S:FRANCESCO ZAVERIO

3 dicembre 1922

 

XVI. 39

Noi siamo soliti ammirare S.F.Z. e poi nulla più. Siamo pari a lui nella vocazione religiosa e missionaria, e perché non potremo divenire santi, e fare tanto bene come Lui? In 36 anni di vita e 10 anni di Missione venne così grande,ed operò tanto bene da eguagliare e sorpassare tanti altri missionari, da essere considerato, dopo gli Apostoli il maggior missionario che abbia esistito. Eppure io son d’opinione che voi tutti potreste diventare come lui e operare anche miracoli. Infatti non est abbreviata anche ai nostri tempi manus Domini. Questa è pure la volontà di Dio, quid vult omnes homines salvos fieri et ad agnitionem veritatis pervenire; sono ancora milioni gli infedeli da convertire. Dunque non rimane che siamo santi e zelanti come S.Francesco.Ma d’una santità speciale anche eroica. Ed è ciò che manca per non riuscire un religioso e missionario perfetto. S.Francesco convertito da S.Ignazio col Quid prodest, abbandonò ogni cosa e gli stessi parenti, vinse ogni ripugnanza, si donò a Dio intieramente e con perseveranza. Facciamo noi pure così, e riusciremo tante copie del Santo…

 

 

S.CARMELA FORNERIS

Oggi è S.Francesco Zaverio: son tre secoli che è stato canonizzato. Presto porteranno a Torino il suo braccio destro con il quale ha dato il battesimo a tante migliaia di persone. Il suo corpo è seppellito proprio là dove è morto, ed il braccio destro l’han portato a Roma.

 

Ora lo portano qui a Torino, perché Torino l’ha eletto suo compatrono. Fanno tre giorni di festa nella Chiesa dei Santi Martiri: nel primo giorno funzionano i nostri missionari. Fanno delle festone: pensate dopo 300 anni!

S.Francesco Zaverio si è fatto tanto santo: ha fatto tanto bene, ha salvato tante anime, perciò ha sopportato tante fatiche. Come va che tanti missionari e missionarie non fanno più come ha fatto lui? Eh?… Qualcuno dirà: Ma, il Signore ne sceglie solo uno di tanto in tanto. No no, non è vero. Se uno fosse santo come S:Francesco Zaverio, farebbe tutto come S:Francesco. Sono ancora milioni le anime da salvare; perché il Signore non farebbe questa grazia? Eh…perché non trova anime come S.Francesco Zaverio. Voi non siete come S.Francesco Zaverio, perciò non vi fa quella grazia lì. Certe volte pare di fare chissà che cosa!…pare di fare una grazia, una carità al Signore e farci missionari. E’ una grazia che il Signore fa a noi. Ne aveva tante da prendere di qua e di là, ed ha fatta la preferenza a noi.

 

Noi diciamo sempre: voglio farmi santa; ma…usiamo i mezzi?

Veniamo all’atto pratico. S.Francesco Zaverio era uno zerbinotto: gli piaceva tanto andre ben vestito e mentre i suoi fratelli han preso tutti la carriera militare, egli ha voluto studiare per sollevare la famiglia che era nobile, ma caduta un po’ in basso. Andò a Parigi, studiò molto; fu poi professore ed insegnava all’Università di Parigi. E tutto questo per guadagnare denari e veder celebre la sua famiglia. Ci sono tanti nel mondo che cercano solo di montar su. Poi arrivò a Parigi S:Ignazio (era anch’egli spagnolo e già convertito al Signore). E cercava di ragionarlo, ma Francesco vedendolo lì tutto stracciato e disprezzato non voleva ascoltarlo.. Ma S:Ignazio insisteva e gli diceva sempre: Quid prodest [a che giova]? E a forza di fare, con la grazia di Dio, gli fece fare gli Esercizi spirituali: un po’ per amore e un po’ per forza glieli ha fatti fare. Allora S:Francesco cambiò: non volle più saperne né di onori, né di denari, di niente insomma e si mise nelle mani di S:Ignazio, il quale non gliele risparmiava . Vinse tutte le sue passioni e diventò un religioso così fervente che S:Ignazio doveva stare attento perché non si sacrificasse troppo. Si diede come perso al Signore.

 

Si dava a N.Signore, diceva egli, con mani e piedi legati, perché il Signore facesse di lui uno schiavo. Gli è costato un occhio! Era affezionatissimo alla famiglia: E poi più niente; era staccato. Volevano farlo andare a casa sua per aggiustare gli affari, ma non è andato, è andato S:Ignazio. Un’altra volta volevano farlo andare a casa perché l’avevano eletto al canonicato, ma egli non è andato; ha tenuto sempre fermo. Ha dovuto tanto guerreggiare contro il demonio.. E poi, quando la gente lo vedeva andare per la città malandato…Ma ha vinto tutto. Non andò mai più a casa, neppure quando partì per le Indie andò a vedere la sua vecchia madre. Non leggeva neppur più le lettere. Ah! Si, ha fatto una vita da santo, per cui meritò dal Signore tante grazie. Era ricco, era sensibile. Chissà come sentiva! Chissà quante ore ha passato nell’agonia ma ha vinto tutto.

 

Bisogna essere santamente crudeli, avete capito? Sine ut mortui sepeliant mortuos suos [lascia che i morti seppelliscano i loro morti]… Invece voi siete attaccate un po’ ai parenti, un po’ al mondo, un po’ alle compagne… e N.Signore non sa che cosa farne di quella roba lì. Se fate così sarete mezza misssionaria…, un terzo di missionaria, ma vera missionaria non lo sarete mai. Nessuna di voi è santa come S,Francesco Zaverio. Se qualcuna si sente di fare come ha fatto lui, me lo dica che io aspetto poi dei miracoli.

S.Francesco ha fatto tante cose; il Signore l’ha difeso da tanti pericoli, per lui ha fatto tanti miracoli. Così il Signore è disposto a fare per voi, ma voi non siete S.Francesco. Voi, sareste capace di passare sotto le finestre della vostra casa e non guardare?… Per fare il bene come S.Francesco bisogna avere la virtù eroica che aveva lui. Se non avete la virtù eroica sarete lì…; si fa un po’ di bene, si si, ma… Ci sono tante suore che girano per Torino ed anche tanti preti, ma non fanno mai miracoli.

 

Il Signore quello che faceva una volta lo può fare anche adesso. Non bisogna tentare il Signore. Per una missionaria sono necessari i doni straordinari, ma per meritarli bisogna essere santi. Noi cerchiamo i nostri comodi; abbiamo un po’ di fumo per la testa; siamo un po’ attaccati al mondo. Voi siete venute qui per riuscire vere missionarie come S:Francesco. Il Signore vi darà tutte le grazie come ha dato a lui, perché è mica che dia questi doni ogni trecento o quattrocento anni…no; solo che non ve li da perché siete lì pigre. Si tratta di vincere una ripugnanza… e ci vuole un giorno a mettervi a posto. Un giorno?! Subito. Così in altre cose. Si tratta di fare un sacrificio? Uh! Pare la fine del mondo vincere le ripugnanze.

 

Ricordatevi di quello che ha fatto S.Francesco a Venezia. Aveva tanta ripugnanza per le piaghe, lui tutto delicatino; un odore gli avrebbe fatto venire mal di capo. Ebbene, sapete quel che ha fatto? Andava sempre a chiedere ricovero all’ospedale (andava anche a domandare alle porte ed una volta gli han detto: plandrun [pigrone], v a lavorare) ed un giorno all’ospedale c’era un ammalato che ributtava ed egli: Come io non ho da vincere questo? E si è messo a curarlo e siccome gli ripugnava tanto,allora andava adagio,sempre più adagio,, e poi si è messo lì con la lingua e…La lingua voleva fare in fretta, ma lui: no,adagio,adagio. Ed ha pulito quella piaga.

E sapete che grazia gli ha dato il Signore? Che dopo non aveva più ripugnanza per nulla. Voi dovrete anche farne degli atti eroici e farli per amor di Dio e con carità, altrimenti quei poveri infelici non si convertono. Voglio che teniate a mente questo: se foste sante come S.Francesco Zaverio, avreste tutte le grazie di S.Francesco Zaverio, anche i miracoli, perché i miracoli sono ancora necessari al presente per convertire gli infedeli:se non avete tutto questo è perché non siete sante. – Oggi è ritiro mensile, fate l’esame.

 

Voi direte:Oh! È una crudeltà non consolare tutti i parenti. Pensate che tra qualche giorno non ci sarete più… essi metteranno due lacrime (saranno vere, non voglio dubitare dei parenti)…, ma, son cose che passano…Io vedo tanto chiaro queste cose, e vedo anche che non siete ancora come S:Francesco Zaverio.. – Dio ed io; io e Dio! – Oggi son venuto con l’idea di far così: ho visto che cos’è questo mondo! Che cosa ci resta dopo? Resterò io davanti al Signore: nessuno avrò, né a destra né a sinistra. C’era un po’ il Sig. Vice Rettore per me… ma ci siamo solo sempre amati nel Signore… (nel dir questo il nostro amatissimo Padre posa lo sguardo sulla fotografia del nostro carissimo Sig. Vice Rettore, appesa alla parete, e prende un aspetto mesto e profondamente addolorato)

 

Bisogna essere un po’ più generosi in tutto: non aver paura di tutti i bubù [malucci]… Più fede in Dio e coraggio. Fate la meditazione di S.Francesco Zaverio. Io dico così: i santi non son nati santi, ma si son fatti santi; e tutti quelli che vogliono farsi santi, ma veramente santi, il Signore li aiuta e li fa santi. Le grasie di Dio non mancano e quando si tratta di una missionaria, è obbligato a dargliele. Ma bisogna corrispondere, prepararci, staccarci da questo mondo così brutto. – Io voglio bene ai parenti, ma solo per il loro bene… - Si si, volete bene a voi stesse. E sista lì a pensare: chi sa che pena farà loro a vederci partire, chi sa, chi sa…Ma sì, il Signore darà oro la grazia di santificarsi con le loro croci e fare il purgatorio in questo mondo. Bisogna essere crudeli, santamente crudeli. E andte adesso a dire ai parenti che ho detto questo… (sorride) Neh! Lo sapete il fatto dellla Chantal. Dovette passare sul corpo di suo figlio. Dice che fu un momento terribile e non sa come ha potuto fare. E l’ha fatto, ed è il benignissimo S.Francesco di Sales che glie’ha fatto fare.

 

Dunque concludiamo che anche noi vogliamo farci santi. Ma non bisogna solo dirlo o pensarlo: bisogna usare i mezzi. Staccarsi da tutto, da tutto. Il Ven. Cafasso –diceva mons.Bertagna – non voleva saperne delle cose della terra.

Dunque un po’d’esame a questo riguardo. Perché vedete, è questione di riuscire vere missionarie o solo così, così… Non dico di mestiere, ma… Perché ci son così pochi santi e sante? Perché vivono così, tanto da salvarsi. Questo vuol dire che il Purgatorio è sempre pieno; nell’inferno si spera di non andare per misericordia di Dio. Ma così non andremo in mezzo ai Serafini; ci mettono poi in mezzo alla gente ordinaria.

Dunque raccomandatevi a S.Francesco Zaverio, che vi dia un po’ delle sue virtù affinchè possiate staccarvi da tutto e mettervi con impegno. Esercitare poi la carità vicendevole che una poi dia la vita per l’altra; e mai una parola contro una sorella: qusto sarebbe da vipera. Se ci son dei difetti, si usano dei bei modi per correggerli. Mai mettere la discordia contro i superiori.

 

Questo è il ricordo principale che lascio a quelle che partono: carità, rispetto ai superiori qualunque siano, benchè più giovani di voi; dal momento che sono superiori, basta: rappresentano Dio. E guai a quelle linguue che mettono male, che sparlano. – Io ho parlato senza pensarci. – Oh?! Pensaci!

Ricordatevi del fatto di S.Filippo. C’era una contessa che mormorava sempre. Stanco di dirle che tenesse la lingua a posto, un giorno le comandò di prendere una gallina e ne spargesse le piume per Roma. Quella signora obbedì al santo e dopo aver fatto quel sacrificio se ne tornò da lui col pollo spennacchiato (La gente che la vedeva far quel lavoro per la strada rideva e credeva impazzita). Il Santo le disse: Adesso passi di nuovo a raccogliere tutte le piume e me le porti qui. – E’ impossibile rispose la signora, il vento le ha disperse. – Allora, riprese S.Filippo, ecco ciò che fa la sua lingua; mette male di qua e di là…; e poi, quelle parole che ha detto a destra e a sinistra come raccoglierle?

Non si può: dare. Dei giudizi dei superiori e delle sorelle, mettere male di qua e di là…; e poi una volta che il male è messo fuori, come aggiustarlo? Come raccogliere le piume? In Africa ce ne sono delle piume!! Ricordatevene.

Dunque vedete, stasera è una filippica… Io vi ripeto che se foste sante come S.Francsco Zaverio, fareste virtù e miracoli come ha fatto S.Francesco Zaverio.

giuseppeallamano.consolata.org