DOPO LA MORTE DELLA POSTULANTE CELESTE BUZZI

5 agosto 1920

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Una volta a Passerano, paesetto dove io andavo a passare un po' di campagna da un mio zio parroco, quando moriva qualche capo di famiglia si faceva un gran banchetto. Pare una cosa crudele, eppure no; i primi cristiani facevano così. Se fosse fatto bene, sarebbe vero spirito cristiano. E’ della morte che dobbiamo gloriarci, non della nascita. Nascendo abbiamo il peccato originale. Lassù stanno allegri. Ripugna quest'usanza, non mi piace, ma l'ho vista io.

 

(Parlando della cara postulante Celeste, mancata il 2 c.m., il nostro Ven.mo Padre dice:) Alla buona Celeste domandavo se voleva guarire e mi rispose che voleva « la volontà di Dio ». Era assorta in Dio; ha dato una bella testimonianza. Guardate che fortuna d'essere stata in comunità! In una casa privata non avrebbe potuto fare tante Comunioni! E’ sempre bene fare la Comunione anche quando non si può tanto per il male. Anche che uno non abbia tanta cognizione, il Signore, come Sacramento, opera da sé, purché non trovi il peccato mortale. Una volta la Comunione si dava ai bambini appena nati. E’ il Signore che opera da sé e noi crediamo che siamo noi. Certo però che le buone disposizioni aiutano a ben ricevere il Sacramento.

 

E’ molto meglio essere morta così che in altro modo. S. Paolo dice di non fare come quelli del mondo che non hanno la speranza. Un bel giorno noi saremo trasportati su, e, sempre col Signore: invece quelli che non hanno la speranza che cosa fanno? Vanno, essi cre- dono, nell'X, nel vuoto, nell'incerto... Consoliamoci nel Signore.

Le nostre suore, i nostri missionari defunti le saranno andati incontro. Questa morte ci deve scuotere; quando abbiamo quei momenti neri, scuoterci, scuoterci dalla nostra inerzia.

Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto.

giuseppeallamano.consolata.org