LA PREGHIERA VOCALE

30 ottobre 1921

 

XVI. 24

La S. Chiesa per 5 domeniche ci ripete nel Communio della Messa le parole di N.S.G.C.: Amen dico vobís, quidquid orantes petitis, credite quia accipietis, et fiat vobis. E nell'Offertorio: De profundis... exaudi orationem meam.

Da queste insistenze comprendete la necessità di pregare. Nei passati giorni celebrando la festa di S. Martino di Tours il Breviario diceva che: Oculis ac manibus ín caelum semper intentum, invictum ab orationibus spiritum non relaxabat. Ecco lo spirito di preghiera.

Ora le preghiere si distinguono... (V. Quad. XI, p. 23)

XI. 23 [vedere al 20 febbraio 1916]

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Domenica abbiamo parlato della preghiera ed abbiamo detto che è di necessità di mezzo e di necessità di precetto. Necessità di mezzo vuol dire che senza preghiera nessuno si salva e senza di essa nessuno può conservare la vocazione. Di precetto perché il Signore la comanda. Infatti disse: Oportet semper orare [Bisogna pregare sempre]. Abbiamo pure detto che bisogna pregare molto, pregare sempre, pregare in ogni luogo, e aver proprio lo spirito di preghiera.

La preghiera si divide in mentale e vocale; mentale quando si prega senza pronunciare le parole (ad esempio, la meditazione); in questo caso sono la mente ed il cuore che si occupano. L'importanza di questa preghiera la vedremo un'altra volta.

 

Si chiama vocale quella che si fa pronunciando le parole. Non è necessario che quelli che sono attorno sentano, ma bisogna proprio pronunciarle colla bocca. La preghiera vocale si suddivide in pubblica, privata, comune e particolare; ed in preghiera continua e gíaculatorie.

Che cos'è la preghiera pubblica? E’ la S. Messa, il Breviario; queste sono le preghiere principali pubbliche. Private sono tutte quelle che non sono comandate dalla Chiesa. Le private si distinguono in comuni e particolari. Comune è quella che fate tutte assieme; particolare quella che fate da voi; son le preghiere che facciamo di nostro arbitrio, di nostra scelta. Poi ci sono le preghiere continuate e le preghiere giaculatorie: queste ultime sono semplici dardi.

 

Le preghiere vocali sono necessarie? sono d'obbligo? Il Padre Segneri prima di morire si doleva di non aver data tanta importanza alla preghiera vocale. Abbiamo tanto la testa piccola, perciò abbiamo anche bisogno di pregare vocalmente. Queste preghiere sono anche necessarie perché ad esse è applicata la massima parte delle indulgenze. Chi prega solo mentalmente non le acquista. Ci sono due eccezioni: una è quella in articulo mortis del Ven. Cafasso; in questo caso se uno non può pregare colla voce basta che ricorra a N. Signore colla mente.

Perché di regola le preghiere devono essere vocali per acquistare le indulgenze? Perché abbiamo un corpo ed un'anima. Se l'anima prega dà lode a Dio e sta bene, ma e il corpo? E’ giusto dare lode al Signore anche col corpo. Certo che da solo non basta, ma bisogna anche che il corpo faccia la sua parte. Quel voler pregare solo così... certe volte è persino una pigrizia. Quelli che han sempre paura del mal di stomaco non vorrebbero mai pronunciare.

 

La seconda ragione è questa: che chi prega bene mentalmente viene anche fuori a dir qualcosa colla bocca, perché la preghiera vocale è conseguenza della mentale. Eccetto che siamo già proprio santi, ma se non siamo tali abbiamo bisogno di pregare vocalmente, perché la nostra testa va facilmente dove vuole. Certi santi impiegavano delle ore a dire solo il Pater noster. Se si dice adagio resta nello stesso tempo preghiera mentale. La preghiera vocale aiuta a far bene quella mentale. L'una è necessaria e l'altra anche. Non dire: A me piace più questa o quella; piaccia o non piaccia, bisogna farne di tutte e due.

 

Riguardo alla vocale bisogna stare attenti a diverse cose. Non bisogna dirla solo così, tanto per dire. Il Signore diceva che gli Ebrei erano gente che lo onoravano colle labbra, e col cuore erano lontani da lui; ed egli non li ascoltava. Bisogna stare attenti a quel che si dice e non dire giù giù senza riflettere un poco a quel che si dice.

Ci sono tre sorta di attenzione: l'attenzione materiale della preghíera, l'attenzione al senso delle parole e l'attenzione a Dio. Ecco: quando prego penso al Signore, domando grazie, lo onoro ecc. Basta una delle tre, ma per voi la più facile è quella di pensare al senso delle parole; e quando sono in latino e non le capite, pensate al Signore, che, direi, è la più bella attenzione.

 

Non bisogna mangiar le parole; il diavolo coglie tutto quello che si dimentica e lo mette in una sporta. Non è necessario formare tutte le parole rotonde rotonde, ma bisogna dire tutti gli «s», tutti i "t"; dire bene: sicut erat ... ; dire: amen; non « am » ecc. ecc. Ma a dir tutto si va alla lunga ... Come? si va alla lunga? Niente! Per dire un'Ave Maria bisogna dirla tutta, fino in fondo, e non mangiarla mezza. Talvolta si dice: Quel sacerdote ha detto Messa in venti minuti. - Oh! ma, e il diavolo quanto è stato attorno?

Se è una preghiera d'obbligo bisogna proprio dirla tutta e non lasciare nessun «t». Se poi non è d'obbligo faccíam un torto al Signore a non dirla bene. Il Signore ci dice: Prega bene, di' tutto. Perché lasciare qualche cosa? perché non far bene il segno di croce? (Il nostro Ven.mo Padre ci fa vedere come va fatto il segno di croce). Dunque, guardate di non mangiare nessun pezzo di preghiera. Dir tutto bene dal principio fino alla fine.

 

Le preghiere che si dicono in comune devono dirsi da tutti, siano cantate, siano recitate; e se non sono capaci a cantare, se non sono intonate, cantino un po' più piano, ma cantino tutte. Alle volte, in tante che sono, sembrano pochi canarini; non aver paura del mal di stomaco.

 

Che posizione si deve prendere quando si prega? Una posizione che sia rispettosa, non con una gamba sull'altra... Quando si prega si deve far solo quello. Però lungo il giorno, durante i lavori, si può pregare. Il Signore siccome pregava sempre, non poteva mica lavorare senza pregare. Bisogna sempre stare con compostezza. Poi sempre preferire le preghiere comuni alle nostre particolari. Alle volte non si può dir tutto e non si sa quali bisogna lasciare. Bisogna sempre dire prima quelle comuni. Se uno dicesse: A me piace tanto far meditazione piuttosto di pregare... No, no, prima si deve sempre fare quelle che fa la comunità perché queste hanno una benedizione speciale. Quando due o tre sono riuniti in nome mio, io sarò in mezzo a loro.

Naturalmente non bisogna lasciarle con facilità perché allora non si è costanti, e neppure bisogna cambiarle tutti i momenti. Non essere devoti dell'Angelo Custode solo nel mese di ottobre, ma tutto l'anno.

Il Kempis quand'era studente era molto devoto della Madonna e pregava molto di cuore, ma aveva poca costanza, un giorno lasciava una preghiera, un giorno un'altra. Una volta che la Madonna gli apparve lo guardò di brutto e lui, stupito e confuso, le chiese il perché; e la Madonna gli disse: Perché sei incostante nel pregare. Allora sì che si è messo a pregare con costanza!

Fate anche voi così, e non cambiate sempre. Dopo il Pater l'Ave Maria è la più bella preghiera. Perché stancarci di dire il Pater? quante volte il bambino chiama la mamma? Fino ad annoiarla la chiama. E’ così bello dire: Fiat voluntas tua! Ci sarebbe da meditare tutta l'eternità su questa preghiera.

Certuni tutte le preghiere nuove che sentono vogliono dirle. Non cambiamo tanto spesso le preghiere. La più bella è quella che ci ha insegnato N. Signore stesso e che ora continua ad insegnarci la Chiesa.

 

SR. GIACINTA UNIA

... Sono necessarie le preghiere vocali? Sicuro, siamo obbligati a pregare anche colla voce. Che cosa volete, siamo teste piccole, abbiamo bisogno anche delle preghiere vocali. La massima parte delle indulgenze sono annesse alle preghiere vocali.

Tanti dicono: io prego col cuore, ma tante volte quello è pigrizia; tanti sembra abbiano paura di farsi venire male allo stomaco a pregar forte. E poi chi prega bene coll'anima è impossibile non salti fuori colle parole; quando si ha un po' d'entusiasmo è impossibile non venga fuori anche colle parole. Certuni dicono: io pregherei solo mentalmente; purché non s'addormentí... e poi, piaccia o non piaccia, ci vuole un po' di tutto.

Però non basta pregare colle labbra; se non è accompagnata dal cuore la preghiera non val niente; del resto ci meritiamo quel rimprovero fatto agli Ebrei per mezzo d'Isaia: Questo popolo mi onora con le labbra, ma col cuore è lungi da me.

 

Bisogna stare attenti a ciò che si dice, a ciò che si fa; bisogna ricordare quelle tre attenzioni che vi dissi: attenzione alle parole, al senso, a Dio. Pensare al senso è la migliore; se non capite pensate al Signore.

Bisogna non mangiare le parole, dire tutti gli et ed invece di dire Amen, non dire solo am.

Le preghiere in comune debbono dirsi da tutte, sia pregare che cantare e non aver paura di farci venire il mal di stomaco per pregare o cantare. Non ci è mai morto nessuno per aver cantato.

Preferire sempre le preghiere comuni alle particolari; si deve lasciare piuttosto una preghiera nostra particolare che una comune, quando si fosse costrette per necessità a lasciarle. Le preghiere devono essere costanti e non lasciarle facilmente né cambiarle.

Non solo essere divote dell'Angelo Custode nel mese di ottobre, della Madonna nel mese di maggio e poi dimenticarli, ma essere sempre divoti. Non mai stancarsi di ripetere sempre le stesse preghiere; non andare sempre in cerca di nuove preghiere; le preghiere più belle sono quelle che N. Signore ci ha insegnato e che la Chiesa ci insegna.

 

SR. EMILIA TEMPO

La preghiera si divide in mentale e vocale. Il voler solo pregare mentalmente. certe volte è anche una pigrizia. Chi prega bene mentalmente, è impossibile che in un momento d'entusiasmo non venga lo slancio di dire qualche cosa... Se non c'è entusiasmo... Ma se c'è vien persino voglia di cantare, viene naturale...

Quelli che dicono: lo pregherei sempre così (mentalmente)... sì, purché non t'addormenti... L'una preghiera è necessaria e l'altra anche. Ma bisogna recitarle col cuore e non solo colle labbra; allora si medita anche. La preghiera vocale è la conseguenza delle mentali; far male le preghiere è burlare N. Signore; direi che è meglio non pregare se non son d'obbligo... Ah,.ho paura dello stomaco!... ah, non è mai morto nessuno per aver cantato le lodi del Signore.

(Per pregar bene): l° Attenzione; 2° non mangiare (le parole); 3° si preghi da tutti; 4° preferire le comuni; 5° costanti (ci stucchiamo perché non pensiamo a quel che diciamo). Chi si stucca di chiamar Dio nostro Padre? Il bambino stucca tutti col chiamar mamma... E dire: Fiat voluntas tua. Com'è bello dire che sia fatta la volontà del Signore!...

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org