VACANZE - MEZZI PER CONSERVARE LA VOCAZIONE

6 agosto 1922

 

 

SR: CARMELA FORNERIS

Il Signor Vice-Rettore stamattina ha detto la Messa; ma va’ a sapere se ha fatto uno sproposito o no. Secondo lui non l’ha fatto.. L’ha detta tutta bene, si è inginocchiato persino a dire le Ave Maria che avrebbe potuto dire anche in piedi. Certo che dopo era sudato, stanco, ma può darsi che questa reazione…

Ma vedete, dipende tutto dalle vostre preghiere: se guarisce presto e bene siete voi che l’avete fatto guarire; se non guarisce siete voi che non l’avete fatto guarire.Poveretto! Sarà un mese che non mangia più; non so come abbia fatto a star su. Ha detto Messa assistito da due sacerdoti, uno pronto a continuarla se la lasciava a metà; c’era anche il domestico nella cappella; eran tutti li pronti caso mai fosse successo qualcosa. Certo vogliamo strappare la grazia! Quelle che sono a S:Ignazio hanno pregato tanto venerdì, perché han fatto ritiro mensile, chè oggi è la festa di S.Ignazio e non possono farlo; hanno fatto anche l’ora di adorazione. Oggi è la festa di S.Ignazio; una festa che l’han già fatta il 31, ma oggi è proprio la festa generale: vanno su tutti di notte, cantando, gridando, sembra la fin del mondo. Quest’anno dopo la Messa hanno anche la predica.

 

Dunque adesso voi altre andate a Rivoli o a S.Ignazio, ma ricordatevi che bisogna santificare questo tempo, come già vi ho detto altre volte; non essere oziose, perché non c’è mai il tempo di fare vacanza ;bisogna sempre far qualche cosa e non perdere tempo. Che non sia ozio la vostra campagna, ma purament sollievo per poter dopo riprendere con più forza.

Ho detto ai chierici che volevo che facessero un componimento ogni settimana e me lo mandasssero (e ieri me li hanno mandati). Ne ho leto qualcuno ed ho visto che sono un po’ poetici. A me piace che siano un po’ più al naturale. Fu dato loro da P.Ferrero qusto tema: Accostatevi al Signore e sarete illuminati. E qui avrebbero dovuto parlare bene del SS:Sacramento, invece hanno fatto un gesto… Non mi piace, bisogna andare più lì… alla buona; bisogna avere naturalezza, scrivere piano, pulito… non cercare tutti i termini grossi…

Facendo il ritiro mensile, bisogna ritornare al pensiero di S.Bernardo che dovrebbe essere quotidiano: Ad quid venisti [per qual motivo sei venuta]? Ah! Se tenessimo sempre fisso lo scopo per qui siamo venuti qui! Invece non lo ricordiamo, non lo meditiamo. Non sei venuta qui per comandare, ma per servire, dice l’imitazione : sei venuta per lavorare non per oziare. Certi non sanno mai fare queta interrogazione a se stessi.

Ma si, siamo venuti per farci santi, costi quel che vuole. Quindi non storie. Alle volte pare che non abbiamo delle gelosie… e poi…

 

Vengono sapete questi pensieri: chi sa perché hanno preferito quella là a me, e chi sa qui e chi sa là… Guai se uno non si vince e si lascia trascinare da queste cose; bisogna fondarsi nell’umiltà. Sono venuta qui per servire, per essere l’ultimo frucium [straccio] della comunità…; son venuta a servir, e più l’opera è servile più l’opera è mia. S.Francesco Borgia era un duca e quando si è fatto frate credeva che tocasse proprio sempre a lui lavare i piatti: Era superiore e se poteva scappava a lavarli in cucina; eh… si che li lavava bene! Neh?!… e dire che aveva diretto delle provincie intiere . Ciascuna si creda di essere l’asino della comunità. Lo credi tu?… Sempr a me quello… Sì sempre a te…S.Bernardo diceva che questo pensiero gli faceva bene; ricordatelo sovente anche voi.

Dovreste sempre trovare le cose insipide quando non si parla di cose utili o di Dio. State attente, altrimenti si perdono dei giorni, delle settimane e poi: Non so perché, non sono contenta… Perché?! Perché non ti sei scossa: Soprattutto in missine sentirete poi il rimorso; come qualcuna che rigretta [rimpiange]…; certe questo lo diranno per umiltà, ma qualcuna lo dirà anche per verità.

 

Per conservare e non perdere la vocazione sono necessarie 3 cose: 1° Fuggire i difetti ad occhi aperti . Vedete: che si sbagli, che scappino dei difetti, eh! Si , siamo miserabili; ma commetterne ad occhi aperti…, dire una bugia, una semibugia, no, no, no. E sapete perché bisogna evitarli? Perché si perde il fervore. Alle volte non ci sentiamo contenti e non sappiamo cosa sia… è il Signore che non è contento di noi. Qualunque difetto, qualunque cosa anche piccola, ma fatta apposta, è uno schiaffo; e si può dare uno schiaffo al Signore? Una cosa fatta al Signore non è mai piccola, ha una malizia infinita. Si dice peccato veniale, peccato piccolo, ma si dice solo per non confonderlo con quello mortale; ma se no son tutti grossi. Poi quando si perde il fervore sembra che non vogliamo più bene al Signore. Quando c’è uno di questi peccati volontari, vediamo subito di fare un buon atto di contrizione e mettiamoci subito a posto: Signore vorrei prima essere morto che avervi offeso.

 

Si cade dal fervore perché non avendo noi fatto piccoli sacrifici, il Signore stringe e dice: Tu non sei generosa con me, e neppur io con te. – Mica che il Signore sia vendicativo: no no; ma è giusto; così ci darà poi solo quelle grazie, quegli aiuti che non ci può negare. I Teologi dicono che se il Signore dà solo il puro necessario, non basta per santificarci. Dalla grazia sufficiente ci liberi il Signore, perché non basta; bisogna che ce ne dia in abbodanza. Colui che semina poco, colui che fa quasi per carità e fa solo quello a cui è obbligato aah!… quando avrà da raccogliere, raccoglierà anche poco, Chi poco semina, poco raccoglie. Chi semina in abbondanza, raccoglierà in abbbondanza. Così è nelle comunità: quelle che si trascinano e sembra che facciano una carità al Signore a star buone e dicono: Quella là fa solo così, faccio anch’io allora… Purtroppo ce ne sono nelle comunità di quelle che si risparmiano; si mettono a rappezzare qualcosa e si addormentano sopra. Alle missionarie ci vuole attività. Lavorare più che si può. – A quella danno un lavoro più delicato, più fine… - E tu prendi l’altro lavoro, che importa?Queste cose le sappiamo tutte, le sapete tutte voi, ma le mettete in pratica? A Rivoli che cosa farete? Se è necessario anche aiutare a zappare, zappate; certo senza rovinar tutto, del resto…

 

Dunque per corrispondere alla vocazione sono necessarie tre cose:

1° evitare i difetti fatti ad occhi aperti: non volerli;

 

2° apertura, confidenza coi superiori: non avrete mai da pentirvi, Tener tutto lì… una pena, un po’ di paura di perdere la stima… non va bene. Non si è mai mandato via nessuno per essersi troppo confidato. Ho mandato via tre coadiutori poco fa, non perché si siano confidati: A confidarsi non c’è mai da pentirsi. Ma bisogna pentirsi. Ma bisogna capirsi: i superiori non sono mica il Papa oppure il Vescovo, e neppure potete sempre parlare a me; avete la superiora, la maestra: sono loro che hanno la grazia di essere illuminate dal Signore; anche se avessero dei difetti non importa; quanto all’aiutar voi hanno la grazia di Dio.

Quindi non abbiate paura; e mai nessuna che non confidi… Alle volte c’è una miseriuccia grossa così… e non si dice neppure al confessore; pensare che dicendolo a chi fa bisogno, dopo si potrebbe star tranquilli.

Ricordatevelo: bisogna avere confidenza, massime nelle tentazioni. Quando si conoscono tutte le qualità e i difetti di una persona, dopo si mettono a posto. Se i superiori sanno che la tale ha una tendenza o una tentazione, guarderanno di non metterla nei pericoli. Quando i santi avevano qualche tentazione che non potevano scacciare da se stessi andavano subito a confidarsi coi superiori. Alle volte appena si mettono in cammino la tentazione spariva. Il diavolo vedeva che andavano dal superiore e… se ne partiva subito.

 

3°Pregate molto e bene: questo è un mezzo sempre necessario. Aver spirito di preghiera, unione con Dio. Pregare ma non a nostro modo, ma come vuole il Signore. Si dice che un novizio diceva al Signore: Parlate Signore, che il vostro servo vi ascolta. – E senti una voce che gli diceva così: Di piuttosto che io confermi ciò che ho operato in te.

Quando una vocazione è decisa (ed è tale quando uno ha fatto dei sacrifici per venire e corrisponde) allora bisogna solo

più dire al Signore che la confermi. La certezza di essere chiamati sta nella corrispondenza.

Ci sono di quelli che son fatti per la malinconia, sono sempre nelle tenebre; altri invece dicono: ma andiamo un po’ avanti! – Sicuro delle miserie, delle croci ne avremo sempre, anzi, la croce la portiamo in noi.

Si raccona che un brav’uomo disse un giorno al Signore: Cambiatemi questa croce. Ed il Signore per accontentalo:

 

Là… cambiamogliela. E gliene fece vedere tante. Quel buon uomo ne provò una, due, tre, e le trovava più pesanti della sua. Infine ne trovò una che pareva che gli andasse: se la mise in spalla e se ne andò. Era la croce che aveva posato. Non ricordo in che libro abbia letto questa favola, non so se è molto espressiva. Tutti abbiamo la nostra croce, siamo noi anzi che siamo pieni di croci; se non l’abbiamo ce l’ha fabbrichiamo noi. Quindi bisogna aver pazienza, vivere tranquilli, giorno per giorno nelle mani di Dio. Fa caldo? Prendiamo il caldo; fa freddo? Prendiamo il freddo; ho sete? Terrò la sete, ma tutto per amor di Dio e… Deo gratias!

Ricordatevi che dovete riconfermarvi sempre più nella vostra vocazione.

L’altro giorno il Sig. Vice Rettore si è alzato che non avrebbe dovuto e poi aveva paura di avermi disubbedito. Non mi ha mai disubbidito, gli dissi, ha sempre fatto quello che gli dicevo. E lui: Ma io non boglio disubbidire. Ed io: Ma allora come facciamo?!… Non voleva disubbidire per non farmi dispiacere. Non si è mica poi più alzato. Ah| che cos’è questa vita. Se anche si venisse di novant’anni, ma non vi obbligo. Ah! L’importante è di passarla bene. In questi giorni abbiamo osservato la pietà del Sig. Rettore. Ha detto una Messa!!!…

 

Oggi è la Trasfigurazione del Signore, può darsi che trasformi anche lui. Pregate, pregate che il Signore ce lo conservi ancora molto tempo. Lui è sempre tranquillo; se ne sta a letto con questo caldo, giorno e notte e non mangia niente; pensate come può trovarsi. Ah! Quando la vita è piena! Lui ha sempre lavorato e solo per amor di Dio. Non ha mai cercato di andar su in nessun posto. Anche adesso ha la smania di lavorare: vorrebbe saper tutto, vorrebbe far tutto; è tutto attività. Io gli ho tolto tutto e lui soffre, ma si rassegna. Intanto il Signore l’ha sempre benedetto. Ha sempre fuggito gli onori e gli onori gli son sempre venuti addosso finoa volerlo eleggerlo vescovo, ma lui no; voleva essere il “sacrestano della Madonna”. L’hanno eletto anche dottore collegiato; riusciva sempre primo in tutto: Vedete, non bisogna desiderare: quello che il Signore vuole ci viene addosso. Invece quelli che sospirano sempre di essere qualche cosa… Quando sarete poi in Africa vorrete poi essere superiora della missione…

Ma no, viviamo di Dio solo, e basta!

 

giuseppeallamano.consolata.org