IMPETRAZIONE PER LA PACE

11 ottobre 1918

 

 

SR. FERDINANDA GATTI

(Il nostro Ven.mo Padre parla dapprima dell'epidemia che presentemente fa strage qui in Torino ed altrove) Chiamarla peste, o colera o influenza, il fatto sta che è cosa generale, e oltre l'Italia ne è pure colpita la Francia e altrove. La conclusione è questa: ringraziamo il Signore che ci tiene lontano questo flagello e speriamo che il Si- gnore ci farà la grazia di andare fino al termine così. C'è da ringraziare il Signore che ci risparmia. Il nostro chierico che è morto - era tanto bravo - sarà anche morto di questa malattia.

Propter peccatum adventum adversae: sono i peccati che attirano i mali sulla terra. Per calmare la collera di Dio ci vuole spirito di riparazione. Pregare per poter andare avanti e per la pace. Ripetete spesso: A peste, fame et bello, libera nos Domine [dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci o Signore]. Purtroppo i cattivi ci sono, c'è poca conversione.

 

Imploriamo il Cuore di Gesù che faccia cessare la guerra. Ditegli che ci conceda la pace perché se aspetta che ci convertiamo, non verrà. Oh, il Signore, per amore di soli dieci giusti non avrebbe permessa la distruzione della Pentapoli... I dieci giusti non c'erano... Noi siamo i parafulmini di Dio. Ma anche tra i religiosi ci son tanti difetti, mancanze di correttezza; certe scurrilità, parole grossolane, nel secolare son cose che passano, nel religioso no. Nugae sunt in ore saecularium: storie piccole in bocca dei secolari. In ore sacerdotum blasphemiae: bestemmie in bocca sacerdotale.

 

La vostra preghiera sia di ringraziamento e di impetrazione. C'è già qualche aurora di pace, e colla pace cesserà la pestilenza e la fame. Voi poi non avete tanto sacrifizio da fare. Purché ci sia il puro necessario, e poi più o meno ben fatto, non fa niente. E quell'eremita che si cibava di mezzo pane!... Bisogna che c'investiamo dello spirito di sa- crificio. Mentre non ci sono realmente da fare tanti sacrifici (nella quantità del vitto), farli nel modo (di prenderlo). Uno di questi è la creanza nel mangiare. C'è chi, anche non avendola ricevuta da giovane, impara e prende; ma ci sono di quelli che non vedono mai niente. Come edifica male questa gente!... 0 che soffiano sulla minestra, o che tracannano tutto un bicchiere! ... In Africa i neri sono sporchi, è vero, ma osservano e pretendono dal missionario; e poi bisogna farlo per rispetto all'abito che portiamo.

 

L'educazione aiuta tanto la carità. Negli Istituti dove c'è l'educazione in regola, c'è anche la carità. Questa casa deve essere una casa tutta di educate. Non bisogna essere di noia alla compagna. Uno dei nostri soldati che è stato all'ospedale diceva che aveva una suora ad accudirlo molto maligna. i

Le mancanze di educazione son piccole cose da emendarsi a vicenda. E’ così brutto andare a cercare nel piatto (del servizio) le parti... Voi avete le parti fatte. Là; tra i difetti da emendare che ci siano i difetti nel mangiare; ciascuno faccia questo esame e cerchi di venire educato. Si comincia dal refettorio e poi si va alle altre cose. Vi ricordate di quel monaco che si vedeva a mangiare spine? In realtà non mangiava spine, ma pensava alle spine che trafissero Nostro Signore.

 

Siamo intesi. Ponete quest'intenzione e riguardo al mangiare prendete quel che il Signore vi manda. Morire di fame per amor di Dio, non sarebbe mica un cattivo affare!!!

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org