IN MORTE DEL CHIERICO BALDI

8 luglio 1917

 

XIII. 13

Morte felice dei religiosi fervorosi. Defunctus adhuc loquítur. Dopo aver pianto e pregato pel nostro confratello, sentiamo stasera una sua lezione. Egli non è morto per noi, ma vive in Dio che lo volle con sé a nostro protettore coi cari pp. Manzon e Meineri. Dal Cielo ci parla: De unctus adhuc loquitur, e ci dice come sia consolante e felice la morte dei veri religiosi.

Egli temeva i pericoli da cui era circondato neIla milizia, e buon per lui, che mi scriveva di volere assolutamente

vivere e morire religioso missionario. Quasi come San Francesco Zaverio accettò la morte lontano da' suoi cari confratelli e senza poter conseguire la'Terra promessa delle missioni. Ma in quel punto l'Angelo Custode dell'Istituto andò ad assisterlo e consolarlo. Felice lui, che non aspettò allora a distaccarsi dal mondo e dai parenti; ma non per necessità, si per merito, l'aveva fatto varii anni prima. Che conforto in quei momenti! Il P. Suarez in morte, esclamava: Non putabam. tam. dulce esse mori perché religioso. E. S. Gerardo fratello di S. Bernardo, quando gli fu dato l'annunzio della morte vicina si pose a cantare per allegrezza e così spirò (S. Alf. opusc.).

 

Sta bene qui ricordare le belle parole di S. Bernardo sulla vita religiosa: 0 vita secura, ubí absque formidine mors expectatur; imo et exoptatur cum dulcedine, et excipitur cum devotione (ivi).

La sorte di morte così felice è riservata ai religiosi fervorosi e costanti nel corrispondere alla vocazione. Ed anche questo avvertimento ci dà il caro confratello: Def. adhuc Ioq. Egli d'indole allegra e naturalmente portata all'indipendenza, ed alla superbia, lavorò tanto su se stesso da riuscire umile ed ubbidiente di mente e di cuore alla disciplina dell'Istituto. Se aveva difetti li riconosceva, e ne faceva guerra continua e minuta per sradicarli. Non era di quelli che credessero quasi di fare un favore a Dio ed ai superiori collo stare in questa casa sotto la regola e vigilanza continua... Lezione per tutti voi, cari giovani, ad amare il vostro stato, e procurare di corrispondervi con tutte le forze. S. Agostino ci avverte: Deus negligentes deserere consuevit. E S. Bernardo: Ubi díxisti sufficit, ibi perfistí (S. Alf. ivi).

 

 

QUATTRO SORELLE

(Sono già passate le 18,30 quando il nostro Ven.mo Padre entra in laboratorio) Solo cinque minuti... è tardi... Del resto, niente di nuovo?... Domani vado a S. Ignazio. Non ci sono gli Esercizi quest'anno, ma vado per non dimenticare la strada... Che cosa volete che vi mandi? Là, v manderò una benedizione per fare sempre meglio tutte le cose, per fare tutto ad majorem Dei gloriam [per la maggior gloria di Dio]. Ah, se ci fosse sempre questo stemma davanti a noi!

 

Volevo oggi farvi fare due riflessioni sulla morte del nostro bravo chierico: Defunctus adhuc loquitur [Il defunto ancora parla]. (Chierico Baldi Eugenio morto in guerra).

Prima d'andare a fare il soldato, l'ultimo anno che andò a Sant’Ignazio, scrisse su di un foglio che trovarono fra le sue carte alcuni pensieri, bei sentimenti (li legge). E’ come un addio; aveva il presentimento di morire presto... Diceva: o morire, o missionario in missione... E scrivendo ai suoi compagni soldati, diceva: Se qualcuno ha da morire, è meglio che il Signore prenda me. Speriamo che sia l'unica vittima... Aveva spirito missionario, intraprendente. E’ stato in agonia dal mattino alla sera... In quei momenti, quel che gli avrà fatto più piacere sarà stato di morir missionario. Che consolazione poter morire religioso! Noi preghiamo e li ricordiamo tutta la vita, e poi quelli che verranno continueranno, perché nel martirologío c'è, nelle preghiere comuni pure.

Mia madre mi diceva: Almeno tu ti ricorderai di me; e difatti nella S. Messa c'è sempre un posto per lei. Com'è consolante il morire religioso! S. Bernardo diceva: 0 vita sicura, dove senza paura aspettiamo la morte, anzi si desidera con dolcezza e si riceve con devozione.

 

Talvolta anche i più santi in quel punto hanno paura, ma è il Signore che lascia questo sentimento per far fare con merito il sacrificio... S. Gerardo alla notizia della morte si è messo a cantare... Il Suarez diceva: Non credevo che fosse sì delizioso il morire!... Qui non si ha il pensiero del testamento, non si hanno i pasticci che hanno quellì del mondo. Questa cosa è di grande consolazione per noi, per essere fervorosi... Quelle che hanno dei difetti, si scuotano, non dormano... Il Signore abbandona i negligenti... Dei due è meglio essere fuori, che tiepido in monastero. Bisogna servire il Signore con energia, costanza, fedeltà; vivere da santi.

Certuni pare che facciano una carità a N. Signore a fare dei sacrifici... La carità la riceviamo noi, ma bisogna corrispondere... Non vi è più grande infelicità che vivere rilassate in comunità... Viviamo in modo che alla morte possano dire, non per carità, ma con verità: Era un modello di suora.

 

SR. EMILIA TEMPO

[questo sunto è uguale al precedente, con un'aggiunta alla fine]

Era un modello di suora; fosse mancata la regola, essa era una regola vivente.

giuseppeallamano.consolata.org