L'UMILTA’

28 agosto 1916

 

 

QUATTRO SORELLE

(Il Ven.mo Padre sorprende la sorella che stava copiando il sunto delle sue conferenze da inviare in Africa. Interrogata, la sorella risponde semplicemente quel che faceva).

- Ma, è quella roba lì che mandate in Africa?

- Sì Padre, tracopiandola su apposito quaderno.

- Ma io parlo alla buona, saltando da un argomento ad un altro

- E noi, rispose la sorella, le prendiamo alla buona, e in Africa le sorelle le leggeranno anche alla buona, e tutte certamente ne ricaviamo e ne ricaveremo un gran bene.

- Là là, fate pure, conchiuse sorridendo, che volete che vi dica?

(Entrando in laboratorio) Eh, ben! Deo gratias! Come va? siete già state quasi tutte in campagna, nevvero? Abbiamo da dire che quelle che hanno ancor da andare sono le prescelte?! (Domanda conto delle passeggiate e si parla un po' familiarmente). Sono stati pochi giorni, ma così avete l'impressione di essere state in campagna... Se si fosse in clausura non si sarebbe obbligati ad andarci, ma c'è quella moda lì... Tutte cose che passano; quando sarete in Africa non passerà più: sarete sempre in campagna'.

 

Così, avete letto le lettere (giunte dall'Africa) della Superiora e di sr. Rosa. Buone notizie... Anche a me la Superiora (sr. Margherita) ne ha scritta una lunga e mi dà buone notizie di tutte... Aspettano molto da noi laggiù! Prepariamoci!

 

Che cosa meditate voi adesso? Io questa settimana ho meditato sull'umiltà, e verranno anche per voi queste meditazioni! Tenete bene a mente: Nihil sumus, nihil possumus, nihil habemus, nihil valemus [Nulla siamo, nulla possiamo, nulla abbiamo, nulla valiamo]! Sono così belle queste quattro espressioni! Sono da scolpire, e un giorno o l'altro le faremo mettere sulle muraglie per meditarle continuamente.

1° - Nihil sumus! E’ proprio vero che non siamo niente? E’ proprio vero! Togliamo i doni di Dio, che cosa abbiamo? Mi piace tanto l'espressione di S. Francesco di Sales: Vorrei proprio essere un niente se questo niente valesse ad aumentare la vostra grandezza, o mio Dio; sarei contento di essere un nulla. E’ una supposizione perché non sol- leverebbe certo il Signore, ma che espressione! Godere, amare il proprio nulla. Substantia mea tamquam nihilum ante Te. La mia sostanza, il mio essere, il mio io, è come un nulla davanti a Te... E’ così bello nelle visite al SS. Sacramento dire: Io son qui: Voi siete tutto quel che può esserci di grande, ed io che sono davanti a Voi. sono un niente! Si potrebbe far la visita di ore ed ore con questi sentimenti e stare lì come S. Francesco Zaverio che si legava mani e piedi e diceva: Eccomi, son vostro schiavo. o Signore!

2°` - Nihil habemus. Oh?! qualche cosa l'ho! Sr... ha qualche abilità nell'orto. sr... qualche abilità in cucina... (Ne ho poca, risponde la sorella; allora il nostro Ven.mo Padre:) Vedi, vedi? ne ho poca; ma un poco pensi di averla. Invece noi non abbiamo niente! Nihil. Quid habes quod non accepisti? che cos'hai che non abbia ricevuto da Dio? E perché te ne glori quasi non l'avessi ricevuto? (S. Paolo). Se abbiamo un po' di testa, di capacità, di buona volontà, è il Signore che ce l'ha data. Di nostro abbiamo solo il peccato. Se non fosse di Dio, la nostra cooperazione è così poca, che possiamo dire che non abbiamo niente.

3° - Nihil possumus. Nell'ordine naturale se il Signore non ci tenesse momento per momento, cadremmo nel nulla. Se impariamo a far le cose bene, non siamo noi, ma la grazia di Dio che opera.

(S. Agostino si chiamava: l'Apostolo della grazia ed è stato il Dottore della grazia). S. Paolo diceva: Non ego [non io], ma la grazia di Dio. E’ la vite che produce, io sono solo un tralcio. Può il tralcio produrre da sé? No.

4° - Nihil valemus. Che cosa valiamo? Diciamo: Convertirò Karoli, adesso è già convertito. Convertirò un altro... Oh! la mia prudenza... i miei progetti... Ma se non è il Signore che innaffia, la terra resta secca e non nasce la roba... Noi diciamo: Signore, dateci l'umiltà, dateci l'umiltà. Vogliamo che ce la cacci giù, ed intanto non siamo penetrati della nostra impotenza, della nostra nihilità... Avete già visto le marionette ? ( si sorride). Le tengono pel filo, e fan loro fare tanti gesti. Noi siamo come tante marionette, come burattini viventi e quindi- siamo liberi e perciò tante volte vogliamo andare dove vogliamo... Tutte le volte che ci rifiutiamo alla volontà di Dio, siamo peggiori dei burattini.

 

Battiamo su questi quattro punti: Nihil sumus, e perché voglio stimarmi qualche cosa? Se níhil sumus, perché voler preferirmi a quella compagna?! Non solo meditarle, ma servircene all'atto pratico. Per esempio, siamo tentati di superbia e diciamo: Ma sta' un po' zitto, nihil sumus. Un anno a S. Ignazio c'era P. Bruno che faceva la predica sulla morte e diceva: Siamo tutti polvere. E rivolgendosi ai presenti: Mons,. polvere, Padre polvere, Canonico polvere, Parroco polvere, tutti polvere... E la polvere che cos'è? Ma, se c'è polvere sul tavolo si può ancora scrivere, invece noi siamo meno che polvere. Dunque (rivolgendosi a quelle più vicine) tu sr. niente, tu sr. niente, tu sr. niente ecc. Quando ci viene di alzare un po' la cresta, diciamo: Nihil sumus; che cos'hai che non abbia ricevuto? La superbia guasta tutto, perciò noi non battiamo mai abbastanza sull'umiltà. Bisogna cercare d'incarnarci queste idee, e battere lì, sempre lì...

 

(Poi parlando di nuovo dell'Africa) Vi darò una lettera di sr. Scolastica (Cottolenghina) che parla della vigilia del battesimo di Karoli. Vedrete là come questi inculcava ai seminaristi la devozione agli Angeli Custodi. Ma che abbiamo bisogno d'andare ad imparare questa bella devozione da quelli di laggiù? State attente. Ringraziamo il Signore che le nostre suore fanno del bene. Vi aspettano, ma non osano più dir niente. Ho scritto loro: Fan mica i fa nean [Non fanno mica le fannullone] le nostre suore a Torino! Si capisce, vedono tanto bene da fare! Ma anche noi abbiamo voglia di andare. Siete venute qui apposta. Preghiamo che venga la pace e poi... Ma, mentre riceviamo buone notizie di là, cerchiamo di prepararci bene, che faremo bene in quanto ci saremo preparate qui. Se non fate atti di carità qui, là mancherete di pazienza. Bisogna fare ora piccoli sacrifici per acquistare l'abitudine e farne poi dei grossi... Farò, farò... inutile rompersi la testa; facciamo, mettiamoci con ardore...

 

 

giuseppeallamano.consolata.org