DURANTE GLI ESERCIZI SPIRITUALI

19 maggio 1916

 

 

QUATTRO SORELLE

Avete terminata la via purgativa (S. Esercizi Spirituali); rimane la via principale; ora si tratta di fabbricare; prima avete fatto la parte negativa. Il lavoro sinora è stato un po' grossolano, adesso sarà più fino, più semplice, più delicato. Bisogna aver maggior raccoglimento ancora. Cominciamo pure le confessioni; confessione generale, vi ripeto, la facciano solo quelle che non l'avessero ancora fatta. Non è poi la fin del mondo fare la confessione annuale; si dicono le cose più salienti che capitarono nell'anno, come: sono stata due o tre giorni maligna, superba, insomma un compendio delle confessioni annuali e poi si mette una pietra sopra, ma non più confessarli.. Altro è piangere i peccati, altro è credere che non siano ancora perdonati. Non dubbi, ve lo dico io; non fa bisogno che venga un Angelo a dirvi che vi sono perdonati... per voi io sono un angelo.

Fate la confessione tranquillamente, non andate all'eccesso; si fa la confessione e poi si sta tranquilli. Il Signore vi vuol bene; facciamo una cosa sola col diletto, parliamogli come una figlia e non abbiamo paura. Il Signore vuole le virtù; nell'orto non basterebbe zappare, zappare e mai seminare. Il Signore non si accontenta di togliere i peccati, ma bisogna mettere le virtù. Essere timorose di Dio, ma senza affanno; se v'inquietate è che siete scrupolose ed è superbia; o volete vedere troppo ed in fondo, è anche superbia. Sapete che basta un atto di amor di Dio a rimettere i peccati. Se non vi ricordavate allora, non si ricorda adesso: se si ricorda adesso è segno che è una storia.

 

Non bisogna farci più cattive di quel che siamo... ne abbiamo già abbastanza! Quella paura, quella timidezza impediscono l'avanzamento nello spirito. E perché state lì col cuore aggravato, e perché non osate neppure alzare gli occhi? Fate tranquillamente la confessione e dopo rimanete tranquille, come se il Signore venisse a dirvi: Brave, così va bene, avete tutto finito.

 

Dopo si pensa alla vita di N. Signore. Poi è la questione della virtù. Ho io la volontà ferrea di essere umile? l'ho questa volontà di ferro? e l'ubbidienza? faccio le cose per amor di Dio?...

Esaminate il passato; non si tratta di peccati, ma di virtù. Perché son sempre allo stesso punto? son sempre maligna? Andar a vedere alla radice. Perché manco più di carità con quella compagna che con quell'altra? perché son gelosa. Perché ubbidisco più volentieri alla superiora che alla capa d'impiego. Se ubbidissimo per amor di Dio vedremmo in lei la rappresentante di Dio. La nostra ubbidienza è un po' alla persona allora; se fosse al Papa come ubbidirei? Se non v'è lo spirito di fede, è un'ubbidíenza un po' alla carlona... Ma quella lì ha dei difetti! Se ha dei difetti io non li devo guardare. Gesù stesso disse dei Farísei: Non fate secondo le loro opere, ma secondo i loro insegnamenti.

 

Se non avrete vera ubbidienza, quando sarete vecchie stenterete ad ubbidire ad una più giovane che sia superiora. L'anzianità? che anzianità! anzianità nelle virtù! Invece di fare superiori gli anziani, capita che se uno è professore, fa il professore tutta la vita, un altro confessore o predicatore, fa il confessore o predicatore tutta la vita, ed un altro invece che non è né qua né là, fa il superiore tutta la vita... Dove c'è spirito non si bada a queste cose.

 

Così, non solo nell'ubbidienza, ma in tutte le virtù, andate al fondo; che non siano velleità i miei proponimenti, ma voglio proporre, trovare i mezzi e poi scegliere queí proponimenti che sono la scure che dà il taglio alla radice. Fate così, sarete contente; cercate il vizio dominante, stabilite il piano e dite: Voglio proprio farmi santa.

Per la confessione non è necessario di scrivere, di fare papardele [elenchi] perché memoria ne avete ancora.

Oggi è S. Pietro Celestino. Era un buon religioso, romito. Si trattava di farlo Papa. Arrivato al Papato sentì che non era il suo posto e dopo aver pregato tanto ritornò in solitudine e ricominciò a fare il fraticello. Santifichiamoci nella nostra condizione, nel nostro impiego pare di avere un po' d'ingegno, invece siamo un

nulla...

 

SR. EMILIA TEMPO

I peccati confessarli, ma non andare all'eccesso; altro è piangerli come S. Pietro, altro è dubitare del perdono. Non star tranquille dopo che si son confessati non va; o che siete scrupolose e questo: No; o che volete andar troppo in giù, e questo è superbia. Non bisogna farci più cattivi di quello che siamo; se non li ho confessati bene allora, meno ancora adesso che la memoria si perde. Se vengono in mente queste cose sono storie.

Ma non basta gettar giù, bisogna anche seminare. Vedere perché sono sempre la stessa, sempre superba ecc.; perché? Diciamo: voglio, voglio, ma sono velleità.

Ubbidienza tanto alla più giovane come alla Superiora. Dove c'è spirito non si bada alla persona a cui si obbedisce. Voglio santificarmi nella condizione che vuole l'obbedienza. Non crediamoci qualche cosa.

Oh, se non vi fate sante in questi giorni! bisogna sfracellarsi nell'anima; però il corpo aiuta anche l'anima. E su... confidenza! Parlando della confessione di là ho detto: Quando vi confessate dei peccati veniali non bisogna star lì a cerché i pluch [a cercare i peluzzil!

 

Ci sono due sorta di penitenze: la prima è quella interna che dice al Signore: Mi rincresce di averti offeso! e Gesù dice: Là, sta' un po' zitta! e questa è buona. La seconda è di quelli che l'han sempre col peccato... lì sempre a pensarci su... Ma una volta che si è messa una pietra sopra, non si deve più togliere.

Quelli che son sempre lì a picugné [insistere su cose da niente] non fanno progressi, vanno adagio nella perfezione. Basta un atto di amor di Dio per aggiustar tutto.

 

Oh, Signore, vorrei essere morta prima d'averti offeso!... e tutto è perdonato. Sembra tanto difficile far atti di amor di Dio, e invece è così facile; ogni parola del Pater noster è un atto di amore. Sanctificetur nomen tuum: ecco un atto d'amore di Dio e perfetto. Fate tanti atti d'amor di Dio e nessuno di contrizione.

giuseppeallamano.consolata.org