LA S. SCRITTURA

17 ottobre 1920

 

XVI.1

Il Papa scrisse a tutto l'Episcopato Cattolico una lettera pel XV centenario compiuto dalla morte di S. Gerolamo: Spiritus Paraclitus. Ordina un solenne Triduo in dicembre in S. Maria Maggiore, dove si conservano le reliquie del Santo, e desidera che in tutte le Diocesi, specialmente nelle Accademie e nei Seminari durante l'anno da settembre scorso si celebri un Triduo in onore del Dottor Mas- simo. Lo scopo principale del S. Padre è di parlare della S. Scrittura in seguito all'Enciclicá del Papa Leone XIII del 1899 - Providentis- simus Deus.

Dopo aver narrata brevemente la vita del Santo, parla della Divina ispirazione dei S. Libri a schiarimento della lettera del Papa Leone contro gli eterodossi e certi cattolici, confermando con S. Gerolamo che tutta la S. Scrittura in ogni sua parte è parola di Dio, divinamente ispirata.

Dopo il Papa parla della utilità della S. Scrittura per la pietà e la predicazione. Infine dei frutti della lettura.

Aggiunsi sul modo di leggere in Refettorio (V. Quad. IX, p. 18, e Quad. XI, p. 28).

IX. 18 [vedere al 1° gennaio 1914]

XI. 28 [vedere al 26 marzo 1916]

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

(Dopo aver parlato alcun poco di S. Margherita M. Alacoque conchiude:) Questa santa fu la propagandista della devozione al S. Cuore, ma l'inventore è Gesù. Non credete che il Signore le desse solo dei bocconi dolci, gliene dava anche dei duri. Era sempre ammalata. Voi state più basse, non nella virtù, ma nelle cose straordinarie. Non andate in alto (in estasi)...

 

Ma lasciamo lì; ora voglio parlarvi di S. Gerolamo. E’ il Papa che mi dà questa occasione. Il Papa ha scritto un'enciclica (che è una lettera diretta a tutto il mondo) nella quale invita tutti a fare il XV centenario di S. Gerolamo; ed ha ordinato che a Roma, alla fine di settembre, si facesse un solenne triduo in S. Maria Maggiore dove sono sepolte le reliquie di questo Santo.

In questa lettera si rivolge a tutti i vescovi perché nell'anno si faccia dappertutto questo triduo in onore di questo santo chiamato il Dottore Massimo della Chiesa. Questa lettera contiene 40 pagine. La prima parte si occupa della vita di S. Gerolamo. Vita di sacrificio, di fatica, di costanza. Poi passa a parlare della S. Scrittura. Questo uomo era molto attaccato ai classici latini e non trovava niente bella la S. Scrittura. Una volta un Angelo lo batté ben bene; al mattino si trovò le costole ben fiaccate ed allora gli passò la voglia di vedere e di studiare solo il bello, o meglio, quel che gli piaceva. Trovò poi buona la S. Scrittura e lasciò tutti gli autori profani per amor di questa. Imparò tutta la storia dell'Antico Testamento. Poi lasciò Roma e andò a Gerusalemme.

Il Papa prende questa occasione per animare allo studio della S. Scrittura. Dice che è una vergogna, perché tutti i protestanti studiano la S. Scrittura, mentre dovremmo essere noi i primi, che ne abbiamo il deposito. Dice che dobbiamo, prima di tutto, ritenere che la S. Scrittura è tutta, fino all'ultima parola, parola di Dio ispirata. Ci sono dei cattolici che sofisticano lì sopra e dicono che pare che sia roba di Dio e che non lo sia.

S. Gerolamo, dice il S. Padre, prova che non c'è una parola che non sia stata scritta sotto l'impulso dello Spirito Santo. Quindi non ci sono degli errori. Per farsi capire, gli scrittori divinamente ispirati dicevano le cose volgarmente, come noi diciamo che il sole va sotto, mentre siamo noi che andiamo sotto. S. Gerolamo venerava, riteneva tutto come parola di Dio.

 

Dopo aver parlato della fede e della Divina ispirazione che si estende a tutta la S. Scrittura, viene al particolare e dice come bisogna studiarla; e questo fa per noi.

S. Gerolamo diceva a Paola ed Eustochio: « Mai che la S. Bibbia cada dalle nostre mani, sì che il sonno ci prenda sempre col libro in mano ». E’ un'arma, una specie di sacramentale contro tutti i vizi. Diceva un santo: Sei tentato contro la bella virtù? Leggi la S. Scrittura, ama la S. Scrittura.

Nei tempi passati nelle famiglie si leggeva molto di più; ci sono ancora adesso quelli che non vanno mai a letto senza leggerne un capo, certo sono rari. I religiosi dovrebbero sempre leggerla. Mai dire: Non la comprendiamo. Prima di tutto è tradotta; poi, se non si può studiare alla lettera si prende qualche buon pensiero dalla sostanza. Dovrebbe essere il nostro libro quotidiano. A forza di leggerle si capiscono le cose. Io vorrei, da questa lettera, infervorarvi tutte a leggere la S. Scrittura. Per capirla prima di tutto bisogna essere umili.

Amiamola molto, e specialmente il S. Vangelo e le lettere di S. Paolo; bisogna prendervi affezione. Noi siamo superbi come una volta S. Gerolamo. Lui trovava più belli i libri classici, ma il Signore gli diede una lezione ... ; noi non aspettiamo questa lezione.

 

Siccome non avete tempo di leggerla da voi, bisogna stare attente alla lettura in refettorio. I Superiori, mentre state qui, cercano di farvi leggere tutti questi libri perché possiate un giorno avere una certa scienza. Non credete che ve li facciano leggere solo per farvi passare il tempo o per non lasciarvi parlare. E quella che legge deve fare attenzione, non far tanta cantilena; chi ha la cantilena la deponga. « Ma io non son capace... ». Macché! E’ superbia quello... Sentendo leggere con la cantilena mentre mangiate vi addormentate ancora. Leggere bene, leggere tutte le parole, tutte, non mangiarne nessuna ... (sorridendo) si mangia quel che portano in tavola, non le parole ... Leggerla con senso, e quando c'è punto, c'è punto... Questo è importante, no fate perdere tempo a tutte le altre. Deve essere impegno di tutte e quella che non si crede capace si faccia capace. Fate come se fossero tanti cavoli quelli che stanno sotto a voi.

 

E se non si fa attenzione? Certi non fanno attenzione a quel che si legge e questo è perdere il tempo. Il tempo è breve, non si può studiar tutto, massime certe cose, perciò bisogna stare attenti. Mons. Gastaldi quando venne Vescovo in Torino, in Seminario ve- niva a tavola con noi chierici ed era contento perché sentiva leggere .Dopo due anni e mezzo dovette andar via e gli rincrebbe. Su cento, dieci stanno attente; lo dico perché vi scuotiate.

Mentre si mangia non c'è bisogno di pensare a quello che si mangia, ma pensare a quello che si legge. Stare attenti e poi applicarlo a noi stessi, quello che si è sentito. Un giorno invitarono S. Carlo Borromeo ad andare in giardino dopo pranzo, ma egli rispose: « Il mio giardino è la S. Scrittura ». Ah! son così i santi! Allora non si leggeva per passare il tempo.

 

Veniamo alla conclusione. Per onorare quest'anno S. Gerolamo, per desiderio ed ordine del Papa, dobbiamo prendere affezione alla S. Scrittura, e quando c'è un momento di tempo non leggere quei libri frivoli, ma la Bibbia ecc. I protestanti sanno la S. Scrittura e noi niente. Hanno la Bibbia guasta ma la studiano più di noi.

I primi Padri della Chiesa: Gerolamo, Agostino, Ambrogio non avevano nessun libro di teologia: la S. Scrittura era il loro libro.

Pregate questo gran Santo che vi ottenga la grazia di capirne un po'.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org