UNA SOLA CLASSE DI SUORE

22 aprile 1923

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Ebbene come va? va bene? Quando c'è qualche male bisogna dirlo. Se è possibile si toglie, e se non è possibile si porta, e se dura degli anni si domanda la pazienza al Signore. I santi lì portavano molto volentieri. S. Teresa diceva: 0 patire o morire!

Ieri leggevo la vita della B. M. Vestonach che è vissuta due secoli fa. E’ una santa donna, fondatrice di un istituto per la gioventù femminile. Ebbene questa donna ha avuto tante peripezie; prima di tutto non voleva sposarsi e a tutti i costi l'han fatta sposare. Ha avuto poi parecchi figli e, rimasta vedova, pensò di farsi religiosa e andò in un monastero cistercense. Ma non potendo resistere tornò a casa coi suoi figli. Aveva però l'idea di fondare (ce ne sono di quelle che hanno di questi sghiribizzi). Questa qui però aveva un'idea buona, aveva proprio la vocazione di fondare.

 

Ieri sera ho voluto dare uno sguardo a questa vita (è un libretto così) e poi sono andato a dormire con tutti i sagrin [tutte le pene] di quella povera donna. E sapete quello che ho trovato? perché vedete, quando leggo penso anche a voi. Ho trovato che abbiamo fatto bene, molto bene a fare una sola classe di suore. Quando si trattava di fabbricare voi (sorride) ho studiato molto col Sig. Vice Rettore se si doveva fare due sorta di suore, come hanno anche le Giuseppine, per esempio, e sempre più mi persuado che è meglio quello che abbiamo fatto noi. Meglio tutte uguali: non dico nella virtù - in questo ognuna deve pensare a se stessa - ma tutte uguali per qualità. Non si va a cercare se è una marchesa o una contessa o una contadina: fa tutto lo stesso; e tanto è quella che fa cucina come quella che fa scuola o che suona bene l'harmonium...

 

Vi piace questo? (sorride). (Tutte le sorelle festanti annuiscono). Arrivate qui non si ha da sapere se vengono da Buttigliera o da Moncucco; che storie!... Siamo tutte uguali quando siamo qui, come siamo tutti uguali davanti a Dio.

Non con questo che non ci siano Superiore o Maestre, no, questo è un'altra cosa, perché se nessuno comanda, dove andiamo?

 

Il Cottolengo aveva istituito una sorta sola di suore perché non voleva che le une facessero le signore e le altre le serve; ma la necessità ha portato ad istituire anche le Martane che sono le suore di S. Marta. Queste suore vanno a curare i malati a domicilio. E’ una gran bella cosa! E’ stato il terzo Superiore dopo il Fondatore ad aggiungere que- ste suore. Ma vedete quello che capita se non si sta attenti. Una volta un predicatore - un bravo sacerdote - dal pulpito disse così alle suore: Chi metteremo in Paradiso? le Vincenzine (le signore), oppure le Martane (roba di scarto)? Ci sarà ancora qualcuna che dirà: Quella lì è solo una Martana? Come? è solo una Martana? Quelle lì andranno in Paradiso. - E gli ha lavato la zucca. - Dappertutto dove ci sono le Vincenzine ci sono anche due o tre Martane per far le serve e portare il peso della comunità: tutto quello che non fanno le « signore» lo devono fare queste poverette. Vedete che cose?! Questo non capita tra voi.

Nei monasteri capisco anch'io che ci sia bisogno di suore che attendano ai lavori materiali, perché se le suore addette alla vita contemplativa oggi lasciano di dire l'Ufficio, domani lasciano un'altra cosa, per farsi il pranzo, come possono continuare, raggiungere il loro scopo? Ma dove non sono suore claustrali allora si può ed è bene che siano tutte uguali.

 

Anche in Africa avrete chi comanda, avrete la superiora, ed io desidero che si ascolti come superiora e non come suora. Io voglio che si cambino anche i superiori, solo che alle volte chi va su non ha più voglia di scendere; (volgendosi sorridendo alla nostra Ven. sup. sr. Chiara:) però non la nostra... perché la facciamo stare per forza.

Una volta ho mandato un ordine in Africa che cambiassero tutti i superiori e non li mettessero superiori in altri posti. No: inferiore qui o là, ma inferiore. Ci vuol umiltà, sapete, in questi casi. Quando, molti anni fa, ho mandato quest'ordine, non fu tanto semplice il farlo. Mi scrivevano: se si toglie quello là, la popolazione va in aria... ecc. ecc. - Ed io: allora è ancor più necessario toglierlo, perché allora non sono cristiani per la fede, ma per l'amore che hanno a quello lì. - Ed ho fatto fare il cambio lo stesso.

 

Da un po' di tempo uno non mi scriveva più ed io gli scrissi domandando: Che cosa c'è? Egli mi rispose che senza dargli ragione l'avevano tolto da un posto. - lo gli scrissi di nuovo dicendo che era un superbo e che non si doveva dar ragione. Per esempio voi, se vi tolgono dalla Consolata (dall'ufficio) o dalla cucina, non bisogna che pensíate subito che se n'è fatta qualcuna. No, si toglie perché io voglio che si faccia così. E questo per distaccare il nostro cuore perché forse era lì attaccato un poco. Perfino alle galline si attacca il cuore, sapete...

 

Dunque, avete capito che cosa voglio dire? Il nostro sistema è quello di essere tutte uguali. Se una non è capace a qualche cosa ci pensano i superiori. Una volta son venuti a dirmi che in una comunità avevano bisogno di una superiora, ma che tra loro (ed erano 60) non ne trovavano una per questa carica e perciò chiedevano a Roma di tenere ancora la superiora di prima. Io ho detto: la tolgano, la tolgano... son tutte capaci a far la superiora. - Esse, poverette, pensavano: o teniamo questa, o venga un'altra da un altro monastero a preferenza di avere una delle nostre compagne. - Guardate com'è brutto! Io non voglio che avvengano queste cose tra voi altre; voglio che diciate: tutte le mie compagne sono capaci a far la superiora, eccetto io. - Mi sento dire che nessuna, su 60, era capace a far la superiora!... ma gliene ho mostrate io che erano capaci a farla. Quando c'è per regola di stare solo sei anni, basta; non bisogna chiedere di più. Non c'è nessuno necessario in questo mondo.

 

Voi, essendo tutte uguali, potete tutte divenire superiore: non per missione, ma per virtù. Ricordatevi del fatto che vi ho già contato altre volte, di quelle suore che si sono alzate dai sepolcri per ossequiare la nuova superiora che non volevano in quel monastero.

 

Torniamo a noi. Ringraziate il Signore che qui ci sia una sola classe di suore, il che fa sì che tutte - se hanno buona volontà - possano formarsi e rendersi capaci a far tutto, dalle prime cose alle ultime. Vedete, di là hanno tanti studi e non possono lavorare tanto, tuttavia io insisto sempre che lavorino. Hanno le loro ore di lavoro: tutti devono imparare a fare un paio di scarpe, a fare un po' il falegname ecc., ma naturalmente non possono lavorare tutto il giorno, perciò ci sono i coadiutori i quali sono prima per il lavoro e poi per un po' di studio. Ma voi altre che non dovete divenir sacerdoti, dovete far tutte le cose dalle prime alle ultime. Se avete da studiare, studiate bene; se avete da lavorare, lavorate bene. Fate bene tutte le cose. - E non dire: lo ho solo da dar da mangiare alle galline... S. Giuseppe e la Madonna, e N. Signore stesso, che cosa hanno fatto in questa vita? Hanno lavorato. N. Signore poteva ben stare sempre lì a studiare, eppure no; per 30 anni ha fatto il falegname e così pure S. Giuseppe; e la Madonna ha fatto da mangiare e tutte quelle cose che ci son da fare in una famiglia.

 

Dice un autore che se N. Signore avesse trovato meglio non lavorare, ma studiare o pregare o sempre insegnare, l'avrebbe fatto; invece ha trovato che era meglio lavorare ed ha sempre lavorato. Vuol dire che il lavoro non è poi una cosa tanto bassa; anzi N. Signore lo ha anteposto allo studio ed anche alla preghiera. S. Giuseppe pregava a tempo debito: mattina e sera e mentre lavorava, e faceva tutto per il Signore. Quindi bisogna proprio che prendiamo la via giusta. Non aver paura di sporcarci le mani a fare le cose materiali.

 

E bisogna lavorare con energia, e non solo lì così, e tanto meno star lì ad aspettare che passi il tempo. Avviene anche questa cosa nelle comunità; ed io penso male, penso che ce ne sia anche tra voi. Mentre si fa il bucato... come va che quelle lenzuola non van mai giù?... mentre forse dall'altra sponda della vasca scemano, scemano e vanno giù?... E così negli altri impieghi. Avete poi da render conto al Signore; non perdete tempo in quel modo lì.

Io credo che la massima parte della gente di comunità perdono il tempo non occupandolo bene. Ecco perché dico sempre: energia, energia. C'è uno che magari fa tutto in un'ora; un altro invece nello stesso lavoro impiega due o tre ore: pare che faccia una carità; ci vuol sempre il pungolo. Il Signore non è contento della roba fatta per forza.

La Madonna e S. Giuseppe facevano tutte le cose perfettamente. Ad onore di S. Giuseppe e del suo patrocinio proponetevi di essere energiche e di non perdere tempo. Quelle che sono a capo di qualche impiego, alle volte, perdono la pazienza, e sono da scusare, perché vedono le mulanciue [svogliate].

Siate contente di qualunque lavoro, di qualunque occupazione, e fate tutto bene. Ci sono certe che fanno le cose con la testa in aria. Non andate in estasi. Se uno va. in estasi e poi non fa le cose bene, eh... io dico che non è andato in estasi, ma ha fatto la cosa con la testa in aria. Fate le cose bene; se poi bisogna andare in estasi, si vedrà...

isogna fare le cose cún dóit [con garbo]...Vedete, quest'oggi abbiamo detto un po' di tutto. Io voglio che vi svincoliate... che non siate molli... Mi raccomando alla Maestra delle novizie che le scuota, perché che cosa ne facciamo noi di questa gente?... adesso che mandano a chiamare dall'Africa delle maestre? delle chirurghe?... ecc.

 

Tagliare, staccare il cuore da tutto... purché si faccia il bene... Quando vogliono un «perché", non darlo, perché il «perché» porta via anche il premio che dà il Signore. Se il Signore vede che una va avanti con semplicità e non va a cercare nessun «perché", la benedice. N. Signore non cercava i perché e S. Giuseppe neppure. Domandiamo a S. Giuseppe la grazia della santa indifferenza.

 

State tranquille; se ubbidirete e farete tutto quello che vogliono i superiori, quando partirete saprete tutto quanto è necessario a voi. Se non sai l'inglese, è segno che non ne hai bisogno; se non sai di chirurgia, è segno che non ti è necessario. Tutte dovete essere cuoche. perché quelle che non lo sono sprecano roba e fanno anche male perché gettano giù roba anche quando si può far con poco. Invece bisogna far le cose bene e con poca spesa. In tutte le stazioni c'è una suora che sa far la cuoca e quell'una può essere, in seguito, qualunque di voi. Dunque preparatevi. Non ci vuol poi tanto. Chi sa fare una buona minestra, chi sa cuocere un pezzo di carne bene, è perfetta cuoca... (I1 nostro amatissimo Padre, sorridendo con gusto, narra il ben noto fatto della minestra salata da tre o, quattro) Se la cuoca non ha il gusto, abbia l'umiltà di far gustare da un'altra se la minestra è abbastanza salata. Ma no; la cuoca non vuol che si dica che non ha il gusto. Ma, se non l'ha, non l'ha; cosa farci...

 

SR. EMILIA TEMPO

Nel leggere cose di suore penso sempre a voi. In questi giorni ho letto la vita di una suora, e sapete che cosa ho trovato?... che abbiamo fatto bene a fare una qualità sola di suore. Voi altre siete tutte lo stesso - tutte uguali - non nella virtù; questo sta ad ognuna. Tanto è quella che fa cucina, come quella che fa scuola.

Togliere per togliere, senza dire dei perché...Nessuna di voi andando in Africa dica poi: io non son venuta per lavorare ma per convertire... - Lavorare; ma poi: lavorare bene, con energia, per amor di Dio. Ciascuna dovrebbe dire: ma io ho proprio fatto tutto quello che potevo nel mio impiego.

 

Ecco perché in comunità si dice che si perde tanto tempo: solo per andar lente; ecco perché si predica sempre energia. S. Giuseppe, il Signore e la Madonna erano energici - lavoravano. Non perdere il tempo, perché si perde tempo anche per mancanza d'energia.

Ad onore di S. Giuseppe proponiamo di non perdere tempo, di essere contente di qualunque occupazione.

 

La vostra non è una vita di estasi, è di lavoro; ma lavoro secondo la volontà di Dio, per amor di Dio. Fate bene, non come quei mulanciun che son sempre allo stesso punto. Bisogna far le cose cun doit, anche se è solo toglier la polvere.

Questo io voglio: che vi svincoliate, che non siate più tanto folli. State tranquille; se ubbidirete in tutto ai superiori, quando partirete per le missioni saprete tutto quel che è necessario per voi. In sostanza: fare le cose con testa.

 

 

giuseppeallamano.consolata.org