SINCERITÀ - OSSERVANZA

I° febbraio 1918 - (Professe)

 

 

SR. FERDINANDA GATTI

Bisogna dare sempre grave importanza a questa adunanza, e rinnovare lo spirito di fede. Dopo, quel che si dice mandarlo via come una tentazione. Fuori di qui, più niente di quello.

 

(Si nota come non si riferiscano esattamente le cose udite, generando così qualche inconveniente) E’ tanto facile che avvenga questo e così metter male nella comunità!... Certe volte si fa così senza nessuna intenzione cattiva: ci son di quelle che nel riferire non hanno precisione, di modo che dicono sempre un po' diverso da quel che è, ed ingrandiscono le cose; così, se una sorella dice una cosa, esse l'arrotondano, l'ingrandiscono. Sono i sussurroni quelli che mettono male nella comunità. Di là (Studenti IMC) ne ho mandati via tre o quattro. Guardate il male che viene da uno o due che riferisce o riporta male le cose; ne vengono inconvenienti e pasticci.

Son pochi gli spiriti retti che riferiscono giusto. L'è uno spirito diabolico il riferire. La spia non la voglio. Non ho mai interrogato uno per sapere di un altro.. Di là son ragazzi, ma per estinguere certe cose... Alle volte uno ha detto una cosa semplicemente, e da grosso così la fanno così.

Dar passaggio a quel che dicono le compagne... e quel che dicono le compagne e quel che dicono i superiori. Chi non pecca con la lingua è un uomo perfetto. Si sente una persona a dire qualche cosa e si fanno subito delle applicazioni che non vanno.

 

C'era un sacerdote: prima ci salutavamo e poi non mi salutava più, e per anni non mi salutò più. Finalmente venne l'occasione ed io gli domandai il perché di ciò; egli mi rispose che gli avevano contato una storiella ch'io avevo voluto soppiantarlo. Quel sacerdote era Vice-Rettore in un Istituto, mancando il Rettore si domandò a me come si doveva fare. Io dissi: Tocca a lui essere Rettore, ma se non crede, io me ne lavo le mani. Siccome il Superiore ne mise un altro avvenne che, per aver le Suore riferito male, quel sacerdote credette che la causa fossi stato io. Quelle Suore il Signore le ha aggiustate Lui.

Vedete, bastan delle cosette, e tra le cause di dissoluzione di una comunità ci sono i sussurroni. Parlar poco degli altri, con rispetto, misurar le parole.

(Si osserva che non si fa il dovuto silenzio alla seconda tavola e come l'offerta e il ringraziamento alla medesima si facciano in fretta) Non siam mai stati pentiti di aver taciuto, ma molte volte di aver parlato. Non c'è mai fretta. Una volta che S. Teresa udì recitare in fretta l'Angelus, disse: « Chi ha fretta, esca! ». Purtroppo qualche prete dice la Messa troppo in fretta... C'era un sacerdote solo che poteva dir la Messa in fretta, poiché avendo la lingua sciolta e leggendo bene, non ometteva nulla. Far le cose bene: troppo pontificate no, perché dà sui nervi; far le cose bene ma non esagerate.

 

(Si nota che non si china sempre il capo alla recita del Gloria Patri) Il Can. Soldati, prima ch'ío fossi direttore spirituale, volle che prendessi l'esame di cerimonie. Ah, le cerimonie... Il signor Prefetto quanto le amava! Desiderava che facessi una lettera sulle cerimonie. Tutti gli anni ve ne parlo, quindi ne avete già.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org