CORRISPONDENZA ALLA VOCAZIONE

15 aprile 1923

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

In questi giorni passati che avevo un po' di tempo perché non potevo lavorare, mi venivano in testa delle cose, e dicevo: Ma tutte queste brave figlie che entrano nell'Istituto, corrisponderanno tutte? Hanno fatto tanti sacrifici per entrare: chi per resistere ai parenti, chi per un'altra cosa... e quindi si è pensato e ripensato, si è pregato il Signore, si è chiesto consiglio... si è resistito a tante persone che dicevano: Non c'è tanto bene da fare qui senza andare in Africa? Eppure avete resistito a tutto, il Signore vi ha aiutate e siete venute; avrete forse avuto anche difficoltà da parte nostra, perché noi andiamo adagio a prendere la gente, e tuttavia siete riuscite.

 

Ma dopo tanti sacrifici alle volte si viene in comunità con questa idea: Qui c'è l'aria buona da far delle sante, ed io ci sono. - Ma questo non basta: qui portiamo anche il nostro carattere, i nostri difetti, e tante volte qui ci troviamo meno buone di quando eravamo a casa. Domandiamo sempre al Signore che ci faccia conoscere i nostri difetti, perché... che cosa siamo mai! Ah! quella che si crede di essere già perfetta non farà mai più niente e vivrà nella sua superbia; in tutti vedrà dei difetti... avrà poca buona volontà nel lavoro... e tante altre cose. Dànno fuori tutte queste miserie e allora che cosa ne viene?... Viene che una si disanima e dice: Ma, questo non è il posto dove mi vuole il Signore... io non son fatta per questo... l'ho sbaglíata... --Invece non hanno sbagliato niente. Il Signore dice: Se vuoi seguirmi, vieni e seguimi ... ; dunque questo dipende dalla nostra volontà: dal momento che abbiamo voluto e vogliamo seguire il Signore, siamo a posto. Non bisogna mai mettersi in testa che non siam chiamati per questa strada; se non siam chiamate lo diranno i superiori; se non avete le doti necessarie, state tranquille che ve lo dicono, ma voi non dovete dire: non ho vocazione - e lasciarvi andar giù e venir tiepide, perché allora si passano dei giorni neri neri. Non si fa più quel bene che si deve fare, non si ha più il cuore espansivo con N. Signore; e i nostri giorni sono giorni perduti. Non dovrebbero mai venire quei giorni brutti: perché hanno avuto una correzione perdono le staffe... sembra che abbiano ricevuto tutti i torti. Invece bisogna che ci correggano sempre, anche quando non si è fatto lo sbaglio, vedete.

 

Un teologo diceva: Vi auguro che in seminario abbiate delle correzioni di quelle che portano via il pezzo... infelice colui che passa tutti gli anni del seminario senza che i superiori lo correggano anche quando non ha tutto il torto. Non sarà poi capace nel suo ministero.

 

Qui va tutto bene, tutto è facile, tutto riesce ed allora capita che una si creda di essere santa e... non lo è. Quando sarà poi in Africa alla prima miseria che succeda quella lì perde la bussola, perché si credeva già in estasi e... non lo era... Non bisogna lasciarsi prendere dalla malinconia. La vocazione, al presente, dacché siamo qui, consiste nel corrispondere. Se non si corrisponde non si fa quello che si deve fare. La vocazione si può perdere in vari modi: quando uno non fa caso delle correzioni, o non ha testa, o non ha voglia. Non bisogna mai perdere la buona volontà qui dentro. Ah! perdere la vocazione perché non si vuol corrispondere! Del resto, venendo qui, non dovete pensare di venire nel Paradiso celeste; il Paradiso celeste è là. Voi siete venute in un paradiso terrestre; ricordatevi che nel paradiso terrestre Adamo ed Eva hanno peccato.

Non guardate gli altrui difetti, guardate i vostri. Quelli degli altri serviranno a farvi dei meriti. Se una è un po' grossolana, sopportatela. Carità ci vuole! In comunità certo vi sono dei sacrifici da fare. Se non ci fossero che cosa avreste da fare voi che non avete da pensare né per il vitto, né per alcun'altra cosa?

 

Dobbiamo formarci al sacrificio. Il Signore permette questi difetti in comunità perché ci aiutiamo l'un con l'altro. Alle volte una ha un impiego ed ecco che ad un'altra viene subito un po' d'invidia. Allora bisogna pregare il Signore: Benedicila ancor di più, fa' che riesca ancor meglio. E così si vince. - Quella là mi è antipatica nel suo modo di fare: ebbene saperla sopportare, e non sopportarla per forza, anzi dirle una buona parola, andar con quella piuttosto che con un'altra. E questo serve a vincere il nostro carattere.

 

Ecco perché la vita di comunità ha tanta importanza: perché i difetti degli altri aiutano a far buoni noi. Alle volte prima di venire han fatto dei veri sacrifici e poi qui si perdono in un cucchiaio d'acqua, non son buone a vincersi. Io però so che tra voi qualcuna cammina proprio nella via più perfetta. Coraggio, siate generose. Il Signore fa come le mamme coi bambini: alle volte si nasconde, e noi, che già credevamo di essere al terzo cielo e ci pareva di essere tutto fervore, non preghiamo più: come S. Teresa che per tanto tempo trovava lungo il tempo della meditazione, tanto che prendeva una specie d'orologio che usavano allora e lo scuoteva, perché la sabbia andasse giù e cosi segnasse l'ora di finir l'orazione. Solo che la sabbia, per quanto scuotesse, non andava giù... (sorride). Tuttavia S. Teresa stava lì, anche per forza.

 

Quando tutto va bene, quando i superiori sono contenti di noi, quando non abbiam mal di testa... è facile amare il Signore. Eh! ricordate: Ego dixi in abundantia mea [ho detto nella mia abbondanza] ... ma se un bel momento il Signore volta la faccia... ecco che noi, che già ci credevamo santi, ci conturbiamo, e diciamo subito che il Signore ci ha abbandonati... Ah! come siamo fatti noi! - Fare il bene anche quando costa un pochino, è segno di ferma volontà.

 

Ma torniamo a noi. Adesso siete qui per corrispondere proprio alla vocazione. E che cosa bisogna fare? Prima di tutto dimenticare il passato, dimenticare tutto ciò che c'è nel mondo. Bisogna essere generose col Signore. Invece noi síam sempre lì che pensiamo ai parenti; quando vengono a trovarci domandiamo mille informazioni e persin se quella tale si è sposata o no... Che importa a noi di queste cose? Tanti santi andarono a farsi religiosi molto lontano dai loro paesi per non più saper niente. S. Margherita Maria Alacoque non voleva farsi suora dove c'erano sue conoscenti.

 

Bisogna che voi vi consideriate già in Africa. E quando siete là scriverete ai parenti quello che è necessario, non tanto. Poco fa una suora ha scritto sei lettere... e capite... costano dieci soldi l'una... Manderò poi io a dire come deve fare. E poi... di regola i parenti non pensano a noi. Io conosco troppo il mondo. Quel giorno che vengono a trovarci, sembra che abbiano pensato tutta-la settimana a noi, e... non ci hanno pensato niente...

 

Ma il mondo non consiste solo nei parenti: consiste anche in tutte le novità. Io non posso andare ai dettagli, ma voi sapete che bisogna rinunciare a tutte queste cose. S. Francesco Borgia che era un duca, quando già era Gesuita (lui che era sempre stato in mezzo alle grandi cose) e vedeva, andando per le vie, qualche cosa che una volta gli piaceva, diceva: Tutta roba di cui faccio senza.

 

Noi siamo veramente senza tutte le cose del mondo, ebbene facciamo, come se fosse nostra volontà, sacrificio di tutto, come veramente si deve fare... non pensiamoci. Bisogna tirar dritto; succeda quel che il Signore vorrà, senza inquietarci per queste cose... In secondo luogo qui bisogna stare con fine retto: non son mica venuta qui con l'intenzione di farmi mantenere, ma per farmi santa; dunque devo pensare a questo e non aver altre idee nella testa; e non stare solo attenta... purché possa fare vestizione... purché possa riuscire a fare i voti ... e giungere a quelli perpetui... così non possono più mandarmi via ... Oh! non si deve pensare così, ma: purché mi possa far santa e poi non ho paura di niente.

Son tutti fini umani questi: basta che la superiora, che la maestra non veda i miei difetti... - Fanno proprio come i bambini che quando ne fanno qualcuna guardano se son stati visti, e se nessuno li ha visti, via... Ma no, Dio è presente.

 

E poi bisogna stare tranquilli, non inquietarsi: chi è inquieto è segno che non ha il cuore tranquillo. Se è in peccato vada a confessarsi e poi finito... e non sempre stare sulle spine. Se ha qualcosa si apra coi superiori. Se si sta con retta intenzione allora si sta tranquilli, e il Signore ci benedirà: non siamo mica in un posto della paura!... 1 superiori son tutti qui per aiutarci a farci santi.

E poi carità vicendevole: a tutti lo stesso, anche a quelli che hanno dei difetti, anzi per quelli pregare ancora di più. Le simpatie sono la morte della devozione: ma a voi non ne parlo perché non dovete far così. Sono cose umane: via... lasciamo stare.

 

E poi vi dico che non bisogna aspettare a farvi buone quando farete vestizione o quando farete i voti o quando andrete in Africa: oh! povere voi se,aspettate allora! Bisogna farvi sante subito, e qui, qui, qui. Se oggi sentite la voce di Dio non indurite il vostro cuore, ma giù, datevi tutte intere... non abbiate paura di farvi troppo sante. Se il Signore ci chiede dei sacrifici ci aiuta anche a farli. Bisogna essere generose, proprio fare quello che vuole il Signore; darvi senza riserva, senza restrizione, come S. Francesco Zaverio che si metteva tutto legato davanti al Signore Sacramentato e diceva: Signore io sono vostro schiavo, fate tutto quello che volete di me. - Noi, se non ci leghiamo così, leghiamo la nostra testa e ripetiamo anche noi: Fate di me quello che volete, sono vostra schiava. - Perché se non ci diamo subito, passa la voce di Dio, passa la grazia e noi avremo da rendere conto di tutto il tempo passato qui dentro senza approfittame. N. Signore esigerà molto da chi ha ricevuto molte grazie. E quante grazie si ricevono in questa casa! Dobbiamo poi rendere conto di tutte, quindi stiamo attenti. E poi ricordate che quello che non si fa qui, non si fa più là. Qui è facile il farvi sante; che cosa c'è di grave? non ci sono mica le discipline dei Trappistí, non c'è da digiunare a pane ed acqua... quello che c'è è tanto facile e se non fate questo poco, allora dove andiamo?

 

Dunque concludiamo: ciascuna ringrazi il Signore della vocazione e state attente perché si può anche perdere. Si son visti tanti perdere la vocazione anche dopo molti anni. Quindi camminiamo con un po' di timore di non corrispondere alla grazia di Dio, ma senza malínconia però. In comunità non si fanno dei delitti - non si possono fare - ma alle volte capita che si fanno delle opere buone, ma non si fanno bene. Il Venerabile diceva: Il bene bisogna farlo bene. - Se si va in chiesa, se si va in cucina, in laboratorio, pensare: Ho pregato bene? ho lavorato bene?

 

Dunque avanti, fate tutte bene il bene, così sarete contente. Cercate di fare l'una meglio dell'altra; non c'è superbia in questo. Chi si fa più santo è. più fortunato. Aemulamini... aemulaminí [fate a gara]... Avanti! gher [gara] a chi può far meglio. Adesso c'è ancora un mese prima degli Esercizi : preparatevi bene. Quando si deve fare una festa in una casa, si fa pulizia dappertutto, si mette in ordine: così fate voi per gli Esercizi. Che il Signore vi dia la grazia di farli bene. Lavorare attorno a noi, scuoterci. Bisogna che ci venga in questo tempo grande attività spirituale!

 

SR. EMILIA TEMPO

In questi giorni io pensavo: tutte queste brave figlie che entrano nell'Istítuto han. fatto dei sacrifizi, ma corrispondono proprio tutte?

 

Dopo tanti sacrifizi si viene in comunità... e forse ci siam fatta un'idea troppo grande. Credevamo già di essere sante - o si credeva di trovare tutte le altre sante - ma poi si vede che ci son ancora miserie ed allora viene che ci si disanima... Ho sbagliato... No, non hai sbagliato niente; il Signore ha detto: Si vis [se vuoi] - basta la nostra volontà.

Guai a chi passa tanti anni in seminario senza ricevere una riprensione: costui non sarà poi capace di sopportare la minima cosa; così di una suora; allora in Africa... Oh, non c'è mica da pensare di venire in un Paradiso celeste, ma in un paradiso terrestre - e nel paradiso terrestre anche Adamo ed Eva han peccato. Il Signore permette certe miseriette per aiutarci le une con le altre a farci sante... Quella là è un po' grossolana... e, ben, devo sopportarla... ecc. Ecco perché si dice che in comunità i difetti delle altre aiutano a farci sante.

Ego díxi in abundantia mea... ah, perché non siam. capaci di niente. Quegli attacchi alle cose del mondo disturbano; dovreste essere qui come in un deserto; figurarvi che siate già in Africa. Anche da là: scrivere ai parenti, sì, ma...

Dunque:

l° - Prima cosa stare ed essere distaccati; il mondo via, non è più per noi.

2° - Stare qui rettamente; purché riesca a farmi santa, e poi il resto è tutto umano. Non: purché arrivi a far la vestizione, i voti ecc ... ; ah no! ma: purché mi faccia santa. Stiamoci rettamente e il Signore ci benedirà.

3° - Carità verso tutte ugualmente; via le simpatie. Aver simpatia per quelle che son più sante, questo ve lo permetto, per imitarle, ma non per altro; tutto umano.

4° - Farci sante qui e subito. Se oggi udirete la mia voce... (Quel santo che si legava con la catena e diceva: Son vostro schiavo, Signore). Se non ci leghiamo materialmente, ma la volontà leghiamola. Qui è facile farci sante.

Dunque, concludiamo: ciascuna ringrazi il Signore della vocazione; secondo: tenerla preziosa per non perderla; sempre timore e tremore; senza scrupoli, ma... Vedete, in comunità non è che si facciano delitti, ma... Non si fa il male, ma neppure il bene. Il nostro Venerabile diceva che il bene bisogna farlo bene. Così si ha la pace. Quando si è lì che si è fatto qualche sacrifizio, allora si ha la pace.

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