CORRISPONDENZA ALLA VOCAZIONE

13 febbraio 1921

 

XVI.8

Domenica I di Quaresima - Corrispondenza - Vedi Quad. X p. 10

X. 10 [vedere al 21 febbraio 1915]

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Siamo in Quaresima: dobbiamo aver spirito di penitenza e di preghiera; bisogna pregare e far penitenza sempre, ma in questo tempo in modo particolare.

Oggi nel Vangelo si legge che il Signore digiunò nel deserto quaranta giorni e quaranta notti.

Si conta del Re di Spagna Filippo Il che quand'era moribondo, chiamò il figlio che doveva succedergli al trono: fa aprire uno scrigno, ne fa trarre uno strumento di disciplina e dice: Guarda, quest'oggetto è già stato imbevuto del sangue di mio padre e del mio e d'ora innanzi dovrà pur essere imbevuto del tuo; se farai così il Signore ti benedirà durante il tuo regno. - Questo fu il ricordo che Filippo Il diede a suo figlio. Era re e si dava la disciplina; vedete quindi che questo non è solo per i claustralí, ma per tutti. Il Signore disse: Se non farete penitenza tutti, perirete tutti.

 

Si fa penitenza per tanti motivi. Primo: per i nostri peccati, poiché sapete che benché ci siano perdonati ci rimane sempre da scontare la pena temporale, o qui o in purgatorio. Si pecca tanto sovente, sia pur in piccole cose, e bisogna far penitenza per scontare queste pene.

Il grande Arcivescovo di Milano, Andrea Ferrari (è morto pochi giorni fa) nel suo testamento disse (per umiltà) che andava in purgatorio e perciò non lo dimenticassero; pensare che già da qualche anno faceva il purgatorio qui in terra. Aveva una malattia che non gli lasciava prendere niente. E’ stato di vera edificazione.

Bisogna acquistar l'abito della penitenza in questo tempo. Ma noi non possiamo far come i santi che prendevano solo pane e acqua, mangiavano una volta sola al giorno o stavano colla sola Comunione; noi se non mangiamo due o tre volte ... ; ah, siamo sempre in refet- torio! Bisognerebbe chiuderlo! Oh, quanta miseria umana! Questo deve umiliarci davanti a Dio perché facciamo come fanno le bestie... son sempre lì davanti alla grúpia [greppia]... Abbiamo da mangiare troppo sovente... E poi, per quel che digiuniamo noi... Una bisogna dispensarla per questo, quell'altra da quello.... per un motivo o per un altro... tutta bontà dei Superiori...

Il Signore ha detto: « Se non farete penitenza, perirete ». Tutto serve: voler solo mortificare lo spirito non basta, bisogna anche mortificare il corpo. La penitenza è una vera necessità: bisogna battere il corpo perché si sollevi l'anima. La penitenza si può esercitare in tanti modi. Ricordate quel che faceva S. Pietro d'Alcantara: chiedeva perdono al suo corpo per averlo troppo maltrattato. La penitenza si può esercitare in tanti modi.

 

L'Epistola di quest'oggi è un pezzo della 2° lettera di S. Paolo ai Corinti; questo tratto è proprio fatto per questo tempo. Dice così: « Vi esortiamo, vi scongiuriamo che non riceviate la grazia di Dio inutilmente, senza farne profitto ». 1 Corinti erano di fresco convertití e perciò S. Paolo li esortava che avendo ricevuta la grazia della fede la facessero fruttificare.

 

Io applico la cosa a voi e dico: Voi non avete solo ricevuto la grazia della fede, non solo la grazia di questo tempo quaresimale, ma avete la grazia della vocazione, e che grazia è questa! Vocazione religiosa all'apostolato. Come dice S. Paolo, per carità non ricevetela inutilmente. State attente, scuotetevi.

Sapete quel che ho già detto altre volte. Ci sono tre sorta di gente. Quelle che non corrispondono; quelle che corrispondono per metà e quelle che corrispondono interamente, con tutto il cuore, con tutta la mente.

Quelle che non corrispondono... ah! quelle lì se ne vadano. Io credo che non c'è nessuna che non corrisponda niente, che non capisca niente. Quindi quelle che non corrispondono proprio niente, io credo che non possono neppur stare. Qualcuno di là, una volta disse: Qui dentro chi non corrisponde non può stare, non può resistere. -

Ma ci son di quelle che conoscono la preziosità della grazia di Dio, ma nell'atto pratico poi fanno poco o niente. Se le vedete girar per la casa son come le altre; fanno meditazione, vanno in chiesa come le altre; e fanno tutto; niente da dire. Esternamente non c'è niente che esse non facciano. Sono come le statue. Questo dico, in certe comunità. Volete conoscerle queste? Son sempre le stesse; passa un mese, passa un anno, ne passano due: sono più buone di prima? Son sempre le stesse. Superbe erano quand'erano postulanti, superbe quan- d'erano novizie; superbe quando furon professe. Non dico non aver più tentazioni; di queste ne avremo sempre; ma che lavoro hanno fatto per vincersi?... Passano gli anni e così quando avranno da andare in Africa, non avranno fatto niente.

 

Sì, le preghiere le dicono, ma non con quel fervore ... ; non dico che vadano a fare la Comunione come anno a fare la colazione, no, questo sarebbe troppo, ma proprio quell'avanzamento nella perfezione non lo fanno ... ; quello che erano prima sono adesso! Ce ne sarà anche in mezzo a voi? Spero che non ce ne siano tante: vorrei che non ce ne fosse nessuna!... Occupano il tempo quelle persone lì, e son sempre le stesse; non fanno quello sforzo una volta tanto... Su, costi quel che vuole, via!...

 

Ce ne poi un'altra classe. E’ quella che ha buona volontà; qualche cosetta sì, va facendo ... ; non si è più tanto maligne, non più tanto superbe...; ma hanno paura di farsi sante, di essere troppo generose col Signore., Fin lì sì, ma se il Signore le mette alla prova... se le cambiano di posto senza dire il motivo... non dicono di no... ma...

Un giorno una persona mi diceva: Mi ci vogliono tre o quattro giorni a mettermi a posto quando ho qualche dispiacere. - Troppo, troppo, dissi io, bisogna mettersi a posto subito... Tu misuri e misuro anch'io; e che cosa ne resta? Resta che non son neppur soddi- sfatti loro a misurar così. In comunità bisogna sbattere la gente per vedere se hanno virtù. Ah! se viene un'occasione!... gridano come aquile. Sbatterle senza pietà... Io vorrei vedere se vi mettereste subito a posto. Non bisogna essere della seconda classe; andranno anche in Paradiso, ma passeranno in purgatorio perché non sono generose col Signore.

La terza classe poi è la più bella; quella non fa eccezioni al Signore. « Signore, che cosa vuoi che io faccia? ». Fanno come S. Paolo; egli non ha mica detto: Signore, Signore, io vi seguirò, ma prima vado a casa ... ; oppure: Signore, seguirvi in questi tempi di persecu- zione... io starò bravo a casa...

 

Quelle che appartengono a questa classe sono generose; dicono al Signore: Qualunque cosa vogliate, o Signore, la farò, con la vostra grazia. Se tutti venissero contro di me, il mio cuore non tremerà. - Questa è la generosità che si deve avere; ma non solo dopo la Comunione o dopo gli Esercizi, ma abitualmente tutti i giorni dell'anno. Non: oggi son melanconica, farò poi domani... No no, anche nella malinconia bisogna fare. S. Teresa in tanti anni di aridità ha sempre amato il Signore, ha sempre tenuto fermo. E così S. Caterina. Un giorno si lamentava che il Signore l'aveva abbandonata; ed invece il Signore era lì nel suo cuore...

Vogliamo sempre i dolci... Ah! vedrete, verranno anche per voi in Africa quei momenti... Vi alzerete magari colla malinconia... ah, vedrete, vedrete... - Un giorno ero andato a trovare Mons.negli ultimi suoi anni; era là solo e mi disse: Mi sento tanta melanconia che piangerei sempre; il segretario mi ha messo qui i canarini perché mi rallegrassero, e invece mi fanno venire ancor più voglia di piangere. E poi soggiunse: Ma come? io devo piangere? No che non piango.

 

Così voi, quando sarete poi in Africa ed avrete la malinconia, non vorrete più sentire le compagne, vi metterete in un angolo, non farete più niente... Ma no, tirate dritto. Quelle lì che sono risolute e camminano a costo di qualunque sacrificio, e son decise di far la volontà di Dio, fanno del bene. Bisogna imitare S. Francesco di Sales che ha detto: « Ci son già tre S. Francesco, io sarò il quarto »... Oh! il superbaccio!... (sorride) Ebbene è stato il quarto; aveva una volontà di ferro. Costi quel che vuole, ma bisogna riuscire santi. Guardate di corrispondere alla grazia che avete ricevuta.

Per corrispondere bisogna non essere nella prima classe, perché quelli dicono sempre: Cras, cras [Domani, domani]; e neppure nella seconda, perché non sono generose col Signore, per cui Egli deve tenere la mano un po' stretta. Bisogna proporsi il fine della nostra santificazione e avanti, costi quel che vuole.

In quei giorni neri diciamo al Signore: Ma Signore, voi non avete mica lasciata la croce per la strada, aiutatemi. - Per vivere con pace e contentezza anche in questo mondo bisogna essere della terza classe. Se faremo quello che sta a noi, allora la grazia di Dio non manca, il Signore ci benedice. S. Paolo diceva: Non posso niente, ma con la grazia di Dio posso tutto.

Guardate di passar bene questo santo tempo: è il più bel modo di prepararci alla Pasqua.

 

SR. EMILIA TEMPO

Siamo in Quaresima: dobbiamo avere spirito di penitenza e di preghiera. La penitenza, dopo il peccato originale, è di prima necessità. Battere il corpo per sollevare l'aníma... Bisognerebbe che fossimo così superiori sul nostro corpo da potergli far fare quel che vogliamo. Ci vuole lo spirito di penitenza.

 

Paolo dice nell'epistola di oggi: Fate fruttificare la grazia; che non vi sia vacua. La Quaresima è un tempo di grazia - un tempo accettevole - per carità, fatene profitto, non lasciate passare invano questo tempo.

Voi non solo avete ricevuto la fede, ma la vocazione e, come S. Paolo he lo diceva per la fede, la Chiesa lo dice pel tempo di Quaresima. Ed io per la vocazione vi dico: per carità, fatene frutto, corrispondete!

 

Riguardo all'epistola del giorno, io applico la cosa a voi e dico: voi non avete solo ricevuto la grazia della fede, non solo la grazia di questo tempo quaresimale, ma la grazia della vocazione. E che grazia è questa! - Vocazione religiosa apostolica - Come S. Paolo vi dico: Per carità non ricevetela inutilmente, state attente, scuotetevi.

Sapete quel che vi ho già detto altre volte; vi sono tre sorta di gente: l° quelli che non corrispondono; 2° quelli che corrispondono solo per metà; 3° quelli che... ah, vanno avanti, corrispondono interamente, con tutto il cuore, con tutta la mente.

1° - Della prima classe, di voi, non credo nessuna; qui dentro non si può resistere se non si corrisponde.

 

2° - Ma ci son di quelle che conoscono la preziosità della grazia di Dio, ma all'atto pratico fan poco o niente. Se le vedete girar per la casa, son come le altre: fan la meditazione, vanno in chiesa come le altre, e fanno tutto: niente a dire. Esternamente non c'è niente che esse non facciano; sono come statue. Ma volete conoscerle? Sono sempre le stesse. Passa un mese, un anno, due anni; son più buone di prima? Son sempre le stesse. Era superba, è superba; era maligna, è maligna; si accorge che non è aumentata in niente; non dico fervore sensibile, ma... Quel che c'era prima, c'è: è sempre la stessa... Questo non è corrispondere: è una vacua. E’ rendere inutile la grazia di Dio. Vanno alla Comunione, non dico come a colazione... Si fa tutto come le altre, si va in chiesa, si sta là... almeno a scaldare i banchi; si va alla Comunione, non dico come si farebbe colazione, ma... non parlo di sensibilità, no... Una malinconia mi getta giù... ma se non ho generosità di mettermi sul serio... Ci son di quelle che fan qualcosa, ma ... non dico di non aver più tentazioni... ma, se non si mandano via! ... quelli che ci vuole un po' di tempo per mettersi a posto... Ci son certa gente che van lì così... non son tanto generosi col Signore... Tu misuri ed il Signore misura... resta che non so neppure soddisfatti loro a misurare così. - Nelle comunità bisogna sbatterle senza pietà, mortificare anche in pubblico, se no all'occasione gridano come aquile.

Non bisogna essere nella seconda classe... eppure ce ne sono tante. Faran del purgatorio perché non son generose; bisogna .

 

3° - La terza classe poi è la più bella. Quella non fa nessuna eccezione al Signore: Signore, che cosa vuoi che io faccia? Fan come S. Paolo. Egli non ha mica detto: Signore io vi seguírò ma prima vado a casa; oppure: Ma Signore... seguirvi in questi tempi di per- secuzione... - Non ha mica fatto difficoltà. Ma io non mi sento... Quelli che fan così non son generosi; ma quelle della terza classe, ah! son generose. Queste nelle tentazioni dicono: se anche tutti venissero contro di me, il Signore è con me. Ma non nell'abbondanza, dopo la Comunione, dopo gli Esercizi; ma abitualmente, tutti i giorni del- l'anno. Questa sì che è generosità. Non: oggi son melanconíca, farò domani. No, no: nella malinconia, bisogna fare.

S. Teresa in tanti anni di aridità ha sempre amato il Signore, ha sempre tenuto fermo. E così S. Caterina. Un giorno si lamentava che il Signore l'aveva abbandonata ed invece il Signore era lì nel suo cuore... Eh, vogliono sempre i dolci questa gente...

Arriveranno anche per voi i giorni neri, massime in Africa: mi alzo con la malinconia, certe cose non si possono neppur dire, non sono peccati... e allora saper dire: malinconia o non malinconia, via!

 

Mons. Gastaldi negli ultimi suoi anni aveva tanta malinconia; un giorno sono andato a trovarlo. e mi disse: Mi sento tanta malinconia che piangerei sempre, ma il Signore mi ha dato forza d'animo e non piango. Così voi, quando sarete in Africa e avrete la malinconia, non vorrete più sentire le compagne, vi metterete in un angolo, e più nessuno può parlarvi... No, tirate dritto!... Ah, quelli della terza classe! quelle lì che son risolute a camminare a costo di qualunque'sacrificio e a fare la volontà di Dio, faranno del bene.

Ricordatevi: non della prima, non della seconda, ma della terza classe: che fan le cose con generosità. Imitate S. Francesco di Sales: voleva essere il quarto santo... oh! superbaccio (sorride)..., e lo fu. Niente... Generosità. Costi quel che vuole, voglio essere santa, voglio corrispondere bisogna non essere della prima classe, quelli che: cras; non quelli della seconda che non son generosi col Signore. Ma: voglio essere generosa , Signore, aiutatemi. Voi non avete mica lasciato la croce a metà stada...

L'epistola di oggi S. Paolo la dà per la fede, la Chiesa pel tempo ed io per la corrispondenza. Là, promettete di passare con questo spirito questo tempo.

 

SR. GIACINTA UNIA

In Quaresima ci vuole spirito di penitenza e di preghiera; dovete sempre pregare, ma in questo tempo in modo particolare; così della penitenza: ce ne vuole tutto l'anno, ma in questo tempo in modo particolare.

Si narra che un re di Spagna, Filippo Il, quando era moribondo, fa chiamare il figlio e fa trarre dallo scrigno uno strumento di discíplina e consegnandolo al figlio gli dice: « Prendi questo strumento: è già stato imbevuto dal sangue di mio padre e poi dal mio; d'ora in- nanzi deve essere imbevuto dal tuo. Se farai così il Signore ti benedirà ». Benché fosse re, si dava la disciplina... Far penitenza non tocca solo ai claustrali.

Il Signore ha detto: se non farete penitenza perirete. Bisogna far penitenza pei nostri peccati; se non sconteremo qui la pena temporale, la sconteremo in Purgatorio,

 

Bisogna prenderlo bene questo spirito di penitenza, acquistarne l'abito... Quando mangiamo bisogna che ci umiliamo, perché quando mangiamo assomigliamo alle bestie che son sempre alla grupia... Bisogna mortificare lo spirito, soprattutto, ma bisogna mortificare anche il corpo; fare l'uno e l'altro. Cercare tutti i modi per mortificarci; se siamo pigri, mettiamo più energia; se non siamo sinceri, farci sinceri, non nascondere i difetti; se siamo superbi, cerchiamo di umiliarci ecc. Bisogna essere superiori al nostro corpo e fargli fare tutto quello che vogliamo.

 

Quest'oggi nell'epistola della Messa (lettera eli S. Paolo ai Corintí II) dice ai suoi cristiani: vi scongiuro di non ricevere la grazia di Dio inutilmente (S. Paolo parlava dello spirito di fede, che ricevuto la fede la facessero fruttificare).

 

La Chiesa applica queste parole al tempo di quaresima, questo è il tempo accettevole, sono i giorni di salute ecc.

Io applico queste parole a voi; non solo voi avete ricevuto la grazia della fede, la grazia di questo tempo di Quaresima per far penitenza, ma avete ricevuto la grazia della vocazione religiosa; per carità vi scongiuro, non ricevetela inutilmente; state attente, scuotetevi fatela fruttificare.

In comunità ci possono essere tre sorta di soggetti: quelli che son sempre lo stesso, quelli che corrispondono solo per metà, e quelli che corrispondono con tutta l'anima, con tutto il cuore, con tutta la mente.

Di quelli che non corrispondono non credo che ce ne sia qua dentro... chi non capisca che è un fico fatuo, non credo ci possa stare qui dentro. Però ce ne sono di quelli che conoscono la necessità della corrispondenza alla vocazione, ma fanno poco; fanno la meditazione come gli altri, ma stanno là a scaldare i banchi come tante statue: son sempre gli stessi... passa un mese, un anno, e se si domandassero: son più buona di quando son venuta? potrebbero rispondere: ero superba quando sono entrata, superba da novizia e superba ora da professa; ero maligna e sono ancora adesso maligna e sono sempre la stessa; che lavoro ho fatto per vincermi? e se andrò in Africa che cosa farò? - Ah! passare le giornate senza aumento di perfezione, questo non è corrispondere alla grazia di Dio. Stanno solo lì ad occupare la terra inutilmente. Ci sono quelle che fanno le cose bene, hanno buona volontà di emendarsi, non sono più tanto superbe, ma si direbbe abbiano paura a farsi sante; non sono generose e il Signore dice: tu misuri, e misuro anch'io... - Se da un dato ufficio sono cambiati e messi nell'ultimo ufficio, ce ne vuole a mettersi a posto. S. Ignazio diceva che a mettersi a posto dopo qualche disgrazia gli bastava un quarto d'ora di meditazione, ma credo che lo dicesse per umiltà perché io dico: bisogna mettersi subito a posto.

In comunità bisognerebbe sbatterla la gente, metterla al salto mortificarli in pubblico, non per provarli, ma sul serio.

Non bisogna essere nella seconda classe: andranno in Paradiso, ma passeranno per il Purgatorio. Quelli della terza classe non fanno nessuna eccezione al Signore; anche e vengano prove, tribolazioni, non temono niente, son sempre generosi costi quel che costi, pur d'essere santi. Quelli che sono risoluti farsi santi, di fare la volontà di Dio, Egli li benedírà. Pro- mettete di, essere generose, energia sempre.

 

 

 

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