COMPLEANNO DEL FONDATORE

22 gennaio 1922

 

XVI. 29-30

In risposta ai vostri auguri pel compimento del 71 anno di mia vita, ringraziandovi, specialmente per le preghiere che avete fatto per me, voglio farmi il mio elogio. Fece il proprio elogio S. Paolo, dicendo delle fatiche e dolori che soffrì pel nome di N.S.G.C.: Ter virgis caesus sum, etc. anzi: Plus caeteris (Apostolis) laboravi etc. Racconta di essere stato assunto al terzo Cielo ecc. - Come si spiega tanta lode a se stesso? Anche S. Agostino, S. Teresa, S. M. Alacoque ed il Ven. D. Bosco si scrissero la vita - Non per superbia, ma per verità, tutti cosi’ fecero, per dare gloria a Dio ed umiliare se stessi...

 

Io parlerò della mia nascita. Il Signore disse: In charitate perpetua dilexi te, ideo attraxi te miserans tui. Il buon Dio pensò a me sin dall'eternità, quando nessuno pensava a me, neppure i miei genitori, che non esistevano. Vi pensò non per necessità o bisogno che avesse, cb'Egli è assolutamente felice e beato in sé. Vi pensò per solo amore di me. In charitate, ed avendo compassione del mio niente: miserans tui. Pensò a me da tutta l'eternità, e per sola bontà e compassione, e fra tante creature possibili che poteva creare, determinò di lasciarne tante altre e creare me. E notate che fra tante creature possibili nella sua eterna prescienza, vedeva che altre sarebbero state più riconoscenti di me, avrebbero meglio di me corrisposto al suo amore, meglio conoscendolo, amandolo e servendolo. Vide anche le mie tante infedeltà ed i miei peccati. Eppure quel buon Padre non diede indietro, e continuò a volere me e non tanti altri. Veramente: Aquae multae (di in- corrispondenza) non potuerunt exstinguere charitatem!

 

Applichiamo al caso l'elezione di Davide a Re (V. Libro dei Re I, c. 16). Aggiungo: sarebbe già stato insigne favore, che essendo nulla, Dio mi avesse creato una pietra, una pianta, una bestia, anche queste creature inanimate o irragionevoli sono nel loro possibile riconoscenti al Signore e ne fanno impreteribilmente la volontà: Omnia serviunt tibi... Stellae dederunt lucem, et laetatae sunt; - Ventus et mare obediunt Ei.

No, il Signore volle essere più generoso con me: non si contentò di crearmi una pietra ... ; ma si propose di crearmi una creatura ragionevole, dotata di mente. capace di conoscerlo, e di cuore fatto per amarlo e servirlo.

 

Il buon Dio decretando di crearmi, stabilì nel tempo l'anno, il giorno in cui mi avrebbe dato l'essere, ed ogni altra circostanza: Ideo attraxi te. Ed eccomi nato il 21 Gennaio del 1851, alle ore sei e mezzo di sera. Deo gratias! Dunque ho compiuto 71 anni dalla nascita, che significano tanti anni, tanti giorni e minuti di altrettante nuove creazioni, di cui mi colmò il buon Dio. Poteva essere morto appena nato, ed era già una grazia di Dio; poteva morire in seguito; ma no, il Signore mi conservò finora per Sua misericordia e bontà, perché lo amassi e servissi fedelmente. L'ho io fatto? Di questo mi intesi ierì sera con Gesù Sacramentato nella lunga visita fattagli alla presenza della nostra cara Consolata. Voi nei vostri auguri domandate al Si gnore meriti e non anni...

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

(11 nostro Ven.mo Padre dopo aver parlato alcun po' riguardo alla morte del S. Padre Benedetto XV, dice:) Guardate che contrasto: Lui muore ed io faccio il compleanno. Nacqui tanti anni fa... (7 1), la sera del 2 1, e per dir così, come fosse stamattina verso le dieci e mezzo, fui battezzato. Sicuro, subito il giorno dopo fui battezzato. Non credevo mai più di vivere così tanto! Ero il più meschino di tutti; il Signore si è servito di una ula ruta [ pentola rotta ]... Non pregate perché io viva 'n pess [a lungo], pregate piuttosto perché il Signore prenda tutto il mio passato e lo aggiusti Lui, metta Lui quello che manca.

La nostra santità dipende in certo qual modo dalla nostra cooperazione, ma realmente dipende poi tutta da Dio, sapete. Metta Lui tutto il bene che manca ancora perché io possa poi andare all'eternítà con solo bene. Che il sacco sia pieno di meriti, che non abbia a passare in Purgatorio. Così sia di voi. Le missionarie non dovrebbero passare in Purgatorio: è un'ignomínia.

 

Il Purgatorio lo farete in Africa, in Cina, dovunque andrete: tutti i giorni ne farete un po', ed allora alla fine resterete tutte pulite, linde, come son belle e pulite le anime che gli angeli tirano fuori dal Purgatorio. Il Signore ci ha creati per il Paradiso. Il Purgatorio è messo lì per forza. Puliamoci, mondiamoci in questo mondo. Io non capisco come non si possa fare un piccolo sacrificio per evitare il Purgatorio. Alle volte si sente dire: Questo è solo roba da Purgatorio! - Come? solo roba da Purgatorio? Ma pensiamo che si soffre come nell'inferno. Dice S. Agostino che lo stesso fuoco a cui sono condannati i reprobi all'inferno, purifica quelli che vanno in Purgatorio, solo che per questi non dura sempre; gran diversità certo, ma tuttavia si soffre sempre in quel tempo che vi si sta.

 

Una religiosa non dovrebbe andare in Purgatorio. Eppure si può andare per piccoli attacchi, per piccole comodità, per miseriucce... per figurarsi forse dei bisogni che non ci sono. Sarà la gola magari; talvolta sarà l'ambizione, la superbia, qualche capriccio... Fa proprio pena che per queste storie uno che ha rinunciato a tutto, alla propria volontà, alle comodità ed ha fatto tanti sacrifici, non si dia interamente alla santità e magari si perda.

 

Bisogna stare attente; perché, se farebbe cattiva impressione vedere un Papa in Purgatorio, relativamente farebbe brutta impressione vedervi una missionaria. Bisogna stare attenti! Adesso mentre pregate per il Papa, tutti i sacrifici che fate, fateli anche per lui, se per caso ne avesse bisogno. Il Signore non vuol darci la soddisfazione di dirci se è già in Paradiso, altrimenti noi non pregheremmo più. Del resto bisogna pregare e pensare che tutti gli anni che passano ci portano vicino all'eternità: io gli anni di vita non li conto più, dovrei dire: questione di mesi... ma non tocca a me pensare a questo; faccia il Signore come vuole; io non voglio morire né un'ora prima né un'ora dopo di quello che vuol Lui, e se venissero a dirmelo io non lo vorrei sapere.

 

E voi altre non dite: Sono solo una postulante, mi farò santa quando sarò novizia; e la novizia: quando sarò professa; e la professa: quando sarò in Africa; e così via. No no, è questo il tempo. E ci vuole energia, sempre energia, costi quel che vuole. Il Paradiso non è mai troppo pagato. Ah! un grado di gloria in più! goder di più N. Signore! Chi è più santo lo vede di più, lo conosce di più, lo ama di più; e chi è meno santo lo gode, ma un po' meno. Si dice che i santi si distinguono tra di loro per la loro santità; sono come le stelle: son tutte stelle, ma una diversa dall'altra.

 

Che cosa ci dice la morte del S. Padre? Fa pensare che tutto finisce. Solo il bene rimane. Noi guardiamo che nella nostra vita sia tutto bene. Sì, delle minuzie ce ne saranno, ma siano sempre involontarie, improvvise. - Maligna che sono!... Alle volte lo riconosciamo, ebbene diciamo subito: Starò più attenta a non cadere; e se è necessario mi umilio. Che importa che mi mettano solo a scopare, a lavare i piatti? che cosa importa? Quando il Bambino non era ancora capace a far di più, scopava, e non lo faceva mica male, faceva bene. Se uno vivesse di fede non avrebbe ambizioni, tirerebbe avanti... per due giorni che abbiamo da vivere... Ed allora godrebbe di più la pace.

Si può dire del Papa (Benedetto XV): Consummatus in brevi explevit tempora multa [Giunto in breve alla perfezione ha compiuto una lunga carriera]. La sua vita (pontificale) è stata breve (7 anni), ma ha fatto tante cose. Preghiamo, perché in sostanza è nostro Padre ed i sacrifici che ha fatto, li ha fatti anche per noi; per riconoscenza bisogna pregare. Prendiamo questa lezione: che si muore anche Papa, e quindi se una di voi divenisse Badessa (è tutto quello che vi posso dire) ebbene, morirà lo stesso. Se anche avesse un grande ingegno, parlasse tutte le lingue, avesse presenza, fosse adorata dalla comunità, e poi, e poi? morirebbe lo stesso.

 

S. Filippo Neri aveva interrogato una ragazza su quanto voleva fare ed essa: Studierò. Ed il Santo: E poi? - Farò questo... - E poi? - Farò quest'altro. - E poi? e poi?... morirai! E questa è la conclusione per tutti.

Vi ringrazio dei vostri auguri, ma il maggior augurio sia questo: che il Signore mi faccia santo, e quando mi abbia fatto santo, mi prenda pure...

 

SR. EMILIA TEMPO

Come voi altre, quando andate in Africa portate il vostro fagotto di virtù, così in Paradiso ci portiamo il nostro fagotto di buone opere.

Le missionarie andare in Purgatorio? Non dovrebbero andare: sarebbe un'ignominia... Il Purgatorio dobbiamo farlo qui, tutti i giorni; lo farete in Africa o in Cina...

Non come quelli là che dicono: all'inferno no, ma finché è andar a dare una rasatà [a bruciacchiare un po']... No; io non capisco che non si sappia fare un piccolo sacrificio per scansare il Purgatorio; ma non solo, ma per non offendere il Signore. Ah, se non è facile, per un attacco, per certe comodità, per tanti bisogni immaginarfl... Se mi venissero a dire quando devo morire, non lo vorrei sapere.

 

Ci vuol energia, subito da principio, e tutta l'energia, e sempre energia. Ah, per poter avere un grado di gloria di più in Paradiso, che corrisponde a vedere, godere di più il Signore!...

Non è che non ci sia nessuna minuzia, ma là, se mi scappa la pazienza... ma subito a posto!... Se si vivesse di fede, ah, come si vivrebbe tranquilli... Oh, se mi credessero anche una «buona donna" ... il più è non esserlo, ma poi che mi credano, che cosa importa?

Alle volte quella là che magari le han detto una parola pungente... si pensa: è una buona donna, non si è neppur accorta... Ah, non è mica che non. si sia accorta... è che fa mustarda [sa rinnegare se stessa].

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org