SPIRITO DI SACRIFICIO

4 marzo 1919

 

XIV. 25

N.S.G.C. raccolti gli Apostoli disse loro: Ecce ascendimus... occident eum. Quale fu l'effetto di queste dolorose parole? Lo dice S. Luca, ch'essi non ne capirono nulla, Et ipsi non... e quasi non si spiegasse abbastanza, aggiunge che erat verbum istud ... ; e riconferma la cosa: Et non intelligebant... Eppure il Signore aveva altre volte parlato della sua Passione, sapevano e vedevano il livore dei nemici, intenti ad ucciderlo e nel modo più atroce ed umiliante. Anche poco prima della Passione la madre dei Zebedei interrogò Gesù e gli domandò che i due suoi figli... Gesù rispose: Potestis bibere... Gran lezione per noi, che dopo tante meditazioni sui dolori di Gesù e sul dovere che abbiamo di seguirlo sulla strada dei sacrifizii, non comprendiamo questo spirito, e cerchiamo di godercela... Eppure è vita di sacrifizii la nostra, come uomini, come cristiani, come religiosi, come sacerdoti e più come missionarii (V. Conf. P. Bruno p. 95).

 

Specialmente è necessario lo spirito di sacrifizio per vincere la nostra cattiva natura. Sta scritto: Vince teipsum; e l'Imít.: Ut vincatur natura ad malum semper prona (Chaignon II p. 23).

Perciò due sono i mezzi: pregare e lavorare. L'Imit.: Opus est gratia tua et magna gratia, la quale si ottiene colla preghiera. Bisogna lavorare su noi medesimi, come su piante da potare. Lo disse N.S.G.C.: Qui vult venire... Il Divin Redentore, proposito sibi gaudio sustinuit crucem, confusione contempta. E S. Paolo nell'Epistola della passata Domenica quanto sofferse! Bisogna persuaderci della necessità di sacrificarci per essere discepoli di Gesù; non c'è altra via. Così fecero i Santi: S. Ignazio, S. Franc. Zaverio, S. Teresa, S.M.M. de' Pazzi, e S. Giov. della Croce.

Coraggio per riuscire veri missionari (V. Chaignon Ivi).

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

E’ tempo di pensare a lavorare! Che cosa pensate voi altre? Di andare in Paradiso?... Ah. quello non è zelo! Bisogna aver zelo e preparare il fagotto. Preparatelo, fatelo grosso grosso, che non ci stia più niente. Ricordo, quando si andava in collegio si faceva così; si metteva sempre roba dentro; quando si partiva era sempre gonfio gonfio. Dovete sempre essere con le ali aperte all'ordine di N. Signore. E’ troppo comodo partire. Ah! poesia! poesia! ben lasciamo lì.

 

Ieri ho scritto tante lettere in Africa. (Una sorella manifesta il desiderio di andare presto in Africa per ricevere poi anch'essa qualche lettera; ed il nostro Ven.mo Padre soggiunge:) Ne riceverete poche, poverette! Perché scrivere è una faccenda seria; non ho più la mano ferma e... non mi capirete. Anche il Sig. Vice-Rettore ne ha scritte molte, ma vedete, per lui che scrive sempre torna facile; io invece ci metto tanto tempo. Vi manderò poi dal Paradiso delle let- tere... terribili... Ma, andiamo un po' avanti in Domino.

Bisogna passarlo bene il mese di S. Giuseppe. Vedete come passa presto il tempo! Poco fa faceva freddo, ora si sta già bene e presto avremo il caldo; vedete come andiamo avanti in fretta! In questi giorni fate come la B. Margherita, avete letto? Soffriva tanto negli ultimi giorni di carnevale. Soffriva tanto quando le appariva N. Signore. Egli le diceva: Vi contristerete mentre gli altri godranno, ma la vostra tristezza sarà convertita in gaudio.

N. Signore diceva nel Vangelo dell'altra Domenica: Ecce ascendimus Jerosolymam, et consummabuntur omnia, quae scripta sunt per prophetas de Filío hominis. Tradetur enim. gentibus, et illudetur, et flagellabitur, et conspuetur. Et postquam. flagellaverint, occident eum, et tertia die resurget. - Ecco che noi andiamo a Gerusalemme e si adempirà tutto quello che è stato scritto dai profeti intorno al Figlio dell'uomo. Imperocché sarà dato nelle mani dei Gentili e sarà schernito e flagellato e gli sarà sputato in faccia, quindi lo uccideranno ed egli risorgerà il terzo giorno.

 

Et ipsi nihil horum intellexerunt, et erat verbum ístud absconditum ab eis, et non intelligebant quae dicebantur. - Ed essi nulla compresero di tutto questo, un tal parlare era scuro per essi e non intendevano quello che si diceva loro. Pensate che il Signore disse: Guardate che la mia vita non è di questo mondo, ma di un altro. Son venuto per soffrire, per patire. Eppure non han capito niente. Poco dopo, prima della passione, salta fuori la moglie di Zebedeo e pren- dendo i suoi due figli dice al Signore: Guarda che questi due figli siano poi a sedere uno alla destra e l'altro alla sinistra tua quando sarai nel tuo regno. Si vede proprio che non aveva capito niente. Allora il Signore rispose: Non sapete quel che dite. Potete voi bere il calice che berrò io? Ed essi risposero: Sì. Ah, non comprendiamo il mistero della passione. Non comprendiamo che siamo in questo mondo non per godere, ma per patire.

 

Il Signore disse: Non scandalizzatevi; eppure gli Apostoli si son scandalizzati... E’ una vita di sacrificio, non di godimento... Quando qualcuna ha dei piaceri stia attenta. Il piacere non è per questo mondo. Il Signore non ha goduto nulla, eppure aveva il diritto di godere. Il sacrificio bisogna farlo contro di noi. Bisogna fare una vita di sacrificio come uomini, come cristiani, come religiosi e come missionari.

Come uomini: siamo discendenti di Adamo, perciò dobbiamo fare penitenza. Il Signore disse: Mangerai il pane col sudore della tua fronte.

Come cristiani: dobbiamo imitare N. Signore mediante l'osservanza dei Comandamenti.

Come religiosi: il Signore disse: Prendi la tua croce e seguimi. Come missionari: dobbiamo imitarlo a portar la croce ancor di più. Quando avete avuto l'idea di farvi missionarie avrete anche avuto il desiderio del martirio. Ah! i martiri, i martiri! dicevate forse; ma... erano solo idee ... ; ed ora invece vi lasciate prendere da miserie per cui invece di farvi vere missionarie, vere apostole, farete poi tribolare i superiori. Io non voglio mica dire che facciate così già adesso, ma temo, temo... Io penso sempre male. Alle volte una per capriccio sta lì, passa delle mezze giornate un po' sconcertata. Oh, che roba! che roba! Eppure son cose che succederanno. Io non son profeta, ma... non conto una storia...

 

Bisogna lottare contro noi, contro la nostra cattiva natura. Questo bisogna fare; e per questo, dice l'Imitazione, ci vogliono due cose. Prima una grande grazia: magna gratia. Dobbiamo vincerci e non ci vinciamo. Facciamo attenzione dal mattino alla sera. Quindi bisogna domandare questa grazia: necessaria est magna gratia. Ma poi ope- rare - continua l'Imitazione - non pretendere che il Signore ci faccia santi senza la nostra cooperazione. Si vis humílitatem ama humiliationern [se vuoi l'umíltà, ama l'umiliazione]. Se vuoi divenire umile, usa i mezzi, amali; e questi mezzi sono: cercare di essere umiliati. Invece quando siamo umiliati ci sconcertiamo, pensiamo magari tra di noi: non sarà poi così; e cerchiamo sempre di aggiustarci. Nessuno vuole avere il torto. Eppure bisogna prenderlo quando si ha e quando non si ha. Purtroppo che c'è sempre il torto! Eppure c'è sempre pronta una parola, una scusa. Ma lasciamo stare... il Signore aggiusta tutto. Non bisogna dire: qui non ho torto. E’ comodo dire di averlo avuto in altre occasioni, ma credere di non averlo in questa. Bisogna soffrire in tutti i modi. Il Signore ha sofferto nell'anima e nel corpo.

 

In questi giorni non ci son più maschere, ma dei peccati se ne fanno ancora! Bisogna che la lotta sia contro noi medesimi. Oh, se si potesse giungere a quello che facevano i santi! S. Paolo diceva: Tre volte fui battuto colle verghe; una volta fui lapidato, tre volte naufragai, una notte e un giorno stetti nel profondo mare... (leggete l'Epistola della domenica scorsa). Quante ne ha passate S. Paolo per amare N. Signore!

S. Ignazio quando s'è convertito ed ha incominciato quella vita straordinaria, tutti lo disprezzavano. Prima andava vestito tutto attillato, poi portava un vestito grossolano. Lo misero perfin in prigione ed a quelli che andavano a consolarlo diceva: Andate là che son ben contento di soffrire per nostro Signore. E S. Francesco Zaverio con tutto quel che pativa diceva ancora: Plura Domine, plura: o Signore, ancora di più, questo non mi basta; aggiungete, aggiungete travagli e miserie. Aveva tanti oltraggi da tutti, fin dai suoi cristiani, fin dai suoi religiosi. Vedere tanti compagni che non facevano il loro dovere! Egli che era tanto contento di lavorare per il Signore!

E S. Teresa? Diceva: Patire o morire. Ma godere no. E S. Maria Maddalena de' Pazzi? Patire e non morire. E S. Angela da Foligno?

 

Né patire, né morire. S. Giovanni della Croce diceva: Pati et contemni pro Te: patire ed essere disprezzato per amor di Dio.

Siamo qui per godere? No. Certo non siamo venute qui per morire, ma per patire sì. Sarà un po' di mal di capo, un mal di denti, una qualche altra indisposizione, e ben... sopportarla e non subito credere di esser di peso alla comunità. Se si patisce per N. Signore non s'è mai di peso. Fate così. Il Signore ci fa vedere la sua Passione. Il mondo invece pensa alla « domenica grassa ». Che parolaccia! Cercano solo sempre di mangiare, di passarsela bene...

 

Dunque ricordate che in questi giorni bisogna pensare a consolare il Signore. (Il nostro Ven. Padre rispondendo alle sorelle che desidererebbero fare un po' di adorazione alla sera, dice: ) Voi volete, voi volete, ma siete anche tanti ratatui [debolucce]... e cadete poi giù. Non faranno poi male le ginocchia? Fate come quel bravo coadiutore. Il Signore era là e lui lo adorava continuamente. Metteva presso di lui il suo banco da falegname e lavorava...

Ieri ho scritto in Africa; non ho mandato le mie condoglianze, ma i miei rallegramenti. Imparate a vivere di fede come viveva lui. il quale era indífferente anche nel cambiare sovente i lavori per assecondare l'ubbidíenza. Diceva sempre: Purché si faccia tutto per amor di Dio. Nella lettera che vi lessi diceva che era solo, ma di quella parola se ne fece un'accusa e subito aggiunse: ero col Re dei re... ed infatti si trasportò il banco. Così, vivendo sempre di fede si meritò la grazia di partirsene più presto degli altri.

 

Il babbo e la mamma di questo coadiutore sono venuti a trovarmi e piangevano. Io dissi loro: Sareste stati più contenti se fosse morto qui sacrestano (poiché prima di venire da noi era sacrestano) oppure là, missionario? Oh, missionario!, risposero. - Se il missionarío fa il missionario in regola, va dritto in Paradiso. Se egli moriva a casa, povero sacrestano! Chi avrebbe pensato a lui? Qualcuno forse diceva: E’ morto il sacrestano; e non adavano più in là. Invece è morto missionario, così godrà di tutte le preghiere che noi facciamo in comune. Le nostre non son Messe fatte celebrare per farci vedere in piazza.

Dunque adesso andate a pregare con spirito di riparazione. Che non ripariamo un solo peccato, ma tanti, tanti. Che il Signore trovi consolazione. Alla B. Margherita Maria diceva: Almeno tu consolami, non trovo nessuno. - Essa si offrì e si addossò la croce; fate anche voi così.

Terminato questo, con più tranquillità incominceremo la Quaresima. Non dico di star tutto questo tempo a pane ed acqua (siete miserabili), ma almeno lo spirito ci dev'essere. Deve essere vergogna il mangiare...

 

SR. EMILIA TEMPO

(Parla sul Vangelo della domenica precedente ove il Signore predice la sua Passione, e poco dopo la madre dei figliuoli di Zebedeo gli domanda che seggano questi suoi due figli uno a destra e l'altro a sinistra di lui quando sarà nel suo Regno, e i suoi discepoli stessi non han capito nulla). Ah, non comprendiamo il mistero della croce noi pure come costoro. Non comprendiamo che siamo in questo mondo non per godere, ma per soffrire. Il godere non è di questo mondo; fate attenzione quando avete qualche piacere.

Dobbiamo soffrire; vivere vita di sacrificio: 1° come uomini, 2° come cristiani, 3° come religiosi, 4° come missionari.

1° - Come uomini, discendenti di Adamo, dobbiamo fare penitenza; il Signore gli disse: Mangerai il pane col sudore della tua fronte.

2° - Come cristiani, dobbiamo imitare Nostro Signore, ed osservare i suoi comandamenti, il che porta pure di soffrire.

3° - Come religiosi. Il Signore disse: Se vuoi essere perfetto rinnega, abneget, te stesso, prendi la tua croce e seguimi.

4° - Come missionari; nell'aver avuto il desiderio di questa vita di missione, avete pure avuto quello di sopportare anche il martirio. Oh! i martiri! i martiri!, si diceva... ed ora... per delle miserie vi perdete; certe volte per un capriccio, una malinconia, si sta lì delle mezze giornate... oh, che roba! che roba!... non si fa più niente... E invece ,di farvi vere missionarie, vere apostole... farete poi tribolare i superiori. Io non voglio mica dirvi che facciate così già adesso, ma temo, temo... io penso sempre male, e... son cose che succederanno... Io non sono un profeta, ma, non conto una storia.

 

La gran cosa è che non vinciamo noi stessi... Bisogna lottare contro di noi, contro la nostra natura... è questo che bisogna fare, ma per far ciò, dice l'Imitazione, ci vogliono due cose: l° una grazia «magna" e quindi dobbiamo domandarla al Signore; 2° non pretendere che il Signore ci faccia santi senza la nostra cooperazione; così se vuoi l'umiltà, ama le umiliazioni. Invece non si vuole mai il torto, c’ è sempre una scusa pronta, una parola... o se si prende bene l'umiliazione, pensiamo che va al posto di altre volte che avevamo torto, ma che adesso non l'abbiamo... E’ comodo così; ma pensiamo pure che abbiamo torto anche in questo momento...

 

Dunque bisogna soffrire, soffrire in tutti i modi. Gesù soffrì nell'anima e nel corpo. Siamo qui per godere? No. Certo non siamo venute qui per morire, ma per patire si. Sarà un po' di mal di capo o qualche altra indisposizione, e ben, sopportarla e non subito crederci di peso alla Comunità. Se si patisce per nostro Signore non si è mai di peso. Fate così. Il Signore ci fa vedere la sua Passione; il mondo, invece, pensa alla domenica grassa... che parolaccia... Dunque ricordatevi: in questi giorni bisogna pensare a consolare il Signore.

(Il nostro Ven.mo Padre risponde alle sorelle che hanno dimostrato desiderio di far l'adorazione alla sera:) Voi volete, volete; ma siete anche solo tanti ratatui... e cadete poi giù. Lo spirito è pronto, ma la carne è fiacca... Fate come quel bravo coadiutore che è morto; il Signore era là e lui lo adorava continuamente. Metteva presso la cappella il suo banco da falegname, e lavorava... Ieri ho scritto in Affica, non ho mandato le condoglianze, ma i miei rallegramenti.

 

Imparate a vivere di fede come faceva lui che era indifferente nel cambiare i lavori anche 10 volte in un mattino (come vi lessi in una sua lettera) per assecondare l'ubbidienza. Diceva sempre: Purché si faccia tutto per amor di Dio. - E là, ove diceva che per la circostanza del battesimo di Karoli era rimasto solo a casa, di quella parola se ne fece un rimprovero, e subito aggiunse: dico male che ero solo. ero col Re dei re; ed infatti si trasportò il banco. Così, vivendo sempre di fede, si meritò di partirsene più presto degli altri.

giuseppeallamano.consolata.org