PATROCINIO DI S. GIUSEPPE

11 maggio 1919

 

XIV. 27-28

La S. Chiesa ci fa celebrare due feste di S. Giuseppe; quella del 19 Marzo e questa del Patrocinio.

Nella prima ci propone la considerazione delle virtù e della gloria del Santo, e c’invita ad invocarlo come protettore della buona morte. Quest'oggi colla festa del Patrocinio riguarda la nostra utilità, i nostri bisogni, a cui S. Giuseppe può e vuole soccorrere. Egli è Patrono di tutta la Chiesa, e tale venne eletto dal S. Pontefice Pio IX l'otto dicembre 1870. Al Concilio Vaticano vennero presentate suppliche a questo scopo da tutto il mondo; il Papa le esaudì nel giorno dell'Immacolata dello stesso anno (V. Enciclica - Acta S. Sedis).

S. Giuseppe è patrono universale, di tutti gli stati e condizioni di persone, specialmente degli operai e delle Comunità che ne portano degnamente il nome o gli prestano speciale devozione (V. Reffo: Nov. Patr.).

E’ speciale protettore delle Missioni della Cina come tale eletto nel 1678 con approvazione del Papa Innocenzo XI. I Passionisti in Inghilterra posero la loro provincia sotto la protezione del Santo. Pel Kenya S. Giuseppe è la porta... S. Giuseppe estende il suo Patrocinio su tutti i bisogni e le tribolazioni di quanti a Lui ricorrono, come la Chiesa lo fa oggi parlare nella S. Messa: De quacumque tribulatione... semper...

S. Teresa (V. La Perf. Crist. p. 64-7).

 

Per meritarci il Patrocinio del gran Santo imitiamolo 1) Nella sua vita interiore, di unione con Dio, Gesù e Maria. S. Francesco di Sales lo chiamava il patrono ed il maestro della vita interiore, e come tale lo propose alle Visitandine e nella sua Filotea alle anime pie.

2) Nell'affetto e cura singolare di Gesù Sacramentato. Tutta la vita del sacerdote è dattorno a Gesù...

3) Nello spirito di povertà, di lavoro e di silenzio (P. Bruno p. 247).

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

La vostra vita dev'essere vita di spirito, perciò entrare con entusiasmo in questo corso di Esercizi Spirituali; non dire: E’ inutile... uscirò da questi Esercizi come sono entrata. No no, bisogna farli con animo come se fossero i primi e gli ultimi, così se dovessimo morire al termine dei medesimi, moriremmo di puro amor di Dio.

Quando il Signore interrogò S. Pietro se l'amava, questi gli rispose: Sì, ti amo. E Gesù allora disse: Pasce agnos meos [ Pasci i miei agnelli].

 

Ci sono di quelli che vogliono sempre morire. Morire è comodo. Là (in Africa) moriremo sì, ma stremati dalle fatiche per amor di Dio; ma morir così, non potremmo presentare al Signore che degli affetti, dei desideri ... ; ricordatevi, bisogna presentare delle opere, dei fatti. Se c'è un sacchetto pieno di fumo, con che cosa resteremo? Ci vogliono tante opere: tanti battesimi, tante istruzioni , tante conversioni.

Dunque, incominciamo con entusiasmo come se fossero davvero primi ed ultimi Esercizi. Non limitarci in nulla: il Signore vuole generosità; se noi mettiamo un limite... allora... Se il Signore fa andare qualcuna in estasi, questa deve rassegnarsi ad andare (sorride) se la vuole invece al terzo grado di umiltà, deve giungervi. Ho detto ai predicatori che vi scuotano.

Questi Esercizi sono sotto il Patrocinio di S. Giuseppe. S. Teresa era tanto devota di S. Giuseppe e metteva sempre le sue Comunità sotto il di lui patrocinio. S. Teresa è quella che ha propagato di più la devozione a S. Giuseppe.

 

(Il nostro Ven. Padre legge un breve tratto della vita di S. Teresa riguardante la sua devozione al Santo Patrono, e poi esclama:) Com'è bello questo punto: « Non ricordo di aver pregato S. Giuseppe per grazia alcuna senza ch'io l'abbia ottenuta. Chi non lo crede faccia la prova ». Eh!... noi crediamo a S. Teresa!...

Questa Santa dedicò dodici monasteri a S. Giuseppe e dappertutto metteva la sua immagine. Quando la beatificàrono, pensarono di togliere ad un monastero il nome del S. Patriarca e mettere quello della Santa. Ma essa si rivoltò, ed apparsa ad una sua suora, le disse di togliere il suo nome e rimettere quello di S. Giuseppe. Vedete, anche dal Paradiso era a lui devota. Metteremo adunque anche noi i nostri Esercizi Spirituali sotto il patrocinio di questo gran Santo.

 

S. Giuseppe soprattutto è maestro di vita interiore: questo è il punto. E’ protettore particolare delle religiose. S. Francesco di Sales lo chiamava maestro e modello di vita interiore. Chi non sa meditare, chi non sa pregare, si rivolga a S. Giuseppe; egli ha sempre meditato, ha sempre fatto silenzio. Di più, mentre era su questa terra, ha sem- pre parlato con Gesù e Maria, perciò la sua conversazione era una continua orazione. Chi non può raccogliersi, chi non può pensare alla meditazione del mattino, nella Comunione si raccomandi a lui. Egli aveva una cura particolare della custodia di N. Signore e di Maria e noi dobbiamo avere la stessa cura del loro onore, noi che dobbiamo convertire tutto il mondo. L'abbiamo questo interesse? S. Giuseppe doveva mantenerli, consolarli in tutti i modi e noi dovremmo sempre far tutto per il solo scopo di piacer loro.

 

S. Giuseppe amò tanto la povertà, il silenzio ed il lavoro; noi a sua imitazione dovremo anche tenere in gran conto queste virtù.

Povertà: avere il puro necessario e qualche volta anche mancare del necessario. - Silenzio: vivere lì tranquilli con la Madonna e col Signore, e poi lavorare.

La festa che si fa al 19 marzo è per onorare ed imitare le sue virtù, ma la festa che si fa adesso è stabilita non per lui, ma per noi. Patrocinio vuol dire che egli pensa a noi.

E’ protettore della Chiesa universale. Ricordo ancora nel 1870, quando dopo il Concilio del Vaticano fu eletto Patrono della Chiesa universale. Già prima avevan chiesto tutti che venisse eletto Patrono, ma allora non si poteva; però nel giorno dell'Immacolata Concezione (nel 1870) il Papa Pio IX lo elesse.

 

E’ anche protettore di tutte le comunità religiose e protettore delle Missioni in particolare. Quante comunità sono sotto il nome e patrocinio di S. Giuseppe! Certo che queste son da lui preferite ed esse se ne gloriano e non cambierebbero certo questo bel nome. Se noi non abbiamo questo nome, abbiamolo almeno in secondo luogo. Tutti vogliono bene a S. Giuseppe, ed anche i Missionari. La Cina fu consacrata a S. Giuseppe dal Papa Innocenzo XI. I Passionísti in In- ghilterra consacrarono pure la loro missione a S. Giuseppe. E voi, arrivate in Africa, vi fermerete in primo luogo alla stazione procura dedicata a S. Giuseppe, quindi conviene che vi prepariate già di qui, perché non abbia poi ad impedirvi l'entrata ... ; dovete già volergli bene di qui. Fate in modo che allora possiate poi parlargli con confidenza.

 

Preghiamo S. Giuseppe che è proprio maestro di vita interiore, e poi preghiamolo anche per tutta la Comunità, per le Missioni e per tutta la Chiesa. La devozione a S. Giuseppe è propagata dappertutto; tutti lo prendono come protettore. Anche la Messa d'oggi dice: da qualunque tribolazione siamo afflitti, ricorriamo a voi, S. Giuseppe, e voi ci libererete.

 

S. Apollonia protegge solo coloro che soffrono mal di denti; S. Lucia quelli che soffrono per la vista, ma S. Giuseppe è protettore di tutto. Di S. Giuseppe non c'è nessuna reliquia; dicono sia in Paradiso in corpo ed anima.

Come S. Teresa ha messo tutti i suoi monasteri col suo nome, così anche noi mettiamo i nostri Esercizi sotto la protezione di S. Giuseppe, e vedrete che andrà tutto bene. Dunque, buona volontà di lasciarci lavorare, manipolare dal Signore; anche S. Giuseppe farà, ci aiuterà. Egli è potente ed ha voglia di aiutarci; comanda anche in Paradiso. Ricordate quel fatto che vi ho narrato un giorno? Non solo la Madonna tirava su in Paradiso delle brutte facce, ma anche S. Giuseppe. Lo spirito cristiano porta a credere che anche S. Giuseppe abbia una grande potenza in Paradiso; purché lo voglia, e poi non c'è dubbio che non esaudisca.

Facciamo così e questi Esercizi riusciranno proprio bene: io ve lo auguro. Dite tutti i giorni: voglio farli come se fossero gli ultimi. Se poi qualcuna fervente spicca il volo, lasciatela andare... E’ però meglio che restiate qui.

 

Avete due bravi predicatori che vi aiutano. Ricordate: la confessione generale, quelle che l'han già fatta, non la facciano più, stiano tranquille; e chi non l'ha fatta, la faccia con semplicità. Bisogna aver santa semplicità quando si parla di cose di pietà. La confessione annuale si fa da un anno all'altro.

Un giorno venne un tale a confessarsi che da 19 anni non si confessava più: aveva 65 anni. Credeva di dover impiegare per la sua confessione vari giorni, poveretto! Il Venerabile diceva che in un quarto d'ora faceva qualunque confessione. Quello là si immaginava di stare un quindici giorni lì a pernisè [rimanere a lungo in una situazione spiacevole] in confessionale ed invece in un quarto d'ora abbiamo fatto tutto. Aveva incominciato a dire: « E’ tanto tempo che non mi confesso più ». « Eh! quanto sarà? ». « Oh! è tanto tempo, tanto tempo... ». E non osava dire quanto tempo fosse. Allora gli dissi: « Son forse quarant'anni? ». Ed egli incoraggiato, poiché avevo detto un numero che sorpassava di molto il suo' « No no, rispose, sono diciannove », e così dopo aver detto il numero degli anni (cosa che forse lo spaventava di più), fece la sua confessione.

L'essenziale per noi è che dopo la confessione pensiamo alle virtù, e di questo parleremo poi.

 

lo conosco un sacerdote tanto buono, di un ingegno straordinario, che farebbe tanto bene, ma cosa mai, è pieno di scrupoli... per deciderlo a dir Messa bisogna tirarlo fino all'altare. Diciamo al Signore: A scrupolis libera nos, Domine [líberaci dagli scrupoli, Signore]. Bisogna non fare il peccato, ma fare anche il maggior bene. Dunque nessuna missionaria scrupolosa, che farebbe male a tutti.

 

SR. EMILIA TEMPO

La vostra vita dev'essere vita di spirito... Più l'aníma si solleva, anche più se ne risente il corpo... lo spirito bisogna sempre che vada contro il corpo... Perciò entrare con entusiasmo in questi Esercizi. Non dire: è inutile! uscirò come sono entrata. No, no! Bisogna farli con animo, come se fossero i primi e gli ultimi. Dire: Uscirò un'altra, non la stessa. E se alla fine qualcuna fosse poi tanto piena da morir d'amor di Dio... ma... però, morire'adesso sarebbe un amor di Dio folle... A 90 anni, dopo aver lavorato molto. Là in Africa, moriremo sì, ma stremati dalle fatiche, per amor di Dio... Ma morir così... Non potremmo presentare al Signore che degli affetti, dei desideri. Ricordatevi: bisogna presentare delle opere, dei fatti. Se c'è un sacchetto di fumo, con che cosa resteremo? Ci voglion tante opere, tanti battesimi, tante istruzioni, tante conversioni.

A S. Pietro il Signore diede la Missione dopo avergli domandato se lo amava...

 

Dunque: incominciamo con entusiasmo; non limitarci in nulla. Il Signore vuole la generosità. Se noi mettiamo un limite, allora... E se qualcuna il Signore volesse farla andare in estasi' bisogna che abbia pazienza e vada... ma estasi nella virtù... Se invece la vuole al 30 grado di umiltà, deve giungervi. Ho detto ai predicatori che vi scuotano.

 

[Segue un tratto uguale al sunto precedente; poi: ] Facciamo così, e questi Esercizi riusciranno proprio bene, io ve lo auguro.

Tutti i giorni, volontà di ferro; e poi, se qualcuna tanto fervorosa spicca il volo per il Paradiso... eh, la lasciamo andare. E’ però meglio che restiate qui.

Dobbiamo sistemare la nostra vita, proprio quella che vuole il Signore. Salvare delle anime... e se ne salveranno molto più quanto meno storie avremo per la testa... Non perderci in quisquilíe... Via gli scrupoli. Bisogna non fare il peccato; ma fare anche il maggior bene. Dunque: nessuna missionaria scrupolosa, che farebbe male a tutti.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org