L'AVVENTO - IL “DEO GRATIAS”

27 novembre 1921

 

XVI. 25

Domenica I d'Avvento - L'anno ecclesiastico si divide (V. fogl. Sem.). - L'Avvento incomincia (V. foglietti Sem.; e Siniscalchi).

Sul Deo gratias

La prima preghiera vocale che pronunciamo nel giorno in comune è il Deo gratias in risposta al Benedicamus Domino. E’ ben giusto che dopo la notte ringraziamo -il Signore, perché ci ha conservati in vita, mentre tanti sono morti e quanti di morte subitanea ed improvvisa. Dio ci diede buon riposo mentre tanti passarono questo tempo tra pene e dolori, come negli ospedali. Tanti hanno peccato, e noi siamo stati da Dio per mezzo dell'Angelo Custode preservati dai peccati, e se tentati ne siamo usciti vittoriosi. - Questo Deo gratias diciamolo tutti a voce alta e con tutto il cuore. Il Signore da questo ringraziamento sarà mosso a benedirci tutto il giorno. Questa breve giaculatoria ci deve essere frequente nella bocca. S. Agostíno scrisse: Quid melius, et animo geramus, et ore promamus, et calamo scribamus, quam Deo gratias? Hoc nec dici brevius, nec audiri laetius, nec íntelligí grandius, nec agi praetiosius poterit. - S. Bonaventura parlando della SS. Vergine dice che sine intermissione benedicebat Deum... e Si quis eam salutabat, illa pro salutatione sua, Deo gratias respondebat. (V. Siniscalchi: Il giorno santificato p. 31).

Questo santo uso aveva il Cottolengo e lo trasmise alla Piccola Casa. Il Beato lo usava specialmente nel ringraziare i benefattori, rivolgendo così il bene al Signore, e ricordando loro che erano strumenti di Dio e facessero il bene per amore di Lui. Anche noi diciamolo sovente almeno col cuore pei tanti nostri benefattori; e Dio sarà mosso a moltiplicarli secondo i molti nostri bisogni.

E’ bello il fatto che si legge nella vita di S. Alfonso Rodríguez. Mandato in parlatorio in tempo di Esercizi per la venuta da lontano di un suo parente, il Superiore gli disse che andasse a dirgli due parole. Il Santo vi andò per ubbidienza e cogli occhi bassi disse: Deo gratías, e si ritirò. Rimprovero a noi che in parlatorio parliamo troppo.

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Quando leggete la pagina verde del Periodico, ringraziate il Signore. Il Signore ci manda il pane quotidiano e anche qualche cosa d'aggiunta... Non è mica che io abbia il pozzo di S. Patrizio sapete! Quel poco che avevo l'ho già consumato tutto: non avrei neppur più da fare testamento. Ma il Signore è tanto buono che manda delle offerte e ci dà non solo il necessario, ma anche qualche cosa di più. Noi non viviamo per mangiare, ma mangiamo per vivere. Il Cardinale diceva: « Anzi, bisogna mangiare per star vivi ». Se non arrivassero le offerte dove si va a mangiare? E’ un miracolo che anche durante la guerra non siano mancate. In un Ritiro molte sere davano solo più il caffè-latte durante la guerra, e ben allungato; non avevano neppure del pane a sufficienza.

 

Dovete, quando leggete quel foglio, e non solo quando lo leggete ma di tanto in tanto, ringraziare il Signore e pregare per i benefattori. Certuni si tolgono proprio il pane di bocca, per così dire; delle povere donne fanno dei veri sacrifici: credono che voi siate sante, che otteniate tante grazie. La nostra riconoscenza consiste nel pregare per loro. In questi giorni sono arrivate le castagne; costavano varie mila lire, sapete! Non ve lo meritate mica tutto quello... ne avete per tutto l'anno. Un bravo benefattore è da vari anni che fa questo, e speriamo che continui ancora. Sapete quel che domanda? Di' un po' tu sr. Giuseppina. Un Pater od un'Ave per ogni castagna (sorride). E ben, non dico che diciate sempre quel Pater o quella Ave ad ogni castagna, ma ditelo sempre quando potete. Pregate per tutta la famiglia, per tutti i loro bisogni spirituali e temporali. Pregate anche per i morti.

Quanti benefattori defunti aspettano da voi le preghiere. Quanti nostri benefattori sono morti: il Can. Demichelis (dite sempre il De profundis); poi un ingegnere che ha lasciato centomila lire da farne quel che volevo; poi l'Abate Robílant e tanti altri... Come fare le missioni se non ci sono dei benefattori che aiutano? Dunque pregate, siate riconoscenti ai benefattori, e quando non sapete per chi pregare, pregate per loro, così se son vivi continuano a dare e se son morti, di là pregano per noi.

Anche la Madonna era tanto riconoscente, e S. Bonaventura diceva che alla Madonna piaceva tanto il Deo gratias; benediceva il Signore senza interruzione. Pregava sempre con questa giaculatoria, rispondeva sempre col Deo gratias. Vedete, non è solo il Cottolengo che ha messo su il Deo gratias; anche la Madonna.

 

Una buona donna a cui faccio delle elemosine mi dice sempre grazie ed io le faccio sempre ripetere: Deo gratías! - Niente di meglio noi possiamo avere nel cuore, nella bocca e nello scritto, se non: Deo gratias! Questa parola non può dirsi breve; non c'è cosa che rallegri di più che sentirla, né si può concepire cosa più grata e neppure operare cosa più preziosa (S. Agostino).

 

I Santi erano innamorati di riferire tutto tutto al Signore. La prima cosa che dite al mattino, qual è? Deo gratias! E perché ringraziate il Signore al mattino? Per la notte che vi ha concessa. Ah! quanti miseri l'han passata all'ospedale tra i dolori! Quanti l'han passata facendo dei peccati! Quanti sono morti! Noi, grazie a Dio non siamo morti, non abbiamo avuto nessun male e non abbiamo fatto peccato. Quel Deo gratias non dirlo da stupidi ma con cuore; non gridarlo, ma dirlo bene, con garbo. Come è brutto quando ce n'è una o due o tre che non lo dicono. La Superiora potrebbe pensare che sono ancora addormentate quelle lì.

 

L'altro giorno interrogai un ragazzo entrato da poco, e gli dissi: Dimmi un po', quando dicono il Benedicamus, rispondi il Deo gratias? - Non sempre. - Ma perché non sempre? - Perché sono addormentato. - E rispondi lo stesso. E poi alzati, scuotiti, figurati che ci siano dei carboni accesi nel letto o che ti mettano dell'acqua fredda. Tu sei ancora buono quando ti chiamano a girare la testa dall'altra parte.

.S. Vincenzo de' Paoli, il secondo colpo della campana non lo trovava più a posto... Star lì a dare al diavolo il primo atto della giornata... Il Signore ci ha lasciati dormire tutta la notte, e noi la prima cosa la diamo al diavolo... No, diamo subito quel ringraziamento al Signore. Facciamo tante preghiere lungo la giornata, e non pensiamo talvolta a quel che díciamo. Bisogna riflettere, dire ogni tanto qualche cosa.

 

Oggi comincia l'Avvento. Sapete che cosa è? L'anno ecclesiastico si divide in tre parti: 1) dall'Avvento all'Epifania; 2) dall'Epifania all'Ascensione; 3) dall'Ascensione all'Avvento. Studiatelo perché avete poi da spiegarlo ai neri.

Primo: in questo tempo si ricorda l'aspettazione dei profeti riguardo alla venuta di N. Signore su questa terra. I profeti e i patriarchi lo idesideravano e pregavano: Veni Domine, et noli tardare[ vieni Signore, e non tardare]. Il tempo dell'Avvento è tempo di aspettazione. Nell'Ufficio ci sono tante aspirazioni in questi giorni: Veni Domine, et noli tardare... 0 Signore, fa' uno sforzo della tua potenza e vieni. 0 Signore ascolta con le tue orecchie, ascolta la nostra preghiera; abbiamo desiderio di riceverti, vieni nel nostro cuore spiritualmente. L'Avvento ricorda tre cose: la venuta del Signore, la venuta del giorno del giudizio particolare, la venuta del giudizio universale.

Il Signore viene in tutti i cuori che lo desiderano, non in quelli indifferenti; più si desidera e più viene con l'abbondanza delle sue grazie.

 

I Santi erano contenti del giudizio di Dío. S. Ilarione in morte era tentato dal diavolo e diceva a se stesso: Ho speso sessant'anni nel servizio del Signore, non ho mica servito Maometto: va' anima mia, che temi? - Se ci giudichiamo da noi non saremo più giudicati dal Signore. Dite: Signore, sei contento di me? cammino proprio senza nessuna finzione? non dico nessuna bugia anche minima? L'altro giorno un novizio è venuto alla Consolata a cercarmi. Che cosa hai fatto? gli dissi. - Una gherminella; ho già detto tutto al maestro dei novizi, ma ora voglio dirlo anche a lei. - Chi ti ha mandato? - Nessuno, il rimorso mi ha mandato. - E che cosa sei disposto a fare? - Qualunque cosa, anche in pubblico.

 

Neh, come è bello essere così!... Non aveva mica poi fatto una cosa tanto grossa... « Di' al Signore che ti dia sempre di questi rimorsi... che quando fai qualunque cosa anche minima non possa più dormire... ».

Dall'Epifania all'Ascensione è tutta la vita di N. Signore: la sua vita di bambino, poi quella privata e quella pubblica fin quando va in Paradiso. Questa è la seconda parte. La terza parte, dall'Ascensione all'Avvento, è la vita della Chiesa; questa ci rappresenta la storia ecclesiastica. Si conchiude questa terza parte con la festa di tutti i Santi perché andremo poi tutti in. Paradiso.

 

Nell'Avvento una volta pregavano, digiunavano, facevano penitenza; adesso che il mondo è tanto cattivo non vuol più far penitenza. La Chiesa in questi ultimi anni ha tolto quei pochi giorni di digiuno. Almeno suppliamo noi, ché questo tempo è tempo di rinnovazíone. La Chiesa per ricordarci la penitenza e la santa tristezza ci fa mettere la pianeta violacea. Se preghiamo le altre volte, in questo tempo preghiamo ancor di più ed ancor meglio. Certe religiose ancora adesso incominciano da S. Michele e fanno la seconda Quaresima. Dacché noi non la facciamo, facciamo almeno qualche piccolo sacrificio. La Chiesa si riserva ancora di dir qualche Alleluia, ma il Gloria non lo dice più perché è segno di allegrezza.

 

Qual è la migliore preghiera che possiamo fare? E’ di sospirare, di desiderare che Gesù venga nel nostro cuore. Diceva il Signore ad un Santo: Io verrei, ma non mi vogliono: apri la tua bocca ed io la empirò della mia grazia. Dice: la tua bocca per dire: i tuoi desideri. Quante belle giaculatorie si possono dire! Veni Domine... Utinam... Oh, se il cielo si aprisse e tu, o Signore, discendessi! Ricordatevi del tempo in cui siamo, viviamo santamente.

Un giorno sono andato dalle suore Sacramentine. E’ tempo di Avvento, mi risposero, non c'è parlatorio. - E va tanto bene: io mi edifico, perché se mi accettavate ed io poi venivo a sapere che non c'era parlatorio, dicevo: avete trasgredito i vostri doveri. - Si deve sempre andare di malavoglia in parlatorio. Che cosa vengono a romperci la testa con storie... Dopo si vien via con la testa piena. Uno viene a dire che è morta una vacca; un altro conta un altro fastidio; non vengono mai a raccontare cose belle... Quest'anno ho fatto poco vino... ed intanto prendono un mucchio di denaro. Alle volte fanno ridere le lettere che scrivono in Africa ai missionari... Con tutte queste storie si ha poi la testa piena e per mezza giornata non si può più né studiare né lavorare.

 

Una volta un parente di Alfonso Rodriguez era venuto a trovarlo mentre la comunità era in Esercizi. Il Superiore pensò di dargli il permesso di andare in parlatorio perché quel parente veniva da molto lontano, ma egli rispose: Se è per obbedienza, vado, altrimenti no. E il Superiore: Per obbedienza vada, dica due parole... Andò, disse: Deo gratias! E venne via. Ha fatto l'obbedienza.

lo non voglio già che diciate due parole soltanto, ditene anche un po' di più, ma che siano cose di spirito. Non voler sapere se nel paese, nell'Istituto son venute altre, se la tale è passata in matrimonio. Che cosa importa a noi del matrimonio? Lasciate stare quelle cose...

 

SR. GIACINTA UNIA

... Quando leggete il Bollettino e vedete il foglio verde delle offerte, dite: quanta Provvidenza di Dio! Senza le offerte, come si farebbe? Quel che avevo l'ho già messo tutto per voi, non ho mica il pozzo di S. Patrizio! E’ la Provvidenza che ci manda il pane quotidiano... Pregate per i benefattori. Loro credono che siate tante sante, si raccomandano alle vostre preghiere. Nel mio cuore dico: lo saranno, sante? ... Bisogna pregar sempre per i benefattori...

 

... Dice S. Bonaventura che la Madonna era tanto riconoscente ed usava e le piaceva tanto la parola Deo gratias; quando riceveva qualche risposta od altro, rispondeva col Deo gratias; benediceva il Signore senza interruzione.

Quando do l'elemosina ad un povero e mi dice grazie, gli dico: non dica grazie a me, ma dica Deo gratias...

Niente di meglio possiamo avere nel cuore e nella bocca se non Deo gratias. Non può,dirsí cosa più in breve, non c'è cosa che rallegri di più a dirla, né concepire cosa più grande o bene più perfetto che non sia il Deo gratias (S. Agostino).

Il primo atto che fate al mattino è di dire il Deo gratias; ditelo con forza, date subito quell'atto al Signore per i benefici ricevuti nella notte di avervi conservato in vita ecc.; non ditelo da addormentate, pensate a quello che dite... Fate come S. Vincenzo che al secondo colpo della campana non lo trovavano più al posto di prima.

Il tempo dell'Avvento ci ricorda l'aspettazione della venuta di Gesù su questa terra, ma il Signore non solo venne a nascere allora materialmente su questa terra per redimerci, ma viene sempre a nascere spiritualmente nella nostra anima, e più noi lo desideriamo più Egli viene con l'abbondanza delle sue grazie.

... Quando andate alla Comunione dite al Signore: giudicatemi ora... fatevi dire... « Signore, sei contento di me?».

In questo tempo di Avvento dovete pregare di più, ma specialmente desiderarlo ardentemente servendovi delle invocazioni dei Santi Patriarchi.

Certi religiosi facevano di questo tempo una seconda Quaresima; noi abbiamo almeno lo spirito di penitenza e facciamo qualche sacrificio. Viviamo santamente in questo tempo!

 

SR. EMILIA TEMPO

... Niente di meglio noi possiamo avere nel cuore e nella bocca che Deo gratias. Non c'è cosa più grande, migliore, che più rallegri; né si può operare una cosa più preziosa che dire Deo gratías (S. Agostino).

S. Bonaventura dice che alla Madonna piace tanto il Deo gratias. Dunque, il Deo gratías non si dica lì da stupida. Pregare pei benefattori...

Ricordatevi: il primo atto della giornata è il Deo gratías; fatelo bene, in ringraziamento a Dio e pei benefattori.

L'anno si divide in tre parti: 1) Dall'Avvento all'Epifania. 2) Dall'Epifania all'Ascensíone. 3) Dall'Ascensione all'Avvento. Oh, Signore, fa' uno sforzo alla tua potenza e vieni!

L'Avvento significa: 1) la venuta di N. Signore; 2) il giudizio; 3) la venuta spirituale di Gesù in noi, ma a chi più lo desidera. Più si desidera e più viene.

Dopo la Comunione, diciamo al Signore che ci giudichi adesso affinché non ci giudichi più allora. Questo è un tempo di penitenza e di preghiera. La preghiera che dovremmo far meglio in questo tempo è quella dei desideri, dei sospiri. « Apri la tua bocca ed io la riempirò ».

 

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org