SULLO ZELO

19 novembre 1922

 

XVI. 39

(V.altrove)

Foglio a parte

 

Nell’agitazione di questi giorni conviene parlare del carattere del Miss.

Zelo. Lo zelo è effetto dell’amore:S:Agostino Zelus est effectus amoris; ma d’un amore vivo, intenso. S.G.Cris.:Ex magno amore nascitur zelus. Anzi lo zelo non si distingue dalla stessa carità. – S.Ag. Zelus charitas est. – Sicchè hci non ha zelo è segno chiaro che non ha carità. S.Ag.: qui non zelat non amat. Come doppio è l’oggetto del nostro amore: la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

Eccellenza – Necessità – Qualità

1) E’ l’impresa più degna, più amabile e più meritoria. S.Dionigi Ar. Divinorum divinissimum est cooperari Deo in salutem animarum. S.G.Gri Nil tam gratum Deo, ut animarum salus.

2) Fine delle opere di Dio ad extra: creaz. Redenz. Missione dello Sp.S.: S. P.:Omnia propter electos, ut sa lutemconsequantur, pro quibus Ch. Mortuus est.

3) Esempio dei Santi sacerdoti: S.Paolo : Impendar et sup… S.Ignazio: se…S.Fr. Z.- S.Fr. Sales: Da mihi…Ven Cafasso.

4) Caritas operit multitudinem peccatorum. S.Bernardo. S.Greg. M,: Quot animas, tot coronas

Necessità. Elegis vos ut eatis…Vae si non evangelizavero. S.Ag. Quod christiani sumus propter nos est, quod praesbiterii propter alios.

Qualità d. zelo: S.Bern. Zelum inflamment caritas, informet, scientia, firmet constantia.

1) Dio solo per fine, non fini umani – dolcezza S.Fr. S.

2) Provv. a tempo – conveniente alle missioni.

3) Non mai scoraggiarsi: S.B.:Curam Deus a te exigit, non curationem. S.Leonardo d.P.M. “un pecc. Veniale”

 

 

SR.CARMELA FORNERIS

(Il nostro Ven.mo Padre dà la notizia della prossima partenza di otto sorelle: 4 per il Kikuyu e 4 per Iringa) Siete contente? Bisogna che vi congratuliate con loro che finalmente è venuto questo giorno. Siete venute qui per questo; non siete mica venute per far le cappuccine! Dovete esser contente voi che andate e voi che rimanete. Certo all’ultimo momento piangerete; si, si piange di commozione.

Vedete in queste occasioni bisogna riflettere un poco. Perché son venuta in questa casa? Perché partono queste sorelle? Perché un bel giorno partiremo noi? E che bisogna fare per disporsi? E per essere contente e tranquille nel momento della partenza? Questo dipende tutto dalla preparazione fatta.

Siete venute qui prima per farvi sante e poi per salvare molte anime, e più sarete sante e più ne salverete Quindi ci vuole zelo per le anime come S.Francesco di Sales diceva: Dammi delle anime, Signore, il resto non mi importa niente da mihi anima et coetera tolle.

 

Lo zelo delle anime viene dall’amor di Dio. Se si ama molto N.Signore allora si amano molto le anime che sono come la pupilla dell’occhio del Signore. Lo zelo è un effetto dell’amore. Dice S.Agostino: Chi ama ha zelo, chi non ama non ha zelo. Perché uno che non sente lo spasimo, il desiderio che il Signore ha delle anime, che zelo può avere? Se non c’è amor di Dio, e tanto amore che superi le cose esterne e non lasci vedere niente di quelle brutture esterne e la loro ingratitudine, che cosa si fa quando quei poveri neri non si piegano? Un del mondo direbbe: lasciamoli stare se non vogliono. Invece no, il missionario deve battere, battere; deve fare come S.Francesco d Sales che dopo aver predicato a pochi vecchi che erano in chiesa usciva tranquillo come se fossero molti. Ci vuole amore, ma molto amore. S.Giovanni Grisostomo diceva che lo zelo nasce dal grande amore. I Santi davano importanza allo zelo. Lo zelo non si distingue dalla carità stessa. S.Agostino dice: E’ l’amor di Dio – Chi ama il Signore fa i suoi interessi, fa una cosa sola con lui..

Chi non ha zelo è segno chiaro che non ha amor di Dio, non ha carità. Chi non ha zelo è segno che non ama, e chi ama è segno che ha zelo. Questo è il punto principale di cui bisogna fortificarsi.

Bisogna avere fede, speranza, ma più carità. Quando si ama il Signore come una S.Teresa, allora si fa qualunque sacrificio per le anime. Ma non è il sentire che vale, ma il voler essere caldo; anche in mezzo al ghiaccio si può avere amor di Dio. L’amore non deve essere di pensiero, ma di opere. Scuotetevi mentre siete qui, e pensate che se fate bene, fin d’ora salvate delle anime, perché il Signore in vista del bene che fate qui, benedice il lavoro che fanno le vostre sorelle in Africa.

 

Bisogna persuaderci dell’importanza della nostra vocazione, della sua eccellenza; e poi bisogna avere molto zelo. Voi avete già sentito in molte prediche che S.Dionigi l’Aeropagita dice che la cosa più divina delle divine è il cooperare, aiutare N.Signore nel salvare le anime.

S.Bernardo arriva a dire che quando uno è tanto zelante per la salute delle anime, e lo fa per amor di Dio, non per fini secondari, il Signore passa sopra a tante cosette: non guarda poi alla polvere che prende nella strada che fa per aiutarlo. Voi avete tanto lavoro, e quando c’è tanto da fare non si bada più tanto alle parole: ebbene il Signore passa sopra a queste cose. Non voglio con questo che vi abusiate e si vada a dire di qua e di là, ma questo solo per farvi capire che alle volte passa sopra a queste cose.

Una volta dicevo al mio confessore: Qual metodo devo seguire come direttore spirituale? Io desidererei parlar poco, perché nel parlar molto c’è sempre qualche mancanza – No, mi rispose, se nel parlar molto può scappare qualche parola non abbastanza misurata, non bisogna farne caso. Dei due metodi è meglio scegliere quello del parlare.

Non parlare quando si è in silenzio. E non far silenzio per far dire: Com’è concentrata quella suora! – Allora vada a farsi certosina. Noi che dobbiamo fare Marta e Maria, non dobbiamo far così. Se si può dire una buona parola per far del bene, dirla; ma se è solo per farci stimare di più, tacerla. Anche che si perda nella stima è meglio parlare. Il P.Anglesio non parla mai, incute spavento a tutti, e non fa mica bene. Lei parli, mi diceva, sia sempre in moto.

 

E’ ben meglio così in Africa (volgendosi alla Ven.ma superiora sr. Margherita) Ma nen kule tapassiere [ma non quelle faccendone]… Il sistema nostro per l’Africa è di parlare. E non, per paura che scappi una mezza parola, non parlare,

L’eccellenza poi di questo ministero , dice che non è così grande, così grato al Signore che non c’è niente di più grato per lui. Ha bisogno vuole dlle anime il Signore. E che veramente sia così importante, così eccellente, lo dimostra il fatto che è questa l’opera per cui il Signore è sceso sulla terra ed è venuto a redimerci. Il Signore non è mica stato in Paradiso; è venuto giù ed è morto per la salute delle anime e per la gloria dell’Eterno Padre.

Anche noi come missionarie dobbiamo sempre aver di mira che vogliamo salvare anime il più che possiamo. Pensiamo: N.Signore è morto per queste anime, ed è morto per salvarle ed io aiuto. Il Signore avrebbe potuto salvarle senza di noi: potrebbe mandare gli angeli, potrebbe fare direttamente lui, invece ha amato meglio servirsi di noi, quasi di noi avesse bisogno, e questo perché noi potessimo avere parte dell’opera sua. E’ per questo che i sacerdoti, i missionari son chiamati:aiutanti del Signore. Il Signore ha avuto la bontà di prenderci con sé a lavorare per farci parte dell’opera sua. E non solo uomini ha voluto, ma anche le donne. Su lavoriamo insieme –ci dice- quello che manca a voi lo metto io.

 

Ciascuna di voi dovrebbe riflettere a questo e dire, santamente orgogliosa: Non sono una donna come le altre; io sono la compagna l’aiutante di N.Signore. Guardate l’eccellenza del ministero pastorale! E’ proprio essere a parte dei segreti di nostro Signore. Egli ci aiuta, cidà tutto in mano e poi quasi si ritira. Non si ritira, ma fa come le suore anziane fanno in Africa. Quando voi sarete là, le prime volte andrete in giro per i villaggi con le suore anziane le quali quando c’è un battesimo da dare lo lasciano a voi. Così il Signore si nasconde un tantino: vuol dare a noi quella soddisfazione; ma noi la gloria dobbiamo darla tutta a lui. Voi siete aiutanti di Dio. Nell’eternità vi darà il premio come se quello che avete fatto è roba vostra. Dal Paradiso alle vole riderà e dirà: O buna fia [ ma cara figlia ]… se non c’era io…Ma poi premia lo stesso.

 

Quando vi compatiscono perché andate tanto lontano, dite: Vado con N.Signore, sarò come i sacerdoti che sono alter Christus [un altro Cristo]. Il sacerdote nella S.Messa dice: Questo è il mio corpo…ecc. e non dice: Questo è il corpo di Gesù Cristo. – Vi ho eletti, dice il Signore, perché andiate e non perché stiate fermi; perché lavoriate e con frutto. – Questo è lo scopo del sacerdote..

 

S.Paolo si spendeva e superspendeva per le anime. Uno potrebbe dire: O povero Paolo, stà un po’ tranquillo, chi vuol salvarsi si salvi. Egli invece non aveva pace né giorno né notte: sapeva quel che vuole dire salvare le anime. Come cristiani dobbiamo pensare all’anima nostra, ma come missionari dobbiamo pensare a tutti gli altri. E voi altre avete tutta l’Africa e tutto il mondo.Bisogna fare tutto quello che possiamo, certo prudentemente per non rovinarci: ma per non rovinarci pensano i superiori. Adesso stiamo facendo un Regolamento per questo.

S.Ignazio diceva: Se ci fosse ancora un’anima da salvare ed io entrassi in Paradiso, discenderei di nuovo a salvarla anche con il pericolo di non entrarvi più. – Quardate, lasciava il Paradiso per salvare un’anima!.

Il nostro venerabile diceva: Lavoriamo, lavoriamo ci riposeremo in Paradiso. – Così tutti i santi.

 

S.Francesco Zaverio era così innamorato che diceva al Signore che gli desse molte anime. Il suo braccio non reggeva più per il molto battezzare. Voleva andare dappertutto. Questo era un pastore di anime sentiva la febbre… e così tutti i santi sacerdoti e missionari che ci han preceduto.

Se si morisse dopo aver salvato anche solo un’anima? Dice S:Agostino che chi ha salvato un’anima ha predestinato la sua. Quindi la necessità che abbiamo di lavorare. Voi fin d’ora potete salvarne… Se mi fossi scossa…, si dice poi. Ah! Si che si rigrettano [rimpiangono] poi quelle settimane in cui si è state lì… fredde… con dei dubbi, con delle storie… Via quelle cose lì…amore, amore vivo che contenti

 

N.Signore. Quelle storie fan perdere il tempo. Voi dovete divenire tutte perfette; nello studio quello che si può – che non tutte avete quell’ingegno – ma…tutte perfette.Dovete divenire anche buone cuoche, che se una in Africa sala due o tre volte la minestra, o non la sala niente, oppure mette la pentola al fuoco senza acqua…manca alla povertà.Guardate che roba: tutto per essere stata sbadata. Ah! Bisogna lavorare. In Paradiso che ci sia qualcuno che goda più di me, lo tollero, ma che ci sia che ami il Signore più di me non lo tollero – diceva S:Teresa.

Ah! Chi vede il Crocifisso…

2° - Necessità dello zelo.Se non salviamo anime manchiamo al nostro dovere. S.Gregorio Magno dice:Tante anime salvi, tante corone ti conquisterai in cielo. Guardate!E S:Agostino dice:Noi siamo cristiani per noi, ma sacerdoti per gli altri. E voi dite:Io sono cristiana per me, ma missionaria per gli altri.

Dunque il nostro zelo quale deve essere? Come quelle farfalle che girano sempre? Che zelo è quello?…Na tapassiada [un’agitazione vana]…

 

Lo zelo ha tre qualità:

1° - Prima di tutto bisogna che venga dall’amore di Dio e non dal nostro capriccio, dalla nostra superbia, o per il piacere di dire, per esempio: Oggi ho dato tre battesimi…(quella là non ne battezzerà mai nessuno…)Non bisogna che venga dal nostro amor proprio, ma bisogna che si formi nella carità; deve avere per fine Dio solo.

 

2° - Deve avere la scienza, deve essere giudizioso e non dire spropositi, e poi deve avere costanza. S.Bernardo dice:Zelum inflammetcaritas, informet scientia, firmet constantia [lo zelo infiammi la carità, lo informi la scienza, lo rafforzi la costanza]. Bisognache si lavori per amor di Dio. Quando si fa per nostro Signore lo zelo non è maligno; sarà prudente, dolce, non si stanca delle contrarietà che si presentano, non si stanca se uno non ha niente. S.Francesco di Sales diceva che si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con un barile d’aceto. Ci vuol la scienza: imparare tutto ciò che è necessario per far del bene; tutto serve laggiù, bisogna avere un po’ di scienza e questa bisogna che ce la prepariamo perché il Signore non ci dà la scienza infusa.Dunque impariamo di tutto.

 

3° - E poi non mai scoraggirci. Bisogna essere costanti nelle cose e non come quella gente che si stanca subito. Costanza ci vuole e non stancarci subito quando le cose non vanno come dovrebbero andare. Quante volte sarete là attorno ad una vecchietta… chissà quanto avrete già lavorato… e un bel momento si piega; è la grazia di Dio che l’ha piegata. Iddio da noi esige che facciamo la cura, ma non esige la guarigione. Io faccio tutto quello che posso per guarirla… e non dire: vado via. No, si stà lì, si ripete, si va di nuovo: una bella volta quella lì piange ed è convertita; se poi non si converte deve pensarci lei e non io.

Costanza, mai disanimarci: continuare, continuare a battere. Il Signore con noi non fa così? Noi lo ascoltiamo solo qualche volta, ma egli non si disgusta e batt di nuovo finchè ci pieghiamo. Se poi non ci pieghiamo, in fine della vita, con rincrescimento, ci dà poi il castigo. Quel buon Angelo alle volte è obbligato a chiudere gli occhi; sta lì a vedere i nostri peccati ma non va via: spera sempre.E noi ci stanchiamo così?

Il nostro zelo deve essere costante, deve essere zelo di carità, zelo di scienza, prudente. Dunque preparatevi, e fortunate voi che avete ancora del tempo. Proponetevi subito: vogio avere tanto zelo per le anime che, se il Signore mi mandasse nel fuoco, andrei. Chi non ha costanza non farà mai del bene. E per far del bene allora, bisogna aver zelo adesso.

Prendersi guardia di libri che toccano un po’ la fantasia; roba soda… Rodriguez, Combattimento spirituale (era il “direttore” di S:Francesco di Sales).

Dunque preghiamo per quando partiranno le sorelle.

 

SR:EMILIA TEMPO

Che cosa bisogna fare per essere contente, per non avere dei magun [rimpianti] al giorno della partenza? Bisogna prepararsi. Dipende dalla preparazione avuta per avere zelo. Da mihi animas et coetera tolle… diceva S:Francesco.. Questo è il gran punto… Ma per avere questo bisogna avere molto amor di Dio. Lo zelo è un effetto dell’amore, ma di un amore forte.

 

Chi ama ha zelo, chi non ama non ha zelo.Ci vuol tanto amore che superi la bruttura esterna ed anche interna di quei neri. Non è mica un gusto trattar con essi1

Ricordatevi che ci vuole amore, ma vivo, intenso, per poter sorpassare l’indifferenza ecc… di quella gente.

Lo zelo è tanto una cosa sola con l’amore che non si distingue dalla carità. S.Agostino dice che lo zelo è l’amor di Dio. Chi non ha zelo è segno chiaro che non ha amor di Dio, non ha carità. Chi non ha zelo, è segno chiaro che non ama; chi ama ha zelo.Questo è il punto principale sul quale dobbiamo fortificarci.

Bisogna aver fede, speranza, ma più carità. Quando si ama il Signore come una S.Teresa, allora si fa qualunque sacrifizio per le anime. Ma non è il sentire che vale, non è il sentirsi fredde, è il voler essere calde. Anche in mezzo al ghiaccio si può aver amor di Dio. L’amore non deve essere solo di pensiero, ma di opere.

Scuotetevi mentre siete qui e pensate che se fate bene, fin d’ora salvate delle anime, perché il Signore in vista del bene che fate qui, benedice il lavoro che fanno le vostre sorelle in Africa.

Bisogna persuadersi dell’importanza della nostra vocazione. La cosa più divina delle divine è il cooperare con N.Signore per la salvezza delle anime (S.Dionigi Aeropagita).

S.Bernardo dice che chi fa tanto per la salvezza delle anime e lo fa per amor di Dio, non per fini umani, il Signore passa sopra a tante miseriette che naturalmente succedono appunto in queste occupazioni. Non voglio però che con questo ne abusiate…

 

Una volta dicevo al mio confessore (P:Carpignano): Qual metodo devo seguire come direttore spirituale? Io desidererei parlar poco, perché nel molto parlare c’è sempre qualche mancanza. No – mi rispose – nel parlar molto può scappare qualche miserietta, ma dei due metodi è meglio scegliere quello del parlare piuttosto che di tacere… non per chiacchierar, ma per quel che c’è bisogno. Anche che si perda nella stima, parlare… Ma nem kule tapasiere ca scapu da per tut [non quelle faccendone che si intromettono dappertutto]; e neppure parlare per farsi vedere.

Il metodo dell’evangelizzazione è di parlare.

L’eccelllenza poi di questo ministero: dice che è così grande, così grato al Signore, che non c’è niente che gli sia più grato.

E veramente che sia così importante lo dimostra il fatto che è questa l’opera per cui il Signore è sceso sulla terra ed è venuto a redimerci; è venuto giù ed è morto per la salute delle anime e per la gloria dell’Eterno Padre.

[Continus fino alla fine come il sunto precedente]

 

 

 

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