ESALTAZIONE DELLA S. CROCE

14 settembre 1919

 

XV.24

La S. Chiesa celebra tre Feste della S. Croce: la prima nel Venerdi Santo, scoprendo con tutta solennità la Croce coperta nella vigilia della Domenica di Passione, e facendone speciale adorazione: Ecce lignum Crucis... venite adoremus. La seconda in Maggio dell'Invenzione. Per ispirazione di S. Elena l'anno 326 (V. Brev.). - La terza oggi, 14 Settembre, dell'Esaltazione, in ricordo dell'Apparizione della Croce a Costantino, festa divenuta più solenne quando Eraclio (V. Brev.). - Lezioni della Chiesa.

Culto ed imitazione: I. Culto: 1) Preziosità della vera Croce perché vera reliquia di N. S. G. ratione conjunctíonis (V. Peyretti de Incarnatione). Alla vera Croce esposta si la genuflessione, e s'incensa con tre tiri, come il SS. Sacramento, ma in piedi (V. A Carpo).

2) Il Crocifisso è immagine di Gesù Crocifisso, e come tale è degno della nostra venerazione, ratione similitudinis (V. Peyretti), e gli si fa inchino. Da Costantino venne posto in onore pubblico; e dovunque deve venire esaltato; non solo in chiesa a tutti gli altari, ma nelle scuole, nei tribunali e nel primo posto di tutte le famiglie: In hoc signo vinces; - Ecce signum Crucis; fugite partes adversae. Fatto nel Kikuyu dell'amore al Crocefisso.

3). Il Segno della Croce su di noi e su tante cose; farlo sempre come indica la rubrica della Messa ed il Catechismo. Fatto di S. Benedetto sul bicchiere d'acqua.

 

2. Imitazione. Non basta venerare la Croce ed il Crocifisso; ma bisogna fare come diceva il Ven. Lazzaro bresciano: nolo Crucem sine Crucifixo; patire con pazienza, anzi amare le croci fisiche e spirituali. La vita di N.S.G.C. fu una croce e dolore continuo: Tota vita J.C. crux et martyrium. (Imít. 1.2 cap. X e XI). S. Paolo scrisse: Christo confixus sum. crucis. Volere o no, la nostra vita è seminata di dolori e patimenti, da cui nessuno va libero. Gesù disse a' suoi seguaci: Tollat crucem suam et sequatur me. Non c'è altra strada per arrivare alla gloria che l'imitazione di Gesù paziente. Chi però lo fa seguendo Gesù avrà pace ed anche gioia in questo mondo ed un bel Paradiso. Il soffrire per amor di Dio, come scrive S. Paolo, è un dono eletto di Dio, e felice chi lo desidera ed ottiene. Ecco il perché S. Teresa diceva: patire o morire; e S. M. Maddalena de' Pazzi: patire e non morire. Siamo ignoranti nelle cose di Dio; domandiamo lume soprannaturale ed amore (V. Imit. l.c.).

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Oggi che festa é? E’ la festa dell'Esaltazione di S. Croce. La Chiesa ha tre feste della Croce. Una al Venerdì Santo in cui scopre la Croce solennemente e c'è l'adorazione; poi altre due: l'Invenzione e l'Esaltazione di S. Croce. La festa dell'Invenzione si fa al tre maggio, e quella dell'Esaltazione oggi (14 settembre).

E che cosa vuol dire Invenzione ed Esaltazione? Vedete, l'Invenzione ricorda l'apparizione della Croce a Costantino; e dopo S. Elena, madre di Costantino, andando a Gerusalemme, trovò la vera Croce.

Sapete che c'erano tre croci e non sapevano qual era quella del Signore ed allora, per conoscerla, applicarono le croci ad un malato; la prima non fece nulla, la seconda neanche e la terza sì.

La Croce è stata 14 anni in mano ai nemici, finché la restituirono essendo stati vinti, ed allora il re Eraclio andò a collocarla al suo posto, e sapete di quel miracolo... Il re voleva portarla tutto ben vestito, tutto ornato, ma giunto a metà strada... (narra il fatto).

 

Che lezioni ci danno queste due feste? 1° del rispetto che si deve alla Croce del Signore; 2° che dobbiamo portare la croce per amore del Signore. La croce per noi è il simbolo delle nostre croci.

1° - La venerazione che dobbiamo alla Croce. Questa venerazione è doppia. Che ossequio dobbiamo alla vera Croce? A questa Croce si deve lo stesso ossequio che si deve a N. Signore; perciò quando la vera Croce è esposta si fa la genuflessione.

 

Vedete, c'è da distinguere questo: son due ossequi che si devono dare: l'uno è di similitudine, l'altro di congiunzione. Alle reliquie si dà l'ossequio di congiunzione ed alle immagini solo quello di similitudine. L'immagine rappresenta quella cosa e solo per il motivo che la rappresenta non si fa la genuflessione; invece se è la reliquia vera della S. Croce, allora si dà l'ossequio di congiunzione, perché è una cosa sola: il Signore è stato unito a questa Croce, perciò si dà lo stesso culto che si dà al Signore; se si incensa, si incensa tre volte come al SS. Sacramento, ma si sta in piedi per farlo. Fortunati quelli che hanno questa reliquia, ma non c'è poi da spasimare per averla e mettere in aria mezzo mondo.

La Croce vera per la congiunzione sua con N. Signore riceve lo stesso culto; invece l'altra rappresenta solo l'immagine di N. Signore e perciò non è una reliquia, ma una sola immagine, ed avendo solo la similitudine non si dà il culto principale.

 

Dunque, prima cosa, la S. Croce bisogna venerarla con culto, perché ha proprio toccato le membra di N. Signore, fu bagnata del Sangue di N. Signore, quindi ha lo stesso culto che ha N. Signore: quindi la genuflessione. Invece l'altra essendo solo somigliante, immagine, quella lì non ha più quel culto lì. Si rispettano le immagini del Crocifisso, ed il nostro Crocifisso bisogna averlo molto caro. Primo rispetto alla vera Croce, poi a qualunque altra Croce e poi affezione al Segno della Croce. Sempre farlo bene; molti lo fanno male, ma noi bisogna che lo facciamo bene. D. Cafasso diceva sempre: Volete sapere se un sacerdote ha buon spirito? Guardate se fa bene il segno della Croce.

 

Le rubriche per prima cosa insegnano al sacerdote a far bene tutti i segni della Croce nella S. Messa. Quel prepotente lì (il pollice) bisogna tenerlo giù, ben disteso ed unito alla mano. Far bene il segno della Croce che è il segno del cristiano: è meglio non farlo piuttosto di farlo male. Non c'è mai fretta... non gettiamo via le mosche: questo è disprezzare il Signore. Ogni segno di Croce fatto bene è una benedizione di Dio, ma fatto male...

Dunque bisogna amare la vera Croce e poi tutte le altre che sono immagini, sia che ci sia o non ci sia il Crocifisso. S. Bernardo non voleva la croce senza il Crocifisso.

 

2° - Ma poi c'è una seconda cosa: non basta venerare il Crocifisso, ma bisogna imitarlo e portare la sua croce tutti i giorni, e non solo quando si è di buon umore; questo è il principale. Si fa presto a dire che si vuol bene al Crocifisso, ma poi a fare qualche cosa... a portare un po' la croce... Si quis vult post me venire, abneget semetipsum, et tollat crucem suam quotidie et sequatur me (S. Luca IX, 23) [Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua].

S. Paolo diceva: « Io son crocifisso con N. Signore ». E’ questo che bisogna fare: amare le croci. L'Imitazione dice che la vita di N. Signore è stata una croce continua. Vedete che cosa vuol dire essere amatori della croce!

 

Non bisogna solo amar il simbolo, la croce, ma praticare quello che insegna la croce. N. Signore è venuto su questa terra e condusse tutta una vita di croci e di pene. Ci sono tante sorta di pene: spirituali o corporali; bisogna saperle sopportare e desiderarle se aveste un po' più di virtù, naturalmente secondo l'ubbidienza. E noi quando abbiamo un bubù, qualche cosetta, eh!... bisogna che tutti lo compatiscano. Alle volte quando si è ammalati, quando si ha un po' di male, si diventa insopportabili ... ; certuni non sono riconoscenti a tutto quello che fanno le povere infermiere, han sempre bisogno di una cosa, non trovano mai il letto abbastanza molle... Dicevano che Mons. Gastaldi non era mai così buono come quando era ammalato. I più invece, non son contenti di essere ammalati; ma almeno le suore devono essere contente e prendere solo i rimedi poveri, proporzionati; e se ci fossero dei rimedi cari che ci facessero guarire, non dobbiamo prenderli perché siamo poveri.

 

Si fa presto a dire: Signore, datemi tutto quello che volete; si dice con facilità: hic ure, hic seca, hic non parcas, ut in aeternum parcas [brucia qui, taglia qui, non risparmiarmi qui, perché tu mi possa risparmiare nell'eternità] (S. Agostino)..., e poi... vogliamo essere compatiti... vogliamo che tutti lo sappiano... Dire i nostri mali, le nostre pene ai Superiori, va bene, ma poi si porta la croce in silenzio e basta.

 

S. Bernardo era ammalato ed il suo infermiere, grossolano, gli dava da mangiare fagioli e lui poveretto non li digeriva, ma li mangiava lo stesso. Se una cosa non fa bene, mangiatene meno, ma non approvo che non se ne mangi mai; prendetene meno e masticatelo bene.

Seguire il Signore nelle mortificazioni del corpo; son tante le mortificazioni che potremmo fare. E’ per mezzo della croce che ci santifichiamo, sapete, non per mezzo delle parole, delle preghiere; questo giova anche ma il più importante è portar sempre bene la croce. Questo per il corpo; e per lo spirito? Ci sarà qualcuna che non avrà mai avuto pene, ma aspetti che ne vengano anche per lei...

 

S. Agostino prima di morire si è fatto portare i Salmi penitenziali ed è morto recitandoli. Ci sono certi giorni, certe ore nere, nere, nere, non si sa neppure il perché ... ; alle volte ci svegliamo al mattino e, non so, si romperebbe tutto (per carità, non rompete niente!). Un po' si muore... un po' c'è un'altra cosa... In comunità noi dobbiamo saper sopportare qualche cosa senza che lo sappiano, che s'accorgano. Che ci sia solo il Signore a consolarci. Certa gente ha sempre bisogno d'essere consolata. Oh, che poco amore alla croce!

Quest'oggi dobbiamo proporre non solo di venerare la croce, ma di imitarla. Imitare N. Signore Crocifisso, questa è la strada regia che ci conduce in Paradiso. Volere o non volere ' bisogna soffrire in questa vita, ed allora se ci uniamo a N. Signore, bene; se non ci uniamo a Lui, portiamo la croce come tanti cristiani che non la portano per amore, ma per disperazione e soffrono senza merito. Per portarla con merito bisogna portarla con rassegnazione e uniti a N. Signore.

 

Il Signore mi ha amato ed è morto per me. Ciascuna deve dire questo quando ci sono delle pene, di qualunque genere siano. Che il Signore non sia l'ultimo. Cerchiamo consolazioni di qua e di là e poi andiamo dal Signore; Egli allora ci dice: Mi hai dimenticato, ed io sono il solo consolatore.

L'Imitazione dice: Se ricorri solo a me non ti contristerai se un tuo amico vada lontano da te, oppure muoia.

 

SR. EMILIA TEMPO

Son tre le feste della Croce: l° Venerdì Santo; 2° Invenzione della S. Croce (ricorda l'apparizione della Croce a Costantino); 3° Esaltazione.

Che lezioni ci danno queste feste? 1° Il rispetto che dobbiamo alla Croce del Signore; 2° che dobbiamo portare la croce per amor del Signore. La Croce per noi è il simbolo delle nostre croci.

1° - Venerazione; questa è doppia. A essa si deve lo stesso ossequio che si deve a N. Signore, perciò quando la vera Croce è esposta si fa la genuflessione; se si incensa si incensa tre volte come il SS. Sacramento, ma si sta in piedi per farlo. (Questo è l'ossequio di congiunzione; alle immagini invece si presta l'ossequio di similitudine - ossequio di congiunzione alla vera Croce, alle altre croci solo di similitudine). Dunque rispetto alla vera Croce, poi alle altre; dopo affezione al segno di croce; e farlo bene; è meglio non farlo che farlo male; non c'è mai fretta; se è ben fatto è una benedizione di Dio, ma fatto male...

2° - [Continua come il sunto precedente].

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

Sante da miracoli dovete essere; volerlo costantemente, fortemente; dite a N. Signore: qui taglia, qui sega, non risparmiare. Non aver paura di farsi troppo sante. - Certa gente ha sempre bisogno di essere consolata. Oh! che poca virtù! Portare la croce con N. Signore è merito e rassegnazione. Il Signore mi ha amato e si è dato per me, proprio per me. Il Signore è il nostro consolatore; Egli è sempre lì.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org