SANTITA’

16 marzo 1919

 

XIV. 26

Domenica II di Quaresima

VII. 9-10

Santità (Vedi Quad. VII, p. 9)

Necessità di farsi santi al presente prima di partire per le Missioni.

S. Paolo nel tratto dell'Epistola che la S. Chiesa ci fa leggere oggi nella S. Messa, esorta i fedeli di Tessal. a farsi santi, dicendo che questa è la volontà di Dio: haec. A questo fine loro ricorda i precetti e le istruzioni date a nome di N.S.G.C. per giungere alla santità, e li esorta e scongiura di seguirli e di fare anche di più di quanto loro comandò.

La stessa esortazione faccio io a voi. Miei cari' dovete farvi santi perché cosi vuole il Signore, ed è vostro dovere ed interesse. Se dovevano essere tali i puri cristiani di Tessalonica voi ne siete molto più obbligati perché non siete solamente cristiani, ma di più religiosi ed apostoli. Per essere santi ai semplici cristiani basta osservare i Coman- damenti di Dio e della Chiesa e le obbligazioni del proprio stato. Ma per i religiosi oltre a ciò c'è l'osservanza dei consigli evangelici. Questo ben appare da quel giovane del Vangelo che interrogò N.S. (Fatto).

Gli apostoli poi o missionarii devono farsi santi in grado superlativo. Così N.S. prima di confidare a S. Pietro di pascere le anime, esige tre proteste di amore, che vuol dire una carità e virtù di terzo grado, perfettissima. Fatto.

Lasciate quindi che io con tutto l'animo vi esorti e scongiuri ad osservare tutte le cose che vi ho dette in passato e vi dirò in futuro, perché riusciate santi, più santi, santissimi, come richiede il vostro stato. Ed io vi parlo non solo direttamente, ma per mezzo dei superiori che avete qui, ed anche per mezzo delle regole, delle letture ecc., delle ispirazioni dell'Angelo Custode della Casa e di N. Signor G. C. stesso che dalla Cappella presiede e dirige l'Istituto.

 

Dovete farvi santi in questa casa, durante il tempo di preparazione e non aspettare che siate nelle Missioni. E ciò per tre motivi:

1) Per la facilitá che qui avete di farvi santi a) perché le regole non sono difficili ad osservarsi, e ciò basta per rendersi santi; e b) se ve ne fossero di difficili il motivo che vi spinge ad osservarle, l'amor di Dio ve le renderebbe facili; e c) poi il Signore vi fornisce di grazie speciali.

2) Perché se non attendete ora alla perfezione, neppure salvo miracoli vi attenderete nelle Missioni, dove tante cose distrarranno da ciò (V. Dubois) - Esempi...

3) Perché ne dovrete rendere strettissimo conto a Dio. Cui multum datum est, multum quaeretur ab eo. Es. Giuda... Meglio non essere venuto all'Istituto... che vivere freddo, tiepido, e non fervoroso. - Formate oggi un fermo proponimento ... ; rinnovatelo ogni giorno e più volte al giorno; ma soprattutto appigliatevi a tutti i mezzi abbondanti che qui avete ... ; risoluti come diceva S. Tommaso alla sorella: voglio farmi santo, gran santo, presto santo.

Vedete: io faccio il mio dovere ... ; tocca a voi...

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

S. Giuseppe è l'intercessore di tutte le grazie. S. Giuseppe ha buon panno da vendere; ha il panno dell'umiltà, della carità, della dolcezza ecc. Ogni sorta di panno, o qualsiasi altra cosa gli si domandi l'ha sempre. Ero ragazzo quando per la prima volta sentii nominare il panno che vende S. Giuseppe, ed allora tra noi ragazzi, birichini, ci dicevamo l'un l'altro: Ne hai tu del panno?

Ben, voglio leggervi un fatto di un coadiutore che ha assistito un condannato a morte. (Il nostro Ven. Padre legge una lettera di un coadiutore che catechizza i prigionieri e la relazione riguardo ad uno di essi il quale fu condannato a morte, la cui anima fu salvata dal medesimo coadiutore). Anche un ciabattino può salvar anime. Questo fa vedere che se si vuol fare del bene, lo si può fare in qualunque condizione e circostanza.

 

S. Paolo diceva nell'Epistola di oggi, anzi lo dice in ogni passo: Fatevi santi. E questo è anche il mio ritornello. S. Giovanni diceva sempre: Figliolini miei, vogliatevi bene. Ed io a questo aggiungo: Fatevi sante. Ora S. Paolo dice: « Vi esorto, vi scongiuro a farvi santi ». E perché dice questo? Perché questo è la volontà di Dio. Haec est enim voluntas Dei, sanctificatio vestra... [ Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione]. Questo è il motivo per cui dovete farvi sante: perché è volontà di Dio. Ed il modo per farvi sante è nient'altro che camminare dietro i precetti della legge di Dio.

 

S. Paolo paragona la vita della santità ad una strada, ad un viaggio. Egli aggiunge: Bisogna far questo viaggio nel modo che vi ho detto io, cioè bisogna non solo osservare materialmente quel che io ho detto, ma ancora di più, con più energia. In questo modo vi farete santi. Guardate quali sono i comandamenti che io vi ho dato a nome di N.S.G.C. Questo diceva S. Paolo, e di tanto in tanto lo raccomandava ai suoi fedeli. Ebbene, questa è la stessa cosa che io dico a voi e non mi stancherò mai di ripeterla finché son vivo.

« Vi esorto, vi scongiuro a farvi sante » e perché? Perché il Signore lo vuole. Se Egli lo vuole, ha diritto di volerlo. Ma io aggiungo ancora: non tanto perché lo vuole il Signore, ma di più perché è nostro dovere. Siamo in questo mondo per farci santi e non per altro; quindi lo vuole anche il nostro interesse. Se ci facciamo santi saremo felici in questo e nell'altro mondo. E poi anche il bene delle anime lo vuole. Chi non è santo non salverà delle anime. Il Signore di regola non si serve di chi non è santo. Una volta sola si è servito dell'asina di Balaam... Di chi non è santo non si serve: questo è il punto.

 

Ora io dico, se S. Paolo diceva a quellì che erano puramente fedeli: Fatevi santi, questo è il nostro dovere, il Signore lo vuole tanto più questo si deve applicare a noi che siamo religiosi. Perché i religiosi non devono farsi santi solo con l'osservanza dei Comandamenti. Ad un cristiano basta osservare i Comandamenti, a noi no. Noi abbiamo maggiori obblighi e maggiori motivi di farci santi. Il Signore ha detto: Se vuoi venire dietro a me, rinnega te stesso. Per noi questo rinnegamento si riassume nell'osservanza dei voti. Ricordatevi sempre di quel giovane del Vangelo che ha domandato al Signore: Che cosa devo fare per farmi santo? Il Signore gli rispose: Osserva i Comandamenti. E lui: Li ho sempre osservati. Il Signore allora lo guardò con bontà e disse: Se vuoi essere perfetto, va', vendi quel che hai e seguimi.

 

Vedete la differenza che passa tra la santità dei semplici fedeli e quella dei religiosi? I Santi Padri disperano della salute di quel giovanetto, perché non ha seguito il Signore. Se S. Paolo diceva ai semplici fedeli di farsi santi, che cosa si dovrà dire ai missionari che devono aver più santità di ogni altra sorta di religiosi?

Quando il Signore voleva affidare la Chiesa a S. Pietro, l'ha interrogato tre volte: Mi ami tu? - Sì, rispose S. Pietro. - E il Signore lo interrogò ancora nonostante la sua affermazione e Pietro in ultimo rispose solo più: Tu lo sai se ti amo. Allora il Signore gli affidò gli agnelli e le pecore, il che vuol dire che lo costituiva capo della Chiesa. Lo interrogò tre volte, perché amare e farsi santi è la stessa cosa: e voleva gli desse prova di amore.

Questo lo dice anche a noi; per avere la custodia delle pecore dobbiamo amare moltissimo. Vedete, ci vuole il superlativo; un amore di terzo grado. Dunque per santificarsi come fedeli basta il primo grado; come religiosi un grado superiore; ma come missionari ci vuole una qualità di amore in grado superlativo. Non dico che bisogna far miracoli, ma...

 

Ora, come fare a farci santi in questo modo? S. Paolo diceva ai fedeli che non avevano da far altro che quello che loro aveva detto; così voi altre per essere sante in grado superlativo dovete fare quello che insegnano i superiori, seguire le ispirazioni di Dio, e fare tutte quelle cose che ci son da fare in questa casa. Chi fa quello che c'è da fare qui, si fa santa.

 

L'altro giorno è venuto da me un Passionista. L'han mandato come esercizio di umiltà e povertà. Era l'una, e veniva a domandare un po' di minestra. Li mandano in prova a picchiare alla porta. Io l’ho mandato a prender la minestra, poi l’ho preso da parte ed ho capito che l’han proprio mandato per quel motivo.Certo l’han mandato da me, perché sapevano come l’avrei accolto.Li mandano in giro così per esercitarli in queste virtù. Io non lo faccio questo per ora, non vi mando a chiedere la minestra, ma bisogna che siate disposte ad andarvi. Basta che facciate quello che bisogna fare qui e che vi facciate sante in modo superlativo… Ascoltate i Superiori e l’Angelo Custode.

 

Il Venerabile… diceva : Non ho avuto che due mezzi per far santi i miei religiosi: Gesù Sacramentato e la Madonna. Ricordatelo. Certe volte in Comunità qualcuna si crede di non avere niente, nessun difetto, ma aspettate nel tempo della prova e vedrete se non è una superbaccia. Bisogna sempre pensar male di noi stessi. Ah! La radice cattiva c’è!

Ricordatevi di questo: farvi sante, sante in modo superlativo e questo consiste nel far tutto quello che l’Istituto esige, dovendo non solo qui farvi sante suore Cappuccine, o sante suore della Visitazione, ma delle vere, delle sante Missionarie della Consolata: Ogni casa ha il suo spirito: qui bisogna prima di tutto volerci far santi. S.Tommaso diceva ad una sua sorella: Vuoi farti santa? Allora di’ a te stessa: voglio farmi santa, presto santa, gran santa.

 

Ma si fa presto a dirlo ma non tanto presto a farlo. E qual mezzo bisogna quindi usare per farci santi? E lì: persuaderci che siamo pieni di miseria. Anche quelle virtù che ci pare di avere non sono al grado superlativo, e d’altra parte, ah! C’è tanto il pericolo che non ci siano queste virtù. Chi taglia senza misericordia le viti le fa piangere, ma lui, giù, non guarda niente. Hic ure, hic seca, hic non parcas, ut in aeternum parcas…[brucia pure quaggiù, taglia, non risparmiarmi quaggiù, perché mi possa usare misericordia in eterno].

 

Noi siamo sempre li pieni di difetti, sempre con paura di essere troppo santi. Non sappiamo neppure fareun piccolo sacrificio e tante altre cosette… Eppure bisogna che ci facciamo santi, e santi qui; perché? Per tre motivi:

1° - Perché qui c’è più facilità a farci santi. Questa facilità c’è, perché quel che c’è da fare è tutto semplice. C’è da essere precisi nelle cose e far tutto per amor di Dio. Nessuno vi chiede dei miracoli. Qualunque sanità può arrivarci., quando non si può fare una cosa se ne fa un’altra, se non si può far quest’altra, si chiede la dispensa.

 

Dunque la massima facilità è qui per farci santi. Una facilità tale che anche le cose che sono un po' più difficili, quando si fanno per amor di Dio, restano facili. Il Signore dà poi le grazie necessarie; è qui per dare le grazie della formazione; grazie per farci sante. Dunque primo motivo è perché adesso è facile; quel che c'è da fare non costa niente, solo un pochino di volontà; anche se costasse qualche cosa, pensate che lo fate per il Signore. Ah! certe madri di faniiglia, quanti sacrifici fanno! Son stato ad assistere un'ammalata, e per quanto fosse ricca, ho visto: quanti, quanti sacrifici! Io pensavo: quelle là (alludendo a noi) son tutte signore in confronto a questa povera signora. - Fate tutto per amor di Dio così tutto sarà facile. Il Signore dà tante grazie particolari. Là (in Africa) avrete le grazie da missionarie, qui quelle per farvi sante.

2° - Se non vi riesce di farvi sante qui, salvo un miracolo, non vi farete più sante; questo dicono i maestri di spirito. Diceva il Dubois: Chi è santo in seminario, c'è da sperare che continuerà ad essere santo da sacerdote. Chi è lì lì in seminario, da sacerdote non sarà santo. E’ successo che molti che erano santi in seminario, fuori non son più stati che buoni; ed altri che erano buoni chierici e non furono più buoni sacerdoti. Si cala, si discende, miei cari, invece di aumentare! - Dunque ricordatevi di questo: chi non si fa santo in questo tempo con tante grazie non si farà mai più santo, salvo un miracolo. Certi missionari e missionarie vorrebbero tornare... vorrebbero fare...

- Dobbiamo poi dare a Dio conto delle grazie che abbiamo avuto qui; di tutto dobbiamo dar conto. Non bisogna dire: Oh, purché non facciamo dei peccati, poi non siamo obbligati ad osservare tante cose... No, non siamo obbligati a tutto, ciascuno ha i suoi gradi di perfezione, ma bisogna raggiungerlo il grado a cui siamo stati chiamati. Se il Signore ci ha dato un talento bisogna farlo fruttare e non seppellirlo là. Sarà chiesto stretto conto delle grazie che si ricevono in questo tempo. Non lasciar venire la tristezza, lo scoraggiamento. L'esempio di Giuda fa spavento; aveva ricevuto tante grazie, e poi...

Dunque, andiamo alla conclusione: bisogna farci santi e non basta domandare al Signore la grazia, bisogna lavorare: siamo qui per questo. Hic ure, hic seca, hic non parcas... Non avere schiribizzi... Voi che incominciate adesso, siete fortunate (dice rivolgendosi alle postulanti; e poi guardando le sorelle professe aggiunge:) Quelle lì han già perduto tanto tempo... Incominciate adesso e poi che si viva poco o molto fa lo stesso (però io voglio che viviate tanto).

 

Ben, incominciate subito subito, non aspettate ad essere vecchie, meglio subito. S. Paolo dice che il farci santi uno più dell'altro è una santa emulazione. Preghiamo S. Giuseppe e che il Signore ci faccia santi davvero.

 

SR. EMILIA TEMPO

S. Giuseppe è l'intercessore di tutte le grazie; egli ha del buon panno da vendere: ha il panno dell'umiltà, della carità, della dolcezza ecc. (Legge poi di un coadiutore che ha assistito un condannato a morte ed esclama) Anche un ciabattino può salvare delle anime. Questo fa vedere che se si vuol far del bene lo si può fare in qualunque condizione o circostanza. S. Paolo diceva oggi nell'epistola, anzi lo dice ad ogni passo: fatevi santi, vi esorto, vi scongiuro, questa è la volontà di Dio: haec est enim Voluntas Dei, sanctificatio vestra... E questo è anche il mio ritornello. S. Giovanni Evangelista diceva sempre: figliuoli miei, vogliatevi bene - ed io aggiungo pure a questo: fatevi sante.

 

Il motivo per cui dovete farvi sante è perché questa è la volontà di Dio. E il modo di farvi sante è quello di camminare dietro i precetti della legge di Dio. S. Paolo paragona la vita della santità ad una strada, ad un viaggio e soggiunge che bisogna farlo, ma come ci disse nell'epistola del 16 febbr. '19, correre con energia.

Questo diceva S. Paolo e di tanto in tanto lo raccomandava ai suoi fedeli; e questa è la stessa cosa che io dico a voi e non mi stancherò mai di ripeterla finché son vivo: « Vi esorto, vi scongiuro a farvi sante ». E perché? Perché il Signore lo vuole, e se lo vuole ha diritto di volerlo. Ma io aggiungo ancora non tanto perché lo vuole il Signore, ma di più perché è nostro dovere. Siamo in questo mondo per farci sante e non per altro, quindi lo vuole anche il nostro inte- resse. Se ci facciamo santi saremo felici in questo mondo e nell'altro. E poi lo vuole il bene delle anime. Chi non è santo non salverà delle anime. Chi è tiepido, farà dei tiepidi, e forse... ma per fare dei santi, bisogna essere santi. Il Signore non si serve che di questi; una volta sola si è servito dell'asina di Balaam...

 

E se S. Paolo raccomandava questo ai semplici fedeli, quanto più si deve applicare a noi che siamo religiosi, e a noi missionari che dobbiamo avere più santità di ogni altra sorta di religiosi!

Noi abbiamo maggiori obblighi e maggiori motivi di farci santi che i semplici fedeli. A noi non basta l'osservanza dei comandamenti; il Signore disse al giovinetto del Vangelo: « Se vuoi venire dietro di me, rinnega te stesso », il che si riassume per noi nell'osservanza dei voti.

 

Quando il Signore voleva affidare la Chiesa a S. Pietro, l'ha interrogato tre volte: Mi ami tu? E alla terza risposta affermativa, il Signore gli affidò gli agnelli e le pecore. Farsi santi ed amare è la stessa cosa, ed il Signore voleva che gli desse prova del suo amore. Questo lo dice anche a noi; per avere la custodia degli agnelli dobbiamo amare moltissimo. Vedete, ci vuole il superlativo, un amore di terzo grado. Dunque per santificarci come fedeli basta l'amore semplíce, il primo grado; come religiosi ce ne vuole di più, un grado superiore; ma come missionari ci vuole il superlativo. Non dico che bisogna far miracoli, ma...

 

Ora, come fare a farci sante in questo modo? S. Paolo diceva ai suoi fedeli che non avevano da far altro che quel che loro aveva detto; così voi altre, per essere sante in grado superlativo, non avete da far altro che quello che vi insegnano i superiori, seguire le ispirazioni di Dio, e fare tutte quelle cose che ci son da fare in questa Casa. Chi fa quello che c'è da fare qui, si fa santa.

 

Il Ven. X diceva: « Non ho avuto che due mezzi per far santi i miei religiosi, Gesù Sacramentato e la Madonna ». E qui queste due cose ci sono; ascoltate le ispirazioni e soprattutto Gesù che è là nel S. Tabernacolo.

Ricordatevi di questo: bisogna farvi sante, e sante in modo superlativo e con ciò che l'Istituto esige; farsi sante da Missionarie e non da Cappuccine o Visitandine. Sì, voler farci sante. S. Tommaso diceva a sua sorella: Si vis (se vuoi farti santa). Ma a dirlo si fa presto, a farlo no.

 

E qual mezzo bisogna usare per farci santi? E’ lì: persuaderci che siamo pieni di miseria. Anche quelle virtù che ci pare di avere, non sono al grado superlativo... e poi... c'è tanto pericolo che non ci siano queste virtù! Sì, usiamo i mezzi; tagliamo ... ; sì, tagliare come si potano le viti; queste piangono, ma non fa niente... Hic ure, hic seca, hic: non parcas ut in aeternum parcas. Qui taglia, qui sega, qui non risparmiarmi, per risparmiarmi poi in eterno. Noi abbiamo.paura di farci troppo santi, eppure non sappiamo nemmeno fare un piccolo sacrificio e tante altre cosette... Eppure bisogna farci sante qui... e perché? Per tre motivi:

1° - Qui c'è maggior facilità... e anche quando le cose sono un po' più difficili a farsi, divengono facili se fatte per amor di Dio. E poi qui il Signore dà maggiori grazie per la formazione, là poi solo più per proseguire. Dunque fate tutto per amor di Dio, e tutto vi sarà facile.

2° - Se non vi fate sante qui, salvo un miracolo, non vi farete più, così dicono i maestri di spirito. Diceva il Dubois: Chi è santo in Seminario, c'è da sperare che continuerà ad essere santo da sacerdote. Chi è lì lì in Seminario, da sacerdote non sarà santo. E’ successo che molti che erano santi in Seminario, fuori non sono più stati che buoni; altri che erano buoni chierici, non furono più buoni sacerdoti. Si cala, si discende mie care, invece di aumentare... Solo i santi che tengono fermo andranno avanti... se no...

3° - Dovremo poi rendere strettissimo conto a Dio di tutte le grazie che riceviamo. Non bisogna dire: Oh, purché non faccia peccati... non sono obbligata ad osservare tante cose... Non siamo no obbligati a far tutto, ognuno ha il suo grado di perfezione... ma il grado che il Signore ci ha prefisso dobbiamo raggiungerlo. Se Egli ci ha dato un talento dobbiamo farlo fruttare e non andarlo a nascondere. Via la tiepidezza, lo scoraggiamento...

Dunque andiamo alla conclusione: bisogna farci sante, e non basta domandarlo al Signore; questo va bene, ma bisogna lavorare, fare... siamo qui per questo. Hic ure, ecc... Non avere ghiribizzi... Voi fortunate che incominciate adesso (alle postulanti); quelle lì han già perso tanto tempo (alle professe)... Bene, incominciate adesso... e poi che vi sia poco o molto, fa lo stesso (però voglio che viviate tanto). Bene, incominciate subito... non aspettate d'esser vecchie. Fate fruttificare il talento... mortificate l'amor proprio, la volontà...

S. Paolo diceva ai Colossesi: Io vi scongiuro... ed io lo dico a voi: Io vi scongiuro che vi facciate sante.

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

(anche del 9 marzo)

Vi esorto, vi scongiuro di farvi sante; non mi stancherò mai di dirvelo, benché ve l'abbia già detto tante volte. Il Signore si è servito una volta sola di un'asina - ma ordinariamente si serve dei santi.

Chi ha bisogno di spirito religioso si raccomandi a S. Giuseppe... chi ha bisogno d'ingegno, di salute, chi ha la testa piccola, deve passare da S. Giuseppe come si passa dalla Madonna.

La grazia della formazione l'avete adesso, in Africa non avrete più che quella di continuare - se non divenite umili qui, là sarete superbe - andrete a disorganizzare quello che avete sentito adesso che è così organizzato... Come siete qui, sarete là... peggio là. Non avrete mai abbastanza pazienza, con voi, tra voi, e coi neri.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org