PRESENTAZIONE DELLA LETTERA SULLA POVERTA’

5 gennaio 1917

 

XII. 30

Da tempo desideravo offrirvi come un trattatello sulla S. Povertà, e da due anni coll'aiuto del Sig. V. Rettore eccovelo composto. Materia subtilis, ímplexa, scrive il Card. D'Annibale; sottile per la delicatezza della cosa, e piuttosto confusa per la varietà dei moralisti; e diciamolo pure per le tante larghezze trovate dai Religiosi. Noi par- tendo dai Sommi Teologi S. Tommaso, Suarez, S. Alfonso, ed altri abbiamo qui raccolto il certo senza tema di disdetta, pesando ogni parola per esserne precisi. Ricevetelo come lettera del vostro Superiore e perciò da Dio. Meditatela ed anche studiatela a memoria. Mi riservo di spiegarvela poco a poco. Il Signore vi dia lume e grazia di ben penetrare e poi di ben praticare il voto e la virtù della povertà, da cui dipende lo spirito e la floridezza delle Congregazioni Religiose, e quindi della nostra.

 

 

QUATTRO SORELLE

(Il nostro Ven.mo Padre dapprima spiega e traduce una preghiera di S. Bonaventura in latino, scritta sulla lavagna, indi parla un po' della festa dell'Epifania che si farà -domani, e poi ci consegna un libretto, piccolo trattato sulla povertà e fa leggere la lettera che scrisse alle sorelle dell'Africa, riguardante la pratica speciale di quest'anno: la S. Povertà).

Questo libro si può proprio studiare alla lettera; per farlo si è lavorato, studiato; delle brutte copie se ne fecero tante, si consultarono vari libri e posso dirvi che è teologico. Ci son tante di quelle cose da dire riguardo alla povertà che c'era da perdere la testa e qualche volta dovevo lasciar stare, ma ho visto tutte le quisquilie; ché se in qualche libro trovate qualche cosa di differente, potete dire: Non

è vero. State certe che è teologico; ogni parola il Sig. Vice-Rettore ed io l'abbiamo pesata, ponderata.

 

In modo particolare il demonio tenta i religiosi riguardo alla povertà, e li tenta spesso in cosette, per impedire la loro santificazione. Eh! quell'astuto, sa bene che non è necessario un suast [una grossa corda] per impedire che l'uccello voli, ma basta un filo! Tanto più ci stacchiamo dalle cose di questo mondo, anche solo col pensiero, tanto più ci sentiremo liberi di volare a Dio.

I Frati di S. Francesco d'Assisi, trovando la loro regola troppo severa, avevano fatto ricorso, per qualche riforma, ad un Cardinale, ma sapete che rispose il Santo ai suoi Frati? Miei cari, io la regola l'ho presa dal Signore così, e non tolgo neppure un filo...

 

Guai a quella comunità che vuole modificare, e guai a quella comunità ove arrivano i borbottoní! Quelle comunità ove si cominciano a dare permessi su permessi, quei superiori che... Io tengo per certa la rivelazione che ebbe una suora, nella quale seppe che particolarmente per mancanze sulla povertà vi sono molti religiosi in Purgatorio ed alcuni nell'inferno.

In tanto si farà del bene in Africa in quanto saremo staccati da tutti e da tutto; non è l'aver molto o poco che importi, bensì è l'aver il cuore staccato. Sia pure ricca una comunità ma, come ha promesso, ogni suo membro deve vivere da povero. Noi poi, non saremo mai ricchi perché il denaro in più abbiamo da mandarlo a fondar stazioni ecc. Quanti sacrifizi fa certa gente per darci quella lira mensile, quel- l'offerta!

Stamane un operaio veniva a deporre ai piedi della Madonna un anello. Interrogato perché avesse fatta quell'offerta, egli rispose: Questa mattina dovevo andare alla visita, non avevo difetti per farmi riformare ed io desideravo non andar soldato. Che cosa ho fatto? Son venuto dalla Madonna e le ho detto: Se mi fate riformare, Madonna, io non ho

noi si è lasciato famiglia, tutto e poi magari ci si attacca ad un nonnulla. Bisogna essere tranquilli quando c'è della roba come quando non ce n'è. Se si tiene fermo ad osservare bene la povertà, la Comunità andrà sempre bene.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org