PENSIERI VARI

17 gennaio 1919 - (Professe)

 

 

SR. FERDINANDA GATTI

Oggi ricorre la festa di S. Antonio Abate. Questo santo, udendo le parole del S. Vangelo di lasciar tutto per seguire Gesù, abbandonò le sue ricchezze, gli onori, e si rifugiò nel deserto a far vita eremítica. S. Antonio cercava di applicare a sé quello che vedeva di bello negli altri. Non guardava i difetti negli altri, ma solo le virtù. Questo è quello che dobbiamo fare in comúnità: guardare le virtù delle sorelle. La via di perfezione esige d'andar via via tagliuzzando, tagliuzzando. Quella sorella là sarà grossolana, ma io non guardo la grossolanità, bensì la sua umiltà, ed in ciò cerco di imitarla. Prendete questo dal nostro Santo: imparare a prendere le virtù degli altri.

(Il nostro Ven.mo Padre ci raccomanda pure la buona creanza) Io ho sempre ammirato nell'Istituto di S. Giuseppe: entravano di tutte le condizioni e dopo un po' di tempo anche quelle che erano di condizione meno elevata divenivano fini, educate, sì che alle volte si domandava: « Quella suora lì era nobile? » invece era una paisana [contadina] qualunque; tanto avevano preso bene le abitudini della Casa.

Certi sacerdoti, avessero un po' di galateo, quanto si farebbero avvicinare di più!... I Santi che vivevano nel mondo non ributtavano... « L'educazione - diceva Mons. Gastaldi - è il principio della virtù.

 

(Una sorella osserva come si manchi un po' al silenzio) Le malattie portano sempre un po' di rilassamento (in questi tempi un numero relativamente considerevole di sorelle fu colpito dall'influenza) ma il metterci di nuovo ben bene a posto ci fa dimenticare un po' la malattia. Dopo, un po' di fissazione ci rimane sempre di essere ancora ammalate... Lunedì incominceremo le scuole (sospese in questo tempo) come se nessuna fosse stata ammalata; però chi ha bisogno di qualche cosa deve dirlo. Ma non dare i permessi per due mesi, no: un giorno, due, e poi si ripete la domanda.

 

(Si osserva come si parli un po' facilmente dei RR. missionari) Non occupatevi di loro come essi non devono occuparsi di voi. Ai chierici, ai sacerdoti io rinnovo di tanto in tanto ciò; infatti i ragazzini non sanno neppure che siete state ammalate. Quando saranno di più non andrete più di là ad assistere alle funzioni (come si è fatto in questo tempo di guerra, quando il numero era assai scarso).

Ringraziamo il Signore che la baraonda (la malattia) passò senza vittime. lo penso che il Signore abbia voluto umiliarvi un po'. Ríngraziamo il Signore e facciamo un po' di esame: se in quel tempo sono stata maligna, impaziente, poco unita a Dio, che cosa sarà quando la malattia sarà mortale?

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org