CORRISPONDENZA ALLA VOCAZIONE

5 marzo 1922

 

XVI. 33

1^ Domenica di Quaresima - Corrispondenza alla vocazione (V. Quad. III, p. 24; Quad. X, p. 10).

X. 10 [vedere al 21 febbraio 1915]

III.24-25

La S. Chiesa nell'odíerna Epistola ci fa leggere un tratto della seconda lettera di S. Paolo ai Corinti, e precisamente al capo 6 dove sta scritto: « Fratres exhortamur vos, ne in vacuum gratiam Dei recipiatis... Ecce nunc tempus acceptabile, ecce nunc dies salutis ». S. Paolo chiamava tempo accettevole, cioè degno di essere accettato con rico- noscenza ed amore il tempo dell'Evangelo... Giorni di salute (V. Martini) - La S. Chiesa applica benissimo queste parole al tempo quaresimale, che è vero ... ; ed esorta i fedeli, come già S. Paolo a non ricevere in vano la grazia di Dio, a farne profitto... - Ben le stesse parole possiamo applicare a noi dell'istituto, al tempo che voi passate qui per formarvi al ministero apostolico e dire: ecce ... ; ed io dirvi: exhort...

 

Sì, l'entrata vostra in questa casa fu una grazia, che voi desideraste; vi fu solo concessa quando si poté conoscere che il Signore voleva concedervela, e che vi avreste ben corrisposto. - Ebbene avete sempre conservata la stima di tale grazia, anzi si è in voi aumentata la riconoscenza a Dio di avervi chiamati? E come avete finora corrisposto? Non l'avrete ricevuta in vano senza trafficarla?

Vedete, in molte comunità i soggetti possono classificarsi in tre categorie: 1) di coloro che vi stanno senza vocazione allo stato intrapreso e vi rispondono per nulla. Di costoro può dirsi: Ad quid terram occupat? Essi dovrebbero essere pochi. 2) Altri, e sono i più, hanno vocazione e vi corrispondono, ma con poca generosità: studiano, ma non si rompono le ossa, pregano il necessario e basta ecc., insomma basta loro essere buoni, ma non pretendono di divenire santi; e questi sono il maggior numero. 3) Una terza categoria è quella dei generosi, che entrati con piena purità d'intenzione intendono di corrispondere pienamente alla grazia di Dio con usare tutti i mezzi che il Signore loro concede per farsi santi. Questi son pochi.

Veniamo a noi, alla nostra comunità. - Vi sono tra noi alcuni della 1 categoria? Io spero di no; non dovrebbero poter vivere; ogni pietra di questa casa rimprovererebbe loro tanta audacia... Fu detto da uno che ne uscì, che in questa casa chi non vi è chiamato non può resistere. Questo è il più bel elogio per l'istituto e la disciplina che si vuole. - Non così potrà dirsi della 2 classe. Non voglio offendervi, ma debbo pensare che anche in questa casa vi sono quelli che non corrispondono pienamente alla grazia di Dio; non si potrà dire di loro che in vanum gratiam Dei redpiunt, ma non sanno essere generosi con Dio e togliere da loro certi difetti, certa inerzia; Gesù vorrebbe tutto il loro cuore nella semplicità ed umiltà, ed essi glielo danno con restrizione...

 

Mi consolo perché varii di voi sono da collocare nella 3 categoria, e ne ringrazio il Signore. Non.percbé non abbiano difetti, ed anche ore e giorni di freddezza; ma conservano sempre ferma volontà di emendarsi e di santificarsi, e sono contenti che l'ubbidienza ne fornisca i mezzi; nelle molte preghiere, assiduo studio, nelle pratiche di mortificazione ed umiliazioni... Fortunati giovani, come S. Francesco Zaverio... Il P. Perlo scrive che loro primi saranno zavorra e di que- sta faranno l'uffizio, mentre i futuri saranno le colonne perché ben forgiati e ben limati nella Casa-Madre. Ciò disse per umiltà, come S. Fr. Z, ma ci dà una lezione su come dovete perfezionarvi...

 

Esaminate voi stessi davanti a Dio a quale classe apparteniate; notate però due cose: 1) che essendo religiosi avete l'obbligo di tendere continuamente alla perfezione « conatus semper proficiendi »; quindi di trovarvi tutti nella 3 classe... 2) di regola non succede che quando sarete in Missione ascendiate; ma piuttosto purtroppo si può discendere di classe, come succede dei chierici fatti sacerdoti; ed allora che sarà di voi e delle Missioni?

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

« L'Apostolato della preghiera » come vi ho già detto, è una associazione mondiale nella quale tutti i membri si uniscono insieme a pregare. Lo scopo è questo: dare parte delle nostre preghiere a questa società, ma noi partecipiamo al bene che questa fa. E’ vero che per partecipare al bene che si fa nella Chiesa basta essere cattolici, ma se siamo iscritti, se siamo membri, vi partecipiamo più particolarmente. Quando c'è qualche ammalato che soffre magari da anni, talvolta la gente dice: E’ meglio che muoia, soffre e fa soffrire, non è più buono a niente. - Invece no, non è meglio che muoia perché finché vive merita, e se per caso non avesse più cognizione, tuttavia prende parte ai meriti degli altri; finché c'è vita...

In questa associazione vi sono tanti che fanno delle buone opere e noi ne avremo parte. La pratica consiste nel dire un Pater (di quelli che diciamo già) con questa intenzione. Io l'intenzione la metto oggi per sempre. Carichiamoci di bene.

 

Una persona diceva: Che bisogno c'è di fare tante cose? Io prendo una indulgenza plenaria e val più di tutto questo. - Io ho paura che quelle persone lì non la prendano questa indulgenza, perché chi disprezza le cose piccole non prende poi quelle grandi. Il Venerabile diceva che bisogna fare gran conto delle indulgenze. Chi non stima il piccolo non riceve il grande. Non dite mai quello sproposito lì, voi. Tutto serve nel magazzino di N. Signore, tutto fa la sua parte. Cinquanta giorni d'indulgenza son sempre cinquanta giorni, non dico di purgatorio, ma della penitenza che avremmo dovuto fare. Ma voi non confondetevi, dite pure cinquanta giorni di purgatorio, è quasi lo stesso.

 

E’, così che bisogna fare, tener conto di tutto. I Santi non disprezzavano niente. S. Alfonso era ascritto a tutte le Compagnie; aveva tutti gli abitíni; ed era un gran moralista, un gran teologo. Diceva: Io prego e poi se non posso far tutto quello che dovrei in questa Compagnia, pazienza, porto gli abitini: è già bene portarli. -

Certa gente è lì... vive e non sa le cose... non s'interessa... non agglomera... non si fa il fardello. Come una di voi che volesse andare a farsi religiosa o sposarsi (diciamo anche così) e non si preparasse il corredo. Volete andar là con due camicie?

 

Siamo nel mese di S. Giuseppe. Mi farete una lettera, ma corta; qualche volta ve l'ho data indietro senza leggerla perché non avevo tempo. Vorrei che ne faceste un volume, ma non ho tempo, non posso; io le leggo solo prima di andare a letto. Poi, non c'è bisogno di carta bella, adesso la carta costa. Poco tempo fa è morta una persona e, sapete dove ha fatto testamento? su una carta di caramella. Sicuro... (sorride). Non dico che prendiate anche voi un pezzo di carta da caramella, ma prendetene uno piccolo e non elegante.

L'avete sentita l'Epistola stamattina? E’ un tratto della seconda lettera di S. Paolo ai Corinti. Egli dice: Noi vi esortiamo che non riceviate invano la grazia di Dio. Imperocché egli dice: Ti esaudii nel tempo accettevole, e nel giorno di salute ti porsi soccorso. Ecco ora il tempo accettevole, ecco ora il giorno della salute ecc. ecc ... : Exhortamur vos, ne in vacuum gratiam Dei recipiatis. Aít enim: Tempore accepto exaudivi te; et in die salutis adjuví te. Ecce nunc tempus acceptabile, ecce nunc díes salutis... ecc.

La Chiesa applica queste parole alla Quaresima. Noi possiamo applicarle alla nostra vocazione. Non basta aver avuta la grazia della vocazione, ma bisogna utilizzarla, perché del resto non corrisponderemo alla volontà di Dio; non solamente, ma ci renderemo ancora ingrati ed avremo poi da render conto. Ogni grazia di Dio riesce in bene od in male. Se Giuda non avesse mai avuto la grazia di essere apostolo non avrebbe fatto tanto male come ha fatto a tradire N. Signore. Ed applicando a noi, sarebbe meglio mai essere venuti a farsi religiosi, piuttosto di non corrispondere, ché non avremmo da renderne conto. Meglio non essere mai venuti che corrispondere male e non utilizzare la grazia ricevuta. Quindi stare attente a questa vocazione che non è solo quella del cristiano: è una grazia di predilezione. Il Signore l'ha fatta a voi questa grazia e non a tante altre più brave di voi. Ciascuna di voi può dire: Io sono stata favorita in modo particolare dal Signore. Meritavo io più di quella tale che era più umile, più brava di me? Eppure il Signore ha detto: No, non è quella che io voglio, voglio te. - Quella là avrebbe corrisposto molto di più alla grazia di Dio e noi... stiamo lì così!... Ricordatevi di questo, sebbene già altre volte ve lo abbia detto.

 

Nelle comunità ci sono tre sorta di gente: Quelli che fanno tutto perché la campana li chiama: Vanno tutti... vado anch'io. Certi in comunità son lì... apatici, vivono così... non fan mica del male ma... son sempre gli stessi. Ma è corrispondere questo? Ricordatevi che, massime quando sarete in missione, sarà più facile discendere: si cala, ma non si monta su. E dove andiamo se facciamo così? Questa è la prima classe, ma io spero che non ce ne sian tra di voi di quelle che stanno solo qui per mangiare e dormire. Siamo qui per farci santi.

Quelli della seconda classe hanno buona volontà, si scuotono di tanto in tanto; fanno proponimenti; dopo la confessione pare che escano dagli Esercizi. E va bene questo; ma ci sono alcuni « ma », e sapete quali sono? C'è sempre la superbía... e noti si ha coraggio di affrontarla una volta! Ci son sempre le stesse mancanze contro la carità... sempre le stesse negligenze nel far l'obbedienza... Se il Superiore le cambia vogliono sapere il motivo perché han paura che sia un castigo. Hanno malinconie-, si lasciano andar giù. Vedete, son gente che vuole farsi santa, ma non è generosa da farsi veramente.

Quelle della terza classe son quelle che non fanno eccezioni al Signore. Senza aver fatto il voto del più perfetto, fanno il più perfetto. Fanno sempre quello che.davantí a Dio vedono che è meglio e che al Signore piace di più. Non guardano se costa o non costa. Quelli lì camminano per la via della perfezione. Fanno dei passi.da gigante questa gente.

 

Ognuna di voi guardi in che classe si trova. Se si trova nella prima, per carità... si metta subito a posto. Se si trova nella seconda va già bene... ma non basta: il Signore se non vede generosità non è contento. Sì, mi vuoi bene - dirà - ma ti riserbi ancora un pochino di cuore. (Sarà un attacco ai parenti... alla gola... alle comodità o qualche altra cosa). Il Signore è geloso, vuol tutto. Quindi bisogna proprio andare nella terza classse, bisogna essere generosi col Signore. S. Paolo ha detto: Che cosa volete che io faccia, o Signore? - e si è messo a fare quel che voleva il Signore, senza eccezioni, e quel santo uomo è divenuto un grande apostolo.

Oggi fate quest'esame e dite: Io non voglio essere un ladro. Facendo così (non dando tutto al Signore) si è ladri perché è tutto del Signore e noi vogliamo tenerne un pezzettino. Ditelo: Voglio essere tutta vostra, Signore. - Possiamo sbagliare, possiamo fare qualche piccola mancanza, sì, perché siamo uomini, ma non facciamo la pace con questi difetti. - Signore io non voglio risparmiarmi in niente, voglio fare quello che volete voi. - Così è seguire l'esortazione che fa oggi S. Paolo.

 

Guardate, se non si fa questo qui in Casa Madre, non si farà mai più. Chi non si fa generosa qui, non si farà mai più. Laggiù in missione, se fate tutto quello che potete, starete « a livello », ma per poco che succeda, ricordatelo: si discende, si discende... Il diavolo che sa che se uno è santo convertirà chi sa quante anime e farà magari dei miracoli, mette lui gli ostacoli.

 

Fate questo proponimento di non lasciare passare la grazia della vocazione inutilmente, ma di approfittarne e farla produrre il più possibile; e il Signore vi benedirà. Mai scoraggirsi dei propri difetti e se dopo aver proposto di correggere un dato difetto cadete ancora di più, ebbene, rimettetevi di nuovo di buona volontà e riuscirete. E’ il diavolo che ci tenta così. Andiamo avanti, andiamo avanti, non sarà mai troppo. Certi dicono: Ciascuno ha il suo grado di perfezione da raggiungere. Ma, io rispondo, noi non sappiamo a qual grado dobbiamo arrivare, dunque facciamo tutto quel che possiamo per andare in su.

Il Ven. Cafasso, quando qualcuno diceva: Mi accontento di un po' di Paradiso, rispondeva: Vergogna, è così che si fa? Bisogna dire: Voglio andare più in su che posso, voglio attaccarmi alle ali di un serafino che ama tanto il Signore. - E lui faceva così.

 

SR. EMILIA TEMPO

... Certa gente vive lì... e non pensa a prepararsi il fardello... Dunque, oggi vi do un pensiero (Epistola di S. Paolo - II Dom.di Quar.): Vi scongiuriamo, vi esortiamo che non riceviate invano la grazia di Dio. Questo è il tempo accettevole; questo è il tempo della salute...

 

La Chiesa l'applica per la Quaresima. Applicandolo a noi per la grazia della vocazione... che non sia vacua; non rendiamola inutile perché ogni grazia di Dio o porta bene o porta male. Giuda, non avesse avuto la grazia dell'apostolato... Così: meglio che non fossi venuta a farmi religiosa missionaria, per poi non far niente e renderla inutile. Per la grazia della vocazione siamo state predilette. Ognuna di voi può dire: singularíter sum ego [sono solítario]. Quanti avrebbero corrisposto molto meglio... Eppure no, il Signore volle noi.

 

In una comunità ci sono tre sorta di gente:

l° - Quelle che fan tutto quel che fanno gli altri, ma sono apatiche, son sempre le stesse da un anno all'altro... sempre le stesse. Ma è un corrispondere questo? Massime poi quando si è in missione, perché questa gente diminuisce; alla minima occasione si è sempre lestesse.

- Quelle che fan qualche cosa: propositi ecc.; ma, ma, ci son dei ma; c'è sempre quella superbia, quella malignità... Quella gente che han sempre delle malinconie e si lascian andar giù: un difetto, si scoraggiano. Son gente che non son generose.

- Ci son quelle, e spero che siate molte, ah, queste corrono. Senza fare il voto del più perfetto, lo osservano. Sapete che cos'è il più perfetto? E’ fare tutto quel che ci pare che più faccia piacere al Signore, costi quel che vuole. Il Signore vuole proprio quel pezzettino che noi ci riserviamo. No, bisogna essere della terza classe: Signore, io non voglio essere una ladra, voglio essere tutta vostra. Può succedere qualche sbaglio... il carattere ecc... ma: Signore, ditemi quel che volete, non vi risparmio nulla, sia grosso o piccolo.

Ricordatevi: chi non fa questo qui, non lo farà più. Se fate qui tutto quel che potete, allora là andrà bene, se no... Le cosette che qui son piccole, là saran più grosse; la lingua non frenata qui, sarà più lunga là... Ho proposto, son caduta ancora di più... ebbene, non mi scoraggisco. Certuni dicono: io non raggiungerò quella santità lì; ma sappiamo il grado di santità che dobbiamo raggiungere noi?

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org