FERVORE E DECADENZA DEGLI ISTITUTI RELIGIOSI

2 dicembre 1917

 

XIII. 30-32

(alle sole Suore)

Gli istituti religiosi nei loro primordii furono per lo più regolari; gli individui attesero singolarmente alla santificazione propria, unirono una soda virtù allo zelo dell'altrui salute, e presentarono quella unione che è il meno equivoco indizio della interna carità (V. Vita religiosa - A. Semeria p. 201).

 

S. Atanasio cosi descrive il fervore dei discepoli del grande S. Antonio: « Regnava la concordia, nessuno recava danno, nessuno maledico che andasse sparlando; ma una moltitudine di astinenti e una gara di sante opere ». S. Cassiano scrive dei monaci antichi: « ogni ordine dell'Abbate viene con tanta puntualità eseguito, come se Dio stesso l'inviasse dal Cielo. Udendo un segnale che li chiami all'orazione od a qualche lavoro ognuno salta fuori di botto dalla cella, tanto che, chi stava copiando una qualche scrittura, trovandosi di aver incominciato una lettera, la pianta lì senza neppure osare di finirla ». Più tardi S. Bonaventura dei discepoli di S. Francesco scrisse: « In tutto e per tutto osservavano gl'insegnamenti del loro S. Padre. La santa povertà li faceva pronti ad ogni obbedienza, forti alle fatiche, lesti ai viaggi. L'amore del Vangelo li aveva resi tanto pazienti da cercare di soffrire qualche cosa nel corpo ». Lo stesso dícasi di tanti altri Istituti nei loro principii, come dell'Ordine Cistercense, e prima, di S. Benedetto, dei Cluníacensi; e più tardi dei Monasteri della Visitazione.

 

Ma non continuarono tutti così. Lo spirito umano presto ripiglia il dominio sullo spirito di Dio; all'osservanza succede la trascuratezza, al fervore la tiepidezza; all'unione le divisioni e le scissure. Già se ne lamentava S. Gerolamo, e più tardi S. Bernardo che scriveva all'Ab. Guglielmo: « Ecco che ormai l'economia vien reputata avarizia, la sobrietà austerezza, il silenzio vien detto tristezza. Invece la rilassatezza si chiama discrezione, la prodigalità liberalità, la loquacità affabilità, allegria lo sghignazzare, decoro la delicatezza e il lusso, pulizia la soverchia cura dei letti ».

 

S. Bonaventura fatto Generale si lagnava che già notevolissimi disordini si fossero introdotti nelle sue Comunità. Il P. Consolítao Filippino nella sua vecchiaia piangeva perché più non vedeva nella Congregazione dell'Oratorio quello spirito di fervore che regnava vivente S. Filippo. Seppi io stesso che D. Bosco pianse perché un superiore non si atteneva al suo ordine riguardo alla S. Povertà. Ma quali le cause del decadimento degli Istituti religiosi? Sulla scorta di S. Bonaventura e di altri li riduco a sei:

l. Multitudo intrantium, quia multi non possunt tam facile flecti sicut pauci. Quindi nei Monasteri del Carmelo e della Visitazione sono fissate le Suore. - Almeno quei che entrano senza vocazione o non vi corrispondono. Guai alla paura di mandar via! La porta d. C. Vives. Non bisogna tanto cercare d'aver soggetti, perché sovente multiplicasti gentem, sed non magnificasti laetitiam. S. Vincenzo de' Paoli proibì a' suoi di far proselitismo. Fatto di Cistercio e S. Bernardo.

2. Deficienza nei superiori, perché non formati essi stessi, o non osservanti, o vecchi od infermi non sostengono la disciplina.

3. Paulatim subintrant non bonae consuetudines, quae statim ab aliis trahuntur in exemplum.

4. L'amore delle comodità.

5. Il disprezzo dei buoni.

6. Mutamento del fine. Es. Scolopii, che hanno per motto: Tibi derelictus est pauper, orphano tu eris adjutor. I Camilliani la cura degli infermi. S. Alfonso in principio della sua Congregazione lasciò andarsene i più, non restandogli che due compagni perché tenne fermo sulle Missioni rurali, mentre quelli volevano i collegi.

(V. Semeria - La vita religiosa).

 

 

QUATTRO SORELLE

Ogni giorno più si sente il bisogno di pregare e di far pregare Se voi sarete tutte buone e sante, in Paradiso ne godrò poi un pochino. Vedete, qualche volta si pensa, e credo che sia così per tutti i fondatori di Ordini che non abbiano fatto da sventati... Uno pensa e si domanda: Riuscirà quest'opera? saranno poi fervorose? continuerà? non succederà come per S. Bernardo che: diu víguit [durò a lungo]? Perché non dire che ha durato sempre? E tanto che ha fatto S. Bernardo per quella fondazione... Eppure un bel giorno ha fatto come tante altre... S. Ignazio è stato furbo: ha domandato al Signore di dar persecuzioni ai Gesuiti. Ah! che fa pena! Io credo che vari non abbiano fatto fondazioni per questo: pochi anni e poi si rilasciano...

 

Della Congregazione fondata da S. Filippo, mentre c'erano ancora i suoi primi discepoli, P. Consolitao si lamentava già che non v'era lo spirito del fondatore.

Prima di tutto vediamo se c'è già lo stato di fervore qui... lasciate ch'ío dubiti. S. Atanasío andò a visitare i discepoli di S. Antonio Abate. Sapete che dice? Regnava in loro la concordia, nessuno recava danno ad altri, nessun era maledico; ma era una moltitudine di astinenti e una gara di santi. Poi esclama: Come sono belli i vostri tabernacoli, o Giacobbe! come sono belle le vostre tende, o Israele! Come valli piene di frescura e di ombra, come isole deliziose in mezzo al fiume, come padiglioni innalzati dalla mano di Dio! - Questo è il principio di quella comunità, poi tutto è finito. Poi, causa persecuzioni, o per questo o per quello, e adesso... non si parla più dei monaci di S. Antonio.

 

Dei monaci di S. Cassiano si dice che ogni ordine, ogni prescrizione la prendevano proprio come proveniente dal Cielo; trovandosi di aver incominciata una parola, una lettera, la lasciavano lì appena sentivano la campanella. Attendevano continuamente alla perfezione, alla santa povertà ecc. Gli antichi cercavano il fervore non solo nelle grandi cose, ma in tutto e sempre costantemente, e quando si cadeva in qualche cosa, subito si metteva a posto.

Non solo dire che le suore della Consolata sono ben vestite. Che sono unite con Dio... lo è poi di tutte? Non è necessario sentirlo il fervore, ma con la volontà averlo da tutte. La decadenza di questo fervore viene dalla trascuranza del fervore stesso. S. Alfonso diceva ad un superiore: Voi vi dannerete per ragione del vostro seminario, per non avere il coraggio di prendere i mezzi energici. - Guardate la responsabilità di un superiore!

 

I motivi della decadenza di una comunità, secondo S. Bonaventura sono:

1° - La moltitudine di quelli che entrano. E difatti S. Teresa voleva solo un certo numero di membri per monastero. Io dico: moltitudine degli entranti che non sono chiamati e che non corrispondono, cioè senza le qualità necessarie per quello stato. Ci vuole un portone per uscire, ed una porticina per entrare. Il numero non è quel che faccia. Gli Apostoli erano dodici, ancora vecchi, e S. Andrea era un bunom [dappoco].

2° - La trascuratezza dei superiori. Ah! questo è un motivo! Certe volte i superiori non sono formati loro stessi ... ; chi non ha fuoco e spirito, come può darlo? e poi col tempo possono infiltrarsi delle cose... per riuscire superiori. Voi non lo sapete ancora. Ah! in quelle elezioni!... Davanti al SS. Sacramento si fa l'esame, e in comunità si cacciano dei gruppi... e poi... cosa restano quelle superiore?

Una superiora mi diceva: « Vorrei rinunziare qui e là... ». Invece... cul cadreghin [quella carica]!... Insomma, dicono che non lo vogliono, ma non lo dimetterebbero così facilmente. I superiori non osservanti essi medesimi, non possono far osservare. Arriva poi così, che tutti gonfiano il superiore, e tutti dicono: Tanto bene, tanto bene. Invece è perché, se cade il Superiore cadono anche loro... Ah, il cadreghin 'il cadreghin!... Ricordatevene! Quei superiori che fan vedere che han bisogno di questo o di quello, o che per malattia non possono osservare, non possono fare osservanti gli altri.

3° - L'infiltrazione di consuetudini dopo un po' di tempo. Si comincia ad allungare la ricreazione, il vitto si cambia, e vediamo dopo un certo tempo la Comunità cambiata... Si dice: lo spirito è ancora quello; invece lo spirito non c'è più.

4° - L'amore dei comodi. Comoducci, non mica cose grosse; ciascuno cerca il suo comoduccio... Dapprima eran fervorosi ecc., e poi cercano piccole cose e qui e in Africa.

- E disprezzo dei buoni. Se vi è uno osservante è tenuto come scrupoloso. Uno che voglia attenersi alla regola, è tenuto per singolare... e se uno non tiene fermo, cede.

6° - Il cambiamento del fine della Comunità. Gli Scolopi hanno per fine della loro Congregazione questo: « A te è lasciato il povero e a te sarà affidato l'orfano ». Adesso hanno collegi ricchi, non hanno più quel fine. Uno dei loro Padri fece rimostranza e disse: Chi ci ha tolto questo fine? qual Papa? - Ebbene, lo dissero pazzo.

 

C'è un'altra Istituzione che è solo per servire gli ammalati, eppure adesso non lo fanno più... Guardate come si fa presto a cambiare! S. Alfonso aveva fondato la Missione per proteggere i poveri della campagna, andare a predicare, confessare. Egli tenne fermo su questo scopo. Io ammiro sempre Don Bosco... Vi era un collegio di nobili a Valsalice; questo collegio non poteva andare avanti e Mons. Gastaldi lo voleva dare a Don Bosco. Egli non lo volle perché il suo Istituto aveva un altro scopo, e nemmeno per carità voleva prenderlo. Per sgravare il Vescovo lo tenne poi per qualche tempo, ma lo lasciò tosto e tenne sempre il suo scopo. Il suddetto collegio non durò, e adesso è la casa dei Salesiani in Valsalice.

 

Così il vostro scopo sarà quello delle Missioni, e poi se sarete di più andrete anche in America. L'essenziale è di essere per le Missioni Estere. Fonderete anche collegi in America, ma sempre con lo stesso scopo. Una cosa non bisogna cambiarla; se viene il Papa: bene, cambiamo subito. Se viene N. Signore, ebbene, quando siamo sicuri che è N. Signore, cambiamo subito.

 

Direte che è curioso quello che vi sono venuto a dire. Certe volte ci sembra... ma non siamo ancora come i frati di S. Antonio. Eppure, prima si è precisi all'orario, e poi poco per volta si perde l'esattezza. Mi trovavo in un Istituto, avevan già suonato la campana e ci andavano dei cinque, dieci minuti per volta prima di essere a posto. Pare una mortificazione non andare con diligenza in refettorio... Ai tempi che il Ven. Cafasso era Rettore del Convitto, prima di entrare in refettorio si aspettava nell'anticamera. Il Venerabile voleva la precisione. Alle volte il Rettore si metteva a discorrere un poco (per mortificare l'appetenza), oppure arrivava, entrava subito... e desiderava vi fossero tutti.

 

Proponete di essere una Comunità fervorosa, come i monaci dell'Egitto. Preghiamo il Signore che ci conservi lo spirito. E se... sono necessarie le botte... le prendiamo! Abbiamo bisogno di spirito buono, tenerlo fermo, non lasciarlo cadere. Ah! mettere a posto una Comunità! è meglio farne un'altra... Ci andrebbe S. Teresa... S. Giovanni della Croce! Non dire: fervorosa a quella, ma io: fervorosa. Certo, il tempo in cui una comunità è fervorosa è un Paradiso. Guai a chi è causa di decadimento nella Comunità... Niente di peggio di quella gente lì. Certe volte il Signore permette di quelle teste rotte.

 

Ciascuna proponga, il Signore benedirà, e speriamo che lo spirito delle Missionarie della Consolata non venga mai meno.

 

SR. EMILIA TEMPO

[la prima parte è uguale al sunto precedente, poi continua: ]

Gli antichi cercavano il fervore non solo nelle cose grandi, ma in tutto e sempre, costantemente, e se cadevano in qualche cosa, subito si mettevano a posto... Gher [gara] a chi poteva soffrire qualche cosa... Voi non fate miscugli nella vostra salute, ma non aver paura di soffrire troppo! Fervore in tutto, non solo nelle cose grandi ma nel particolare, sempre; fervore in tutto, senza eccezione, in tutto! Non è necessario sentirlo, questo fervore, ma averlo con la volontà... e da tutte. La decadenza del fervore viene dalla trascuratezza del fervore. Bisogna: l° essere fervorosi; 2° attenti alla decadenza.

Secondo S. Bonaventura i motivi della decadenza del fervore in una comunità, sono:

l° - La moltitudine di quelli che entrano. Io dico: moltitudine di quelli che non son chiamati oppure che non corrispondono. Ci vuole un portone per uscire e una porticina per entrare. Il numero non è quel che faccia. Gli Apostoli erano appena 12, e S. Andrea era un bunom, eppure han convertito il mondo!

- La trascuratezza dei superiori. Ah, questo è un motivo! Certe volte i superiori non sono formati loro stessi. Chi non ha fuoco e spirito, come può darlo? e poi col tempo possono infiltrarsi delle cose per riuscire superiori... Voi non lo sapete ancora. Ah, in quelle elezioni! quei gruppi!... e poi cosa restano quelle superiore? Una superiora mi diceva che avrebbe rinunziato volentieri... Ah, invece, non è mica vero!... cul cadreghin... I superiori non osservanti essi medesimi non possono far osservare. S. Alfonso diceva ad un superiore: voi vi dannerete per ragione del vostro Seminario, perché non avete il coraggio di prendere i mezzi energici.

Guardate la responsabilità dei superiori. Ve lo dico perché sappiate darvi ragione della loro condotta e qualche volta, direi, severità.

 

Alle volte tutti gonfiano ancora il superiore dicendogli che va bene come fa ecc. Ma è perché, se cade il superiore, cadono anche loro. Ah, il cadreghin... ricordatevene!

3° - Dopo un po' di tempo si cacciano delle consuetudini. Si comincia ad allungare la ricreazione, il vitto si cambia, si mette fuori la regola... e vediamo dopo un po' di tempo la comunità cambiata. Si dice che lo spirito è ancor quello, e invece lo spirito non c'è più.

4° - Amore dei comodi - comoduccí... mica cose grosse! In principio erano fervorose, poi s'attaccano ai piccoli comodi... ah! i comodini... si sta bene... ah, qui... e poi in Africa!...

- Disprezzo dei buoni. Se vi è una osservante è tenuta per scrupolosa, una che voglia attenersi alla regola è tenuta per singolare, e se una non tiene fermo, cede.

6° - Il cambiamento del fine della Comunità. In diverse comunità è già successo (e ne nomina diverse). Così il nostro scopo è quello delle missioni; però se sarete di più andrete anche in America; se ci saranno dei protestanti da convertire, dei cattivi cristiani, lo farete pure; se sarà necessario un collegio in America per convertire là (questo è perché lo sappiate) lo farete anche; ma il fine è sempre lo stesso... Se viene il Papa, cambieremo subito. Se viene N. Signore, ebbene, quando siamo sicuri che è Lui, cambiamo.

Direte che è curioso quello che son venuto a dire... certe volte ci sembra... ma non siamo ancora come i frati di S. Antonio, eppure... Oggi proponete di voler essere una Comunità fervorosa come i monaci dell'Egitto. Preghiamo il Signore che ci conservi, anzi aumenti lo spirito... e se per mantenerlo saranno necessarie delle botte... eh!... le prenderemo. Ai Gesuiti io credo che ha servito...

Abbiamo bisogno di buon spirito, tenerlo fermo, non lasciarlo cadere. Ah, mettere a posto una Comunità! è meglio farne un'altra. Ci andrebbe S. Teresa e S., Giovanni della Croce! lo non ci sarò più, sarò in Paradiso... Cominciate adesso ad essere fervorose. Non dire: fervorosa questa o quella... ma fervorosa io. Ciascuna prenda questo per principio. Certo il tempo in cui una Comunità è fervorosa è un paradiso. Guai a chi è causa di decadenza nelle Comunità. Certe volte il Signore permette di queste teste rotte. Ciascuna proponga, il Signore benedirà e speriamo che lo spirito delle Missionarie della Consolata non venga mai meno.

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

Una delle pene maggiori per chi fonda Congregazioni è il pensiero che il fervore non duri. S. Ignazio è stato furbo; ha domandato persecuzioni per i suoi Gesuiti per tenerli in fervore. Pensiamo un po' se ci è veramente in noi questo fervore, ora in principio. Lasciate che ne dubiti.

S. Antonio - monasteri d'Egitto - regnava in loro la concordia. Nessuno recava danno agli altri - nessuno sparlava - gara di opere buone. E poi tutto è finito. Passarono i tempi e non si parla più dei monasteri di S. Antonio. S. Bonaventura - Francescani.

Attendevano continuamente alla preghiera più colla mente che colla bocca; sempre pronti alla fatica. Non abbiate tanta paura dei miscugli e che sappiate anche soffrire qualche cosa senza che nessuno lo sappia.

Facendo l'esame del mese passato avrete visto delle miserie. Facilmente viene la decadenza; se un Superiore non è energico si danna.

 

Motivi di decadenza: l° Moltitudine di quelli che entrano... io direi così: moltitudine di quelli che entrano senza le qualità necessarie o che non corrispondono. Portone per uscire e portina per entrare. 2° Trascuratezza dei Superiori. 3°Consuetudini. 4° Amore dei comodi (Questo principale). 5° Non rispetto ai buoni, agli osservanti. Non tener fermo nel fine e nello scopo. Terrete fermo per le missioni - conversione dei protestanti e se sarà necessario fare anche un collegio per quello in America.

Noi ci crediamo qualche cosa, un fiore... E’ superbia, superbia spirituale, e non vediamo le nostre miserie. Una comunità dove c'è sempre chi muove per mancanza di puntualità... Meglio aver da fondare una comunità nuova che aver da metterla a posto. Ci va una S. Teresa per quello. E non pensate agli altri; che sia fervorosa io. Voglio vivere adesso con la maggior perfezione possibile.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org