IL FIORE DELLA CARITA’

2 giugno 1922

 

 

SR.CARMELA FORNERIS

So che siete soddisfatte dei Santi Esercizi, ed io pure son contento. Quante ispirazioni per mezzo delle prediche! Quante ispirazioni nelle vostre visite al Santissimo,nelle vostre preghiere! Enumerare le grazie che avete ricevuto in questi giorni non è possibile. Quindi prima cosa bisogna che ringraziate il Signore che vi ha fatto la grande grazia degli Esercizi che è un complesso di grazie di cui avrete da ringraziare per tutta l’eternità. Certo la grasia di Dio esige corrisponenza perciò non basta aver ricevuto la grazia. Un giorno dovremo rendere conto di tutto.. Il Signore a chi da di più esige maggior corrispondenza, perciò se uno riceve due talenti, deve dare altri due talenti di frutto; se ne riceve cinque, deve renderne altri cinque in più.

 

Il Signore non si accontenta che riceviamo le grazie e le teniamo lì; quindi il vostro dovere è di mettere in pratica quanto il Signore direttamente o per mezzo dei nostri bravi predicatori vi ha suggerito; e se qualcuna dicesse: io ho ricevuto la grazia dei Santi Esercizi, ma non li ho fatti perfettamente, avrei potuto farli meglio (io spero che non direte questo) e, allora? Allora si ricordi della Madonna, ricorra a lei perché supplisca alle sue negligenze, ed ella lo farà; e poi si ritenga come se avesse fatto bene gli Esercizi e non pensi ad altro che a mettere in pratica i proponimenti stabiliti.

 

Il Signore ve l’ha fatto sentire in questi giorni: più carità, più umiltà. E voi avete sentito questa voce adesso sta a voi mettere in pratica queste cose. Fate proponimenti adatti per il vostro bisogno ed incominciate subito. Voi già lo sapete, non basta fare i proponimenti generali: voglio farmi santa; voglio essere umile. Il diavolo si burla di questi proponimenti, guarderà di farceli dimenticare. No, no, bisogna venire a cose pratiche, piccole. Bisogna che il proponimento vada a toccare il primo bisogno. Già! Avete bisogno di tutto, si sa: e chi non ha bisogno di umiltà… di carità…di obbedienza? Ma bisogna andare in fondo a vedere qual è la materia ordinaria delle mie confessioni: confesso sempre le stesse cose? Quelle in cui manco di più?… Siam sempre li: quindi proponimenti piccoli, minuti, e non dire: voglio essere umile; questo è una bella cosa , ma non basta. Voglio essere umile in questa, in quella cosa; non voglio dire parole in mia lode;; non voglio cercare scuse…; piegar subito la testa. E’ così che bisogna fare: andar proprio giù, in fondo; e così poco per volta ci emendiamo. Quest'’nno correggeremo questo, ed un altr'’nno un'’ltra cosa. Se ogni anno estirpassimo in noi un solo difetto, presto saremmo perfetti, ricordatelo. Guardate un po’ se tutti gli anni avessimo estirpato un difetto!…Un anno le mancanze di carità, un altro quelle di superbia ecc…; quanto lavoro avremmo già fatto! Invece sempre gli stessi difetti.

 

Io poi, come son solito tutti gli anni aggiungo un proponimento comune che durerà fino agli Esercizi di un altr’anno. Questo proponimento nasce dal bisogno esterno della comunità. Io so che voi sapete comportarvi, so che c’è carità qui dentro, ma sapete in che cosa consiste il fiore della carità?. Non consiste nel dire “si”, ad una sorella, ma nel dire un “si” con garbo, non consiste solo nel fare un piacere ad una compagna, ma nel farlo volentieri. Vedo una compagna un po’ mesta, ebbene in questo caso il fior della carità consiste nel dire una parola che la consoli e nel pregare per lei.

In certe comunità c’è un po’ di egoismo: io non mi curo delle altre: Invece no, bisogna dimostrare che si prende parte alle altrui pene: anche la civiltà esige questo, ma tanto più la carità. Quel bel modo di trattare… quel prendersi di mano il lavoro l’una con l’altra…; allora si che è carità questa! Ma, che una dica una cosa e l’altra dica :no!… E poi rispondervi vicendevolmente: si, sorella; no, sorella – e in bel modo. Ho osservato che ce n’è abbastanza di carità, ma dico questo perché queste più giovani (le ultime postulanti entrate) forse non lo sanno ancora, ed è bene che lo sappiano anche loro.

 

Nel trattare ci vuole il fiore della carità, non basta avere la virtù in sé, ma bisogna esprimerla in bel modo.Considerare la compagna , trattarla come una consorella per amore di Dio. Questo è importante per quando sarete poi in missione. Ve ne avranno parlato di sicuro nelle prediche di come si deve trattare anche coi neri,Ebbene incominciate fin d’adesso. Non dolciume, ma trattar bene, altrimenti verrà che farete del male invece di convertire.

Dunque sia per il presente che per l’avvenire, dovete prendere questo proponimento comune, cioè: praticare questa carità esterna. Bel motto questo! La carità deve essere nel cuore, ma anche nel modo di trattare. Educate o no prima di venire non importa, ma qui deve essere una casa di educazione: e questo appartiene alla carità. Correggervi vicendevolmente, essere servizievoli vicendevolmente.

Dunque gli Esercizi sono finiti e il Signore li benedirà; io pure benedirò i vostri proponimenti, e voi fate che in avvenire possiate sempre ricordare e benedire gli Esercizi del 1922.

 

SR.EMILIA TEMPO

…Prima di ringraziare il Signore di queste grazie di cui avrete da ringraziare poi per tutta l’eternità. Certo la grazia di Dio esige corrispondenza, perciò non basta aver ricevuto la grazia. Un giorno dovremo rendere conto di tutto. Il Signore… a chi da di più esige di più… i talenti se sono due… e se qualcuna dicesse:Io ho ricevuto la grazia degli Esercizi ma non li ho fatti perfettamente, avrei potuto farli meglio…(Credo che se qualcuna lo dice sia solo per umiltà) Ma e allora? Si ricordi della Madonna; ricorra a lei perché supplisca le sue negligenze, ed Ella lo farà; poi ritenga come se avesse fatto bene gli Esercizi e non pensi ad altro che a mettere in pratica i propositi che ha fatto. (Parla sui propositi pratici ecc.)

Io poi, come son solito tutti gli anni,aggiungo un proponimento comune che durerà fino agli Esercizi di un alt’anno.

[continua fino alla fine come il sunto precedente]

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org