SEGNI PER CONOSCERE LA S. VOLONTA DI DIO

3 novembre 1918

 

XIV. 9-10

Vi dirò di alcuni segni o mezzi per conoscere se nelle nostre azioni, parole e pensieri cerchiamo la sola volontà di Dio o la nostra. Li riduco a sei:

1) Santa abituale indifferenza agli impieghi ed opere. Se siamo egualmente disposti ad accettare ed esercitare i posti alti, onorificí, ed i bassi ed umili; a studiare o lavorare. S. Teresa diceva che in Comunità nessun impiego è vile; nessuno onorifico più d'un altro. Applichiamo il detto di S. Francesco di Sales: nulla domandare; nulla rifiutare. Non importa che si senta ripugnanza a fare ciò che vuole l'ubbidienza, purché si combatta e si operi per amor di Dio.

2) Tranquillità nell'esercitarli, lasciando gli affanni e la fretta, che fanno che ciò che si è incominciato per Dio si prosegua per volontà propria. Es. Marta: turbaris erga plurima. Quante Marte in religione! Multi seipsos quaerunt (Imit.).

3) Operare le cose piccole come le grandi; in privato come in pubblico. Così osserva il Card. Baronio, quando faceva il cuoco, come quando scriveva tanti volumi, tenendosi solo presente al dovere attuale. Es. S. Francesco di Sales solo in camera visto da Mons. Camus; e Mons. Mermillod che prega con fede e fa bene la genuflessione in chiesa sebbene chiusa; per cui si converte un eretico appostato. Teniamo la stessa modestia in chiesa; il punto di vista è Dio.

4) Non badare all'esito delle opere. La S. Volontà di Dio sia fatta, e tanto basta. Dio premierà secundum laborem, e non l'esito, che il Signore talora permette nullo o peggio per umiliarci. Es. S. Remigio che aveva raccolto tanto grano... (V. V. Cafasso e Scaramelli).

5) Non badare al giudizio degli uomini, non però i superiori. Es. S. Paolo: Si adhuc hominibus placerem, Christi servus non essem. Qui judicat me, Dominus est.

6) Godere del bene, sia che sia fatto per mezzo di noi, o di altri. Es. Mosè: Utinam omnes prophetent; e S. Paolo: duminodo...

Esaminiamo noi stessi, se nei casi pratici ci regoliamo con questi principii; così conosceremo se operiamo... per Dio solo.

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Bene... fate il ritiro mensíle? Prenderete di nuovo il pezzettino, nevvero? (allude al biglietto dei proponimenti)... se pur c'è ancora... E se c'è ancora ci sarà da togliere la polvere a questo bigliettino?

È incominciato il mese di novembre. Domani è la festa di S. Carlo: uomo energico; imitatelo. Ha fatto dei miracoli in tutti i modi. Aveva tanto zelo, ha fatto tante buone opere. Vi raccomanderete a questo santo. Io voglio che siate forti, energiche come questo santo, non patamole [fiacche].

Dunque, torniamo sulla propria volontà; non ne ho ancor basta, sapete. Voi avrete detto: « E’ giusto, è giusto »... Ma bisogna combatterla questa sanguisuga, questa vipera. Ma, all'atto pratico, si fa questo? Abbiamo detto che rinunziare alla propria volontà è somma cosa, è molto, è tutto. Di più ho detto che questo è un martirio. Ah! se faremo contro la propria volontà! E’ un martirio a piccolo fuoco, e chi lo sopporterà otterrà vittoria. Quella è la via stretta per la quale il Signore vuole che camminiamo per andare al Paradiso. Chi non farà così, non avrà pace, non avrà meriti e sarà dannosa alla Comunità.

 

Io vi dirò sei segni con i quali si può vedere se facciamo la nostra volontà o quella di Dio.

1° - L'indifferenza a tutti gli impieghi, a tutte le opere buone: la santa abituale indifferenza.

2° - La tranquillità nell'esercitare qualunque impiego, qualunque opera buona ecc.

- Non badare al giudizio umano (badate però che non è umano quello dei Superiori).

4° - Non preoccuparsi dell'esito di ciò che facciamo.

- Operare egualmente bene le piccole e le grandi cose, sia in pubblico che in privato.

6° - Godere del bene che si fa dagli altri.

Queste cose fanno vedere se cerchiamo la nostra volontà, il nostro giudizio, oppure se cerchiamo solo la volontà di Dio.

 

La prima è un'abituale, santa indifferenza per tutti gli impieghi, per tutte le opere buone. Anche per le opere buone, sicuro! Abbiamo noi questa santa indifferenza? Questa santa indifferenza bisogna averla non solo nel momento in cui ci danno un ufficio, non solo nel momento in cui ci fanno studiare, ma bisogna avere la « disposizione abituale dell'indifferenza » in modo che possano dire di ciascuna di noi: « Tutto ciò che le si comanda quella lì lo fa, è sempre inclinata a qualunque opera ». Chi invece non è preparata, ah! quando arriva qualche cosa, si fa subito a dire: E perché mi danno questo, e perché mi danno quello ... ; e perché non più star qui; qui, che incominciavo a far bene?... Ecco dunque, che facendo così non c'è più la santa indifferenza. Bisogna averla abitualmente. Fare sempre tutto quello che comandano. Fare l'esame di coscienza e pensare a quello che potrebbero comandarci e così già disporci a tutto. Non, quando succede qualcosa, qualche cambiamento, pensare a mille cose. E chi sa che cosa ho fatto... e chi sa perché mi hanno cambiata... e chi sa qui... e chi sa là ... ; insomma non star tanto a ragionar le cose, altrimenti c'entra la nostra volontà e non quella di Dio. Con il tenerci in questo stato di santa indifferenza, siamo sicuri di fare la volontà di Dio e non la nostra.

 

... Mi facciano sbucciar patate... o scrivere a macchina, fa tutto lo stesso...; son disposta a tutto. Il Signore comanda agli Angeli e gli Angeli han sempre le ali aperte per ubbidire. S. Francesco di Sales diceva: « Nulla domandare, nulla rifiutare ». Se un cibo era buono lui lo mangiava, e se era cattivo lo mangiava lo stesso.

La santa indifferenza è molto importante,. Se uno si mette in questa disposizione, è sempre sicuro di fare la volontà del Signore. Una cosa, per esempio, finché non è comandata si fa volentieri, ma se viene comandata non si fa più...

 

Dunque, prima cosa: se uno si mette in quello stato di santa indifferenza, massime in Africa, ricordatevi, è sicuro di fare la volontà di Dio. Se in Africa vi comandassero di far cucina, andate in cucina; se vi comandassero di custodire i maiali, custodite i maiali... senza cercare di andare piuttosto in giro..., perché, è più poetico correre... - Mi scriveva un santo missionario: Sono in un ospedale, ci sto volentieri... i malati vogliono solo prendere il cibo se glielo do io... Sapesse quante miserie!... Io non ho ancora preso il male... ecc.

Dunque bisogna acquistare questa santa indifferenza ed averla abitualmente, non solo in certi momenti. L'indifferenza non viene nel momento che ne avremo poi bisogno, bisogna già essere di continuo disposti a tutto. Come diceva quella santa: « Che mi succederà oggi? Non 'lo so. Ma so che succederà tutto quello che il Signore fin dall'eternità ha predisposto ».

 

Secondo: La tranquillità nell'esercitare le opere. Santa Marta, pensate se non preparava volentieri da mangiare a N. Signore! Eppure aveva paura di non far bene e si affannava. Il Signore la rimproverava: « Marta, Marta, sei troppo sollecita, sei preoccupata in troppe cose ». Ed è così! ... Alle volte si incominciano le cose per amor di Dio, e poi, si cerca di far anche un po' bella figura, e... si finisce col fare la nostra volontà. Anche Marta aveva tanta attività, ma questo era per paura che il Signore non dicesse: Hai lavorato bene! Maria era là che pregava e Marta diceva al Signore: « Di' che ella mi aiuti ». E il Signore invece le diceva: Martha, Martha, sollicita es, et turbaris erga plurima. Maria optimam. partem elegit quae non auferetur ab ea [Marta, Marta, sei troppo sollecita e ti preoccupi di troppe cose. Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta]. Preparare pranzo a N. Signore non è una bella cosa? Non bisogna star lì tanto a pensare, aver paura - tutta propria volontà quella. - Diceva un buon religioso: Quante Marte ci sono in religione, quante Marte! Quante fanno le cose e pensano già agli effetti! Quando è così, il Signore permette che le cose riescano male. Ed è un bene che il Signore le premi così. Mettere impegno va bene, ma con tranquillità.

Terzo: Non badare al giudizio degli uomini. E già, vedete, è appunto a quello che si bada tanto; mentre facciamo una cosa pensiamo già se diranno poi: « Ha fatto bene ». Se il fumo dà un po' di gusto alla minestra.... se il latte non è tanto gradevole..., ah, che inquietudine!...

 

Non badate al giudizio degli uomini (degli uomini, dico, non dei Superiori, perché la volontà di questi è la volontà di Dio); trovino buona o cattiva la roba, purché voi abbiate fatto tutto quel che potevate e... per amor di Dio... e poi non importa. S. Paolo diceva: « Se ancora credessi di piacere agli uomini non sarei servo di Dio. Chi mi giudica è il Signore ». Quindi farò le cose e poi, riescano o no, comunque sia, il parere altrui non importa; intanto è il Signore che deve giudicarmi e non gli uomini. Se in questo mondo si andasse sol dietro al giudizio umano... che cosa si farebbe? Se il B. Cottolengo avesse dato retta al giudizio degli uomini ed avesse aspettato l'approvazione o temuta la disapprovazione altrui, ah! poveretto, non avrebbe fatto quello che ha fatto. Gli dicevano: Oh! che bisogno di prendere tanti ammalati; e poi costa... e poi non ha denari... Che bisogno c'è di metter su tante cose?... - Eppure la sua missione era quella e lui non temeva mai nessuno; cercava e prendeva sempre tutti i disgraziati. Una volta si trattava di fare la processione della Madonna del Rosarío e voleva farla tutto attorno alla Piccola Casa. Ma salta fuori il Parroco: « Non si può fare »; il Beato ha lasciato subito e non l'ha più fatta, cedendo alle istanze del Parroco, poiché era superiore, quantunque egli avesse l'approvazione dall'Arcivescovo. Dunque, ricordatevi, non bisogna aspettare né lode, né disapprovazione. Chi giudica è Dio.

 

Quarto: Non badare all'esito delle opere. Io ho fatto tutto con buona volontà, ho cercato di fare bene quell'esame... sapevo tutto quel libro a memoria... e... non ho più saputo niente... Riesca o non riesca... Iuxta proprium laborem [secondo la propria fatica]; è tutto niente. Chi aspetta le approvazioni o le disapprovazioni va contro la volontà di Dio. Noi andiamo avanti, operiamo cose piccole e cose grandi senza badare al giudizio degli uomini. E perciò bisogna stare attente a farle tutte bene. La scopa, neh!... ricordatevi della scopa...

 

Quinto: Sia in pubblico che in privato, facciamole sempre bene. Certuni tante volte in pubblico fanno le cose a modo, da soli non le fanno più bene. Bisogna operare sempre bene, nelle cose piccole e nelle cose grandi, in pubblico ed in privato. Dicono che il Card. Baronio quando faceva il cuoco (e lui lo faceva più degli altri) lo faceva così bene, bene come quando studiava sui suoi volumi. Dava la stessa importanza a fare il cuoco e a studiare.

 

Anche in chiesa, quando si è soli. uno può lasciarsi andare a fare una genuflessione un po' meno ben fatta. S. Francesco di Sales, quando l'han spiato dal buco della serratura, l'han trovato seduto a tavolino proprio con una posizione compostissima, non con una gamba sull'altra, oppure lì sdraiato, perché era solo; ma l'han trovato in una posizione compostissima come se avesse avuto davanti il Signore in persona. E il fatto del Card. Mermillod? Una sera era chiuso in chiesa che pregava. Un protestante si era nascosto per vedere come stava in chiesa quel Vescovo quando era solo, e diceva: Adesso è tutto chiuso; se fa le cose non tanto bene perché non c'è nessuno, è segno che quando le fa bene lo fa solo per non dare scandalo. Invece ha visto che quando si è alzato ha fatto con tutta gravità la genuflessione ed è uscito. Allora si fece dare il Battesimo e disse: Credo, perché se anche quando non c'è nessuno davanti al SS. Sacramento si comporta così, è perché crede.

 

Bisogna far le cose bene, sia in pubblico che in privato, sempre bene. S. Remigio aveva radunato per un tempo di carestia, per i suoi poveri, molto grano. Un giorno vengono a riferirgli che il granaio ha preso fuoco, e lui: Deo gratias [siano rese grazie a Dio]! andiamo a scaldarci. E’ andato là, si è messo a scaldarsi e, calmo calmo, disse: Io ho creduto di fare il bene; il Signore ha voluto far diverso ed io mi scaldo. Il Ven. Cafasso, raccontando questo fatto, diceva: « Guardate com'è bello, far tutto e poi le cose vanno in aria... ». E quello là non ha potuto fare il bene con il grano ed ha preso il calore.

 

L'ultima cosa è di godere del bene fatto da altri, come se l'avessimo fatto noi. Certa gente sul bene fatto da altri fanno un po' di silenzio. Alle volte dicono: Sì sì, ha fatto bene... sì, ma... - Sì che c'entra un po' il noi, così. Quando gli Ebrei andarono a riferire a Mosè che c'erano altri che profetavano, gli dissero: Per carità, imponi che stiano zitti, sei solo tu che fai le profezie. E Mosè ha risposto: Io vorrei che profetassero tutti: utinam omnes prophetent!... Esser contenti che il bene si faccia. Se uno riesce bene nella lingua inglese e nella francese, e Deo gratias! Quando riferirono a S. Paolo che altri predicavano N. Signore, lui ha detto: Purché sia glorificato il Signore! E lo facevano per far pica [dispetto] a lui; e lui: Anche che lo facciano con cattivo spirito, purché Iddio sia glorificato.

 

Queste sei cose aiutano a conoscere se facciamo la nostra o la volontà di Dio. Questo è importante: godere che gli altri facciano buona figura.

(Quindi il Ven.mo Padre ci dà una lieta notizia) Mons. Perlo lo han fatto Commendatore, ed han fatto Cavaliere il console Dott. Cavicchioni. Per noi religiosi non sono niente queste cose, son buone per i secolari. Noi, quando si dice: son cristiano' son sacerdote, va bene, ma cavaliere... Chiamar cavaliere un sacerdote... Ad ogni modo, chi fa il bene, qualche volta anche in questo mondo è lodato. (Noi certo non l'abbiam cercato). Questi son premi che può dare il mondo.

 

SR. EMILIA TEMPO

Domani è S. Carlo, uomo energico. Imitatelo... voglio che siate forti, energiche come questo Santo, non patamole!

Dunque torniamo sulla volontà propria; non ne ho ancor basta sapete! Voi avrete detto: E’ giusto, è giusto tutto quel che ha detto... ma... Bisogna combatterla questa sanguisuga, questa vipera... ma, all'atto pratico, si fa questo?

 

Vi dirò sei segni dai quali si può vedere se facciamo la nostra volontà o quella di Dio:

l° - Indifferenza a tutto, impieghi, opere buone ecc. La santa abituale indifferenza; sì, anche le opere buone, sicuro! E l'abbiamo noi questa santa indifferenza? Bisogna averla non solo nel momento in cui ci danno un ufficio,

[il sunto continua come il precedente fino alla fine del l° punto]

2° - Tranquillità nell'esercitare qualunque impiego, qualunque opera buona ecc. S. Marta, pensate se non preparava volentieri da mangiare a N. Signore!... Eppure aveva sempre paura di non far bene e si affannava ed il Signore l'ha rimproverata. « Marta, Marta, sei troppo sollecita »... Alle volte si incominciano le cose per amor di Dio e poi per paura di non far bella figura, ci lasciamo prendere dall'inquietudine. Anche Marta aveva tanta attività, ma forse temeva di non far bella figura e che il Signore le dicesse: Non hai lavorato bene. Diceva un buon religioso: quante Marte ci sono in religione!... Quante fanno le cose e pensano già agli effetti! Quando è così il Signore permette che le cose vadano male, magari. Ed è un bene che il Signore le premi così. Mettere impegno, attività, va bene, ma con tranquillità.

3° - Non badare al giudizio umano; badate però che non è umano quello dei superiori: è quello di Dio. Mentre facciamo una cosa pensiamo già se diranno poi: ha fatto bene. Ah, sì, è appunto a questo giudizio che si bada tanto ... ; se il fumo dà un po' di gusto alla minestra ecc., ah, che inquietudine!... Non guardate al giudizio degli uomini; purché abbiate fatto tutto quello che potevate, e... per amor di Dio... e poi non importa. S. Paolo diceva: Se ancora cercassi di piacere agli uomini, non sarei più servo di Dio. Chi mi giudica è il Signore. - Se in questo mondo si andasse sol dietro al giudizio umano, che cosa si farebbe? Se il B. Cottolengo avesse dato retta a questo giudizio o cercato l'approvazione, non avrebbe fatto ciò che fece. Dunque, ricordatevi, non bisogna aspettare né lode né approvazione.

4° - Non preoccuparsi dell'esito di ciò che facciamo. Io ho fatto tutto con buona volontà, riesca o non riesca... è tutto niente. Il Signore non ci premia secondo l'esito, ma secondo il lavoro. S. Remigio che aveva raccolto molto frumento per i poveri, avendo questo preso fuoco, andò a scaldarsi ad esso, senza turbarsi, dicendo che il fuoco serviva bene per un vecchio come lui. L'aveva fatto solo pel Signore.

- Operare egualmente bene sia le piccole come le grandi cose, in pubblico come in privato. Certa gente cerca sempre le cose grandi, straordinarie... Non è cercar Dio, perché Egli tanto è nelle piccole come nelle grandi cose, in pubblico come in privato; e perciò bisogna star attente a far tutto bene. La scopa, neh, ricordatevi della scopa. Del Card. Baronio si dice che quando faceva il cuoco lo faceva così bene come quando studiava sui suoi volumi. Dava la stessa importanza a fare il cuoco come a studiare. Le cose farle bene in pubblico come in privato; ricordate S. Francesco di Sales: spiato dal buco della serratura fu trovato compostissimo e quel Cardinale che un protestante s'era nascosto in chiesa per vedere se faceva bene la genuflessione anche quando non c'era nessuno e visto che faceva tutto bene, gli disse: Voi credete quel che dite; e si fece cattolico.

6° - Godere del bene che si fa dagli altri come se si facesse da noi. Certa gente sul bene fatto dagli altri fanno un po' di silenzio, oppure dicono: sì, sì, ha fatto bene, sì, ma... Sì, che c'entra un po' il « noi » così. Quando gli Ebrei dissero a Mosè che c'eran altri che profetavano, Egli rispose: Oh, vorrei che tutti fossero profeti in Israele... Essere contenti che il bene si faccia. Se una riesce nell'inglese ecc... e Deo gratias! Quando dissero a S. Paolo che altri predicavano N. Signore, lui rispose: Purché il Signore sia glorificato.

Questo è importante; godere che gli altri facciano bella figura.

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

Introito della Messa: Cogito cogitationes pacis... [ ho pensieri di pace].

S. Carlo... domani vi raccomanderete a questo santo... che vi facciate sante energiche come vi voglio io.

L'altra volta vi ho parlato della volontà propria, ma non ne ho ancora abbastanza.

 

Segni per conoscere...

1° - Indifferenza a tutto - impieghi, opere buone - e tranquillità nell'esercitarle.

Non badare al giudizio umano (quello dei Superiori non è umano). Operare cose piccole come grandi... Godere del bene, che si faccia dagli altri e non da noi.

Incomincio dal primo. Questa indifferenza bisogna averla come disposizione abituale, sempre preparata. a qualunque impiego, opera. Invece, se non preparata, si turba. Ma perché? si domanda. Cosa possono domandarmi? Chiedermi sovente: ebbene, sono disposta a tutto? a pelare patate come a scrivere a macchina ecc. Nulla domandare, nulla rifiutare; se il cibo è buono si mangia, e se non è buono si mangia lo stesso. Vincere le ripugnanze, fa lo stesso, non fa mica male. Quando sarete in Africa, contente lo stesso di essere in cucina come a scorrere il paese per le missioni; questo è più poetico. Cosa mi accadrà quest'oggi non lo so, ma so che tutto è disposto...

2° - Tranquillità senza affannarsi. S. Marta si affannava per voler far bene. S'incomincia bene per amor di Dio e si finisce per amor proprio, per voler far troppo bene... N. Signore non ha mica detto: mi han fatto un buon pranzo... Tranquillità nelle cose non meusi [pigri ] - ma non agitate... Quante Marte in religione! mettere tutto l'impegno, ma tranquillità.

3° - Se cercassí di piacere agli uomini non sarei più servo di Dio. Quindi farò le cose; riescano o non riescano non importa - però considerare il giudizio dei superiori che è quello di Dio. Se il Cottolengo avesse badato a quello non avrebbe più fatto niente. Ricordatevi: non aspettate lodi, giudizi ecc., non badare all'esito delle cose. Il Signore ci premia non secondo l'esito ma secondo il lavoro.

4° - Certa gente vuole operare solo cose grandi... tutto bene, piccolo e grande, pubblico e privato. Il Card. Baronio faceva il cuoco bene come quando faceva i suoi grandi libri... e gli facevano fare il cuoco, più a lui che agli altri. Certa gente a vedere il bene altrui lodato fanno silenzio, rimangono lì... Dire come Mosè: vorrei che profetassero tutti! purché ci sia qualcuno che faccia bene... E così S. Paolo - predicavano quasi per fare picca a lui, e egli rispondeva: purché Gesù sia predicato... Fatto da altri come fosse fatto da noi...

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