IL PURGATORIO

26 marzo 1922

 

XVI. 33-34

C'è la consuetudine, almeno fra noi, che oggi si predichi dai Quaresimalisti sul Purgatorio. Anch'io ve ne parlerò, e sarà pel bene delle anime e pel bene nostro.

1. E’ di fede che esiste il Purgatorio, e che le anime quivi trattenute possono essere aiutate dai suffragii dei fedeli. Il Conc. di Trento alla Sessione XXV Decr. de Purgatorio dice « Purgatorium esse, animasque ibi detentas fidelium suffragiis juvari ». Il Concilio comanda ai Vescovi che questa dottrina sana, trasmessa dai Santi padri e dai S. Concilii, sia creduta, tenuta, insegnata e studiata diligententemente. Soggiunge di non predicare su ciò cose difficili, incerte e curiose che possono dare scandalo (Ivi).

Il principale suffragio, secondo lo stesso Concilio, è la S. Messa, poi vengono le preghiere, le opere buone, le elemosine e le S. Indulgenze, colla diversità che le S. Messe e le preghiere fatte a nome della Chiesa sono soddisfatorie anche se l'individuo non è in stato di grazia; non le altre fatte in peccato mortale (Scbouppe II p. 491). _E’ probabile secondo il Bellarmino, che le anime del Purgatorio preghino per noi, specialmente se le aiutiamo; e noi possiamo invocarle in privato, sebbene la Chiesa ciò non usi in pubblico (Ivi).

2. Il pensiero del Purgatorio fa bene a noi: 1) ci tiene guardinghi da ogni peccato, che se non purgato in terra dovrà scontarsi colla pena temporale in Purgatorio colla dilazione della vista di Dio pena terribile che per ora non comprendiamo abbastanza; e col fuoco e coi tormenti stessi dell'inferno eccetto la perpetuità. S. Agostino: Eodem igne cremantur damnati et purgantur electi. 2) Ci induce a penitenza e ad opere buone per redimere i nostri debiti quotidiani. Peccata tua in eleemosynis redime. 3) Ci spinge alla perfezione, per cui alle anime pie talora fa più impressione che lo stesso pensiero dell'inferno.

Appendice sull'Atto eroico di Carità. V. L'Anima Santa p. 575,

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

... I santi la volevano perdere la stima... noi abbiamo sempre paura di perderla. S. Filippo Neri diceva: Chi non perde la stima non acquista niente di santità. Certo non bisogna far le folli, perché qui le folli non si tengono... ma...

Fare il bene davanti a Dío e poi, certo non dare scandalo, ma fare le cose solo per il buon esempio, no. Sì, farle per virtù, ma non solo per il buon esempio. Oggi i predicatori del quaresimale fanno tutti la predica sulle anime del Purgatorio. Non so se c'è dappertutto questa usanza. Chi sa perché fanno questa predica? La ragione potrebbe anche essere questa: siccome nel quaresimale si parla del Paradiso e dell'Inferno, così bisogna anche parlare del Purgatorio.

 

In tutto il tempo di quaresima, durante la Messa non si suona, c'è malinconia; oggi invece si suona, perché è la Messa « Laetare ». La Chiesa pensa che siamo già tutti strapazzati dalla penitenza e fa questo per sollevare gli spiriti. Quindi quest'oggi, non come Pasqua, ma un po' più di sollievo ci vuole; non dissiparci, questo mai, ma essere un po' più allegri.

 

Rallegrati, Gerusalemme, dice la Messa di stamattina... Laetare Jerusalem: et conventum facite omnes qui diligitis eam: gaudete cum laetitia, qui in tristitia fuistis: ut exultetis, et satiemini ab uberibus consolationis vestrae [Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l'amate, esultate con essa. Rallegratevi grandemente voi tutti che foste tristi affinché esultiate e siate sazi della sua vera gioia]. E’ così bella questa Messa!

Il pensiero del Purgatorio fa del bene alle anime del Purgatorio ed a noi. Voi sapete che è di fede che esiste il Purgatorio e che le anime che son là possono essere sollevate, aiutate da quelli che sono su questa terra, con Messe, indulgenze, preghiere, sacrifici e tutto quello che si fa per esse. Questo è di fede: il Concilio di Trento lo dice chiaro. Adesso poi, come sia e dove sia il Purgatorio, non è più di fede. Il Signore non ha voluto soddisfare la nostra curiosità. Il Concilio di Trento dice esserci il Purgatorio e che le anime là trattenute possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli. Adesso poi, c'è chi dice che il Purgatorio è dove l'individuo muore, e chi dice che è in un altro posto: il Concilio di Trento dice che non bisogna andare dietro a queste cose e neppure predicarle. Lo vedremo, purtroppo, se ci andremo.

 

Che cosa patiscono le anime del Purgatorio? La privazione della vista di Dio e tutti i mali che ci sono nell'ínferno. S. Agostino dice che lo stesso fuoco che tormenta i dannati nell'inferno, purifica le anime del purgatorio; solo che nell'inferno dura sempre, nel purgatorio no. Con questo fuoco ci son tutti i tormenti necessari per purificare. Uno che è stato goloso, avrà i tormenti della gola; chi avrà chiacchierato troppo avrà quelli della lingua: bisogna purificar tutto. Questo non è più di fede, ma i santi lo dicono. Quindi che cosa ne viene da questo? Che bisogna stare attenti, e non dire: 0, mak 'n purgatori [oh, è soltanto in purgatorio]...

 

Bisogna pregare per le anime del purgatorio e fare dei sacrifici, ché tutto serve. Alle volte son già passati degli anni dacché è morta qualche persona e non si pensa se mai fosse ancora in purgatorio. In Paradiso non c'entra niente di macchiato. Se qualcuno muore senza aver scontato qualche peccato veniale, qualche negligenza dei propri doveri... è tutta roba per il purgatorio. E poi dei peccati mortali già perdonati, se non c'è un dolore intensissimo bisogna anche scontarne la pena temporale dovuta. Offrire tutto per le anime del purgatorio; fortunati quelli che hanno fatto l'atto eroico.

 

Un signore a cui hanno tagliato una gamba, mi diceva un giorno: Io ho fatto l'atto di morte del Ven. Cafasso, l'ho fatto tanto volentieri, ma adesso che si tratta di lasciarmi tagliare la gamba, e forse di morire... vedo che è una faccenda seria...

 

L'atto eroico di carità è una specie di voto: noi offriamo tutti i nostri meriti soddisfatori, li mettiamo nelle mani della Madonna che se ne serva per le anime del Purgatorio, e non solo quelli che abbiamo in vita, ma anche le preghiere ed i suffragi che faranno gli altri per noi dopo la nostra morte.

S. Geltrude aveva fatto questo atto eroico, ed un giorno il diavolo le disse: Brava, tu adesso starai in purgatorio chi sa fino a quando. Ed ella si addolorava. Ma il Signore comparendole le disse: Non aver paura, hai fatto un atto eccellente ed io ti prometto fin d'adesso che non passerai in purgatorio. - Preghiamo dunque per queste anime: questo è l'invito che la Chiesa ci fa non solo nel dì dei morti, ma anche adesso e tutto l'anno.

 

Quando facciamo delle preghiere nostre, allora bisogna che siamo in stato di grazia di Dio, che non abbiamo nessun peccato mortale sulla coscienza, altrimenti la preghiera non serve; però se si tratta di qualche atto prescritto dalla Chiesa, allora anche in peccato servono lo stesso queste preghiere fatte per le anime del purgatorio. Se io dico il Rosario da me, se sono in peccato mortale, non serve né per me né per gli altri. Questo deve animarci sempre più a stare attenti ad essere sempre in grazia di Dio.

Questo per le anime. E per noi? Il pensiero del Purgatorio prima di tutto ci fa evitare i peccati. Se dico una bugia piccola piccola, la sconterò in Purgatorio. Se non faccio il mio dovere, se studio con negligenza, se non ho tutta la carità, tutta la pazienza che dovrei avere, è tutta roba da purgatorio. Se non la sconto in vita la sconterò poi di là.

 

Dicono i santi che qualunque male di questo mondo, il più grande che ci sia, non è da paragonare ai mali del Purgatorio, neppure tutti i dolori dei martiri. E questo non è crudeltà da parte di Dio, ma è per il nostro bene. Queste anime sono amate dal Signore, ma esse stesse non vogliono andare in Paradiso così. Che figura fanno poi in Paradiso? Se uno pensa che niente passa all'occhio di Dio e che tutto sarà scritto in quel libro... Dunque, state attente: non c’è niente di piccolo, né nel bene né nel male. Guai a chi disprezza le piccole cose! Il pensiero del Purgatorio fa del bene più di quello dell'inferno, perché ognuno pensa di non andare all'inferno. Anche in Purgatorio non vogliamo andare ed alle volte, confessandoci di peccati veniali non mettiamo né dolore né proponimento, ed allora è lo stesso che non averli confessati.

 

Evitiamo quindi i peccati veniali e ricordiamoci che se non facciamo qui penitenza dei nostri peccati bisogna scontarli poi. Facciamo piccole penitenze, portiamo la croce. In comunità dal mattino alla sera deve essere tutta una penitenza. Chi non fa mai la sua volontà, fa già penitenza e si diminuirà il purgatorio. Io dico che è una vergogna che una suora vada in Purgatorio, eppure penso che molte vanno. Quelle piccole cose... quelle malinconie... E poi un bubù [maluccio] grosso così (fa vedere la punta del dito mignolo) bisogna che lo sappia tutta la comunità, che tutti s'interessino di noi.-.. Eh!... facciamo che non tutto il mondo lo sappia; un po' di mal di capo sopportiamolo. Non fare dei misteri... Le cose che possono avere conseguenza si dicono, ma con sincerità, con semplicità, ed anche con distacco. Se anche la superiora mi dice: A l'è mak 'na pussa [è soltanto una che vuol essere coccolata], eh, fa lo stesso. Guai se tutti si interessano di noi.

 

Il pensiero del Purgatorio oltre che farci evitare i peccati veniali e diminuire il Purgatorio con far delle penitenze, deve animarci alla santità. Uno meno commette delle miseríucce e più fa delle riparazioni, e tanto più presto va in Paradiso. La comunità deve essere un Purgatorio, e non star lì a godere. Ah, non siamo qui per godere! Per godere potevate star fuori. Siamo qui per essere macerati, e più presto siamo macerati, tanto più ci faremo santi presto.

 

Sono persuaso che molte suore sono in Purgatorio. Io so di una apparizione, non siamo però obbligati a credervi quantunque possa anche essere vera. Una suora era attaccata ai suoi comodi, voleva sempre una minestra un po' diversa dalle altre, ecc. Dopo morte questa suora comparve, non a me sapete, ma ad un'altra persona e le disse: Sono in Purgatorio perché ero troppo attaccata alle mie comodità e adesso le sconto tutte; ero troppo delicata verso me stessa.

 

Alle volte in comunità siamo lì... attaccati a noi... ed anche in Africa vedrete poi quante occasioni... Troverete dei pomi e farete poi come Eva che si è lasciata tirare dai pomi...

Il nostro Venerabile recitava tutti i giorni Compieta per non andare in Purgatorio. Non voleva andarci. Per non andare in Purgatorio bisogna dare importanza alle piccole cose e fare dei sacrifici e non cercare le nostre comodità né nel vitto, né nel vestito e in nessun posto.

Il predicatore di S. Giovanni ha portato un bel fatto stamattina per far vedere il dolore che provano le anime per la privazione della vista di Dio. Ad un bambino, diceva, muore il padre; la madre addolorata, piangente, lo porta vicino al babbo morto e vuol farglielo baciare, ma questo bambino non vuole, vuol andare a giocare. Noi siamo anche così; adesso che siamo attaccati a tutto non riflettiamo che cosa è il non poter unirci subito a nostro Signore il quale è il nostro unico scopo. Ma, soggiungeva, aspettate un po' che questo bambino venga su e capisca che non ha più il padre, e vedrete come soffrirà e come capirà la cosa. E noi siamo anche così: finché siamo su questa terra non comprendiamo abbastanza la grazia di unirci al Signore, ma dopo morte sentiremo con veemenza il bisogno di unirci a Lui e questa sarà la nostra più grande pena. Fin d'ora quindi attacchiamoci a N. Signore molto molto e stacchiamoci dalle miserie di questa terra.

 

SR. EMILIA TEMPO

S. Margherita da Cortona andava sui tetti a dire i suoi peccati e dovettero imporle silenzio. E noi che abbiamo tanta paura di perdere la stima, eppure dovremmo fare persino un po' le folli per perdere la stima... non proprio folli, perché non li teniamo qui... ma...

Dunque siamo intesi così: fare le cose davanti a Dio, per Dio, poi per buon esempio, ma non solo pel buon esempio.

 

Il pensiero del Purgatorio fa del bene alle anime del Purgatorio e a noi. E’ di fede che esiste il Purgatorio e che noi possiamo sollevare quelle anime... Ah, una piccola bugia, lavorare mollemente, manco un po' di carità, di pazienza, tutto Purgatorio; o scontare di qua o di là.

In comunità dal mattino alla sera dovrebbe essere una continua penitenza, sempre rinunziare la propria volontà... e voi altre che andate nell'Africa e che avrete tante occasioni di far tante mortificazioni, se avrete la virtù che dovete avere... quanto Purgatorio avanzato!

Eppure io penso che molte suore saranno in Purgatorio... E’ una vergogna, eppure, quei comoducci, per un maluccio bisogna che tutti lo sappiano. Non bisogna però tacerlo ai Superiori. Bisogna dirlo ancorché la superiora dica: l'è mak na pusia.

 

Il pensiero del Purgatorio ci fa avanzare in perfezione. Ogni comunítà è un gurg [stagno] dove mettono la canna a macerare... Sì, maceriamo. Il pensiero del Purgatorio deve scuoterci, perché io vi dico chiaro che penso che molte suore sono in Purgatorio. Quella suora che - io l'ho con* oscluta - era un po' troppo delicata, e dopo è apparsa a una persona - non a me - ma disse che era in Purga- torio per la sua troppa delicatezza... Se volete crederlo... non siete obbligate perché non è di fede.

 

Sapersi vincere. Che questo corpo abbia quel che è necessario. Quel che è necessario è necessario, ma...

Sarà la pena di non poter raggiungere Dio, nostro unico ed ultimo fine che ci sarà più tormentevole di tutto il Purgatorio. Cominiamo fin d'ora; diciamo: Paradiso, non Purgatorio. Oh, che prepotenza... no, non è prepotenza!

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org