COMMENTO ALLE COSTITUZIONI - NOVIZIATO

21 marzo 1920

 

XV. 17

Ciò che prescrive il Cod. D.C. Can. 565 § 1. serve pure pei postulanti e più pei professi. Non è mai troppo presto darsi alle virtù e spirito religioso; e chi può dire di avere ottenuto in tutto la perfezione? Lettura e breve commento.

Non vi stupite però se la vostra formazione deve incominciare dal galateo, dall'Urbanità (V. Quad. IX p. 23). E’ ciò necessario 1) per non dare scandalo, ma buon esempio; 2) Per la carità fraterna; 3) Come disposizione alle virtù interne.

IX. 23-24

Ricevuti i giovani nell'istituto al postulandato, alla prova è necessario subito da principio compenetrarli dello spirito religioso e proprio della casa: necesse est, ut statim ab initio eorum animum spiritus religiosus et Ordinis totum pervadat (Decr. cit.).

 

Questo è dovere dei superiori che devono porli sotto la guida di un padre o maestro di provata vita ed esperienza. I postulanti che non si danno subito con diligenza alla disciplina, difficilmente dopo vi si applicheranno e difficilmente dopo deporranno la forma imperfetta ricevuta prima (S. Bon.).

E quale sarà questa educazione? Il Decreto dice: saepe ab ipsa civili educatione initium ducendum est. Bisogna incominciare dal galateo o buona creanza. Non si tratta di romiti o cenobiti che come S. Paolo eremita vivano isolati, ai quali sta bene il non cercare pulizia nelle vesti; ma viviamo in società, dove l'educazione civile, la carità e la stessa educazione dell'animo richiedono che si osservino le regole dell'urbanità.

Il Decreto: Corporis, habitusque mundities, comite semper modestia ac simplicitate, erit summopere curanda. - Sordidi babitus, quos rudis negligentia foedavit non olent spiritum Christi. - Inurbanitas, quae ex studio sui commodi procedit cum aliorum neglectu, non po- test quia molestiam aliis inferat, detque occasionem patíentiae. Invece, Externe haec si habendi compositio viam sternet animo plenius educando, iis scilicet nobílibus sensibus infundendís, quibus mens trabitur ad aliorum levem quacumque offensionem vitandam, desideria praevenienda, gratum animum facile demonstrandum, alios sibi praelerendos. Esempio il Monastero della Visitazione e le Suore della Misericordia di Savona ed i Cappuccini...

 

L'urbanità è mezzo a conservare la carità nelle Case religiose; e questa poi informa, regge e nobilita l'urbanità.

E qui il Decreto nota che tanto più a queste cose devono por mente i religiosi sacerdoti e che vi aspirano per essere di esempio ai laici. Quindi, soggiunge il Decreto: Inurbanitas in agendi modis, in responsionibus dandis, in incessu, in ipsa corporis sumenda refectione, erit paulatím, sed omnino tollenda. V. Conc. di Trento e pred. sulla Modestia del Ven. Cafasso.

 

E non sarà difficile ottenere l'emendazione rudiorum in urbanos et amabiles convertere mores ac modos, monítis, hortamentis, patientia ac praesertim exemplo; sicché dopo breve tempo di religione possa dirsi di loro con S. Bernardo: induerunt... (V. Decreto) sibí faciem disciplinatam, et bonam totius corporis compositionem; sermo rarior, vultus hilarior, aspectus verecundior, incessus maturior. Questo si vede in tutte quelle Congregazioni in cui si dà la dovuta importanza all'urbanità; così nelle famiglie...

Si dovrà però continuare sempre questo studio per non ritornare alle grossolanezze di prima. S. Bernardo soggiunge: verum quia haec noviter coepere, ipsa sui novitate flores censenda sunt et spes fructuum, magís quam fructus.

(V. Il Coadiutore perfetto).

 

Il Decreto passa agli studii ed istruzioni da darsi ai laici; e poi parla delle principali virtù loro necessarie, e ne indica quattro: l'umiltà, l'obbedienza, lo spirito d'orazione e la santificazione del lavoro. Parliamone, che a tutti sono necessarie, specialmente come missionarii.

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

(Parla dei nuovi sacerdoti ordinati ieri) Quando il terreno è intristito è segno che il Signore non benedice, vedete qui invece come è fertile? Vi sono tre sacerdoti di più. (Quindi legge alcune lettere dei RR. coadiutori dall'Africa).

 

La Madonna è una Madre tenerissima, sta attenta a tutte le cose anche alle più piccole. Siete figli e figlie prediletti perciò vi si mostra Madre. Voi dite: Monstra te esse matrem [mostra che sei madre]... e lei dice a voi: Mostrami che mi sei figlia, e figlia in regola, non degenere. Dunque, avanti, coraggio, che ci facciamo santi.

Dovete sapere che il Papa ha radunato in un libro tutte le Leggi ecclesiastiche; e questo libro si chiama: Codice di Diritto Ecclesiastico. Su questo libro ci sono anche tutte le norme per i religiosi e le religiose.

Sapete che cosa dice di quelle che si preparano al Noviziato? Dice che l'anno di noviziato deve passarsi sotto la disciplina di una maestra e si deve avere questo proposito: Che l'animo delle allieve si informi collo studio delle regole e delle Costituzioni; con pie me- ditazioni, con una preghiera assidua, unendo, mischiando lo studio di ciò che appartiene ai Voti ed alle virtù ed esercitandosi con opportuni rimedi per estirpare fino alla radice i vizi (non solo la radice, anche il seme); e frenare i moti dell'anima e acquistare tutte le virtù religiose. Queste sono parole misurate. Quante prediche si potrebbero fare su queste poche parole! Questo è ciò che si deve fare in prepa razione ai Voti.

 

Ecco qual è il vostro scopo! Bisogna andare fino in fondo, no solo tagliare le radici, togliere anche il seme: non lasciarlo neppur nascere. Strappare le radici, poi frenare tutti i moti dell'animo; no dire: questo è mio naturale, questo è mio carattere... Se è tuo carat tere taglia, modera, frena. Come diceva quel tale: bisogna fare molta mustarda [accettare molte cose che costano all'amor proprio].

Prima di tutto bisogna avere questo proposito fermo. Bísogna che l'animo delle allieve sia informato collo studio delle Regole e Costituzioni, poi con pie meditazioni, con preghiere assidue; deve im parare tutto ciò che importa ai Voti e virtù; poi esercitarsi con opportune prove, ed estirpare, rompere l'amor proprio da farlo morire Ecco vedete, è la Chiesa che ce lo dice. Quindi state attente a non aspettare a farvi sante quando sarete professe. Le professe si faccian ancora più sante se lo sono già. Avanti, che tutti i giorni possiam contare di aver salito qualche gradino; non star lì in mezzo alla scala ad impedire le altre che salgono su.

Ringraziate S. Gíuseppe delle grazie che vi ha fatte in questo mese

Se il Signore vuol farvi fare dei miracoli, dite: il Rettore non vuole; i miracoli devo farli su di me... Quando la superiora o la maestra prima di fare una correzione a qualcuna, deve prenderla, lisciarla e prenderla proprio sul pelo e non contropelo, oh! com'è brutto! Si deve parlar chiaro... giù, che l'amor proprio se ne vada. Se uno si mette in testa: oh, adesso mi ha detto una parola secca per provarmi si insuperbisce. Oh, no, non è per provarti; è perché ne hai proprio bisogno.

 

SR. EMILIA TEMPO

[Questo sunto inizia come il precedente, poi: ]

Prima di tutto bisogna avere questo proposito fermo: se io sono irosa ecc... mi vinco. Bisogna far molta mustarda. Tagliare.. Non, perché io son così... Rompere l'amor proprio, farlo morire.

Non aspettate a farvi sante quando sarete professe. E queste, se lo son già si facciano ancora più sante. Avanti: che tutti i giorni possiamo contare di aver salito qualche gradino; non star lì in mezzo alla scala ad impedire agli altri di salire; fare un passo avanti tutti i giorni, non andare indietro.

 

Se il Signore vuol. farvi fare dei miracoli, dite che io non voglio. ... Quando la superiora prima di fare una correzione a qualcuna deve prenderla, lisciarla, quando si deve andar lì per il verso del pelo, e guai ad andare contropelo... oh, com'è brutto... Si deve parlar chiaro... giù, che l'amor proprio se ne vada. Se una si mette in testa: mi han detto una parola secca per provarmi, s'insuperbisce. Oh, no! non è per provarti; è perché ne hai proprio bisogno.

 

 

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org