mondo solo per lei... S. Teresa aveva un grande amor di Dio, e non trovava nessun ostacolo all'adempimento della Divina volontà. E’ il vero tipo della missionaria; Voleva partire quando era bambina; non l'hanno lasciata... Un suo motto era: Nulla ti turbi. Bello, neb!... noi un momento si è pieni di fervore, un momento dopo ecco il muso... questa è la nostra incostanza. Eguaglianza di umore; se uno vince la superbia e quel lasciarsi andar giù, si resta uguali dal mattino alla sera. Vincenzo è sempre Vincenzo!

giuseppeallamano.consolata.org