PURITA’ D'INTENZIONE

11 marzo 1917

 

XIII.1

Nella S. Messa di oggi si leggono nell'Introito queste parole: Oculi mei semper ad Dominum, e nel Tratto: Ad te levavi Oculos meos. I miei occhi sono sempre rivolti al Signore: - A te alzai i miei occhi. In queste parole è significata la purità d'intenzione che dobbiamo avere nei nostri pensieri, parole e opere. Dice il P. Nepveu (Lo spirito del Cristianesimo): « La purità d'intenzione è un atto di carità, per mezzo del quale si riferisce a Dio, come a nostro ultimo fine, tutto ciò che si fa » (p. 95).

Soggiunge: Noi possiamo riferire le nostre azioni a Dio in tre maniere. Con una intenzione abituale, con una intenzione virtuale, e con una intenzione attuale (p. 97). La prima è quella che si mette al mattino, senza più pensarvi in tutto il rimanente del giorno. - La seconda è quella in virtù della quale noi facciamo un'azione di modo ch'ella veramente n’è la ragione, quantunque non sempre facendola noi vi facciamo una riflessione attuale. Es. un viaggio ad un luogo senza pensarvi ad ogni passo (p. 98). La terza è quando hic et nunc riferiamo l'azione a Dio.

 

La prima intenzione, secondo S. Bonaventura. non basta perché le nostre azioni indifferenti e naturali divengano soprannaturali e meritorie. A ciò basta la seconda. E’ desiderabile la terza intenzione, ed è conveniente almeno nelle azioni principali della vita: 1) perché essa dà maggior merito; 2) ci fa operare con più fervore; 3) ci fa troncare molti difetti che possono insinuarsi per es. vanagloria; 4) aiuta la presenza di Dio.

Pratica. Es. S. Bernardo e S. Tommaso. - Orazione del Lunedì del V. Cafasso. E’ per voi mio Dio che faccio questo lavoro, che studio... Cibus meus est ut faciam voluntatem Patrís mei. Soli Deo honor et gloria. Dio solo. Ad majorem Dei gloriam di S. Ignazio; et nunc quae expectatio mea? Nonne Dominus. Non voglio essere ladro. Uno sguardo: Signore... inteso...

Frutti. 1) Dies pleni inveníentur in eis. Deus de sordibus non de manibus facta metitur. V. Med. V. Cafasso p. 36. Consummatus in brevi explevit tempora, come di S. Luigi, S. Stanislao Kostka, S. Giov. Berchmans e B. Gabriele dell'Addolorata. Invece di Saulle (V. V. Cafasso id. p. 40).

2. Dio è geloso della sua gloria e non si serve nelle grandi sue opere, di chi non fa tutto per Lui. Es. S. Francesco Zaverio e P. Giacínto.

 

 

QUATTRO SORELLE

(Guarda un'immagine sul tavolo, Nostra Signora della Società di Gesù) Ah! noi avremo anche Regina Míssionariorum et Missionariarum [dei Missionari e delle Missionarie)... la Consolata... dicono che questa Madonna fa tutti i miracoli...

(Parla della scarsità di viveri).

 

Quest'oggi nella S. Messa vi sono due espressioni delle quali desidero teniate almeno una. Oculi mei semper ad Dominum. Gli occhi miei 'sono sempre rivolti al Signore in qualunque tempo. Egli è il principio e la mira di ogni mia azione. Nel tratto c'è di nuovo: Ad Te levavi oculos meos [Ho alzato gli occhi a Te]. Guardate come sono belle queste due espressioni... Ah! se facciamo un'altra istituzione (sorride), metto il Breviario della Chiesa da recitare... Voi non avete il coraggio!!! (Fa ripetere le due frasi da una sorella). Che cosa s'intende in queste espressioni? La purità d'intenzione. In tanto facciamo le cose bene, in quanto le facciamo con purità d'intenzione. Quanti in fine della vita, dopo aver lavorato, predicato, si troveranno a mani vuote! Quante suore, dopo aver lavorato 20, 30, 40 anni, non han fatto nulla! Ed esse diranno: Eppure ho fatto. Non hai fatto per me, risponderà loro il Signore.

 

La purità d'intenzione è un atto di carità per mezzo del quale si riferisce a Dio, come a nostro ultimo fine, tutto quel che si fa. Ora, noi possiamo offrire le nostre azioni in tre modi: 1°- abituale; 2° virtuale; 3°attuale.

Quello che si offre al mattino per tutta la giornata è un'intenzione abituale. Il riferire le azioni così alla lunga a N. Signore è una bella cosa, ma quante azioni taglia durante la giornata!... La sola intenzione abituale è buona, ma non basta. Con la seconda, intenzione virtuale, si offre il motivo e la causa delle nostre azioni a N. Signore, per esempio: una ha da fare una passeggiata sino a Superga; se l'offre al Signore non è mica necessario a tutti i passi dire: Signore, questo passo è per voi. Lo pensa in principio ed una volta ogni tanto. Così a pranzo, non è necessario dire a tutti i bocconi: Signore è per voi. Si fa l'offerta a Dio e di tanto in tanto si rinnova 'e se si dimentica è già inteso ... ; non dire l'offerta come tante marmotte! Questo basta perché un'azione indifferente, anche umana, resti soprannaturale.

t'attuale è quando tutto si riferisce a Dio. S. Francesco di Sales era.il tipo di quelli che agiscono con quest'ultima intenzione. Di intenzioni attuali qualcuna più raccolta, più fervorosa, ne fa di più, ed allora sì che l'azione resta preziosa! L'attuale è molto più conveniente e da desiderare; i Santi in Paradiso sono sempre lì a dare onore a Dio. Non bisogna fare come quella gente che all'esame si accorgono di non aver durante il giorno pensato al Signore!

 

Se ci avvezzassimo a dire: Signore è per Te; ad majorem Dei gloriam [per la maggior gloria di Dio]! Questa intenzione attuale bisogna cercare di averla nelle azioni principali della vita. Anche una cosa già buona, ma riferita al Signore, ah! che merito acquista! Il Signore non guarda il quanto, ma ex quanto [con quanto amore si agisce]. Quando si fa per amor di Dio, oh! allora si fanno le cose bene, con più fervore e si ha maggior merito. Se vengono sentimenti di ambizione, si tronchino i fini cattivi col dire: No, non lo faccio per te, ma per N. Signore. Se ci vien un elogio, subito il diavolo viene a dirci: Non sai che sei un'ingegnona!; e noi: Non l'ho fatto per te. Inoltre la purità d'intenzione aiuta la presenza di Dio. E’ desiderabile, molto conveniente, almeno nelle azioni principali, l'intenzione attuale.

 

Pratica contro la vanagloria: i Santi quando cominciavano una azione dicevano: Lavoro per Voi, mio Dio; oppure: Sono alla vostra presenza; oppure: Dio solo!; oppure: Soli Dei honor et gloria, mihi confusio: A Dio solo l'onore e la gloria; a me la confusione. - Così quella della cucina, quando crede di aver una cosa ben fatta e si aspetta da di là qualche elogio che non viene neppure; oppure quando salta fuori qualche cosa, nel mezzo che si fa un'azíone, si dica: Io aspetto qualche altra cosa? No, io non aspetto niente altro che il Signore.

Queste tentazioni più facilmente vengono nelle cose buone. Una si mette a pregare con un po' di fervore... le viene un po' di sensibilità, oh!, allora, sembra di andare in estasi, e le vien da esclamare: (ride) Sono una S. Teresa! Non è vero ciò? S. Tommaso d'Aquino non era per niente inclinato a superbia. Egli diceva così: Se ne sapessi poco, direi che sono io, ma ne so troppo, quindi non è mio. Un giorno il Signore disse a S. Tommaso: Tommaso, hai scritto bene di me, quam mercedem recipies? quale ricompensa vuoi? Ed egli poteva domandare molti anni di più per scrivere di più, poteva domandare onori ecc.; no, l'ha saputa lunga e, furbo, rispose: Nulla magna, praeter Te, nulla se non Te.

 

Rinnoviamo sovente l'intenzione: basta uno sguardo al Crocifisso, è già inteso. La preghiera del lunedì del Ven. Cafasso che è angelica... L'espressione di S. Ignazio: Ad majorem. Dei gloriam; oppure: Cibus meus est ut faciam Dei voluntatem, il mio cibo è di fare la volontà di Dio. Mettete in pratica queste cose; è questione di trovarsi pieni di meriti o niente. Due fanno le stesse cose, ma per la purezza d'intenzione una potrà aver tanto e l'altra niente. Dies pleni, giorni pieni; riempiteli di meriti, così alla fine della vita crederemo di aver poco, invece troveremo molto.

 

Consummatus in brevi explevit tempora multa [Giunto in breve alla perfezione ha compiuto una lunga carriera]. A proposito del B. Gabriele dell'Addolorata, un Passionista che predicava a S. Ignazio per gli Esercizi, diceva: Vi pare che sia giustizia? Noi passiamo tanti anni in regolarità e penitenza; ecco, viene un ragazzo (il Beato), vive pochi anni e senza regolarità, e giù: fa miracoli su miracoli! Vedete che il Signore non misura... quello là ha fatto tutto con ubbidienza e gran regolarità, è stato furbo.

 

Le nostre opere non valgono niente se non son fatte per il Signore. A chi non lavora con purità d'intenzione il Signore dirà poi: Nescio vos [non vi conosco]. Il Signore è santamente geloso e non si serve, nelle opere un po' grandi, di chi se le prende per sé. Perché S. Francesco Zaverio faceva tanti miracoli? Perché era umilissimo. Il Signore è santamente geloso della sua gloria e tante volte, quando una per esempio si crede di leggere bene, di essere istruita, ecco che dice uno sproposito... Riconosca allora che è buona a dire spropositi.

I Superiori mi lodino o no, non importa; basta che la lode la dica il Signore; che bisogno di prendere la tromba e dire: L'ho fatto io!? Tu devi fare le cose bene, e dai Superiori non devi aspettarti lodi. Mi ricordo che Mons. Gastaldí invitava sempre questo o quel sacerdote del seminario e mai me; glielo fecero notare ed egli rispose: Lui non ha bisogno di questo. Oculi mei semper ad Dominum. Là, fate. così...

 

(Dice ancora come desiderino prendere il locale annesso al Santuario per mettervi i soldati; e qui, con confidenza esclama:) E’ interesse della Madonna, si aggiusti Lei. Io le dissi: Vi tolgo tutti i cuori (per via di prudenza, essendo la chiesa facilmente accessibile dal convitto)... La svesto; mettete anche quellintenzíone, che la Madonna non dia quello scandalo.

 

SR. EMILIA TEMPO

La purità d'intenzione vien definita un atto di carità per mezzo del quale si offerisce al Signore tutto quel che si fa. Oculi mei semper ad Domínum.- così incominciava l'Introito della S. Messa di stamattina.

 

Ci sono tre modi di offerire:

l° - Intenzione abituale - per esempio al mattino nel dire il «Vi adoro»; questa è buona, ma non basta.

2°- Intenzione virtuale - quella che si mette quasi sempre, di tanto in tanto, nelle azioni. Questo si chiama far le cose per amor di Dio. Le azioni divengono più soprannaturali.

3° Intenzione attuale - questa c'è sempre, in tutto; non lascia passar niente. Questa intenzione l'ha chi è più raccolta e più fervorosa; essa è molto da desiderare; è come fanno i Santi in Paradiso. A.M.D.G. - questa intenzione l° dà maggior merito alle azioni; il Signore non guarda il quanto, ma il come; 2° si fan le cose con più fervore, meglio; 3° se vengono altri fini si mandano via più facilmente; 4° aiuta a vivere alla presenza di Dio. Essa è desiderabile, molto conveniente almeno nelle occasioni principali. Sì sì: oculí mei semper ad Dominum; A.M.D.G.; solo Dio in tutto, a me la confusione (questo è un buon mezzo per quando vengono le tentazioni di amor proprio).

 

Diciamoci ancora: Qual è la mia aspettazione? Non è il Signore? I pensieri d'amor proprio vengono più facilmente ai più buoni; quando si prega con un po' di fervore, si crede d'andare in estasi... Diciamo allora: va' via, va' via, brutta bestia!... S. Tommaso diceva in queste tentazioni: Se ne sapessi poco potrei pensare d'essere io, ma ne so troppo! E quando il Signore gli disse: Hai scritto bene, o Tommaso, qual mercede vuoi? egli rispose: Niente altro che te... Era furbo...

Ah, sì diamo anche solo uno sguardo al Crocifisso, non è neppur necessario dirlo che è per l'intenzione... Dobbiamo nutrirci di volontà di Dio. Il mio nutrimento è fare la volontà del Padre mio che mi ha mandato (così nostro Signore).

 

Sì, mettiamo la buona intenzione altrimenti è come se mettessimo in un sacco forato; ci troveremo alla fine colle mani vuote. Ah, che dolore dopo d'aver lavorato tanto! Ecco, due fanno lo stesso lavoro, le stesse cose, una muore carica di meriti e l'altra non ha niente perché ha sempre operato a caso; non si preoccupava di soprannaturalizzare le sue azioni per mezzo delle intenzioni.

 

Sono due i frutti: l° ci saran giorni pieni; 2° il Signore non si serve di chi se lo prende per sé, è geloso...

Bisogna vincere le tentazioni dell'amor proprio... Ah, sì, quando si fa qualche cosa di bene... e se non si ha l'approvazione dei superiori!... Ma basta che la dia il Signore! Quel sempre aver bisogno d'una parola... ma non lo fate pel Signore? aspettatela da Lui!

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org