LAVORO E STUDIO

13 novembre 1921

 

XVI. 24

Breve conferenza sull'energia e retto fine in tutto (V. Quad. IV, p.5).,

IV. 5 [vedere al 14 ottobre 1917]

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Ad quid venisti [per quale scopo sei venuto]?... Siete venute non per oziare, ma per lavorare, per soffrire; non per comandare, ma per obbedire. A tutte le suore ci vuole buona volontà, ma qui ce ne vuole di più. E poi non bisogna dire: Mi farò buona, sì sì, ma santa... - No no, bisogna dire: Voglio andare all'eccesso, ma siccome degli eccessi in questa materia non ce ne sono poíché il Signore ha detto: « Siate perfetti come il Padre mio che é nei cieli », così non c'è pericolo di eccedere. Non c'è nessuno perfetto come il Padre Eterno, neppure la Madonna è divenuta santa come lui.

 

Costi quel che vuole, son venuta qui per farmi santa e voglio riuscire ad ogni costo. Il farsi santo è la più bella felicità di questo mondo. Se non si è santi non si è tranquilli, non si ha pace; se si è santi si incomincia a godere il paradiso in questo mondo. Dunque... voglio farmi santa per godere già in questo mondo. Le spine prese per amor di Dio non son più spine, sono piaceri. Dunque prima cosa che dico a voi che incominciate adesso (volgendosi alle nuove postu- lanti) è che ci vuole energia. Questo l'ho sempre detto a tutte. Chi non ha energia è inutile che venga a farsi missionaria perché corre il pericolo di non adempiere i doveri del suo stato. Ci vuole energia in tutto. Vorrei vedere se la cuoca stesse lì a tirarla alla lunga e quando suona la campana per il pranzo dicesse: aspettate ancora un quarto d'ora ... ?Io vi dico subito che preferisco il lavoro allo studio, perché il lavoro sarà il più necessario per voi altre. Quindi non abbiate mai tema se siete messe ai lavori, non abbiate mai timore di perdere tempo nello studio. Guardate, laggiù, da quel che si sente, c'è bisogno di essere buone massaie, bune campagnine, buone contadine. Ci son delle giornate [misura agraria piemontese] di terreno nelle missioni e bisogna poi insegnare agli altri perché facciano produrre; e se non sapete? se invece di piantare i cavoli per diritto li piantate al rovescio? ... Il lavoro è il più necessario.

 

... Ad attaccarmi un bottone son capace persin io... Ma voi altre bisogna che impariate bene tutto. Qui passerete in tutti gli impieghi. (Volgendosi ad una postulante) Ti piace fare la calzolaia? Bisogna imparare a fare tutti i mestieri. I chierici (di là) sanno già quasi tutti fare un paio di scarpe. Il Superiore d'una volta era capo calzolaio.

E poi mai nessun perché; guai alla maestra delle novizie se dice il motivo... Perché è volontà di Dio così. Non si fan mica a capriccio le cose; è il Signore che permette, che vuole così. Quindi prendere le cose dalla mano di Dio: così va bene. Se no, in Africa, direte: Ma perché mi mettono in quella missione là e non in quell'altra?... E nascon poi tante storielle, gelosie, preferenze ... ; invece in tutto dovrete riconoscere la volontà di Dio.

Prima di mettervi in un impiego ci raduniamo, viene anche il Sig. Vice Rettore e combiniamo: questa per la cucina, quella per il laboratorio, quell'altra per la calzoleria ... ; ed è come se lo dicesse il Signore. Naturalmente studiamo anche sempre le possibilità. Bisogna stare volentieri dove ci mettono. Perché non vi attacchiate poi il cuore, ogni tanto si cambia. Alle volte ci attacchiamo a piccole storielle, e non va. Quando la maestra vede che qualcuna è attaccata all'impiego... che le piace di più, ad esempio, stare in laboratorio perché lì si sta un po' più seduta, un po' più tranquilla e può anche lavorare un po' più adagino... un po' più da pigretta... via, via, la tolga.

Avete capito? Nessun perché... State tranquille, imparerete di tutto.

Dunque indifferenza, indifferenza anche per gli studi. Non parte nessuno senza che abbia tutto il corredo, e così anche nello spirito. Quello che vi insegnano lo imparate con energia? Dopo sei mesi sareste capaci di far la minestra? Una suora una volta ha messo la pentola al fuoco senz'acqua, e capirete... Ed un'altra invece di prendere l'interno dei cavoli per cucinare ha preso l'esterno ed il resto l'ha dato alle capre o che so io... Quella lì non sapeva. Bisogna sapere, bisogna voler imparare, ma energicamente, non voler imparare solo così così. Se si ha da lavare i piatti, si lavino bene e non come qualche volta... Quando si lavano i piatti non essere sbadate, ché in questa casa si rompe molto facilmente; con quel che costa adesso! E’ così brutto quando ai piatti manca un pezzetto di qua, un pezzettino di là... Le cose bisogna farle bene, con tutta l'attenzione. Eh! sì, si può anche rompere ma non bisogna mai dimenticare che bisogna fare attenzione.

 

Riguardo allo studio state tranquille, il Signore ha dato la capacità a tanti e la darà anche a voi se occorre. E’ poi necessario che tutte sappiano l'inglese? No; che tutte sappiano il kiswahili? Possibilmente sì, altrimenti come facciamo a parlare poi laggiù? (Narra un piccolo aneddoto di un missionario).

Tutte però dovete studiare il catechismo, istruirvi nelle verità della fede, che non andiamo poi a dire degli spropositi. In questo bisogna aver la capacità tutte; chi non avesse questa capacità non sarebbe atta a farsi missionaria; sareste forse atte a farvi cappuccine ecc. ma non missionarie. Se uno va a fare scuola o ad assistere un moribondo e non sa le verità della fede, è inutile e di più dannoso. A noi il Signore dà la grazia di venire tutti capaci di fare il catechismo. Bisogna proprio capire quello che diciamo; non c'è bisogno di venir teologi, ma bisogna saper spiegare, dir bene, infondere negli altri le cose.

 

Non credere, appena venuta, di suonare... di dipingere... ecc. No, a suo tempo. Tutte le capacità si coltivano. Una che sia capace a dipingere la faremo dipingere, e chi saprà far le statue, farà le statue: Monsignore ne ha comprate tante per l'Africa; un giorno o l'altro vi faremo anche imparare ad andare a cavallo... Ma ricordatevi, la cosa che a voi sembrerà più inutile vi tornerà più necessaria. Imparate un po' di tutto e poi state tranquille: i Superiori pensano a tutto. Una un po' deboluccia non la metteremo nei lavori più pesanti... e così per tutte le altre cose. Ci son laggiù di quelli che erano campagnoli e adesso son maestri di prima classe. Sicuro! Lasciate fare dai Superiori: sanno quello che fanno e non vogliono che il vostro bene presente e futuro.

Se viene un po' d'amor proprio... via... Faccio la volontà di Dio, e avanti... Non c'è nessuna qui per dominare, ma per fare la volontà di Dio. Tra tutti facciamo tutto. Se ci fosse poi una che facesse bene la lettura perché ha già imparato in un altro posto, ebbene quella lì non disprezzi le altre che non sono ancor capaci.

 

Io alla Consolata ai miei Convittori faccio così. Il primo mese dicono Messa, benedizione e tutto ciò che devono fare; io li guardo e noto tutte le miseriucce: questo non fa bene gli inchini, quello prega troppo in fretta... quell'altro mangia un po' le parole... ecc.; e poi li correggo. L'altra sera ce n'era uno che diceva così bene gli Oremus, e sono andato in sacrestía e pubblicamente gli ho detto: Bravo, continui così! Gli altri guardavano tutti. Aspetto un mese, ma poi non transigo più in niente. Bisogna dirle con senso le preghiere, voi che avete studiato il latino, dico loro. Vengono lì dei medici, degli avvocati e sentono e capiscono che non dicono a senso.

 

Ma torniamo a noi. Lasciatevi guidare nel lavoro che è il principale, quello che vi farà fare tanto bene laggiù. E lo studio si farà anche, poco per volta; non è necessario che tutte vengano maestre. Bisogna solo aver tutte buona volontà. Nel nostro Istituto ci sono tante mansioni: una ha la capacità per una cosa, l'altra per un'altra, e tra tutte si fa tutto. Bisogna proprio prendere questo spirito, ma soprattutto per non perdere tempo, non essere mulanciue [persone fiacche]. Quello che mi dispiace più di tutto è l'acqua tiepida; fredda piuttosto! Bisogna essere energiche; se non c'è lavoro domandarne, non star lì ad aspettare. Non rompere tutto, no, ma fare in fretta. I muratori un quarto d'ora prima di mezzogiorno cominciano a guardare dove è la roba per cambiarsi e poi scappano via cinque minuti prima del tempo. Questo è rubare, perché sono pagati; se non fanno tutto l'orario non hanno diritto a tutto lo stipendio. Bisogna almeno che abbiamo questa diversità da quelli che sono nel mondo.

E poi fare in modo che i Superiori possano fare di noi qualunque cosa; quando Monsignore in Africa dirà: Mi dia una suora capace a questo... possano rispondergli: Tutte son capaci; e non debbano dire: Quella là, no; quella là non sa... Bisogna proprio essere energiche. Fortunate voi altre (alle postulanti) che potete incominciare bene. Che la maestra debba sempre tenervi. Se si dice: C'è un lavoro da fare; tutte si offrano, e quelle che si sentono più forti si offrano per i lavori più duri.

 

Qui non si lavora che per amor di Dio e quindi quel po' di fatica che facciamo a lavorare e studiare, pensiamo che la facciamo per il Signore e per farci santi; e poi ricordiamo che in tutto facciamo la volontà di Dio. Se foste state molli, sareste andate in altri Istituti. Bisogna lavorare per due o tre qui; e più si lavora, più si salvano anime. Oh! che piacere è, prima di morire poter mandare tante anime in Paradiso...

 

Bisogna fare quel che vuole l'ubbidienza, a tempo e luogo e faremo tutto il corredo per andare in missione. Quante volte si dice: Oh, quello lo so già! Ebbene vuol dire che lo impari meglio. Abbiamo bisogno di studiare sempre le stesse cose, per imprimercele bene; quello che costa di più ad impararlo è quello che ci resta di più.

Poi bisogna fare tutto per amor di Dio, per santificarci e per salvare molte anime. S. Ignazio diceva che se fosse già stato per entrare in Paradiso e un'anima avesse avuto bisogno dell'opera sua, non sarebbe entrato per andare a fare quell'atto di carità, anche con la paura di non più entrare. Prima il bene delle anime che sono costate il Sangue di N. Signore; prima far piacere a Lui, e poi andrò in Paradiso quando il Signore vorrà. Non è mica necessario dire sempre: Lo faccio per Voi, Signore, non per amor proprio. - Si dice qualche volta per ricordargli che è già inteso che facciamo tutto per Lui. Ho lasciato i parenti, la casa, per che cosa?

Ciascuna faccia bene quello che deve fare. Scopate? scopate bene; son pochi quelli che sanno scopar bene. Un domestico nuovo, alla Consolata, non sapeva scopare. Io gli presi la scopa e gli insegnai. Negli angoli non scopava bene. Guarda, gli dicevo, guarda lì, c'è ancora qualche cosa. In un posto c'era la polvere; lo chiamai e gli dissi: Leggi lì! E lui: Maria. - Neh, come si legge bene?!... - Non credo mica di abbassarmi a far quelle cose lì, sapete!

 

Non dire: son sei mesi che lavo i piatti... Ma Deo gratias! I santi avrebbero sempre fatto il fruciun [lo straccio] della comunità. Così si vive felici. Il Signore le gradisce quelle cose. Dopo che abbiamo fatto questi lavori e andiamo da Gesù Sacramentato, pare che ci dica: Brava, però non hai mica fatto dei miracoli sai. Ma quando sarà necessario che tu li faccia, ti darò la grazia di fare anche i miracoli.

Certi santi non hanno fatto miracoli in vita; per esempio, S. Gabriele e lo Chanel... e tanti altri. Non hanno fatto niente di straordinario nella loro vita, ma han fatto tutto bene per amor di Dio. Quando lo Chanel fu martirizzato, lo videro poi circondato da uno splendore che lo illuminava tutto. I miracoli li hanno poi fatti dopo morte. Se voi ne faceste in vita non mi fareste piacere: avrei paura che diveniste superbe.

Lucifero faceva altro che miracoli e poi?... giù!! Ah! no no, nessun miracolo. Miracoli comuni, giorno per giorno, miracolo... che il Signore ci conservi nello spirito.

 

Pregate per tutti i peccatori e soprattutto per le anime che aspettano di essere salvate. Dalla vostra generosità dipende tutto il bene che farete e perciò non abbiate mai paura di aspettare troppo, perché finché il fagotto non è preparato non si parte. Dovete fare giorno per giorno come se doveste incominciare la vostra santificazione e non aver poi da dire: Potevo far di più; non son contenta di quello che ho fatto.

Mentre abbiamo tempo, su, subito. E chi è già qui da qualche anno ripigli sempre. Sono andati in Paradiso non solo gli innocenti e quelli che si son fatti santi subito, sono andati in Paradiso anche S. Agostino e il buon ladrone.

 

SR. GIACINTA UNIA

... Non siete venute qui per godere ma per soffrire. Se per le suore di altre comunità è necessario aver buona volontà, per voi ci vuole volontà di ferro. Siete venute qui solo per farvi sante; non dire: « io non voglio andare agli eccessi, non voglio farmi tanto santa »; state tranquille, non potrete mai andare agli eccessi per quanto vi facciate sante perché nessuno può arrivare alla santità del Padre Eterno.

Bisogna dire sul serio: « Costi quel che costi, voglio riuscire a farmi santa ». Chi vive da santo gode già in questo mondo una gran felicità. I santi godevano di patire. S. Teresa diceva: « patire o morire » e S. M. Maddalena de' Pazzi: « patire e non morire ».

La prima cosa che ci vuole è l'energia; energia spirituale specialmente, ma anche energia materiale. Io preferisco il lavoro allo studio; e quelle che qui saranno più addette al lavoro si troveranno contente in Africa perché il lavoro è il più necessario in missione. Quando vi tolgono da un impiego e vi mettono in un altro non bisogna cercare il perché; il perché è la volontà di Dio; le cose non si fanno a capriccio; il Signore permette quello perché ci vuole in quel posto... Questo avviene qui, ma più ancora in Africa; si dirà: Chissà, mi mandano in quella stazione e non in quell'altra.... chissà, mi cambiano... - Ah, bisogna riconoscere sempre il Signore in tutto.

 

Do il permesso alla Superiora che quando sa che una è attaccata al suo impiego o lavoro, la cambi... Non desiderare di stare in quel tal posto perché si sta più tranquille... Ci vuole indifferenza a qualunque cosa... Quando si fa una cosa farla bene e nello stesso tempo che si fa bene riferirla al Signore.

In qualunque impiego vi mettano, imparare energicamente, essere santamente curiose per poter imparare presto.

Istruirvi bene nella religione; questa capacità bisogna averla tutte per sapere spiegare ed infondere nelle anime le verità della fede.

 

La cosa più inutile che avrete imparata qui vi verrà in taglio in Africa. Lasciatevi guidare e dirigere in tutto dai vostri superiori; essi non cercano che il vostro bene presente e futuro. Soprattutto non voglio che perdiate tempo; le mulanciue non le voglio, non voglio l'acqua tiepida; il Signore stesso rigetta i tiepidi! Fare tutto per amor di Dio, per santificarsi, per salvare tante anime. S. Ignazio diceva che se fosse stato per entrare in Paradiso, sarebbe tornato nel mondo se avesse saputo che ci fosse un atto di carità da compiere. Le anime sono costate il Sangue di N. Signore... Fare le cose con intenzione di salvare tante anime, non per amor proprio... Ognuna faccia bene ciò che deve fare. In tutto quello che si fa per amor di Dio non c'è niente di piccolo. I santi desideravano essere gli struciun della comunità.

Da voi non pretendo miracoli, perché avrei paura che v'insuperbiste; il miracolo ch'io voglio è che si conservi il vero spirito di religiose missionarie.

Dalla vostra generosità di questo tempo dipende tutto il vostro avvenire. Cum tempus habemus, operamus bona [Facciamo il bene mentre ne abbiamo il tempo].

 

SR. EMILIA TEMPO

Non son venuta qui a comandare, non a riposarmi, ma a servire, ma a lavorare... Siete qui: tutte con energia, volontà di ferro, non aver paura di andare agli eccessi. In questo non ci sono eccessi; non saremo mai santi come il Padre Eterno... Vorrei vedere che foste sante come il Padre Eterno!... Neppure la Madonna!

 

Se ci vuole energia in tutti i posti, qui più ancora. Come ho sempre detto, ci vuole energia: energia spirituale, ma anche materiale. Ve lo dico subito: allo studio preferisco il lavoro; e chi per il lavoro non può studiare, non abbia fastidio.

 

Fatevi sante. Voglio farmi santa! Mai nessuna ragione, il perché ecc. Guai! E’ il Signore che lo vuole, e basta! Se no, in Africa, chissà perché? perché?... Perché è volontà di Dio. Non bisogna attaccare il cuore; bisogna disfarlo il cuore... Voler imparare, ma imparare energicamente e di tutto; soprattutto non essere mulanciune. Niente che mi spiaccia più che l'acqua tiepida; meglio fredda.

 

Ci vuole energia. Energiche e avanti! Fare tutto poi solo per il Signore; qui si fa tutto solo per amore, e per amor di Dio. - Faccio questo per farmi santa, per salvare tante anime. Bisogna fare per due, per tre. Che piacere morire con un bel numero di anime salvate.

 

... essere solo il fruciun d'la Comunità - frucíun -. Se siam così, quando andremo davanti a Gesù Sacramentato ci dirà: Brava, non hai mica fatto miracoli, ma hai fatto tutto bene e per me; ti darò poi anche la facoltà di far miracoli all'occasíone.

 

Non è che bisogni star sempre lì ad annoiarlo: « è per te »... Sì, ma è già inteso. Ah, sì. Far il miracolo di conservare lo spirito (io avrei paura se faceste altri miracoli). Pregare per noi e per le anime; miracoli che quell'anima si converta.

Da questa preparazione dipende tutto il vostro avvenire; chi si sarà preparata di più qui, farà più miracoli là.

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org