S. GIOVANNI BATTISTA

23 giugno 1918

 

XIII. 42-43

E’ un tipo di missionario - nella vocazione - nella preparazione - e nella vita apostolica.

1- Il Signore lo predestinò a parare vias Domini; ab utero vocavit me, e venne santificato nella visita di Maria SS.

Anche voi per speciale grazia di Dio foste da tutta l'eternità predestinati non solo alla creazione, al cristianesimo, ma all'Apostolato. Perciò il Signore vi arricchì di un corpo sano e di un'anima capace di amarlo e farlo conoscere ed amare da chi ciò non conosce o non apprezza... Ringraziate della preferenza a voi usata. Es. Davide: hunc elegit Dominus.

2. Ma S. Giovanni corrispose alla Divina chiamata, e si diede a ben prepararsi coll'innocenza della vita, colla preghiera e lo studio delle S. Scritture; ed ancor giovane per fuggire ogni male e cattivo esempio si ritirò nel deserto, a vivere di penitenza.

E voi, ricevuta la prima educazione dai genitori, vi ritiraste in questa Santa casa, lontana dai pericoli del mondo; e qui attendete a formarvi nella preghiera, nello studio e nella mortificazione delle passioni all'alta vostra missione.

3. S. Giovanni uscito dal deserto alla voce di Dio, si diede alla predicazione, per preparare la strada nei cuori a N. S. Gesù Cristo. Dimostrò nel suo ministero grande fortezza sino alla morte, e somma umiltà fino a stimarsi indegno di sciogliere i legami dei sandali di Gesù, cercando di abbassare sé e solo fare conoscere ed amare il Salvatore: oportet me minui...

Queste sono le virtù caratteristiche del missionario, che in tanto farà del bene in quanto sarà umile, tutto attribuendo a Dio. E questo attacco ed abbandono in Dio lo sosterrà nelle fatiche, nei dolori e disinganni, e lo farà forte fino alla morte. Intanto S. Giovanni con una vita cosi compiuta si rese gran santo, ed anche onorato dopo tanti secoli su questa terra; mentre nessuno più parla di tanti che fecero anche rumore in questo mondo, e non avendo avuto sì bella vocazione, o non avendovi corrisposto, sono dimenticati.

Animatevi, miei cari, a questi esempi...

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Pregate, battete, che il Ven. Cafasso faccia dei miracoli, dei miracoloni... Questi sono i suoi tre miracoli (consegna il libretto a sr. Economa affinché li possiamo leggere).

Domani è la festa di S. Giovanni; è la festa di Torino poiché è il patrono della Diocesi. Una volta era festa di precetto, ora l'han tolta, però è sempre festa di devozione. Quest'anno il Papa ha invitato tutti i preti del mondo nel giorno di S. Pietro e Paolo a celebrare la Messa secondo la sua intenzione. Voi che non potete dir Messa, pregate, fate la Comunione secondo le medesime intenzioni. Il Papa fa di tutto per ottenere la misericordia di Dio ed ottenere la pace. Che vita è questa... Non siete ancora morte di fame, ma... aspettate... vedremo... c'è miseria... Il Signore ci dà ancora più di quello che meritiamo.

 

Bisogna imitare S. Giovanni Battista nella sua vocazione, nella sua mortificazione, nel suo ministero. S. Giovanni fu chiamato ad una vocazione speciale per preparare la via al Signore. E’ stato concepito col peccato originale, ma per la presenza di N. Signore e della Madonna venne santificato ancor prima di nascere e liberato dal peccato. Ciò tutto in preparazione, perché doveva poi essere precursore di N. S. Gesù Cristo.

 

Tutti noi abbiamo una vocazione e N. Signore questa vocazione l'ha preparata, disposta. Una viene a farsi religiosa perché ha avuto un dispiacere, un'altra per una lettura... tutte cose che se guardiamo indietro... Ciascuna si esamini e vedrà che sarà anche una sola parola che l'ha determinata a farsi religiosa. No, non è casuale, poiché. il Signore ha previsto tutte le cose. Il Signore nell'Eternità ha pensato a ciascuna di noi; ha previste e ordinate tutte le cose.

lo non dimenticherò mai tutte le cosette che hanno influito sulla mia vocazione. (Noi gli chiediamo di raccontarci qualche cosa al riguardo, ed egli risponde:), Non si dice tutto alle figlie. (Una sorella allora soggiunge: Se non lo dice a noi lo dirà ai figli. Ed egli sorridendo esclama:) Neanche ai figli.

 

Ricorderò sempre un fatto, quando avevo compiuto gli studi elementari. C'era la mia buona mamma, la quale era già ammalata, ed io stavo in casa e, non so, ero un po' il suo checco [preferito]... Non ero mica l'ultimo, ma... per tutti era così. Un mio fratello più vecchio mi diceva sempre: Vieni in collegio con me. Io sarei andato, ma mi rincresceva lasciar la mamma. Non veniva nessun angelo a dirlo... Un giorno passò da casa mia un sacerdote col sindaco del paese, e venivano a trovare mia mamma. Nel vedermi lì, dissero: Che cosa fa quel ragazzo? Lo mandi un po' a studiare. Mia mamma rispose: Gli lascio far quel che vuole. - Interrogato, non seppi che rispondere e mi misí a piangere. Dopo quella conversazione si determinò che incominciassi a studiare. Vedete, dalla parola di quel bravo sindaco, mi son deciso. Prima restavo lì...

E così è di voi; trovate nella vostra vocazione tante cosette. Bisogna ringraziare il Signore. Persino i peccati hanno aiutato la nostra vocazione. Dunque, vedete, così ha fatto S. Giovanni. Il Signore ha tanti mezzi di guida. Uno perché ha letto il Periodico; l'altro perché è venuto alla Consolata, ecc.

S. Giovanni per prepararsi è scappato nel deserto, e che cosa ha fatto? Ha esercitato la preghiera e la mortificazione. Voi di più avete lo studio. Egli era in continua preghiera, stava unito con Dio, meditava, si nutriva di locuste e di miele selvatico. Si vestiva di pelli di cammello. E così ha fatto tutto il suo noviziato. In questo modo si è preparato alla sua missione. Voi aggiungete studio e lavoro; egli non aveva bisogno di questo. Non abbiate mai paura di pregar troppo, di far mortificazioni; non far quelle che ha fatto lui nel deserto, ma di quelle spirituali e di quelle che non rovinano la salute. Fare il coroncino ed essere costanti a tirar giù i grani... Il Ven. Cafasso dava tanta importanza al coroncino, ne faceva preparare dalle suore e poi li distribuiva.

 

S. Giovanni praticò la fortezza fino al punto di lasciarsi tagliar la testa. Egli diceva la verità senza paura. Son queste virtù che bisogna chiedere. Prima di tutto bisogna ringraziare il Signore per la vocazione che ci ha dato e poi tenerla ben preziosa e corrispondervi. Bisogna aumentare il raccoglimento, la preghiera, lo studio, il lavoro e prepararsi per quando il Signore ci chiamerà. Esercitate la fortezza nelle minime cose:un bubù [piccolo male] dirlo, ma poi sopportarlo

Corrispondendo avrete la parola per insegnare e la fortezza per sopportare tutte le contrarietà.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org