INAUGURAZIONE DELLA NUOVA CAPPELLA

18 settembre 1921

 

XVI. 20

Ho benedetto la nuova Cappella; e questa è la terza, e non sarà l'ultima. Perché il Signore volle così mutare la sua reale dimora? Già nell'Antico Testamento Dio non si fissò in un posto, dove venire adorato; ma fino a Salomone l'Arca si trasportava di luogo in luogo. Così nei primi secoli della Chiesa per le persecuzioni. Voi come missionarie onorerete Gesù prima nelle cabine dei piroscafi, poi sotto le tende, e quindi in misere Cappelle in aspettazione di vere Cappelle e Chiese.

A me pare che il Signore volle cambiare il luogo della Cappella per prepararvi a vedere e sentire Dio in ogni luogo.

 

Dovete svincolarvi dalle esteriorità per potervi concentrare dove Gesù si trova presente durante la S. Messa e lungo il giorno e la notte. In breve bisogna avere con noi lo spirito di fede da sapere vedere Gesù dove si trova, e compiere con Lui dovunque il nostro dovere. Quando io era cbierico, andando in vacanza, mi lamentava col mio Direttore Spirituale di dover poi trovarmi in Chiese non più divote come la Cappella del Seminario, talora non pulite ed ordinate. Ed egli da uomo di fede qual era, mi rispondeva che doveva come preferire questi posti, dove Gesù era trattato male o meno bene per riparare e consolare Gesù colle mie visite fervorose. Così dovrà essere di voi. Il luogo dove il Sacerdote prega e celebra la S. Messa, è luogo santo, e si deve colla fede tenerlo per santo: Locus iste sanctus est, in quo orat sacerdos. Dovunque è presente Gesù, Egli è nostro amico, nostro cibo e vittima per noi (V. Quad. VIII p. 12).

VIII. 12 [vedere al 6 dicembre 1912]

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Avete passata una buona campagna? Ringrazíatene il Signore. Adesso bisogna che vi mettiate a posto e incominciate sul serio. Avete trovato un cambiamento nevvero? La cappella nuova! Vedete, prima avete avuta quella delle Consolatina, poi quella che avete lasciata adesso; ora avete questa, ma non è ancora l'ultima, a l'è mak na tapa [è soltanto una tappa]; col tempo avrete poi la vera cappella, quella della vostra casa. A qualcuna forse rincrescerà non più pregare nella cappella che aveva per lei dei ricordi speciali: vestizione, professione e chi sa quante altre cose. Vedete, così vi avvezzate a pregare in tutti i luoghi. In tutti i luoghi che il Signore si sceglie bisogna pregare con amore e fervore, come se fossimo nel Santuario della Consolata. In qualunque posto quando si celebra la S. Messa, la fede e l'amor di Dio devono supplire a tutti gli addobbi esterni.

 

Il Signore c'è e... purché ci sia lui, poi basta. Come missionarie bisogna che sorvoliate sopra gli apparati esterni se no, quando vi diranno la Messa nella cabina del bastimento, per mancanza di queste esteriorità non pregherete più con fervore e con devozione, e così pure quando vi troverete in quelle povere cappelle di missione. La vostra devozione non deve consistere nella materialità esterna.

Quando ricevete nostro Signore nella S. Comunione, tenetelo nel vostro cuore, non lasciatelo più andar via. Il Signore è in Cielo e anche nel tabernacolo; e dal tabernacolo dirige tutta la casa. E’ lui il direttore; voi l'avete solo per voi.

 

Il Signore nel SS. Sacramento è cibo, amico vittima. Egli è nostro amico, quindi trattiamolo come amico; egli ci vuol bene e anche noi vogliamo bene a lui. Aver fede, pensare che è lì presente. Fare bene le genuflessioni, mandar via tutto quello che può distrarre, non perdere tempo a guardare in aria; poi quando salite le scale o siete in laboratorio o in qualsiasi altro posto, fate tante comunioni spirituali: dovreste farne a centinaia. Quando si fugge una persona non si è amici; tra amici ci vuole unione. Quando andate via di chiesa dite al Signore che venga con voi, e non fate neanche un solo passo che non siate alla sua presenza.

 

La S. Comunione è cibo e tante volte oltre ad essere cibo spirituale lo è pure materiale. S. Caterina da Siena è stata dei mesi solo con la Comunione'. Il Signore stesso ha detto: Ego sum panis vitae [io sono il pane di vita], io vi do la vita. Ricevendo la Comunione le piccole miseriucce si cancellano. Il Signore è un buon medico e desidera sempre di farci del bene. Mai lasciare di far la S. Comunione; anche se si abbia un po' di mal di capo, si faccia lo stesso; se non posso concentrarmi non fa niente, farò quel che posso.

 

Il Signore nella SS. Eucarístia è ancora vittima. Sta lì nel tabernacolo per noi, per ottenerci dall'Eterno suo Padre le grazie di cui abbiamo bisogno; sta lì ad aspettare che l'ubbidienza vi dia il tempo di andare in chiesa. Noi di notte dormiamo, e lui sta lì a vegliare per noi e compatisce i nostri bisogni. Ci piacerebbe qualche volta vederlo, nevvero? Ma la fede ci dice che c'è, dunque che bisogno c'è di vederlo? A non vederlo abbiam merito.

Fate il proponimento di allontanare tutte le distrazioni delle cose esterne e pensare solo al Signore.

 

SR. EMILIA TEMPO

... La nostra fede, il nostro amore, deve farci sentire la presenza di Dio in qualunque luogo si celebri la S. Messa, anche sotto una tenda... Deve supplire a tutto la nostra fede e il nostro amore.

Nelle chiese ove N. Signore è meno trattato bene dobbiamo preferire visitarlo, perché così supplisce la nostra fede e il nostro amore. Bisogna saperci sollevare un po' più in su. La nostra fede non deve essere attaccata alla materialità: N. Signore basta.

 

L'idea ch'io volevo infondervi è che N. Signore è con voi, è con noi in qualunque posto.

1° - Gesù sta nel S. Tabernacolo come amico: trattiamolo come amico; ci vuol bene più di quel che possiamo immaginarci... eh, vogliamogli bene anche noi... Gli amici si cercano... Le vostre comunioni spirituali dovrebbero essere a centinaia. L'amico non dimentica mai l'amico.

2° - E’ nostro cibo. La Comunione sostiene; guardare che sian sempre ben fatte; non lasciamoci disturbare da tutte le distrazioni, neanche dalle piccole mancanze... Gesù le perdona lui... coll'acqua santa si cancellano...

3° - E’ come vittima. Questo è importante: semper vivens ad ínterpellandum pro nobis [sempre vivo per intercedere a nostro favore].

N. Signore si è messo con noi che siam poveri, stia povero; bisogna che si contenti se non abbiamo tante cose.

 

SR. GIACINTA UNIA

... In qualunque posto quando si celebra la S. Messa la fede deve farci sentire l'amor di Dio e supplire a tutti gli addobbi esterni. La nostra devozione non deve essere attaccata agli addobbi, agli apparati. C'è il Signore? basta; e Lui c'è.

L'idea che vorrei infondervi è che il Signore è con voi, ciascuna in particolare, lo ricevete nella S. Comunione; tenetelo sempre nel vostro cuore, non lasciatelo andar via. E’ dal tabernacolo che il Signore dirige tutta la casa; è Lui il Direttore; voi l'avete solo per voi. Il Signore, nel SS. Sacramento è amico, cibo, vittima.

 

Egli è nostro amico, trattatelo da amico; Lui ci vuol bene, vogliamo anche noi bene a Lui. Aver fede, pensare che Lui è lì presente, far bene le genuflessioni, mandar via tutto quel che può distrarci, non perdere il tempo a guardare in aria, e poi quando salite le scale o siete in laboratorio od in qualsiasi altro luogo fate tante comunioni spirituali, dovreste farne a centinaia. Quando si fugge una persona non si è amici; tra amici ci vuole unione. State sempre alla presenza del Signore, non fate neanche un passo senza essere alla sua presenza.

 

La S. Comunione è ancora cibo; il Signore stesso ha detto: Ego sum panis vitae, io sono la vita... Ricevendo la S. Comunione, le piccole miseriucce le cancella. Il Signore è un medico buono, un medico capace, e desidera sempre di fare del bene.

Gesù nel tabernacolo è ancora vittima. Sta lì proprio per noi, sta interpellando per noi, per ottenerci le grazie di cui abbiamo bisogno; sta lì ad aspettare che l'ubbidienza ci dia il tempo per andare da Lui...

 

 

giuseppeallamano.consolata.org