COMMENTO ALLE COSTITUZIONI - AMMISSIONE DELLE POSTULANTI

29 febbraio 1920

 

XV. 17

Cod. J. C. N. 538: In Religionem... Anzi al N. 542: Invalide admittuntur... Quindi: 1) Cattolico e di fede retta. 2) Impedimenti, di diritto naturale, divino, ecclesiastico e proprii di ciascun istituto. 3)Fine retto ecc. 4) Idoneo.

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Le suore partite hanno già scritto da Messina. Camminano sull'olio: è una bella grazia di Dio. Quando si fa la guerra si mandano sempre drappelli di rinforzo. Così voi dovete sempre essere preparate a partire per aiutare le vostre sorelle laggiù in Africa.

(Sul tavolo ci sono i nuovi Uffici della Madonna, stampati in Africa. Il nostro Ven.mo Padre ne prende uno in mano; ci raccomanda di non guastarli) Voi avete l'uso di questa roba, non l'abuso; direi che mancate alla povertà sciupandoli con mettere le dita sopra ai fogli, peggio bagnando il dito per voltare le pagine. (Narra di un sacerdote che ricevette uno schiaffo sulla mano dal P. Anglesio, perché aveva bagnato il dito per voltare il foglio; e poi di Papa Leone XII che un giorno andò in una chiesa di frati; vi era tanta polvere sui banchi ed egli scrisse col dito: Leone XII; poi passò a trovare i frati senza dire il proprio nome; prima di andar via questi glielo richiesero ed egli rispose: « Se volete sapere il mio nome andate in chiesa a leggerlo ». Un Papa, vedete, ha fatto quello!

 

Del resto avanti, buona volontà a farci santi. Diremo qualche cosa per la spiegazione delle regole. Vi dirò solo due parole.

 

Papa Benedetto XV ha fatto un codice di tutte le leggi della Chiesa e tra le altre cose, all'articolo N. 538 c'è questo: Si può ammettere in religione qualunque che sia cattolico, ma che non abbia alcun impedimento legittimo e sia mosso ad entrare da retta intenzione e sia idoneo a portare il peso della religione.

Questa roba è tutta essenza. Prima di tutto dice che può essere ammesso qualunque cattolico, perciò quelli che non lo sono non possono. Non essendo nella Chiesa, non possono entrare nel giardino. Un protestante, un ebreo, un valdese non può farsi religioso. E’ proibito persino di prendere in religione uno che prima sia stato non cattolico. Per esempio, uno che sia stato framassone e dopo abbia lasciato di esserlo, non può essere ricevuto in religione senza una dispensa particolare del Papa; diversamente la sua professione sarebbe nulla. Bisogna essere cattolico per poter farsi religioso; non che per questo abbia diritto di entrare, no. E’ necessario essere cattolico per entrare in religione qualunque sia l'istituzione o stretta o larga.

 

Poi che non vi sia nessun impedimento legittimo. D'impedimenti ce ne sono di tante specie: secondo il diritto naturale, divino, ecclesiastico; o secondo le regole degli istituti. Per esempio una figlia che sia unita in matrimonio può farsi religiosa? Eh, no, Finché non sia vedova non può. In certi Istituti prendono anche quelle che hanno poca salute - la Visitazione per esempio - ma per noi bisogna che siano sane.

Diritto ecclesiastico. Chi non è nato di nascita legittima non può entrare in religione; le illegittime non si accettano.

 

Diritto naturale. Non può entrare in religione chi è carico di debiti, se prima non li ha pagati. Poi che abbia la capacità secondo i bisogni della religione che sceglie, che non sia una testa ottusa, una buona a niente... Cosa na fuma [che cosa ne facciamo] di quella gente lì? Quelle lì possono ricoverarsi al Cottolengo e non andare in missione. Quelle gravate di impedimenti legittimi non possono entrare in questo Istituto, e queste cose le abbiamo lette prima di entrare.

Poi l'art. 538 dice ancora: « Che sia mossa a farsi religiosa da una retta intenzione ». Che cosa vuol dire questo? Che venga a farsi religiosa per il fine dell'Istituto, per farsi santa; ma non basta, anche per rendersi idonea a convertire gli infedeli. Chi ha solo una mezza voglia e non si mette in regola, se ne stia nel mondo e non venga a cacciarsi in un posto dove è tenuta alla perfezione; quindi bisogna scuoterci fin dal principio.

Una che abbia ripugnanza ad andare in Africa, in Cina o dove sarà mandata, quella lì non è fatta per andare in missione; vada in un altro posto. Per le missioni bisogna che ci sia il fine soprannaturale: la santificazione propria e quella degli infedeli. Non si va in missione per andare a girare il globo... Tutto questo bisogna farlo per amor di Dio. Questa è retta intenzione. Dice S. Agostino: « Quelli che cercano ciò che non trovano fuori non hanno un fine giusto ». - ... In comunità si dorme bene... non si muore di fame... la cena è bell'e pronta... non c'è da infastidirsi ... : questo non è un retto fine. E se si viene per godersela? Peggio. E per comandare un poco? Ah! questo poi!...

 

Bisogna stare sottomessi, mettersi sotto i piedi di tutti. Se il fine non è retto, si finirà e si farà sempre male. Adesso se si conosce che non è giusto, rettifichiamolo. Se sono entrata senza saper neppur io il perché, lo metto subito a posto. Il retto fine non è quello di cercare di star meglio, per non aver fastidi in famiglia ... ; ma! non è così che si fa. L'Imitazione dice: Sei venuta non per godere, ma per soffrire; non per star comoda, ma per lavorare. Sei venuta per metterti sotto i piedi di tutti, per obbedire. Bisogna stare attenti; non cercare, non volere in comunità una vita superiore a quella che si sarebbe avuta nel secolo. Altro che santa povertà!... E’ ricca povertà quella lì! Bisogna che ci sia l'impegno di guadagnarselo il cibo in comunità, col fare il nostro dovere.

 

S. Agostino diceva: Ci son di quelli che cercano nel monastero quello che fuori non potevano avere. Così anche riguardo al vestito. Quelli che sono di stato più basso sono i più esigenti... son quelli che si lamentano... a sun kui piuiè [sono quei piagnucoloni]... Ho sempre osservato così. Io non faccio torto a nessuno, ma dico che forse quelle che non son mai contente son quelle che in casa stavano peggio di qui.

 

Che sia idonea a portare il peso dell'Istituto. Sicuro, se una non è capace a far nulla per l'Istituto, se è sempre malaticcia... eh, vada in un altro Istituto, ma non venga qui, che non è fatta per le Missioni. Va bene che si può venire ammalate; ci si può rompere una gamba ... ; ebbene, la taglieremo, ma non la manderemo via per quello. Ma quella gente che si tengono su, su, solo fino alla professione, e poi si lasciano andar giù ... ; ah! queste sono il cruccio delle comunità!... Ah! non essere sincere fin da principio! Non vale poi neppure la professione! E che pasticcio è quello lì?... E’ ben meglio camminare, agire con sincerità (Racconta il fatto di una sposa che era zoppa. Prima del matrimonio si era fatto uno studio per non lasciar scorgere il suo difetto. Appena sposata: a l'è fait [è fatto], esclamò e si lasciò andare a zoppicare liberamente).

 

Prima cosa in una comunità si fa un po' di postulandato e fin da principio bisogna incominciare la nostra santificazione. E’ necessario che subito, fin da principio, lo spirito religioso e lo spirito del proprio Ordine pervada tutta l'anima di quelli che entrano. Subito, neanche ritardare una mezza giornata. Che questo spirito subito s'impossessi di tutta l'anima nostra. Pervada: vuol dire che entri nelle nostre vene; faccia come il pane, che si mangia, si digerisce, poi passa nel sangue e questo va nelle vene. Adesso basta.

 

Pregate il Signore che vi faccia questa grazia, perché dipende poi tutto da questo (dall'incominciare subito). In modo che siamo noi, ma non siamo più noi, come dice S. Paolo: « Vivo io, non più io, vive in me Gesù Cristo ». Così che di voi possano dire: Quella lì è la tale, ma non è più lei: ha un qualche cosa... non ha solo cambiato il nome. E’ lei, ma non è più lei. - Sicuro, vive in me lo spirito dell'Istituto, della Missionaria, sono un'altra.

 

Vedete, fate così: pregate il Signore che vi faccia la grazia di cambiare. Come si cambia l'anima così pure il corpo; esso deve andare dietro all'anima. S. Giuseppe da Copertino aveva preso tanto possesso del suo corpo che dove andava l'anima andava pure il corpo; così andando in estasi, il corpo doveva andar su su... e andava finché il soffitto glielo impediva, ed allora andava solo più su l'anima.

Il Signore dopo la risurrezione anche col corpo entrava dappertutto con le porte chiuse. Dobbiamo essere pieni delle cose di Dio; che il corpo non sia più niente. Fare come le lucertole che posano la pelle al sole...

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org