MALATTIA DEL SIGNOR VICE-RETTORE

23 luglio 1922

 

 

SR.CARMELA FORNERIS

Dopo gli Esercizi dei Sacerdoti, li ho fatti anch’io gli Esercizi: li ho fatti tutto solo, stamattina avranno terminato quelli dei secolari.- Ho pregato tanto per voi: facevo il mio giro dal S.Cuore, dalla Madonna e da S.Ignazio; mi fermavo a tutti gli altari. L’ultima volta mi son sfogato con S.Ignazio; gli ho detto: …se non ti vedo più…

(Il nostro Ven.mo Padre ci parla affettuosamente dell’amato Sig. Vice-Rettore e poi con un nodo alla gola, dice) Ho telegrafato a tutte e tre le missioni: “Il Vice-Rettore è gravemente ammalato. Bisogna pregare”. Certo che senza un miracolo non guarisce più. Ci vuole un miracolo, lo dico subito chiaro senza tante storie; ma al Signore, alla Madonna che cosa costa un miracolo?. Il Signor Vice-Rettore ha sempre lavorato; lasciamo stare quel che ha fatto per l’Istituto, pensiamo a ciò che ha fatto alla Consolata, ha sempre lavorato, ha fatto lui tutti i restauri; si son fatte grandi cose; si è speso un milione. E il periodico? L’ha fatto anche lui.

 

Certo non tocca a noi decidere dei misteri di Dio; quel che è certo, è che tocca a noi fargli violenza. Il centurione chiedeva una grazia al Signore e gli Apostoli gli dicevano di fargliela. Continuiamo a pregare, ma soprattutto bisogna essere puntuali. Non facciamo come quelle famiglie che se hanno un ammalato perdono la testa, non fanno più niente. Noi continuiamo a fare tutto quello che dobbiamo fare. Vi raccomando l’osservanza minuta, minima, particolare; così non potrete farne a meno di ottenere la grazia. L’hanno ottenuta a me 22 anni fa; la otterrete anche a lui.

Il miracolo della mia guarigione il Signore l’ha fatto per voi, mica per me. Mons.Bertagna era venuto a trovarmi allora, e mi diceva: Fa’ coraggio. Ed io gli rispondevo: Sono tranquillo; morirei volentieri adesso, ho l’età del Venerabile; non sono come lui, ma morirei volentieri. [N.B. Sr.Emilia Tempo ha nel suo taccuino alcuni brani di questo sunto. A questo punto però vi si leggono le parole: “Il Card. Richelmy” scritte a matita tra le righe]. E Monsignore: No no, non morirai, devi ancora fare quell’opera – La farà un altro se non la faccio io. – No no, la farai tu. – Ed è stato profeta: l’ho proprio fatta io.

 

Bisogna vivere di fede. Per il Signor Vice-Rettore facciamo di tutto, non trascuriamo niente: potessimo faremo dei miracoli. Quando ho visto come stavano le cose ho detto al Signor Vice-Rettore: Noi da tanti anni stiamo assieme; ci siam sempre detto tutto e adesso non posso tacere: lei è grave, i medici dicono così, dunque pensiamo se abbiamo da provvedere a qualche cosa. – Di coscienza certamente era a posto, poco prima c’era stato il confessore; e per il resto, sia per la Consolata che per l’Istituto, abbiamo guardato qualche carta..

Tutti dicono che è un uomo sfinito, consunto, un uomo che ha già lavorato per 90 anni. Insomma ci vuole un miracolo ed io dico come tutti i canonici che sono stati a trovarlo: Questo miracolo se lo merita e la Madonna dovrebbe farlo. Non diciamo che dovrebbe, chè sarebbe una bestemmia, ma insistiamo. Se dovete andare a S.Ignazio o a Rivoli, fate tutte le cose bene e ve lo meriterete. Se non fa il miracolo, il Signore ci mette un protettore in più in Paradiso perché lui è pieno di buone opere, ma capirete… per me… Ma non ne parliamo…(Il nostro amatissimo Padre è profondamente commosso ma, forte della fortezza delle anime che vivono solo di fede, con un visibile sforzo soffoca il pianto, mentre un nodo alla gola gli impedisce di continuare).

 

…Da star qui od andare a Rivoli o a S.Ignazio, non importa: siate indifferenti nel fare la volontà di Dio, e senza indagare perché mi mandano o no. I superiori, dovete pensare che pensano a tutto, all’anima e al corpo.Andiamo in qualunque posto ci mandino e ricordiamoci che non andiamo per dissiparci, ma per continuare la nostra vita: si cambia il posto ma non le abitudini. Perciò gli stessi piccoli sacrifici che sono tanto raccomandati; e tra la preghiera e i piccoli sacrifici che richiede la perfetta osservanza, attirerete le grazie e farete violenza al Signore.

Sapete che il Signore voleva castigare gli Israeliti e Mosè non voleva e pregando diceva al Signore: Toglimi dal libro della vita o perdona a questo popolo. – E il Signore non ha potuto castigarli. Così se il Signore avesse già stabilito…voi toglietegli la possibilità di farlo. Io spero questo dal Signore per le vostre preghiere ben fatte, ma più ancora dai piccoli sacrifici.

 

Alle volte specie in campagna, si vorrebbe bere un bicchiere d’acqua; ebbene no, bevo solo un poco…; e poi tante altre piccole cose che si possono fare. Quello che più di tutto vi raccomando è di parlare, nelle vostre conversazioni, di cose di pietà e di studio.. Certi si credono di non far niente in campagna. Quello che avete studiato lungo l’anno, avanti… ricordatelo. Anche il tempo di campagna è un tempo da non sprecare. Quando non si fa niente si borbotta, si mormora, si dicono cose inutili. Questo lo raccomando a voi e lo raccomanderò anche di là.

Bisogna che tornando dalla campagna possiate dire: ho acquistato un pochino nello studio. –Perché vedete, noi non siamo in questo mondo che per fare il maggior bene, e il maggior bene si fa facendo bene tutto. Bisogna prepararci il meglio possibile. Un autore dice che sebbene le lingue non siano la cosa principale, sono necessarie, perché come si fa ad insegnare se non si sa parlare? Che cosa importa essere anche un teologo e poi non sapere insegnare la religione a quei poveretti? Così anche voi, se non studiate un po’ le lingue sarete come tante statue. Come cantate nel vespro della domenica: avrete le orecchie e non sentirete; avete la lingua e non sapete usarla… e allora come si fa?… Tanti hanno i piedi per andare di qua o di là, ma non vanno perché quando sono da quella gente non sanno che cosa dire. Perciò incominciate da queste vacanze a fare qualche cosa.

 

Dunque state allegre e avanti; del resto: si compia in tutto e per tutto la volontà del Signore, ma… c’è quel “ma” che deve trattenere il Signore dal fare quello che vuol fare… Lasci andar prima me… toccherebbe prima a me… e poi andrà anche lui a farsi premiare…

(Il nostro Ven.mo Padre ci benedice ed esce dal laboratorio profondamente triste, ma la sua tristezza non diminuisce la sua fede)

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org