NOMI DELLE SUORE - RENDICONTO DI COSCIENZA

13 aprile 1917

 

 

QUATTRO SORELLE

Quando si era per decidere se si doveva, come in certe comunità, mettere il nome di Maria a tutte, abbiamo pensato meglio di non metterlo. Nel cuore siamo tutti figli di Maria. Chi è che porta il nome di N. Signore? Nessuno... Invece, c'è sr. Concetta, sr. Assunta, e vi era persino una che si chiamava sr. Immacolata; ma chi è immacolata?... Fa persin effetto sentir quei nomi... Quando non avrò più nomi da mettere, metterò sr. Angela I, sr. tale II ecc. Questo ve lo dico perché, quando non ci sarò più io, lo diciate poi a quelle che vengono, che non è mia intenzione che si metta il nome di Maria, anzi che non voglio...

 

Così voi aspettate gli Esercizi. Se arrivano, bene, altrimenti aspettate ancora; le grazie grandi bisogna aspettarle, desiderarle, e poi... essere sempre disposte alle disposizioni di Dio. Com'è bella quella preghiera di Madama Elisabetta di Francia: Che mi accadrà quest'oggi, o mio Dio?... Non lo so... ecc. La recito tutte le mattine nel ringraziamento della S. Messa.

 

Ma un'altra cosa voglio dirvi stasera e state ben attente. Il Quemadmodum [in qual modo] che avete nelle Costituzioni lo leggete ben qualche volta?... Dunque, siamo noi obbligati a render conto dell'anima nostra a qualcuno? Leggete lì quel che dicono le leggi canoniche. Il rendimento di conto del nostro interno, dobbiamo farlo? è d'obbligo? No, no, no; i miei peccati li dico al confessore e basta. Non sono obbligato a niente di più. Ma, si può fare? Si può, quando una vede che ne ricava proprio del bene, ne sente bisogno e desiderio, ed allora si fa liberamente, assolutamente libere. Che queste confidenze facciano del bene... sì, quando si fanno volontariamente, senza genarsi [mettersi in soggezione], con buona intenzione, per ricavarne del bene.

 

Dunque il filo è questo: non c'è obbligo di render conto della coscienza a nessuno, e se la Superiora od io, sebbene sacerdote, vi domandassi qualche cosa a quel riguardo, potreste rispondere: Non le dico niente.

Obbligo non c'è, ma lo potete fare liberamente se vi trovate bene e ne traete profitto; ed in questo caso, per essere aiutate a vincervi e correggere i vizi e difetti interni, come gelosia, pigrizia ecc.; come si potrebbe pregare una compagna, si può pregare una superiora. Voi dunque potete rivolgervi liberamente o alla Superiora, o a sr. Economa, o a sr. Assistente, la quale è specialmente per le novizie... Io voglio togliere tutte le obbligazioni. Non voglio che andiate per far piacere.... perché se non vado pensano che non ho confidenza..., chi sa poi che cosa dicono... No, no, libertà, libertà: chi si sente d'andare, vada; chi non si sente, non vada. Chi sente desiderio e ne ricava del bene, ne approfitti; chi la facesse per un riguardo, o per altro, è meglio che lasci. Alla Visitazione erano chiamate dalla Supe- riora col campanello e andavano per ordine, ed io: Via il campanello, e si vada in disordine...

 

Spero tra un poco di darvi due confessori, non perché diveniate scrupolose, ma perché siete tante; ed anche a questo riguardo: libertà, libertà. Potrete andar dall'uno o dall'altro... come vi troverete bene. Ci siamo capiti?

(Legge in seguito una lettera della Superiora d'Africa che, fra le altre cose dice: « Non si credano mai le suore di aver acquistato abbastanza spirito di povertà e dipendenza, ma si esercitino sinceramente e di cuore ad acquistarle, e continuamente; così anche riguardo alla carità tanto utile per la religiosa e per la felicità propria »).

 

Vedete? è tanto facile dire: è meglio fare così... No. è meglio fare come è prescritto... Non bisogna tanto facilmente interpretare; se vi abituate a fare l'obbedienza ciecamente qui, là farete bene. Ricordatevi il fatto di S. Gerardo Maiella. Chiamato mentre era in cantina, non chiuse neppure la botte, e il vino è restato là... Ma per voi... l'intenzione è che prima di rispondere chiudiate la spinella.

Dunque, avanti e coraggio.

 

giuseppeallamano.consolata.org