LA MEDITAZIONE

6 febbraio 1916

 

XI. 22

Fra i mezzi per acquistare la perfezione uno dei principali è certamente la pratica della S. Meditazione. S. Allonso scrisse che tutti i santi si fecero santi per la orazione mentale: Omnes sancti per orationem mentalem sancti facti sunt. Eppure anche tra i religiosi non se ne dà sempre tutta l'importanza, si lascia con facilità o non si fa bene e con profitto. - Il demonio ha tutto l'interesse di guastare questa azione sì eccellente, e ci tenta con distrazioni ed aridità per impedire che vi attendiamo con impegno.

Ma né le distrazioni, né le aridità devono scoraggiarvi. Chi procura di conservare il raccoglimento abituale sarà meno soggetto a divagazioni, e poi attualmente pensi di essere alla presenza di Dio, con cui conversa. Che se per debolezza di testa o per naturale fantastico la mente vaga, queste distrazioni involontarie non tolgono il merito ed il frutto dell'orazione. Così dicasi delle aridità, che ci procurano maggior merito; e poi qualche goccia di consolazione Dio suol concedere a chi persevera con costanza. Dice S. Francesco di Sales che i cortigiani di un re non si stancano di stare nell'anticamera del Sovrano, sebbene non parlino con lui; si contentano di vederlo passare qualche volta (V. La Perf. Cr.).

Veniamo alla pratica. La meditazione si può fare tutto il giorno come faceva il Salmista: tota die meditatio mea est; ed è questa che secondo il Suarez è moralíter necessaria, è possibile a tutti e le vecchierelle ed i buoni cristiani la fanno nei campi ecc. Così noi dal mattino svegliandoci come alla tromba del giudizio ... ; cosi lavandoci: absterges me ... ; da Domine virtutem ... ; vestendoci... E poi: Deus, Deus meus, ad te de luce vigilo. - Sitivit in te... Così tutte le azioni della giornata: studio, lavori, mangiare ecc. (V. Alvarez: de vita re- lig.).

Parliamo della meditazione formale di Comunità, senza della quale non avremo neppur l'altra. Essa dovrebbe durare almeno un'ora.

S. Antonio, S. Francesco Borgia (V. La Perf. Crist.).

La Med. comprende tre parti (V. Pred. Med. 13 Ott. 1912).

 

13 Ottobre. La meditazione ben fatta è il proponimento che abbiam fatto'in comune dopo i S. Sp. Esercizi. - Vorrei che tutti vi penetraste della sua importanza, ne prendeste affetto, e ve ne formaste l'abito, durevole tutta la vita. - Mons. Rossi nel suo Manuale del Seminarista a pag. 316-17 dice, che su dieci seminaristi che non si abituano a far bene la meditazione in seminario, forse neppur uno la farà nel ministero; e su dieci che la fanno bene non più di cinque continueranno a farla bene da sacerdoti; gli altri in parte la faranno alla bella meglio ed in parte la lasceranno (Vedi ivi).

 

Per voi non sarà così, non la lascerete perché avrete anche in Missione il tempo fisso per sì santo esercizio. Ma la farete sempre bene da riportarne i frutti di santificazione che produce in chi vi si impegna...

Eppure la meditazione è necessaria: 1) per evitare i peccati. Memorare novissima tua, et in aeternum non peccabis; - S. Alfonso: meditazione e peccato non possono stare insieme: - S. Teresa: chi non medita non ha bisogno di demoni che lo spingano all'inferno, ma vi va da se stesso.

2) Per acquistare la divozione (V. S. Pietro d'Alcantara) -, l'amor di Dio: in meditatione mea exardescit ignis. - S. Tommaso: ex frequenti meditatione ignis charitatis in corde accenditur: - e la perfezione; S. Alfonso: la meditazione è la via più breve per arrivare alla perfezione; Id.: omnes sancti per orationem mentalem sancti facti sunt.

Conchiudo col Suarez: la meditazione è moralmente necessaria, perché senza di essa non solo è difficilissimo conseguire la perfezione, ma neppure durare a lungo in grazia di Dio.

3) Per far del bene alle anime. S. Paolo d. Croce: se saremo uomini d'orazione Dio si servirà di noi, sebben poverelli e miserabili, per fare cose grandi di Sua gloria; altrimenti non faremo mai cosa di buono.

Beatus vir qui in lege Dom.

Tenete ben a mente il detto di S. Alfonso: doversi tenere come perduto il giorno in cui non si fa la meditazione.

Ma in che cosa consiste veramente la meditazione, e quale il metodo per farla bene?

 

 

1) La meditazione consiste praticamente nel leggere o sentir leggere qualche massima di N. S. Religione, ripeterla nella memoria, discorrervi sopra con l'intelletto, afflne di muovere la volontà ad affetti corrispondenti.

  1. Il metodo ordinario divide in tre parti: preparazione (tre atti: fede, pentimento e domanda = compresi nella preghiera detta adagio): - corpo (come sopra fermandoci anche su un punto solo, se il cuore ne ha pascolo); - e ringraziamento (ringr. perd. e preg. pel frutto), prendendo proponimenti pochi - particolari, probabili e sul vizio dominante, da richiamarsi sovente nel giorno, specialmente negli esami del mattino e della sera.

 

 

QUATTRO SORELLE

(Il nostro Ven.mo Padre parla prima della passeggiata fatta da un gruppo di suore il giovedì. Trattenendosi un poco su questo argomento dice: )

Ecco il bisogno che c'è di correre... dovete mettere in moto le gambe perché se no quando vi manderemo in Africa vi sederete là e diranno poi i mori: « Che gente è venuta da Roraía (Europa), roba tisica, pigra, eh...

Dunque fate il ritiro mensile; considerate un po': se in questo mese avete fatto qualche profitto va bene, ma se dobbiamo dire: ho più difetti ancora, allora andiamo avanti come i gamberi... Bisognerebbe poter dire: Grazie a Dio ho aumentato di buona volontà, ho diminuito i miei difetti, ho profittato in qualche virtù, ho combattuto il mio difetto dominante, ecc... - Bisogna fare i conti e chi non sa fare i conti fa bancarotta. Nella via della perfezione bisogna sempre andare avanti; non progredire è retrocedere. Non si può star lì; chi credesse di trovarsi sempre allo stesso punto è cattivo segno.

 

Dunque buoni proponimenti e coraggio. La comunità è come un campo dove si semina il buon grano, ma in mezzo cresce anche della zizzania. Il Signore potrebbe non lasciarla venire, fare che nessuna manchi di carità, tutte attente all'ubbidienza... Invece no. Chi a casa credeva di essere già santa, trova che ora ha più difetti di prima... è più maligna, ha qualche invidiuzza... l'obbedienza la farebbe perché la cosa comandata le piace, ma proprio perché è obbedienza non la può più fare e sente mille difficoltà. Vengono queste miserie in comunità, ma bisogna saperle vincere, bisogna estirpare questa zizzania. Il Signore permette questo per santificarci di più. Egli potrebbe togliere da vicino a noi quella sorella per la quale sentiamo un po' di ripugnanza e mettercene un'altra che fosse di buon grano... Ma in questo caso la zizzania sei tu e il buon grano è quella che a te pare zizzania. E poi, mettiamo pure che ci sia della zizzania, ma aiutíamoci; il Signore nel campo l'ha lasciata perché il buon grano si tirasse su, ed alla fine fu bruciata e l'altro messo nel granaio. S. Agostino dice che il Signore lascia i cattivi nel mondo perché i buoni si esercitino e per purificarli. Nelle comunità, se il Signore lo permette, è necessario che ci sia la zizzania perché così ci avvezziamo al sacríficio; ed io, se Egli la vuole, la desidero... Ma oggi voglio dirvi due parole sulla santa meditazione.

 

La meditazione è uno dei mezzi principali: l' per acquistare la perfezione; 2' per aumentare l'amor di Dio; 3’ per evitare i peccati.

1° - S. Alfonso diceva: meditazione e peccato non possono stare assieme; s'intende meditazione ben fatta.

2°- In meditatione mea exardescit ignis: nella meditazione si accende il fuoco dell'amor di Dio.

- S. Alfonso dice ancora: I Santi si son fatti santi perché facevano bene la meditazione. La dà proprio come causa; sicché noi possiamo dire che gli altri non si son fatti santi perché non facevano meditazione. S. Teresa dice: Chi non fa meditazione non ha bisogno del demonio che la tenti, è già tentata.

Questo è per dire la necessità della meditazione, ma voi ne siete già convinte. Piuttosto si dice: Io non so fare meditazione, non ne ricavo frutto... Tutto il mondo medita e solo noi non sappiamo far meditazione? Sì che medita il negoziante per far procedere bene il suo negozio! Guarda la dogana, l'aggio, fa spese per la sua bottega, s'industria di far vedere bella la sua roba... A venderla poi... bugie non se ne risparmiano! Quello sì che è meditazione! Dopo quello, alla sera ci vengono i denari... E non siamo buoni noi a far meditazione? Cosa fa la vecchierella? Fa meditazione tutto il giorno. Come S. Teresa, guardava i fiori e diceva: Voi corrispondete al Signore, ed io corrispondo? - Quando io ero giovane vedevo una vecchierella che in tutto vedeva Dio e in tutto parlava di Dio.

 

 

 

Il Suarez dice che la meditazione è moralmente necessaria per salvarsi. Alla mattina svegliandovi e sentendo la campana che vi chíama, pensate un po': se fosse la tromba che mi chiama oggi al giudizio, dove mi metterebbe il Signore, alla destra o alla sinistra? Quando una si lava non è anche meditazione il dire: Lavatemi o Signore l'anima e rendetela bianca come la neve? Vestendosi: Vi ringrazio o Signore di avermi dato quest'abito, fate che sempre lo porti con onore, che non abbia a macchiarlo mai e non abbia da andare in Purgatorio. Ed intanto si pensa al Signore che viene e si desidera e si sospira... Quando lavorate, tutti i punti che date; in cucina sbucciando le patate, accendendo il fuoco ecc. tutta la nostra vita dovrebbe essere una continua meditazione. La tua legge è tutto il giorno la mia meditazione... Anche nell'inferno si medita, e si medita che se si è dannati è per non aver fatto a tempo e bene la meditazione... Accendendo i lumi si può dire: Signore, accendete la mia mente e quella di tutte le sorelle. In tutto si può cavare un pensiero che ci tenga alla presenza di Dio.

 

Oltre questa meditazione generale vi è poi quella formale, quella mezz'ora che avete al mattino, mentre i santi la facevano ore ed ore. Il Generale dei Gesuiti, dopo otto ore supplicava che lo lasciassero ancora un quarto d'ora... Voi dopo mezz'ora supplicate già di scappar via. Perché? perché non prendiamo affetto. Il diavolo fa tutto quel che può per farci venir nausea, perché sa che è utile e giovevole... Non c'è da stupirsi delle distrazioni; la mente scappa senza volerlo. Anche S. Bernardo diceva di non poter dire un'Ave Maria senza distrazioni. Non dobbiamo stupirci perché la causa tante volte siamo noi. Ci alziamo al mattino e invece di pensare a Dio, pensiamo ai parenti e a tante storie e andiamo in chiesa colla testa piena e allora non si può più meditare. Chi è più soggetto alla fantasia è poi ancor peggio. Ci sono poi anche le distrazioni involontarie e queste disturbano, ma non guastano. Poi le aridità che possono anche essere certe volte permesse dal Signore, e allora si sta lì. Come la guardia davanti al palazzo reale dà onore al re, dice S. Francesco di Sales, così voi: se non sapete dir nulla, state lì a far la guardia. Se una dicesse: Per star lì a perder tempo è meglio che me ne vada... No, state lì; date gloria lo stesso al Signore ed Egli vi darà qualche goccia.

 

La meditazione consta di tre parti: 1° Preparazione, che è la preghiera che si recita prima. Chi la recita deve recitarla adagio; bi- sognerebbe tra una parola e l'altra mettere un paracher [paracarro].

 

Contiene,tre atti: 1) di fede; 2) di dolore; 3) di domanda. Ci mettiamo alla presenza di Dio, poi domandiamo perdono, poi supplichiamo che voglia almeno darci le briciole...

Poi c'è il corpo. Se uno fosse solo basterebbe un testo della S. Scrittura Come una volta, ma adesso si son fatti questi libri per aiutarci. Stare attenti alla lettura, e se scappa, afferrare almeno l'argomento;'poi si rumina come fa il bue dopo aver mangiato. Mettiamo, per esempio, la zizzania e il grano. Sono io la zizzania o il grano? Zizzania è quella malignità, quelle imperfezioni. Vorrei che ci fosse tutto grano vero. Ma non voglio mica lasciarla lì! Voglio estirparla subito. Oh, Signore, quanta zizzania! Non aver paura di andare a fondo: estirpate, estirpate...

 

Tutto quello che non si fa per il Signore è zízzania. E’ zizzania perdere un po' di tempo nell'eseguire quell'obbedienza; quella malignità ecc. Chi non ne trova è fortunata, ma è la superbia che non ce le lascia trovare. - Si leggerà quindi il secondo e il terzo punto, ma se non avete esaurito il primo, continuatelo...

Ieri mattina facevo meditazione sulla fuga in Egitto, e diceva: Sorgi, prendi il Fanciullo e la Madre di lui; fuggi in Egitto e rimani là fintanto che te lo dirò io. Sorgi... S. Giuseppe, poveretto, dormiva; l'Angelo lo scosse in fretta; egli saltò su e poi fuggì. Forse S. Giuseppe avrà pensato: Ma come fuggire? Non è questo Bambino il Figlio di Dio? E come mai mi viene ordine dall'Eterno Padre di fuggire'? - Ma no! Niente di tutto questo; non è stato lì a meditare, e a giudicare; ha ricevuto l'ordine ed è fuggito. E: Starai là finché te lo dirò io... Ma lui poteva domandare: Ma fin quando? ho i miei strumenti: debbo portarmeli dietro? - Noi curiosi avremmo subito fatto così, ma egli no; gli sarà venuto in mente ma non ci ha badato; era volontà di Dio e partì. E la Madonna avrebbe potuto offendersi! non era lei prima di S. Giuseppe? più santa di lui? la vera Madre di Gesù? Pazienza essere creduta meno di lui dagli uomini, ma l'Angelo sapeva; e gli ordini dovevano darsi a me! Noi ci crediamo qualche cosa quando siamo più anziane, quando ci danno qualche incarico, quando ci mandano in qualche posto! La Madonna aveva più virtù di S. Giuseppe, eppure si assoggettò... E noi pure tante volte abbiamo l'ordine diretto da Dio per mezzo dei superiori, e dobbiamo accet- tarlo da qualunque superiore anche se ci paia meno virtuoso di noi. Non è questione di virtù per aver dignità, ma questione di volontà di Dio.

 

Ecco come si fa la meditazione; si prende qua e là, si fanno proponimenti... E’- un conversare con Dio, ragionare col Signore, fare un esame di coscienza ed applicare a noi quel che si medita. Non dite mai più quella storia che non sapete meditare! Sappiamo tutti far meditazione; basta fare atti di fede, d'amore, di contrizione.

 

Poi vi è il ringraziamento; ma prima ancora bisogna fare i proponimenti che siano pratici, particolari, sulle cose della giornata; applicare quel che si è meditato a tutte le azioni che si faranno... Starò attenta che non ci sia zizzania, non per farmi vedere, ma costi o non costi, per amor di Dio... E si prende un pensiero e si tiene lì come un mazzetto da odorare tutta la giornata. Poi ricordare qualche volta questi proponimenti, specialmente nell'ora di guardia e nella visita. Certe volte non si ricorda neppur più l'argomento. Dunque impegno per la meditazione; sia questo il proponimento; nessuna scusa; mi piaccia o non mi piaccia. Se non siamo altro che terra arida davanti al Signore, Egli l'innaffierà colla sua rugiada se gliela domanderemo... In Paradiso mediteremo tutta l'eternità: se non impariamo adesso a meditare che cosa faremo poi lassù?!

giuseppeallamano.consolata.org