QUINQUAGESIMA - CARNEVALE

26 febbraio 1922

 

XVI. 32

(V. Quad. VII, p. 7).

N.S.G.C. diceva agli Apostoli: Mundus gaudebit, vos autem contristabimini; sed tristitia vestra convertetur in gaudium. La profezia riguardava la Passione di N.S., ma ben può pure applicarsi a questi giorni, in cui il mondo pare venga pazzo di gaudio e di piacere. E fosse ciò almeno con soddisfazioni innocenti; ma invece con commettere tanti peccati. Si vive con più dissipazione e dimenticanza di Dio e si dà sfogo alle passioni dei sensi. Quanti peccati di lussuria, di ubriachezza, e quindi di bestemmie e cattive parole!

Spetta a noi compiere l'altra parte del detto di Gesù: Vos autem contristabimini. Dobbiamo noi invece attristarci santamente per consolare N. S. e riparare a tante offese. Ciò faremo 1) opponendo a tanta dissipazione e dimenticanza di Dio, maggior raccoglimento e maggior preghiera. S. Francesco di Sales in questo tempo usava maggior ritiratezza, e si privava di ogni ricreazione. Non dobbiamo essere curiosi neppure col desiderio di questi baccanali. Invece preghiamo molto e bene, come ci siamo proposti dopo i Santi Esercizi. Vi raccomando specialmente le preghiere vocali della comunità, con dirle tutte con attenzione della mente con affetto, specialmente il Veni Creator e quelle prima e dopo lo studio, i lavori ed i pasti (V. Quad. XI p. 25).

2) Colle molte piccole mortificazioni in compenso dei tanti stra- vizi ed abusi nel cibo e nel bere. S. Vincenzo de' Paoli prescrisse a' suoi Lazzaristi che in questi giorni facessero vigilia. Il B. Enrico Susone... (V. Quad. III p. 23).

XI. 25 [vedere al 20 febbraio 1916]

VII. 7

Mundus gaudebit - vos autem contristabiminí. La profezia è di N.S.G.C. per la sua Passione; ma profezia che pure si compie ogni anno in questo tempo di carnevale. - Il mondo tripudia, e non di allegrezza innocente, ma di peccati, e nella vista e nel cibo e bere ecc... Tocca a noi compiere la 2a. parte: contristarci, avere una santa tristezza (V. Repert.: Carnevale) - Sed tristitia vestra conv. in gaudium: Noi faremo il vero Carnevale a Pasqua.

Nota. La S.V. di Lourdes insegnò per 1 cosa a Bernardetta il segno della Croce. Vedete importanza, e lo faceva poi sì bene (ved. Brev. e Storia).

III.23

N.S.G.C. faceva la seguente profezia: mundus gaudebit, vos autem contristabiminí. La prima parte della profezia si verifica in questi giorni, che il mondo tripudia; tocca a noi far avverare la seconda parte « vos autem contristabímíní ». Vi parlerò della S. tristezza che dobbiamo avere in questi giorni. Il mondo in questi giorni gode sfogando le sue passioni della carne: quanti disordini nel cibo e nel bere, quindi in ogni angolo ubriachi con perdita della ragione di cui Dio li regalò: quante lascivie poi specialmente in certe notti ed in certi ritrovi ... e quindi quante parole oscene e bestemmie: - si dà piena soddisfazione ai sensi della vista e del tatto: - il tutto con innumerevoli peccati ed offese di Dio. Felici noi che segregati dal mondo non dobbiamo assistere a questi spettacoli nauseanti alla fede ed alla morale. Non possiamo certamente immaginarci il male che si commette fuori di questa casa!

Che faremo noi in tanta depravazione? « Vos autem contristabimini ». Ecco la nostra parte davanti a Dio - contristarci santamente; a ciò ci invita la Chiesa - l'esempio dei Santi - e la voce di Gesù.

1) La S. Chiesa, col colore violaceo della Settuagesima... non più alleluia... colle preghiere della S. Messa e del Breviario: « Miserere »... Tempo di tristezza e di penitenza.

2) L'es. dei Santi. Mons. Galletti incominciava la Quar. dalla Settuagesima. S. Franc. di Sales in questi giorni usava maggior ritiratezza, e si privava di ogni ricreazione. S. Carlo B. affliggeva le sue membra con straordinarie discipline e penitenze per ristorare le piaghe che si facevano al Signore. Il B. Enrico Susone in tali giorni si asteneva da ogni cibo, e così meritò che un Angelo gli recasse dal Cielo frutti oltre ogni credere soavi e giocondi. S. M. Madd. de' P. veg1iava. Le notti intere davanti al SS., offrendo a Dio pei peccatori il Sangue di N.S.G.

3) Gesù desidera, cbiama e premia la nostra S. tristezza e gli atti di riparazione. Es. B. M. Alacoque, cui apparve (Anima S. p. 91). S. Gertrude e S. Caterina da Siena (Id. p. 88).

Pratiche: Nell'Istituto nessun divertimento. Si concedono teatri e giuochi nei collegi perché giovani; noi dobbiamo essere uomini quindi niun teatro. Se qualche esercizio, come in quest'anno, sia solo esercizio e di cosa seria e di missioni. - La morte di Mociri fa più pena che gioia. Il nostro carnevale sarà a Pasqua con Gesù trionfante. Invece in questi giorni fervente preghiera di riparazione a Gesù Sacr. e pratica del coroncino. Studio e lavoro assiduo come e più del resto dell'anno. Così Gesù ci benedirà come suoi prediletti figli, che non hanno in mira che di amarlo e consolarlo nelle sue pene: Vos qui permansistis mecum in...

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

... Sento che pregate, ed avete fatto l'ora di adorazione: questo è bene e necessario. In tanti paesi si fanno le Quarant'Ore; fanno magari il carnevale, ma almeno fanno anche fare, per così dire, un po' di carnevale a N. Signore. In proporzione dei maggiori peccati che si fanno in questi giorni e della maggior dissipazione che tutti hanno, bisogna che noi preghiamo di più, che stiamo più raccolti e facciamo maggiori atti di virtù.

Il Signore parlando della sua passione aveva detto: Il mondo godrà, starà allegro, e voi vi rattristerete, ma non inquietatevi; la vostra tristezza si convertirà in gaudio: Mundus gaudebit, vos autem contristabimini, sed tristitia vestra vertetur in gaudium... et gaudium vestrum nemo tollet a vobis […e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia].

 

Questa profezia sulla passione del Signore si può applicare a noi in questo tempo di carnevale. Il mondo tripudia, che fa persin pena. In Piazza Vittorio c'è ogni sorta di spettacoli, di baracconi, di divertímenti... Notate che dal solo affitto della Piazza han ricavato 150.000 lire. Vanno là a vedere delle storie ... ; non par vero che il mondo sia così folle, così pieno di voglia di godersela. E’ vero, in generale è più la perdita di tempo e di denaro che non sia la cosa cattiva in sé, ma intanto quanti peccano! Pazienza lo stare allegri innocentemente, ma stare allegri col peccato, con offendere il Signore, ah, questo!... Pare che debbano venire un po' matti. In Ivrea hanno eletto un sindaco il quale comanda in questi giorni in luogo del vero sindaco. Ma guardate che idea!... Non so se quest'anno ci son le maschere ma, quel che è certo, c'è una gran dissipazione; pare che nella Quaresima debbano poi fare delle penitenze terribili e per poterle fare, adesso si sfogano come più possono. Adesso che non fanno più nessuna vera Quaresima, non avrebbero bisogno di sfogarsi. Commettono dei peccati di dissipazione, di vista. Ah! ci son molte cose che non debbono essere vedute, eppure hanno la smania di vederle. Poi peccano nel cibo, nel bere... e dopo bestemmiano. La loro conclusione è questa: mangiare, bere, godersela.

 

In questi giorni è una miseria! Quanti disordini! quanti peccati! si parla male, si bestemmia! quanti peccati di vista!... Vedere certe scollature... Tutti gridano contro questa moda immodesta, e superiori e Vescovi, eppure fanno lo stesso, non danno retta. Certi stanno senza mangiare ma non si astengono dalle spese per seguire la moda. Gli uomini sono folli, si lasciano dominare dalle donne; e le donne non hanno ritegno. Una persona diceva: Quasi vorrei essere cieca, così non vedrei niente.

 

A questi disordini noi dobbiamo opporre tre cose: maggior raccoglimento, evitare la curiosità, e mortificarci.

1° - Maggior raccoglimento: S. Francesco di Sales in questi giorni aveva maggior raccoglimento; era persino un po' melanconico; stava in continuo esercizio spirituale per compensare la dissipazione che c'era nel mondo. Voi certo non andate a guardare di qua e di là, tuttavia chi sa che non venga un pensiero, un desiderio di vedere quello che c'è in Piazza Vittorio!... Che bel gusto andar là a farsi rintronar le orecchie! Non so come facciano, e dire che pagano ancora per vedere e farsi rintronare!

S. Carlo Borromeo passava giorno e notte in raccoglimento e si dava allo spirito di penitenza. Moltiplicava le discipline, cilici, penitenze ecc. Così pure S. Caterina da Siena: questi giorni li passava sempre davanti a N. Signore il quale un giorno l'ha sposata e le ha messo l'anello d'oro in premio dello spirito con cui passava questi giorni.

Lasciare la dissipazione vuol dire concentrarsi in N. Signore. S. Vincenzo de' Paoli ha stabilito che i suoi Missionari al lunedì e martedì facciano vigilia per opporsi a tutti i disordini che fanno nel mondo riguardo al cibo. Il B. Enrico Susone in questi tre giorni non mangiava e lo faceva con spirito di riparazione. Una volta N. Signore mandò un angelo a portargli un frutto di paradiso. Non prendeva niente e N. Signore l'ha premiato. Tutti i santi ebbero di mira la mortificazione. Un giorno il Signore si lamentò con S. Maria Alacoque che si facevano tanti peccati e lo caricavano di nuovo di spine e di croce; e cercava qualcuno che lo consolasse, ma non trovava nessuno perché tutti pensavano a divertirsi alle sue spalle. Sustinui qui simul contristaretur, et non fuit; et qui consolaretur, et non inveni [Cercai qualcuno che si contristasse con me, e non vi fu; qualcuno che mi consolasse e non lo trovai].

 

Almeno noi dunque consoliamolo, stiamo con lui; e state tranquille che tutto quello che si fa nella santa tristezza, si cambierà in gaudio. A Pasqua starete allegre, ma adesso non è il tempo. La Chiesa ha messo il color violaceo (per la Quaresima) il quale è segno di tristezza e di malinconia.

Continuate a fare quest'ora di adorazione, ma fate anche il resto: maggior raccoglimento, più preghiere, più giaculatorie, più unione con Dio; evitare tutte le curiosità di qualunque genere, e poi mortificazione: ognuna secondo le proprie forze. Se ne possono far tante. Non si bada al quantitativo però, ricordatevi: i santi son furbi, ne fanno tanti piccoli, ma tutti con grande amore. Questo è quanto il Signore domanda a noi in questi giorni. E’ questo lo spirito che dobbiamo avere.

 

Sono stato invitato dalla Compagnia « L'Apostolato della Preghiera » ad associarmi. Lo scopo è questo: tutto quello che facciamo lo diamo a questa società, ma noi a nostra volta partecipiamo a tutto il bene che fa questa stessa Congregazione. Ve lo dico perché bisogna che siate anche voi d'accordo, che vogliate prendere di più. Dove sono più tanti insieme, il Signore ascolta di più. La condizione è questa: pregare secondo l'intenzione della società (e son le intenzioni solite). Raccomandano soprattutto il Pater noster. Dicendolo bene non si ha più bisogno di dire altre preghiere particolari. Se preghiamo bene aiutiamo quelli là; ma se non preghiamo bene non avremo poi il diritto di partecipare al bene della società.

 

Ah sì, bisogna pregare bene, saper quel che diciamo. Va bene, voi non avete studiato il latino, ma mi pare che per poco che si rifletta si può capire. Mentre si benedice la mensa se si sta attenti a quel che si dice, non viene in mente di sentire gli odori che ci sono in refettorio. Purtroppo che dovremo gustare quel che si mangia, e non è male, perché il Signore ha voluto così, ma se s'innalza la mente a Dio!...

Tutte le preghiere che si fanno in comunità valgono molto di più e non bisogna mai lasciarle per attendere alle nostre particolari. Quelle hanno la benedizione di Dio, hanno l'ubbidienza. Se non si possono dire tutte, piuttosto si lasciano le individuali.

 

Dunque guardate che adesso dovete pregare meglio e soprattutto pregare colla mente e col cuore, e per giungere a questo bisogna stare attente a quel che si dice. Quando si recitano le Litanie della Madonna perché non stare attentí?!... Quando si dice: Stella mattutina, perché non dire alla Madonna: Maria, sii la mia stella? E così in tutte le altre. Ah, se si sta attenti! Bisogna far le cose con fede, non lì... così... Fa proprio pena alle volte sentire come pregano certuni. Direi che disprezzano la preghiera. Mi raccomando che la vostra preghiera sia anche sapiente: sapere quello che si dice. Ricordatevi che avete il proponimento di pregare molto e bene. Son due parole che bisogna ricordare sovente, massime in questi giorni. Rinnovatelo e pregate sempre bene.

 

SR. EMILIA TEMPO

Lo spirito nostro deve essere spirito di riparazione in questi giorni. Il mondo godrà e voi vi contristerete, ma la vostra tristezza si cambierà in gaudio. Dunque bisogna opporre maggior raccoglimento alla dissipazione di questi giorni. Mortificare la curiosità per i peccati di vista. Mortificarci per riparare ai peccati nel mangiare e nel bere, e quindi del parlar male e bestemmie.

S. Francesco di Sales si dava al maggior raccoglimento. S. Carlo Borromeo si dava a penitenze. S. Caterina da Siena si fiagellava tanto che N. Signore la sposò con un anello d'oro. S. Geltrude, il Signore le fece vedere come le opere buone di quei giorni erano scritte da S. Giovanni Evangelista. Poi, preghiera. I Lazzaristi han per regola di far vigilia lunedì e martedì. Il B. Enrico Susone non mangiava (in questi giorni) tanto che una volta il Signore gli mandò un angelo a portargli dei frutti del Paradiso. A S. Margherita Alacoque N. Signore apparve con una croce così pesante che essa non poté reggerla; e si lamentava che non trovava chi lo consolasse. - Almeno voi, consolatemi, ci dice.

Pregare bene: bisogna far le cose con vita, pensare a quel che si dice. Vi raccomando tanto che la nostra preghiera sia sapiente: che si sappia quel che si dice.

Dunque: pregar molto e bene.

giuseppeallamano.consolata.org