S. CARLO BORROMEO - LA DISCIPLINA

4 novembre 1917

 

XIII. 29

S. Carlo è una grande figura di Vescovo, la cui sollecitudine pastorale gIoriosum reddidit. Cooperò potentemente alla continuazione e fine del Concilio di Trento. Particolarmente l'opera sua servì all'attuazíone dell'importantissimo decreto sui Seminari. Egli pel primo (V. Vita)... Da lui si ispirarono poi... Quanto bene. Vedi Capo degli studi, pietà e disciplina...

 

 

QUATTRO SORELLE

Oggi è S. Carlo; mi piace tanto questo Santo: è energico, non tapaziava [darsi da fare senza concludere niente], ma è ardente. E’ stato più volte a Torino a visitare la Sindone, ed è per lui che è stata trasportata a Torino. (Qui si ferma a parlare riguardo alla vita ed alle opere di S. Carlo e, accennando al suo zelo, esclama:) Chi può fare come due faccia, non come uno, ma come due e mezzo!

 

S. Carlo era prudente, ma fermo. Il carattere della missionaria: ferma con sé, paziente. Si tratta di far del bene, eh! avanti; non dire: farò, ma: faccio.

Bonitatem, disciplínam, et scientiam doce me [Insegnami la bontà, la disciplina e la scienza] diceva il Salmista. In una comunità vi deve essere amore alla disciplina; se non si osserva la disciplina per amore, essa non entrerà mai nelle ossa. Nella comunità, più o meno, tutti osservano la disciplina, ma bisogna osservarla con affetto. Son tanti in comunità che fan le stesse cose; alcuni godono perché il Signore dà poi un'unzione a ciò che si fa con amore; altri'la portano come un peso. Per formarci alla disciplina ci vuole tempo. Fortunate quelle che han tempo a starci... Col sempre romperci e mai far la nostra volontà se ne prende l'abito. Ai ragazzi si mettono assistenti che, a poco a poco, senza che se ne accorgano, fan prendere loro abiti di virtù. Per diventare sarte ci vuol tempo, ci vogliono anni; dapprima s'incomincia a guardare, e poi a fare. Così per imparare a suonare, a dipingere, occorrono anni. Così per la disciplina ci vuol tempo.

 

La disciplina consiste nel lasciarci prendere, formare. In una comunità vi sono i superiori, le regole, le consuetudini, l'educazione; perciò la formazione consiste in tutto. 1 superiori devono sempre battere, replicare, ma bisogna poi anche essere docili. Siamo troppo sbadati, e se non c'è chi ci metta in riga... Noi in comunità portiamo forze fisiche, morali ecc. e la comunità ci dà tutti i suoi beni.

I giovani secondo la piega che prendono continueranno sempre. Così per voi, se prendete la pratica di far bene tutte le cose, durerà; ma se è una cosa solo attaccata con la saliva... ahí! ahi!... Bisogna prendere amore alla disciplina. E quello che ci deve formare è tutto l'assieme. Quando fui nominato Rettore alla Consolata, lì vi erano tutti sacerdoti vecchi; ricordo che una brava persona mi disse: Ricordi che in seminario erano pianticelle, là sono piante mature. Lei le sostenga che non cadano per terra.

 

Ma voi non siete così: bisogna che siate pianticelle. Lo Spirito Santo dice: Colui che rigetta la disciplina, che non l'ama, non l'osserva, è infelice. - Io questo lo ripeto sovente ai Convittori. Colui che segue la regola e la disciplina proprio bene, è sempre in pace per aver fatto il suo dovere. Non ha pace colui che non osserva la disciplina.

Se voglio farmi santa bisogna che prenda i sentieri che conducono alla santità. E’ bello poter dire che non si fa mai nulla per propria volontà, ma tutto per ubbidienza. Se si dovesse scrivere tutto in un Regolamento (le consuetudini di comunità) si farebbero dei volumi. Non si possono mica scrivere tutte le abitudini di comunità. Bisogna osservare tutte le cose ma non per forza, neppure un giorno dell'anno, ma con amore. Così la pace non solo sarà sopra di loro (le persone osservanti), ma sopra Israele. Israele per la missionaria sono le anime a lei affidate.

 

Bisogna cominciare dall'educazione: quando uno grida troppo forte, fa atti poco civili, correggersi... Così voi altre; vi raccomando sempre di, essere attive, ma quando vi mettete a lavare i bicchieri, i piatti, fate da grossolane, rompete troppo. I missionari non son loro che lavano e chi rompe di più... Certe volte si crede che sia per raccoglimento, non è vero, il raccoglimento fa fare attenzione; è sbadataggine. Quando c'è da togliere una cosa, si deve guardare dove si prende e dove si posa, così si risparmia che manchino pezzettini ai piatti ecc. Quelli che sono più raccolti in Dio sono attenti. Quando avete delle storie per la testa, dei dubbi, mandateli via e guardate... (Ci narra il noto fatto che in una famiglia uno all'insaputa dell'altro avevano tutti salata la minestra; in ultimo il vecchio padre che aveva osservato ciò, prese anch'egli del sale dicendo: Han salato tutti, salo anch'io). Quello del sale è un fatto.

 

Ciascuna faccia attenzione e, appena rotta una cosa, anche guastata la consegni... Non pretendo che lasciate il mangiare, ma il domandarlo è segno di buon spirito. Ricordatevi: non bisogna essere desdoite [sgarbate], non aver fretta e non essere di quelle mulanciue [indolenti] che non finiscono mai. Non ho badato, si dice. Ma badate! Non ho fatto attenzione. Ma dovevi far attenzione. Se è sempre importante questo, tanto più ora nei tempi che siamo. Bisogna usare gran cura per la roba di comunità, e quando capita di rompere si abbia la bontà di far vedere; e la Superiora e l'Economa non facciano solo così, ma sgridino forte che si ricordi.

L'attività dà il tempo a far le cose bene; non è buona se si fanno le cose male.

 

SR. MARIA DEGLI -ANGELI VASSALLO

S. Carlo, santo energico, non tapassiè; diceva che non era gelosia il cercare di farsi santo uno più dell'altro. Per farsi santo - era nobile, ricchissimo - si spogliò di tutto senza attacchi. Quando si trattava della maggior gloria di Dío non conosceva più ostacoli. Fece la chiusura del Concilio di Trento e fece stabilire l'obbligazione dei seminari in ogni diocesi. Si è preso cura anche delle suore; diceva: 0 esser suora in regola o non essere suora. E se non facevano bene le disfaceva.

 

Chi può fare come due faccia per due e anche per due e mezzo, e non faccia come uno... Carattere della missionaria: ferma e prudente e non mulanciua. Il punto è l'amore della disciplina. Bonitatem, disciplinam et scientiam doce me. Scienza ultimo posto. Disciplina più o meno la osservano tutte ma c'è differenza ad osservarla con amore e non come un peso. In tempo di silenzio non si deve dire nemmeno una parola. Ci vuole del tempo a formarsi in ogni cosa.

 

Disciplina consiste in questo: ci sono i superiori, regole, consuetudini; educazione anche civile. I superiori non devono stancarsi di battere e ripetere ogni giorno; anche essere noiosi, se necessario. Gli altri devono anche mettere impegno nell'imparare e darsi tutte intere alla comunità se vogliono che la comunità si d...

Farete profitto se sarete attente ad essere disciplinate e precise in tutto, altrimenti attaccherete con un po' di sputo. Prendere amore alla disciplina la quale forma in voi la religiosa. Disciplina è il complesso di tutte le regole e forma a tutte le virtù.

 

Dovete essere pianticelle piantate lungo l'acqua. Colui che rigetta la disciplina è infelice. Colui che segue la disciplina è sempre in pace. Non andiamo a cercare se è obbligo e peccato; è obbligo per chi vuol farsi santa il prendere quella strada. Prendere l'abitudine in tutte le piccole cose di dipendere e non fare niente di propria volontà. Non fare niente per forza, in nessun giorno dell'anno, tutto per amore.

Incominciare anche dall'educazione civile, correggersi vicendevolmente; quando una grida forte, atti grossolani, si corregga.

 

Vi raccomando sempre di essere attive ma voi andate qualche volta all'eccesso e facendo le cose da sbadate e per fare in fretta fracassate troppa roba. Non è il raccoglimento che fa rompere, è essere addormentate. Quando lavate non pensate alla ricreazione; e così pure, a non finirla mai non si lava meglio. Non è una ragione il dire: non ci ho fatto attenzione; dovevi farla. Si deve avere più cura della roba di Comunità che se fosse nostra.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org