LA PACE INTERNA - S. CERIMONIE

8 aprile 1923

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Oggi bisogna parlare della pace. Tre volte nel S . Vangelo il Signore dà la pace. Prima non la dava mai. Adesso che è risuscitato dà sempre la pace. 1 discepoli erano là radunati; egli entra e: Pax vobis [La pace sia con voi]; e poi ancora: Pax vobís... E poi arriva quel bonomo [poveretto] di S. Tommaso, e lui: Pax vobis... Eh!... quanta pace!

Io oggi darò la benedizione e dirò: Pax domui [pace alla casa].La pace non consiste in non più aver fastidi : si può essere in pace anche in mezzo a tante croci, a tante tribolazioni. S. Agostino, è l'ordine. E l'ordine costituisce la pace. Se uno è in ordine con se stesso, cogli altri, e soprattutto col Signore, costui è in pace. Quando sarete morte, sarete nella pace se sarete in Paradiso.

 

Questo pensiero della pace è di grande importanza. Se ognuna di voi cercasse solo la pace, oh come andrebbe bene! Allora passerebbero tutte le malinconie, tutti i fastidi! Nella S. Messa il sacerdote domanda al Signore cinque volte la pace: dona nobis pacem [donaci la pace]! Bisogna che sia un gran dono questa pace. In questo mondo proprio aver quella pace che desiderano i mondani non si può. Non aver più niente che contrasti, nessuno contrario a noi, che non succeda mai niente incominciando dal babbo fino all'ultimo della famiglia, ecc.

 

Si avranno sempre delle miserie; saran di spirito o di altre cose, ma ci sarà sempre qualche cosa. Poi nel mondo non tutto va come ci piace: chi è che può far in tutto cosa vuole? Nessuno, nessuno. La pace non bisogna cercarla nel non aver più nessun fastidio, bisogna cercarla in mezzo alle miserie. Ed allora uno se la forma, questa pace. in Dio. Per avere la pace bisogna essere d'accordo col Signore; e questo si capisce: se non è d'accordo col Signore, se ha delle pene interne, non riposa, non può aver la pace; tanto più se uno è cattivo non può aver la pace: Non est pax impiis [ Non vi è pace per gli empi]. La pace con noi, ah! con noi, sapete! pare una cosa... Dovremmo almeno essere in pace con noi stessi e non lo siamo. Ci viene in testa una storia... ce ne viene un'altra... e non siamo mai in pace. Chi è in pace e tranquillo lascia che tutto passi; come dice S. Teresa: Nulla ti turbi! Lascia passar tutto, fa' le cose come devi farle. Se non abbiamo nessun fastidio, andiamo a cercarli: e tutti facciamo così. Delle cosette, delle goffaggini che non hanno né senso né coda... e noi?! Il diavolo fa poi così: ci mette delle idee, dei pensieri... e con questi pasticci di idee non siamo mai in pace!

 

Con gli altri. Date uno sguardo in comunità: con quella lì sono in pace? Sono in pace se son lontana ... ; se mi si mette vicina non son più in pace. E’ difficile trovare due o tre insieme in pace. Quella pace esterna, via ... ci sarà; ma quella pace vera da volerci proprio bene come sorelle ... ; e non poi aver la superbia, l'invidia che ce la porta via!...

 

Dunque bisogna che questa pace la chiediate al Signore per voi e per gli altri; per adesso e per l'avvenire: e ve la darà. Chi perde la pazienza non ha mica la pace! Quando si perde la pazienza coi neri si ha altro che la pace! Dunque stabilito fin d'adesso: voglio aver pace con me, cogli altri, con Dio. Se ho una gelosia con una compagna. una minuzia con un'altra, laggiù verranno poi grosse le cose, se non mi emendo qui. Minuzie, cose da passar sopra... Nulla ti turbi, tira dritto... Se le cose non vengono come vogliamo, pazienza; la stessa conversione dei neri bisogna desiderarla, ma non troppo; desiderarla, ma con calma. Allora si lavora ancor di più!... Si passano magari anni ed anni intorno ad una creatura. Quand'é così il Signore non ha ancora stabilito il momento che deve convertirla, perciò non bisogna lasciarla lì, trattarla male... No, aver pazienza, continuare e forse dopo dieci anni o dodici, con la nostra carità la tiriamo a posto.

 

Dunque io quest'oggi vi do la benedizione e vi porto la pace del Signore: quella pace che Gesù risorto ha portato agli Apostoli. Ma voi mettetevi d'impegno a domandarla al Signore e poi di usarla, perché egli dice: Aiutati che io ti aiuto; io ti do la grazia e tu mettila in pratica. E se qualcuna facendo l'esame trova ripugnanza per il modo di fare di questa o di quella (non che io approvi il fare grossolano di quella sorella) mettetevi a posto; aiutatela a correggersi e imitate le buone qualità che avrà - ne avrà anche delle buone - e non lasciarsi prendere dall'antipatia. L'antipatia deve andar via. 1 neri, da principio, più che antipatici non sono, ma poi dopo non più.

 

Il Vangelo di stamattina dice che il Signore dopo aver dato la pace, dà la facoltà agli Apostoli d'andare a predicare il Vangelo e assolvere i peccati. Vedete che unione c'è tra la pace e il vostro ministero. E’ inutile, se non avete la pace che io vi do, che vi mettiate ad esercitare il vostro ministero. Il Vangelo fa vedere la necessità che c'è di avere la pace.

 

Adesso vi do un'immagine del nostro caro Sig. Vice Rettore: così avrete alcuni pensieri sulla Madonna ed avrete memoria di lui: ed egli dal Paradiso continuerà a guardarvi e a parlarvi. Di lassù vi guarda molto di più; non farà che pregare per voi. Tenetela pure nel libro, e voi che l'avete conosciuto ricorderete anche le parole di lui che era proprio di vita interiore. Chi non l'ha visto lo vedrà in Paradíso. (L'amatissimo Padre distribuisce le immagini).

 

Sapete che le cerimonie hanno molta importanza non solo per i preti ma anche per voi. S. Teresa non era mica un prete, eppure diceva che per la minima cerimonia della Chiesa era disposta a dare la vita. Capite questa espressione?...

Voi avete già queste regole, ma io ho pensato di vederle di nuovo e renderle secondo le leggi nuove. Bisogna farle bene perché ottengono le benedizioni di Dio.

 

Il Signore nell'Antico Testamento, per mancanza di piccole cerimonie ha dato dei castighi tremendi. Una volta che trasportavano l'Arca, siccome pareva che volesse cadere, uno l'ha toccata, l'ha tenuta su, ed il Signore l'ha fatto morire sul colpo, perché per toccarla doveva mettersi i guanti e non li ha messi. E così in tanti altri casi. Guai a chi non osserva le mie cerimonie, diceva sempre; osservate i miei comandamenti e le mie cerimonie; mette i comandamenti con le cerimonie quasi fossero anche comandamenti. Nel Nuovo Testamento, va bene che non capitano più tanto facilmente questi casi di morte improvvisa perché non han fatto bene le cerimonie, ma arriveranno poi nell'altra vita: quanto Purgatorio! e purché non ci sia poi l'inferno!

 

I sacerdoti devono essere spaventati dall'importanza delle cerimonie. Quelle mal fatte si uniscono assieme e poi costituiscono peccato mortale. I sacerdoti nella S. Messa sì che devono andare adagio in queste cose... stare attenti, non ometterne nessuna, farle tutte bene. E non: inchino più, inchino meno, fa lo stesso. No, non fa lo stesso. Se un inchino è semplice non si deve fare mediocre o viceversa: deve essere come la Chiesa ha stabilito. A Roma c'è una associazione che non fa altro che esaminare se queste cose vanno bene o no; e quando si tratta di cambiare qualche cosetta fanno delle adunanze.

 

Quantunque voi non siate sacerdoti, pur tuttavia dovete farle bene. Abbiate molto impegno. Ricordate quello che io dico sempre: che spero di aver molta misericordia dal Signore perché ho avuto sempre molta cura delle cerimonie. Quando ero in seminario ho scritto a uno dicendo che il Signore l'avrebbe premiato per la cura delle sacre cerimonie. In seminario si facevano così bene! Quando si facevano le funzioni al Duomo, massime nella Settimana Santa, tutti correvano a vedere. Un conte che da tanti anni veniva a vedere le funzioni in Duomo una volta mi disse: Lei non mi conosce, ma io lo conosco; lei fa il soldato là dentro (e voleva dire in Duomo) ma lo fa bene. - Non sono soldato, risposi, ma nelle cerimonie amo la precisione. - Se il popolo assiste ad una Messa proprio detta bene, santamente, esce fuori e dice: che bella Messa! Deve essere un bravo prete quello lì... Invece se guarda di qua e di là, se per comunicare guarda in faccia... Uh!... che roba!. - . si guarda per mettere bene l'Ostía, ma poi... Così per dire in fretta mangiare le parole: tutta roba da Purgatorio quella lì..

 

Anche voi dovete soffrire, deve rincrescervi quando non le fanno bene. L'imperatore Costantino diceva: Se io vedessi che un prete non fa bene, guarderei di coprirlo col mio manto regale, perché non lo vedessero. - Le Missionarie della Consolata devono avere un amore particolare alle sacre cerimonie. Un giorno ho visto un bambino servir Messa: l'ha servita così bene che gli ho domandato: Chi ti ha insegnato a servir Messa? - Mia mamma, mi rispose. - Oh! che mamma, io la benedirei, tua mamma! Il Signore la benedirà certamente.

 

Io ve lo raccomando sempre di fare le cose bene: per fare una genuflessione solo a metà, è meglio non farla; sono i Giudei che facevano la genuflessione così per schernire. S. Alfonso aveva novant'anni e faceva la genuflessione fino a terra, solo che quando era a terra, non poteva più tirarsi su: andavano poi a tirarlo su in due. lo adesso che ho male alle gambe non posso più farla bene, ma appena potrò, andrò di nuovo giù fino a terra...

 

Il Signore ha detto: Io sarò glorificato in faccia a tutto il mondo dalle vostre cerimonie ben fatte, bene eseguite. Voi non dite: Non tocca a noi questo, tocca ai preti. Sì, tocca ai preti, ma tocca anche a voi. Bisogna farle completamente e accompagnarle col cuore, non solo materialmente; quando si fa quell'inchino del Gloria... S. Maria Maddalena de' Pazzi diceva che ogni volta che inchinava la testa al Gloria s'immaginava che le tagliassero la testa. Non era mica una testa piccola!

 

Di questo parleremo ancora perché questo è il mio argomento: ne parlo tutti gli anni anche di là. Desidero che la nostra Comunità, sia di qua che di là, sia nata fatta per onorare N. Signore. Tutti glí Ordini religiosi in principio erano entusiasti nel far bene le cerimonie. Tutti i fondatori prescrivono la pulizia della chiesa, l'ordine, il decoro: per la gloria di Dío. E come va che poi non tutti continuano così? Ci son dei frati che dicono delle Messe che fanno orrore. Come va? Va che non c'è più spirito nella Comunità. Se volete sapere se in una Comunità c'è spirito, andate a vedere la chiesa se è ben tenuta: se ci sono le candele storte, la tovaglia per traverso, ed una cosa qui ed una là, non c'è spirito in quella casa. Se trascurano le cose, se le lasciano andare un po' più un po' meno, ah!...

Voi altre dovete dare persin soggezione ai preti, a furia di far bene le cerimonie. Vedete!..

 

SR. EMILIA TEMPO

Noi non comprendiamo che cosa vuol dire la pace. Non vuol mica dire essere apatici! La pace è l'ordine, secondo S. Agostino. S. Tommaso: se uno è in ordine col Signore, cogli altri, con tutto, è in pace. Se ciascuna di voi cercasse solo la pace, ah, sì...

 

Nella S. Messa il sacerdote chiede cinque volte la pace. In questo mondo credono che vi sia la pace quando tutto va bene... No: si può essere in pace anche in mezzo alle croci, e non nel non aver nessun fastidio. La pace bisogna cercarla anche in mezzo alle miserie.

1° - Bisogna essere d'accordo col Signore, corrispondere, ecc.

- Essere in pace con noi; ma almeno con noi... invece no. Ci vien una storia per la testa ed ecco... Si vede chi è in pace, che passa sopra a tante cose... Invece noi non siam mai in pace.

3° - In pace cogli altri... Passiamo un po' tutte: con quella... uh! sì... ma da lontano. E’ difficile che stando alcune insieme si sia in pace.

 

Domandiamo la pace per noi e per gli altri, per adesso e per l'avvenire. A chi scappa la pazienza per niente... ah, in Africa... Su minuzie da passarci sopra, noi le facciamo venir grosse... Su, se non si può rimediare, ci vuol pazienza. Anche coi neri bisognerà far così: pazíentare. Su, nulla ti turbi.

 

Il Signore dice: io te la do, la pace, ma fa' anche da parte tua. Se facendo l'esame vedo che quella sorella, perché ha dei difetti, non posso sopportarla... Non imitare i difetti, ma qualche virtù l'avrà; ebbene, imitiamola nella virtù.

 

Io dico: le Suore Missionarie della Consolata devono avere un impegno speciale per le S. Cerimonie, perché siete voi che dovete insegnare il catechismo e a servire anche la Messa.

... perché non si sta tanto bene, o che, ci si crede dispensati da far le cerimonie... Storie... Non dite mai: non tocca a noi, tocca ai preti. - No, tocca anche a voi, in quel che è da voi. 0 farle bene o non farle... non farle no, ma farle bene. Solo i Giudei facevano le genuflessioni per ridere...

S. Maria M. de' Pazzi diceva che chinando il capo si figurava di ricevere il martirio, e S. Teresa avrebbe dato la vita per la minima cerimonia...

 

Desidero proprio che la nostra Comunità - sia di qua che di là - onori il Signore con le S. Cerimonie. Il Signore non benedice quando si trascurano le S. Cerimonie: non c'è spirito, non c'è buon spirito... Dunque...

 

 

 

giuseppeallamano.consolata.org