LA CLAUSURA

3 marzo 1918

 

XIII. 38

(V. Conf. fasc. VIII p. 31).

Nota: Appartengono alla clausura materiale: la convivenza in case assolutamente separate, i religiosi dalle religiose; l'uso delle ruote per comunicare nelle cose necessarie; le cautele di luogo e di tempo nel parlatorio, e il non recarsi nelle case private, ancbe dei parenti, senza necessità.

VIII. 31-32

A tutela del voto di castità fu introdotta l'usanza della clausura.

Essa può dividersi in materiale e morale, quella specialmente per le donne, e più in antico per gli Ordini, es. le Benedettine, le Clarisse, Cappuccine e Visitandine. La seconda è per tutti, e consiste specialmente in due cose: nella non uscita dall'Istituto e nella fuga del sesso diverso.

1) Per diritto comune od almeno per approvata consuetudine, i religiosi non possono uscire dal Monastero se non per giusta causa, col permesso del Superiore che si deve rinnovare ogni volta e con un compagno. Anche le nostre Costituzioni ciò prescrivono al N. 42. La cosa è di tale gravità che fatta con frequenza, e se di notte anche una sola volta, potrebbe essere colpa grave. Bisogna tuttavia considerare le regole delle singole istituzioni (Gousset I p. 173; Tab. II, p. 201).

2) Guardarsi dal tratto familiare e dalla conversazione con persone di altro sesso. Qui parlo solo di noi e degli uomini poiché maggiormente ciò è doveroso per le religiose, essendo di natura più deboli, di passioni più fragili e più facili a lasciarsi sedurre (V. Scaram. III, p. 285).

I Santi Padri S. Cipriano, S. Gerolamo, S. Gregorio M., e S. Bernardo sono unanimi nel condannare tale abuso. S. Agostino colle parole e col suo esempio lo proclama altamente. Dice: ab omnibus christianis, praecipue tamen clericis et monachis, familiaritas fugienda est ... ; nunquam debere foeminas cum servis Dei etiam castissimis in una domo manere (Scar. ib. p. 283-5). Egli non permetteva l'accesso nella sua casa a donne straniere, alle stesse nipoti e cugine, e neppure alla sorella benché vedova e molto spirituale; e diceva che se non esse altre che venivano con loro a trovarle potevano essere di scandalo ai domestici (Scar. l.c.). Similmente nell'andare esse a casa altrui.

 

Ma si dirà che talora sono necessarie od almeno- convenienti. Allora S. Cipriano: sunt equidem necessitates.... tunc severítas non desit. E S. Gerol. a Nepoziano: nunquam solus cum sola, secreto, et absque arbitro vel teste non sedeas (l.c. p. 287).

 

Né si porti la ragione del bene..., che sono spirituali, ecc... Risponde S. Paolo: Videte ne quae spiritu coeperitís, carne consumemi Sermo brevis ac durus. Come coll'anime del Purgatorio.

Ecco perché le nostre Cost. lasciati gli altri mezzi pure necessari per conservare la virtù ed il voto di castità (dovendosi secondo le Norme porre in esse solo il principale) ai N. 29 e 30 dicono... E fin d'ora attenti al parlatorio ed in tutto il vostro trattare con donne. Non tanto desiderio di andarvi, e statevi come in pena. Via gli abbracci e le troppe strette di mano, la curiosità di sapere le cose del paese e della stessa famiglia, come i matrimoni fatti nel carnevale ecc. Come pure colle nostre Suore, di cui non si deve sapere e quindi dire il nome, ma suora in genere. Fortunati voi che non dovrete convivere con donne. come i Vicecurati nelle Parrocchie, dove sovente sono figlie giovani contro le disposizioni dei Sinodi, o perché sono nipoti del parroco. In Africa sono distinte le case delle Suore e dei Missíonarii, e tra loro è la Cappella.

Conchiudo col solenne avvertimento di S. Agostino: crede mihi, Episcopus sum, veritatem dico in Christo, non mentior: cedros Libani (altissimae contemplationis homines) et gregum arietes (magnos praelatos Ecclesiae) sub hac specie (amicitiae spiritualís) corruisse vidi, de quorum casu non magis praesumebam, quam Gregorii Nazianzeni aut Ambrosii (Piae lect. p. 292).

 

 

QUATTRO SORELLE

La più bella giornata, dopo S. Giuseppe, è il giorno di ritiro. Voi non dovete fare come noi Canonici: abbiamo 60 giorni all'anno di vacanza; ora, se uno si prende tutta la vacanza in principio, non gli rimane più nulla dopo; bisogna quindi che si regoli. Voi avete in quest'anno dinanzi a voi la perfezione: ebbene, dovete prenderla non più tardi, ma subito, tutta in principio senza riposarvi. Certuni in poco tempo, oh! fanno una volata; altri in tanto tempo non fanno niente; sono sempre lì per terra con desideri inefficaci. Il buon ladrone in pochi minuti si è fatto santo. E S. Paolo? Subito rispose alla voce di Dio: Signore, che cosa volete ch'io faccia?

 

Alle volte sembrerà d'aver fatto molto! Fatto molto? Quel che si è fatto è sempre troppo poco... Bisogna dimenticare i meriti, altrimenti restiamo come il pavone, vediamo le penne così belle... Di miracoli non mi pare che nessuna ne abbia ancor fatti, così neppure alcuna di voi è stata strangolata per la fede. N. Signore ha sparso tutto il Sangue per le Missionarie della Consolata. Approfittiamo pienamente di questo Sangue?

 

Domani è S. Umberto; pregate a suffragio del Sig. Prefetto; pregate a suffragio ed a sua gloria; io desidero che si preghi a suffragio... Bisogna sempre pensar male; pensate male (prima di mettere subito una persona in gloria). Domani farete la Comunione per il Sig. Prefetto. Oh! in Comunità non si dimenticano i nostri morti.

Diremo due parole in compimento della bella virtù. Io vi domando: l'avete voi la clausura o no? Naturalmente ci vuole la clausura; nessun istituto di religiose deve mancare di clausura. Una volta vi era una clausura strettissima; molte suore hanno vera clausura.

 

Distinguiamo due specie di clausura: 1° Clausura materiale; 2° Clausura morale. La clausura una volta era strettissima; negli Istituti moderni non è così stretta, ma un po' c'è. Per voi consiste: (vedi Costituzioni Cap. X, paragr. 40). « Le Missionarie avranno abitazioni separate e non dovranno mai permettere che- vi entrino persone d'altro sesso, eccetto il caso di grave necessità e con la licenza dell'Assistente ogni volta ». Così qui le ruote vi tengono separate da di là, formano la clausura.

 

La vostra clausura morale consiste nell'uscire fuori di casa in due possibilmente, e con il permesso della Superiora. Questo è proprio un obbligo e bisogna starvi attente. Gli autori moderni dicono che questa regola è indispensabile agli Istituti moderni. Clausura morale è pure non avere familiarità con persone di diverso sesso. I Santi Padri gridano forte contro questa familiarità. S. Agostino non permetteva neppure che sua sorella venisse a trovarlo in casa sua, poiché diceva che la sorella avrebbe condotto altre donne probabilmente, ed egli desiderava essere lontano dal trattar con esse.

Qualche volta è necessario, voi direte. S. Cipríano dice che ci sono delle necessità per trattare con persone di diverso sesso, ma nel trattare con queste persone non manchi la serietà. S. Gerolamo dice a Nepoziano che quando deve trattare con persona di altro sesso, di non sedersi in segreto con lei, stare in piedi ed avere dei testimoni, ossia non contarla lunga. Dunque, contegno.

 

S. Paolo dice che alle volte si comincia collo spirito per finire poi colla carne. Dunque, parlare brevemente, solo il necessario. Bisogna trattare come se si trattasse con le anime purganti... Ahi! ahi! queste bruciano.

S. Agostino dice: « Credimi, sono Vescovo, non mentisco: ho visto cadere i cedri del Libano, gli arieti dei greggi... Sono caduti uomini che non avrei mai creduto, come non avrei pensato di S. Gregorio, di S. Ambrogio... ». Io dico questo; per adesso non è il caso, ma in Africa... Ricordatevi, mai chiacchierare...

Così nel trattare coi secolari... Il diavolo è cattivo. Quando vedo sacerdoti andare per Torino con la donna di servizio o la sorella, io penso: Sarà sua sorella. - Ma chi può saperlo? Bisognerebbe che attaccassero un cartello con sopra scritto: Questa è mia serva o mia sorella. State attente perché il diavolo è scaltro. Io ringrazio il Signore che son sempre vissuto in comunità, invece, per un parroco, che brutta cosa è dover stare con una serva!

In Paradiso saremo poi tutti angeli, non poi più né maschile né femminile. Attente, non vi dico di più perché già lo capite abbastanza. Non voglio spaventarvi, ma c'è da vigilare. Ricordatevi, clausura. Ricordatevi: voi avete il voto, quindi non avete solo la virtù da conservare, ed il voto obbliga a tutto quello che obbliga la virtù, di modo che c'è il merito della virtù e del voto; e chi fa del male fa due peccati contro il sesto o nono comandamento, e commette un sacrilegio.

Dunque, con lo spirito di preghiera ed il digiuno siamo a posto. Noi portiamo questo vaso sottile, con la grazia di Dio speriamo di non romperlo.

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

Il 6° dell'anno è passato; sono arrivata alla perfezione alla quale dovevo arrivare? I Canonici fanno attenzione a prendersi i loro giorni di vacanza un po' in principio dell'anno perché se aspettano alla fine non riuscirebbero a prenderli tutti. Fate così anche voi. Procurate di raggiungere la perfezione stabilita per l'anno in principio, e poi vi riposerete in tutto così. Se dobbiamo dimenticare i peccati perdonati tanto più i nostri meriti. Non avrete mica fatto miracoli!

 

Nostra clausura. Nessun monastero e istituto deve mancare di clausura. Due sorta di clausura: materiale e morale. Negli Istituti moderni non è più stretta ma c'è un po' di materiale e tutta la morale. La nostra consiste nell'aver casa separata dall'alto in basso, ruote, parlatorio per difficoltà a venire e altre guarentigíe. Non andare di qua e di là senza permesso. Morale: non uscire di casa senza giusta causa, permesso di chi comanda, possibilmente non sole. Stiamo attenti che questo è un obbligo. Oh, posso uscire! Non posso.

2°. Familiarità e conversare con persone di altro sesso. Questo molto severo. SS. Padri gridano molto su questo. S. Agostino non voleva neppure che venisse sua sorella nel suo monastero. Qualche volta è necessario, sì sì, qualche volta; vi sono delle necessità, ma non manchi mai la severità. Portiamo sempre con noi il monastero. Mai solo con sola; sta' in piedi, non sederti, o almeno porta aperta e contegno serio. Bisogni spirituali? State attenti, dice S. Paolo, non cominciare collo spirito e finire colla carne.

 

Il puro necessario, serio, sciolto, sempre col timore di essere bruciati. Guai a me se una macchia si attacca alle dita; qualunque cosa tocco guai! guai, tutto rimane attaccato.

Credimi, sono vescovo, dico la verità in N.S., non mentisco. I cedri del Libano ho visto cadere per questa specie di amicizia particolare, arieti dell'armento, uomini dei quali non avrei dubitato come non avrei dubitato di S. Gregorio e S. Ambrogio (S. Agostino).

Quando sarete in Africa tenete il vostro posto. Non tante chiacchiere, non tanti bisogni spirituali - e parlate col Signore, col confessore, col superiore.

Quindi la vostra clausura: materiale finché si può e clausura morale. Ringrazio il Signore che ho sempre potuto stare in Comunità. Negli ospedali c'è la grazia di Dio, ma fate del bene agli ammalati e lasciate stare i medici. Il vostro contegno serio farà del bene abbastanza.

Oggetto del voto di castità è tutto ciò che è oggetto della virtù: due meriti, due peccati.

 

SR. EMILIA TEMPO

Per compire l'argomento sulla bella virtù diremo due parole sulla clausura:

l° - Clausura materiale, e voi avete le ruote... e le vostre Costituzioni lo dicono (Cap. X, 40).

2° - Clausura morale, non aver familiarità nel trattare con persone di diverso sesso. S. Agostino dice: « Credimi, sono Vescovo, dico la verità in N. S. Gesù Cristo, non mentisco: ho visto cadere i cedri del Libano (contemplativi), gli arieti dei greggi (i prelati, capi della Chiesa)... Sono caduti uomini che non avrei mai creduto, come non avrei pensato di S. Gregorio, di S. Ambrogio ecc. ». Io dico questo non tanto per adesso, ma in Africa... Ricordatevi, mai chiacchie- rare tanto; il necessario... anche coi superiori... In Paradiso saremo poi tutti angeli, non più né maschile né femminile... Attente, non vi dico di più perché già lo capite abbastanza... non voglio spaventarvi, ma c'è da vigilare. Ricordatevi, clausura... voi avete il voto ' quindi non avete solo la virtù da osservare; ed il voto obbliga a tutto quello che obbliga la virtù di modo che c'è il merito della virtù e del voto, e chi fa del male, fa due peccati.

Dunque avendo lo spirito di preghiera e del digiuno siamo a posto. Noi portiamo questo vaso sottile; colla grazia di Dio speriamo di non romperlo.

giuseppeallamano.consolata.org