DOVERE DI FARSI SANTI

5 novembre 1922

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Una qualsiasi persona, perché le cose vadano bene, fa i conti tutti i mesi per vedere se ha guadagnato o perduto; e se mai ha perduto sta più attenta e si mette a posto. Faccio così anch’io alla Consolata; tante volte interrogo: come va che si è speso tanto, mentre è solo entrato tanto? Così è dell’anima; sicuro bisogna che facciamo così anche nello spirito.

Il ritiro mensile non consiste solo nella meditazione della morte, ma consiste essenzialmente nell’esame del mese passato e nel proponimento per il mese che verrà, nel prendere le misure per passare meglio il mese venturo.. Voi siete qui dentro per farvi sante e poi missionarie. Le nostre regole dicono che il primo fine dell’Istituto è la propria santificazione ed il secondo lavorare per la conversione delle anime infedeli. Ottenuto il primo scopo state tranquille che otterrete anche il secondo; ma se avrete il secondo senza il primo sarete cattive missionarie. Dunque bisogna farci santi.

 

I frati Trappisti ed i Certosini hanno l’abitudine di dirsi quando si incontrano: Ricordati che dovrai morire. Ed hanno già il posto dove saranno sepolti e di tanto in tanto vanno a vedere quel posto, quella fossa che sarà proprio riservata a loro.

Vanno a prepararla questa fossa e poi vanno lì a meditare ed ad imprimersi bene in mente lo scopo per cui sono a questo mondo.

 

E’ così; nelle comunità bisogna sempre ripetere ciò che già tutti sanno, cioè, che bisogna farci santi. Neh! Lo sappiamo bene che dobbiamo farci santi, eppure bisogna sempre ripetere la stessa cosa. Come tutti gli anni nel giorno delle Ceneri ci ricordano che siamo polvere; così noi ricordiamoci che dobbiamo farci santi.

Sei venuta per questo (volgendosi a una postulante) questo è il tuo fine principale. Quindi bisogna ricordarlo sovente e interrogarci: perché son venuta in questa casa? Per farmi santa. – E allora se sei venuta per farti santa non sei venuta per primeggiare né per essere servita. Ma, per riuscire a farci santi, bisogna usare i mezzi, e tutto serve, persino i nostri difetti, perché ci umiliano davanti a Dio. Tutto aiuta a farci santi, ma soprattutto bisogna ricordare: Ad quid venisti? Perché sei venuta qui dentro?

San Bernardo ce lo faceva questo ragionamento: Stavi tanto bene a casa – si diceva – eri ricco? Perché sei venuto qui? Per farti santo. Quando era un po’ scoraggiato, quando aveva delle ore nere, si diceva così.. Quando tutto ci pesa, quando persin il pregare ci costa, anche noi diciamoci: Su, animo, son venuta per farmi santa.

 

Il nostro primo obbligo di farci santi è perché il Signore ha detto a tutti: Siate santi come io sono santo. Quindi bisogna che vi facciate sante come il Signore. Già, non riuscirete mica ad avere quella santità lì, ma bisogna far di tutto per avvicinarci di più a lui.

Questa è la volontà di Dio: la nostra santificazione. Siate perfetti come il Padre celeste che è nei cieli. E chi può essere santo come è santo N.Signore? Nessuno. Ma questo vuol dire che dobbiamo sforzarci per avvicinare il più possibile la sua perfezione. Non dire, Oh, là… mi pare di essere buona abbastanza. No, non basta: se sei buona, fatti ancor più buona; se sei molto buona, fatti ancor di più. Perché vedete se stiamo lì cadiamo di nuovo. Una religiosa bisogna sempre che cammini nella perfezione e non si fermi mai. Chi si ferma va indietro. Se uno vorrebbe mettersi in mezzo ad un fiume e star lì fermo, riuscirebbe? No, bisogna che si sforzi per camminare contro corrente, altrimenti l’acqua lo porta indietro.

 

Bisogna che lo ricordiate sovente l’obbligo che avete di farvi sante. Con tutti i nostri sforzi vuol dire che almeno un po’ di strada si farà, e che prima di morire avremo acquistato un po’ di santità. Altrimenti ci metteranno nel paradiso dei bambini: è poi una vergogna per una missionaria! Il Signore dice che non riconoscerà come sue suore missionarie quelle che non parteciparono alla sua santità.

 

Dunque è nostro dovere farci santi perché Dio lo vuole e perché le nostre Regole vogliono che assolutamente siamo santi; ma poi anche per avere la pace in questo mondo. I santi sono i più felici. Ad essi non importa più niente: né di mangiare, né di vestirsi, né di vivere, né di morire: questi sono i veri fortunati. I santi erano felici nelle privazioni: Alle volte manca questa o quell’altra cosa che a casa si aveva… ma che importa di tutte queste storie? Purchè si sia uniti col Signore; purchè il Signore mi voglia bene!

Chi non si mette con impegno a farsi santa sarà sempre una povera infelice e mai soddisfatta; non farà niente di bene, perché il Signore non le darà le grazie che darebbe a una generosa, ed allora non è contenta lei e non son contenti i supeiori. Quelle son gente che fanno solo le cose a metà. E che vita è quella?…Invece: generosità, costi quel che vuole. Allora non vengono più fisime e, chi più felice?

 

Quando volevano castigare S.Giovanni i ministri dicevano: fa caldo a castigarlo, perché se gli togliete i beni, che gli importa? Se lo mandate in esilio, dice che tutto il mondo è esilio; se lo uccidete gli farete la più bella grazia che possa desiderare: non c’è verso di fare qualche cosa a quell’uomo lì.

Ah! La suora che si corregge, che cerca tutti i mezzi per santificarsi! Se fa qualche sbaglio si umilia e non si scoraggia. Eh! Tutti sbagliano!… ma si mette… lavora su se stessa… Commetterà anche dei peccati; ebbene?… dice S.Agostino che anche i peccati aiutano a farci santi, perché ci umiliano, perciò si prende più confidenza in Dio, perché non siamo buoni a niente. Vedete?!

 

Dunque bisogna farci santi: promettetevelo tutti i giorni, anzi tante volte al giorno e quando vi incontrate è anche bene dirvelo: facciamoci sante; ma non solo dirlo: farlo. Quella là si che sta attenta a far tutto bene; e allora fare anche noi come quella lì. Se ha un rimprovero si umilia; se ha un po’ di ripugnanza la vince…Insomma bisogna usare tutti i messi per farci santi, e farci santi qui, non aspettare: quando sarò in Africa, mi farò santa. Se sarò già a un buon punto, sarà facile ancora andare su.

Un autore scrivendo riguardo ai seminaristi dice. I chierici che son freddi in seminario, da sacerdoti sono freddissimi; quelli che sono buoni in seminario, non sempre si conservano buoni, ma molti discendono; I fervorosi in seminario da sacerdoti sono lì allo stato ordinario; e pochi giungono alla perfezione.

Ricordatevi che si scende, ma non si monta mai. E così è di voi: quando andrete in Africa, volete farvi sante? Ah! Se non avete le basi ferme da qui!… Dunque bisogna farci subito e non aspettare dopo gli Esercizi; no, subito, in questo momento, perché vedete, le grazie che il Signore ci dà adesso, forse non ce le darà più domani. Se il Signor mi manda una grazia, una buona ispirazione di fare quel sacrificio, di tirar dritto, di far quel lavoro con voglia e non così così… bisogna assecondarla perché può darsi che il Signore me ne dia delle altre domani, ma queste non me le dà più. Bisogna andare adagio perché,

siccome non è obbligato a darci quelle particolari della santificazione, ce ne dà fino ad un punto.

 

Bisogna incominciare subito e qui. Fortunate voi (alle postulanti) che potete incominciare subito e non abbiate paura di venire poi troppo sante; state tranquille che non verrete mai come il Padre Eterno.

E poi qui avete maggior facilità. Che cosa vogliamo? Non vogliamo mica che state tutta la notte in ginocchio e che facciate come S.Carlo che mangiava solo lupini e erbe! Era un nobile, eppure… dava tutto agli altri, persino il letto! A voi domandiamo di meno: accontentarsi di quello che da la provvidenza e spogliarsi di quello che si faceva nel mondo. In casa si faceva la propria volontà; qui bisogna fare quello che dice il Regolamento, ma farlo bene, incominciando dal mattino quando suona la campana. Ah! Il primo minuto darlo al diavolo! S.Vincenzo de Paoli, il secondo tocco della campana non lo trovava più dove era il primo. E non aver paura del freddo; e poi in chiesa voglia o non voglia di pregare, si prega; e non dormire, si è già dormito tutta la notte. E cosi avanti. Fare la comunione, per quanto dipende da noi, fervorosa; fare tutto quello che si può per parlar bene a N.Signore; se è necessario mi aiuto con qualche libro, del resto parlo. Così si viene come S.Bernardo che andava a mangiare con sforzo. Invece noi mangiamo col pensiero di mangiare in realtà. No, il necessario e basta. E così di seguito in tutti gli impieghi, sempre fare bene. Se mi mettono a lavorare o a lavare i piatti…Oh,si! Anche lavarli per tutt

a la vita… e farlo bene per amor di Dio e con intelligenza. Certe persone dopo tanto tempo che fanno una cosa – la fanno con la testa in aria – non la sanno. Sono le donne che fanno così. Su, più attività… più amor di Dio…, piaccia o non piaccia, fa lo stesso.

 

Il P.Anglesio diceva sempre: A me piacciono quelle suore le quali si rubano i malati che son più sporchi e più carichi di pidocchi; anche che sentano schifo si frenano e godono di fare questo lavoro che ripugna alla natura. Quelle che hanno paura di mettersi su le maniche e si guardano dagli odori, feriscono e offendono gli ammalati. Se voi fate bene tutto quello che c’è da fare in comunità, fate tutto. Fate tutto per amor di Dio, perfettamente; e non quando suona la campana, aspettare ancora un po’ e poi trascinarsi ed arrivare sempre l’ultima. No, la campana è la voce di Dio. Quella scuola, quel lavoro fatelo bene e per amor di Dio e vi farete sante; non c’è da far altro. Adempiendo per amor di Dio tutte le regole, vi farete sante. Vedete che facilità c’è qui? Dopo una monterà su (nella perfezione), del resto sarà una cattiva missionaria o per lo meno inutile. Bisogna aver paura che il Signore passi. Se dà, come a voi, le grazie particolari e non si corrisponde, e non si fanno fruttificare, si dovrà poi rendere conto, perché è scritto che il Signore domanderà stretto conto dei doni particolari che ha dato, e se avrà dato molto esigerà molto.

 

Il Signore, si legge nel Vangelo, colui che ha nascosto il talento l’ha castigato.

Son tutte grazie le cose che ci sono in comunità: gli avvertimenti in pubblico ed in privato ecc. ecc. In missione bisogna andare già sante – certo sante come possiamo venir noi – del resto discendiamo.

Quanti sono gli ostacoli che ci impediscono di farci santi? Lo spirito del mondo, di critica, di leggerezza, di simpatia e di antipatia

 

Spirito del mondo. Vedete! Siete qui ed avete ancora la testa fuori e pensate a questo e a quello; se poi vengono i parenti in parlatorio, si ha la testa piena per vari giorni: si vuol sapere questo e quello e tutto ciò che si fa nel mondo; Ma lasciate che i morti seppelliscano i morti… Non pensate neppure ai parenti. Ricordate: chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. E non è crudeltà questa…Voi non cambiate mica le cose; quando vengono non star lì a chiedere tante cose;

non voler saper tutto quel che si fa nel paese. Qualche cosetta ve la diranno già loro e voi ritornate con la testa piena. Non portano mica le gioie i parenti sapete; non vengono a dire che quest’anno hanno fatto tanto vino, ma piuttosto dicono: Guarda è morta una vacca! (sorride)…

 

Non bisogna andar fuori (con la testa s’intende); mangiamo qui perciò stiamo anche qui. Ricordatevi non è crudeltà questa. Quanto abbiam lasciato in realtà lasciamolo anche con la testa e col cuore. Se voi altre vi fate sante e pensate solo a voi, il Signore benedice i parenti. Lasciamo un po’ che si aggiustino senza di noi e non intrighiamoci nei loro affari; anche tra di voi, non parlate mai del mondo: le suore dovrebbero solo e sempre parlare delle cose spirituali. Chi parla, parli come se parlasse N.Signore. Ah! Se ognuna potesse dire: quello che dico adesso lo direi anche se ci fosse N. Signore.

 

Non dico che dovete solo assolutamente parlare di spirito, sebbene sarebbe bello… A parlar del mondo e di tutte quelle storie viene poi sempre un po’ d’ambizione, un po’ di superbia, e poi siamo pentiti. Il Ven.Cafasso diceva: Signore, fate che io trovi la mia confusione ove cercassi la mia gloria.

Il Signore ci umilia e se le sorelle non avessero carità, direbbero: Quella li è sciocca, cosa viene a contare queste cose!… Quindi non storie di mondo e neppur di leggerezza, bisogna che i nostri discorsi siano delle cose di Dio.Non criticare, massime in missione è necessario questo.

 

Se si taglia la lingua qui, sì che in missione andrà bene. Ah, il male che fa il criticare! Guardate di emandarvi qui, se avete questo spirito.

E poi, spirito di simpatia e di antipatia. Magari non ci piace il modo di qualcuno e non abbiamo la forza di vincerci. Io le voglio bene, ma stia lontana…; come quelli che dicono: Io la perdono ma non la voglio più vedere. Mah!…ma non ha mica perdonato. – Anche le simpatie possono venire, non perché quella sorella è brava la voglio imitare, ma perché mi piace. No! Si devono amare tutte ugualmente, perché si ama il prossimo per amor di Dio e non perché ci piace. Vincere, strappare… perché quando sarete in missione, sarete solo due o tre e se non vi potete vedere, e una farà la muta da una parte e l’altra dall’altra, che bel vivere sarà!… Non siamo qui per ‘l bel plagè [la bella faccia]…, ma ci amiamo per amor di Dio. Nei collegi fanno così, ma non in comunità. Qui si deve voler bene a tutte ugualmente.

Dunque ricordiamoci l’obbligo che abbiamo di farci santi. E qui, e subito. Ed evitiamo questi difetti. Siete qui per salvarvi voi e poi tante anime; siete qui per guadagnarvi un bel Paradiso. Il Signore tollera tante cose, ma vuole che siamo perseveranti. Ho sempre quel difetto. Ebbene lo prenderò di mira, propongo ancora; lo voglio vincere. Così farete bene il ritiro mensile. Voglio salvare l’anima mia, ma voglio salvarla da suora missionaria, che vuol dire: voglio salvarla da santa. In Paradiso voglio avere poi il premio dei santi missionari e non solo il premio dei cristiani.

Pregate le anime del Purgatorio, le quali scontano adesso tutti quei difetti che non si sono emendati in vita; quegli attacchi a se stesse… alle proprie comodità. Il Purgatorio è terribile per queste cose. Una suora non dovrebbe andare in Purgatorio, eppure io penso che molte suore vanno. Non parlo dell’inferno, per carità! Ah, è terribile il Purgatorio per una suora…

 

Quelle suore che sono lì… molli… vada magari per aria la missione!… Ah, bisogna correre, bisogna lavorare per due o per tre e mai star ferme; il lavoro che c’è da fare!… Il contadino non si lagna mai perché è troppo bella o ci sia troppa uva; no no, è ben contento e lavora giorno e notte per poterla raccogliere; invece noi siamo li… facciamo il bene, ma sembra facciamo una carità al Signore o ai superiori. Se si dice qualche cosa si offendono.

 

Bisogna fare il doppio di quello che si può fare. Dalle missioni chiedono sempre, ma si… vi mandiamo quando siete preparate, formate. Quelle che sono là devono logorarsi, non hanno mica le comodità che avete voi qui. Il Signore il necessario lo manda, ma poi …

Datemi anime mio Dio! Signore toglietemi tutto il resto, ma datemi anime!. – Qui il campanello vi chiama a tavola e niente vi disturba; ma laggiù succede che di notte vi chiamano nel primo sonno e… vuoi continuare a dormire? Eh, no!

C’è un bambino da battezzare e si montano colline e colline e si và. Guai se si aspetta a domani. Domani magari quell’anima è già persa…

 

Dunque fate così, fate un fermo proposito: voglio farmi santa subito e qui, qui, qui. Non aspettare ad essere in missione. E poi bisogna usare i mezzi: prima togliere lo spirito mondano, e poi far tutto ciò che dicono i superiori, le Regole, ecc. Insomma darci addirittura a questo. Il fine deve essere raggiunto. Il Signore vi benedirà e vi aiuterà.

 

SR: EMILIA TEMPO

Il ritiro non sta solo nel pensare alla morte, ma nel fare i conti. Siamo qui per farci sante e non soo per farci missionarie. Le nostre regole dicono che prima è la nostra santificazione.

Ricordati che devi farti santa: questa è la cosa principale. Per che cosa son venuta in questa casa? Per farmi santa; quindi usare tutti i mezzi; e tutto serve a farci sante, anche i nostri difetti; se non altro servono ad umiliarci. Quando ci son certe ore nere… ecc… allora subito: Su, anima mia, sei venuta per farti santa ed a questo tutto serve.

1°- Dobbiamo farci sante perché è volontà di Dio:haec est voluntas Dei…ecc. Siate santi come il mio Padre celeste, dice il Signore. Così come il Padre Eterno non saremo mai, ma è perché non vuole che mettiamo limiti alla nostra santità. Una religiosa bisogna sempre che cammini. Questa è volontà di Dio; e una religiosa, massime missionaria, deve sempre progredire; non che sia già santa, ma che vi tenda sempre. E’ un obbligo per noi. E’ una vergogna per una religiosa, massime missionaria, il non farsi santa; il Signore ci mette poi nel paradiso dei bambini.

 

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2°- Il nostro Istituto, la nostra regola lo vuole.

3°- Anche in questo mondo i santi sono più felici. Alle volte si sta lì, né su né giù… Se si è santi che ci importa di questo o di quello; né di vivere né di morire…Così sono i santi, sono i più fortunati; perché se no, che cos’è una in comunità?Non è contenta essa né i superiori. Che vita è questa?Su, generosità; costi quel che vuole. Quel vescovo che non sapevano come castigarlo…E’ così; guardate com’è la suora che è così: sempre tranquilla: sempre tranquilla; niente la turba, e se sbaglia

neppur per questo…

 

Tutti i giorni sempre animarci. Vedi quella là? Un rimprovero lo prende bene; una ripugnanza la vince. Ricordatevelo a vicenda.

 

Farci sante subito, se no in Africa…andrete in giù, giù…La minima cosa che sconcerti…Non aspettare in Africa, ma qui. Non dopo gli Esercizi, ma subito. Se oggi sentirete la grazia, non vogliate indurire i vostri cuori.

Bisogna subito incominciare, qui, se no c’è pericolo di non riuscire. Qui si ha anche più facilità. Il P.Anglesio diceva: A me piacciono tanto quelle suore che si rubano i malati più ributtanti. Così noi, piaccia o non piaccia, qualunque lavoro…Ma c’è certa gente che pensa sempre alle cose straordinarie e poi non fa bene quelle ordinarie: Il Signore a noi da grazie particolari, ma se non corrispondiamo ce ne domanderà poi conto.

1) Qui c’è più facilità di farsi sante; 2) se non ci facciamo sante dovremmo rendere strettissimo conto al Signore; 3) se non ci facciamo sante qui…

Ostacoli: !° Spirito di mondo. 2° Spirito di critica e di leggerezza. 3° Antipatia e simpatia..

Ah, quella lingua! Se si tagliasse prima di andare in missione, si che andrebbe bene…e poi tagliarla anche là. Chi ha questo spirito si emendi qui, se no…

Sento un po’ di ripugnanza con una… non fa niente; ma la vinci? Non ci badi? Se tu avessi da fare un piacere, la fai anche a quella? Il Signore tollera tante cose, ma bisogna essere perseveranti. Mettetevi con impegno a dire: Volo salvare animam meam [voglio salvare la mia anima]. Ma salvarla da religiosa, da missionaria… Pregate anche le anime del Purgatorio; quelle che non han vinto certe miseriette, aiuteranno voi a vincerle… Una suora non dovrebbe andare in Purgatorio ma io penso che molte suore invece…purtroppo! Ma quanto dovrà soffrire, essa che era fatta tutta e solo pel Signore.

Ci vuol spirito di sacrifizio; far per tre per quattro, logorarsi.

Dunque: quest’oggi fate così, un fermo proposito: voglio farmi santa, usare i mezzi, darci…

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org