PRIMA DELLA PARTENZA PER L'AFRICA

23 novembre 1919

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

(Il nostro Ven. Padre, dopo aver parlato un po' della prossima partenza, rivolgendosi alle fortunate partenti) Si son fatte suore per quello... non per star qui tra quattro muraglie. Adesso son preparate, dunque... bisogna aver pazienza. L'Angelo di lassù chiama e dice a questo qui: « Abbi pazienza, te ne restano ancora fin che vuoi ». Certo stavolta vince l'Angelo di laggiù, ed io do ragione a quello là... Non siamo venuti qui per restare, ma per andare in Missione, e adesso è venuto questo tempo. Io ho detto alla Madonna delle Grazie: Voi che vi chiamate Madonna delle Grazie, adesso fate queste grazie. - Nella Messa ho fatto un lungo memento.

 

Tutte le volte che venite alla Consolata, passate sempre di lì, e ditele: Non vogliamo andar via a mani vuote. Io vi raccomando sempre tutte. le mattine o quasi tutte, quando passo lì davanti alla Madonna. Le ho detto di far la grazia a quelle che partono. Le ho detto che completi il fagotto. Eh! ne avete fatti dei fagotti! ... I santi prendevano solo una croce, un bastone... e voi invece... Adesso si usa così, e finito. Ma questo non è il fagotto principale: il fagotto principale è quello delle virtù. Io vi ho raccomandate per questo ed ho detto alla Madonna: Spero che con tutto il tempo che sono state qui abbiano tutte il fagotto proprio rigurgitante, ma ad ogni modo se ci manca ancora qualche cosa, se è ancora molle... cacciategli dentro ancora qualche cosa.

 

Prima ho chiesto la grazia della rettitudine: che andiate giù proprio per lo scopo per cui sì va. Che vi sia ben impresso nella memoria: perché son venuta in Africa? per che cosa? per godermela? per fare i miei capricci? Ah! sarebbe farvi un torto!... Son venuta per farmi santa, santa, santa; per essere ubbidiente, ma di un'ubbidienza cieca. Là, sotto qualunque superiore mi mettano, devo ubbidire con ubbidienza cieca e non badare a chi comanda.

 

Ah, se fate questa ubbidienza senza criticare e andare a vedere il perché di questo o di quello!!!... E’ lì... l'indifferenza, l'ubbidienza cieca, ubbidienza che non ragiona, che non vede altro che la volontà di Dio. Questa è la prima grazia che ho domandato per voi altre.

2° - Ho domandato la carità vicendevole. Questa è una cosa tanto necessaria laggiù. Dicono che laggiù a tutti vien un po' di malattia, ma io non credo. Qualcuna sì... potrà essere più nervosa, più maligna... (sorride). Quando io non sono ammalato dico al Signore: Signore, che io mi faccia un po' di bene, perché quando sarò ammalato non potrò più. Laggiù, un po' di indisposizione... di cambiamento d'aria... un po' di questo o di quello... insomma tutte queste cose possono farci venire meno alla carità, ma sappíamo vincere noi medesimi e conservarla ad ogni costo.

La carità pure nella sorveglianza della lingua. E’ proprio mortifera! E’ un membro che produce la morte, dice la S. Scrittura. Si fa presto a parlare, e parlando poi si mettono disunioni. Son momenti di nervosismo... poi passano.

Dunque, prima di tutto che vi fissiate bene nel vostro scopo, poi ubbidienza cieca, carità vicendevole. Non solo non far male col non mormorare, ma far del bene vicendevolmente. E’ così bello strapparsi il lavoro di mano! Ve l'ho già raccontato che una nostra suora tornata a casa tutta stanca, invece di aspettare, riposando, l'ora di cena, si metteva ad aiutare come fanno le madri di famiglia. Che stanchezza?!... aiutare... prenderci il lavoro di mano...

Raccomando in modo particolare l'ubbidienza cieca. Sarete tre o quattro per stazione, quindi ci vuole ubbidienza e non sconvolgerci per qualunque storia, per qualunque difetto che si veda nelle altre. Dei difetti - dite - ne ho anch'io.

 

E allora con queste grazie che ho chiesto per voi, io credo che non potrete fare a meno di fare molto bene.

E quelle che rimangono? A queste ho ancora tempo a dirne delle cose! Voi potreste dire: se dovessi partire che cosa vorrei aver fatto? Certuni alla vigilia degli esami sono inquieti, l'ultima notte vogliono stare alzati per studiare. No no, bisogna studiare a tempo e luogo. Quello che avreste voluto fare, fatelo adesso, incominciate con energia. Vedere se usufruiamo di tutti i mezzi che ci sono in comunità... Certa gente vivono sempre di: « farò... farò... cras, cras [do- mani]... » che brutta parola! Oggi, adesso, adesso, in questo momento. E’ questo che bisogna proporre.

 

Pensate ancora: quando partirò che cosa diranno? Prima di tutto che cosa dirà il Signore? Dirà: Ha fatto tutto quello che ha potuto e adesso compio io l'opera: Veni sponsa Christi [vieni sposa di Cristo ]... ? Ed i Superiori diranno: Questa ha sempre fatto bene in Casa Madre e farà bene anche laggiù? E le sorelle che cosa diranno? E se dovessero dire: E’ meglio che sia via! ... ? sarebbe una patente ben brutta!... E l'Angelo Custode che cosa dirà nel consegnarvi all'Angelo della Missione? Tra loro s'intendono! Dirà: Guarda, di questa non sono stato contento? oppure: Di questa sono sempre stato contento; ha cercato di emendarsi, di avanzare nella perfezione, è già a buon punto... compi tu l'opera; c'è buon terreno, buona volontà ... ? Questo è un esame che devono fare quelle che partono e quelle che rimangono. Soprattutto imbibirvi dello spirito dell'Istituto; prima di tutto la santificazione nostra, poi lo zelo per le anime.

 

Che arrivate là, vi diate tutte interamente. I santi per un'anima avrebbero dato la vita, e noi andarne a salvar tante! La salvezza delle anime dipenderà dalla vostra pazienza, dalla vostra carità. La vostra vocazione è quella di salvar anime e non andrete in Paradiso senza un gran numero di queste. Se per caso doveste passare in Purgatorio (cosa che non dovrebbe succedere) queste anime strepiterebbero in Paradiso, non potrebbero più resistere; direbbero: Questa ha fatto dei sacrifici, ha lasciato di mangiare, di dormire, non ha badato a niente; e non avranno pace e vi toglieranno. Andranno dalla Madonna e diranno: Ah! non è giusto che io goda e quella che mi ha salvato stia là a soffrire! Quante anime vi saranno a tirarvi in Paradiso! Vi saranno riconoscenti continuamente. Non è poesia questa, è realtà.

 

Per quelle che rimangono: avanti, attività, perché il tempo è breve; adesso che è finita la guerra, bisogna ben che si parta. Dite: Voglio morire prima di morire. Non è mai il Signore che manca da parte sua, siamo noi che manchiamo. E’ obbligato il Signore ad aiutarci, perché non andiamo in Africa mica per nostro piacere; poesia non ne abbiamo.

 

SR. EMILIA TEMPO

[questo sunto inizia come il precedente].

2° - Carità vicendevole. Non aspettare che tutti vengano a inchinarci... saper vincere noi stessi; saper conservare la carità a costo di qualunque cosa; in quei momenti di nervosismo... Dicono che laggiù a tutti vien un po' di malattia... io non ci credo, ma qualcuna più nervosa... e allora si è maligni. Quando non sono ammalato, io prego così il Signore: Signore che mi faccia un po' buono mentre sto bene, se no quando son malato non posso più. - Laggiù un po' di indisposizione, di cambiamento d'aria... un po' di questo o di quello... tutto assieme può far venir meno alla carità.

 

Carità anche nella lingua. Carità ad ultra; non solo non fare il male, ma far il bene, aiutare... E’ così bello strapparsi il lavoro di mano. Dunque ubbidienza cieca e carità, non sconvolgerci per qualunque storia, per qualunque difetto che si veda nelle altre. Dei difetti, dite, ne ho anch'io.

E quelle che rimangono? Queste pensino: Se dovessi partire, che cosa vorrei aver fatto? Vedere se c'è perfezione, se uso i mezzi; certa gente vive sempre di velleità... di: farò, farò, cras cras. Che brutta parola; no, hodie [oggi]. E poi: che cosa dirà il Signore? che ho fatto tutto quello che ho potuto?... E i superiori? Potran dire: Questa è sempre stata la nostra consolazione qui, non mancherà di farbene anche là?... E le sorelle? Diranno: E’ meglio che se ne vada?... purché non capiti assieme in Missione?... E l'Angelo custode nel consegnarci a quello della missione dirà: Di questa non sono contento; oppure: Aveva dei difetti, ma ha sempre cercato di emendarsi, di avanzarsi nella perfezione; è già a buon punto, compi tu l'opera; c'è buon terreno. buona volontà.

 

Sì, soprattutto imbeverci dello spirito dell'Istituto; prima la santificazione nostra, poi zelo per la salute delle anime. Abituarci a vincerci. Che arrivate là, vi diate tutte interamente. I Santi per un'anima avrebbero dato la vita, e voi andarne a salvar tante...

[continua come il sunto precedente]

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

Prima della nostra partenza: Rettitudine d'intenzione - andar giù con lo scopo vero - ad quid venisti? [perché sei venuto?].

Ubbidienza cieca; cavarsi gli occhi, chiunque sia a comandare. Indifferenza...

Carità vicendevole - dicesi che tutti là fanno un po' di malattia - io non ci credo - sarà forse qualcuna un po' nevrotica. Saper vincere noi medesime - tacere - oh! quella lingua! saperne tagliare un pezzo - si fa presto a parlare...

 

Ubbidienza cieca e carità ad ultra - Prendersi il lavoro di mano una coll'altra - Non sconvolgerci per i difetti l'una dell'altra - oh! ne ho anch'io!

Mi sembra che se praticherete bene queste cose non potrete fare a meno di far bene. Se avrete da stare in Purgatorio, il che non dovrebbe essere, le anime da voi salvate strepiteranno in Paradiso. Diranno al Signore: Che io goda e quelle stiano in Purgatorio!...

Vi permetto di piangere il primo giorno, di rassegnarvi il secondo, e di cantare l'Alleluja il terzo.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org