L'UFFICIO DIVINO

IV. 15-17

1. Una parte di voi hanno già la fortuna di essere obbligati all'Offlcio Divino; altri mentre aspettano il Sudd.to vi si preparano con recitare l'Uffizio della nostra Consolata; ed i fratelli quando possono, spec. nelle feste, dicono pure tale uffizio. e negli altri giorni vi suppliscono col Rosario intero. - Non vi parlo dell'importanza del primo; del secondo vi ripeterò ch'esso è la preghiera nostra propria dell'Istituto, per cui ne otterremo la stabilità, come i Certosini, e tutte le grazie necessarie spirit. e temp. all'istituto. Es. Comoglio.

2. L'essenziale è dire bene questi divini ufflzii; perciò nella preghiera dell'Aperi, domandiamo di pregare digne, attente ac devote. Che importano tali parole?

3. Digne, internamente ed esternamente. 1) Col cuore netto dai peccati, perciò un atto di contrizione prima di porsi a dirlo. 2) Quanto al tempo, osservando quanto prescrive la Chiesa; i molti affari non debbono di regola farci rimandare la recita dell'uffizio, e quando per eccezione bisogna farlo, dopo rimettiamoci in regola. Detto a tempo è un dolce peso; invece... Talora si sente a dire: non son contento del mio Breviario! Perché si rimanda e poi si recita con fretta ecc... - I Santi Preti danno al S. 0f. il più bel tempo... (Repert. Brev.). - 3) Al luogo, se possibile in chiesa, ch'è la casa della preghiera: domus mea, domus orationis est. Voi dovete stimarvi fortunati, non annoiati, dalle varie volte che l'orario vi chiama in chiesa per dire l'ufflzio. Avete così anche occasione di fare frequenti visite a Gesù S. - Se non possibile in Chiesa in luogo fuori dei disturbi, che ci alienano dalla preghiera; e quando si deve dire in pubblico interniamoci nel nostro cuore. S. Ignazio diceva di sé, che se per necessità doveva dire il Breviario tra i rumori, non pativa distrazioni; non così se lo faceva senza necessità. - 4) Con composizione e decenza, pensando che siamo alla presenza di Dio e per lodarlo. Quindi non sdraiarti, con una gamba sull'altra ecc. S. Franc. di Sales lo recitava sempre inginocchiato od in piedi. D. Casale inginocchiato.

4. Attente: ad verba, ad sensum et ad Deum, cioè materiale, formale e finale. La prima è necessaria per non omettere sillaba, la seconda non si può avere sempre e da tutti, per le distrazioni e la

mancanza d'istruzione come nelle Monache. Bisogna però istruirci sui salmi, inni ecc.; allora lo diremo con gusto e profitto. S. Agostino dice: il salmista prega e tu prega; geme e gemí ancor tu (Martini - esordio Salmi). Tutti comprendiamo qualche cosa: Laudate pueri Dom. - Benedícite. Laudate Dom. omnes gentes (Spieg. per noi del Salmo).

La terza ad Deum è più facile e da procurarsi. Come nel S. Rosario meditiamo i misteri, così nell'Uf. se in Chiesa rivolgiamoci a Gesù Sacr. e parliamo con Lui, e per Lui all'Eterno Padre...

5. Devote, questa vi sarà se avremo le dette intenzioni, e ci sforziamo di abitualmente pregare con gioia ed energia. Come ci aíuteranno le speciali intenzioni da proporci, o di applicare ogni ora a qualche punto della Passione di N.S.G.C., o quelle del nostro Venerabile, che sono cosi convenienti alle singole parti dell'Ufflzio. Naturalmente dicendosi il Breviario a nome della Chiesa, la parte principale, il Matt. dev'essere per Lei e suoi speciali bisogni; noi aggiungiamovi gli speciali bisogni delle nostre Missioni, che sono parte della S. Chiesa. Le Lodi per la conversione di qualche peccatore, perché in tale preghiera tutti sono invitati a prendere parte nelle lodi di Dio tranne i pecca- tori; colla nostra intenzione ottenendo almeno una conversione, facciamo anche entrare questo ceto infelice nel generale concerto che dà lode a Dio. E noi aggiungiamoci qualche infedele o stazione di infedeli. Dopo i peccatori la preghiera nostra dev'essere per le anime del Purgatorio (Vedi la quest. se prima o dopo presso Faber), ed a Prima dove si legge il Martirologio (in Coro), come va bene aumentare di uno i Santi col mandare un'anima in Cielo. La Terza è dedicata allo Sp. S., che in tale ora discese sugli Apostoli, onde nella Pentecoste ed ottava in sua vece si dice il Veni S. Sp., e che dobbiamo allo Sp. S. domandare se non il buon spirito in tutte le nostre azioni del giorno, secondo il detto di N.S.G. dabit bonum spiritum petentibus se? Quella retta intenzione che muta in oro ogni più piccola nostra opera e ci fa ricchi pel Paradiso? La Sesta secondo il nostro Venerabile è per ottenere una profonda umiltà: è la virtù che ci è più necessaria come fondamento della nostra santificazione; ed i salmi di essa material- mente ce ne parlano coi sentimenti di bassamento che esprimono ed anche colle parole: in humilitate mea; humiliatus sum usquequaque - suscipe servum tuum - servus tuus sum ego etc. Dopo la virtù dell'umiltà ci è più necessaria, specialmente perché religiosi e Missionari, la castità, quindi il Venerabile c'invita a Nona a domandare la virtù della purità, specialmente nel pomeriggio, quando per gli incen-tivi della digestione siamo più tentati contro questa virtù. Il Vespro come ci ricorda la morte di N.S.G.C., così ci offre l'occasione di pregare per fare una santa morte, che è la grazia della perseveranza finale che dobbiamo sempre implorare, e che S. Allonso domandava in ogni sua preghiera. - Colla Compieta D. Calasso domandava il perdono del Purgatorio per potere dopo morte a compimento di una santa morte andare subito in Cielo. Grazia singolare che non apprezzeremo che nell'altra vita.

6. Il Card. Ximenes (Rep. Brev.) - S. Felice di Valois (Mack). S. Giuseppe da Copertino ad un Vescovo che lo interrogava come fare per avere un buon clero, rispondeva: Fate che i vostri sacerdoti celebrino bene la Messa, e recitino bene il Breviarío, ed avrete un Clero Santo.

XI. 14

Dopo la S. Messa l'orazione più eccellente è l'Uffizio Divino. Esso vien detto da S. Benedetto: Opus Dei; da S. Agostino: totius Ecclesiae vox una; da S. Bonaventura: imitatio concertus coelestis; Laus perennis. (V. Inno - dedicazione della Chiesa a Lodi).

 

Il S. Breviario esiste ab immemorabili nella Chiesa, e quanto ai salmi era già in vigore presso la Chiesa Giudaica. Il Conc. Lateranense IV lo comandò ai sacerdoti, ai beneficiatí ed ai religiosi.

Il Breviario è la preghiera pubblica della Chiesa, e sono di lei rappresentanti i fortunati obbligati a recitarlo.

Più tardi varie famiglie religiose, come la Visitazione, adottarono l'Uffizio della B. V., e così le Confraternite di secolari. E’ poi universale e ben lodata la pratica del Canto dei Vespri nella Chiesa in tutte le Feste. Il nostro istituto ha la fortuna di avere già molti sacerdoti od in Sacris che recitano ogni giorno il grande Uffizio; quante grazie attirano alle nostre Missioni! Era pure mio vivo desiderio che dai chierici tutti si recitasse, come fu per un decennio l'Uffizio della Madonna Consolata; alla quale preghiera comune dobbiamo certamente il singolare sviluppo dell'Istituto. Ma per motivi di giusta prudenza quest'onore dovetti riservarlo regolarmente intiero ai soli novizii, che rappresentano la comunità presso la nostra Patrona. Tutti poi anche gli studenti cantano i Vespri, e così prendono parte alla preghiera pubblica della Chiesa. Ma è necessario che recitiamo bene questi Uffizi: dígne, attente ac devote (Vedi ottobre 1907). [Vedere il manoscritto precedente: IV. 15-171.

 

Non pensare che sia quasi cosa inutile il canto del Vespro, ed esser meglio dire il Rosario. No; è tale preghiera che anche non ben compresa attira le benedizioni di Dío. S. Agostino a Milano si sentì attirato alla Fede dal canto dei Salmi. Egli poi scriveva sul modo di recitarli: Si gemet psalmus, gemite; si orat, orate; si gratulatur, gaudete; si sperat, sperate; si timet, timete. S. Basilio dice che i salmì omnia complectuntur.

S. Francesco di Sales aveva tanta stima del Divino Uffizio che già sapeva ben recitarlo molto tempo prima che ricevesse i S. Ordini. Studente a Padova nei giorni festivi andava a recitarlo coi Teatini, e nei viaggi lo recitava col suo precettore. Se poteva andava, lungo la via, a recitarlo in Chiesa. e s'era fatto una legge di dirlo sempre in ginocchio o in piedi (V. S. Franc. proposto Modello).

Ricordo che essendo io chierico o sacerdote andava a recitare il Breviario in Chiesa col Cappellano della Contessa Radicati di Passerano. Questa santa donna, sorella dell'Ab. Faà di Bruno, cieca si metteva nel banco dietro a noi per sentire la nostra recita, e l'accompagnava con divozione. Facciamo anche noi tale stima del S. Uffizio; e per tempo come del Messale così del Breviario leggiamo ed impariamo le rubriche.

XI. 16

L'Uffizio divino ha per iscopo di lodare Dio, ed implorare la Divina assistenza sulla Chiesa. - Esso consta di sette parti, secondo il detto del Salmista: septies in diem laudem dixi tibi. Mattutino con Lodi, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespro e Compieta.

Il Mattutino è formato regolarmente dall'Invitatorio, Inno, di tre salmi colle rispettive antifone, di tre lezioni di S. Scrittura coi responsori; di altri tre salmi con tre lezioni della festa; e poi di tre altri salmi colle tre lezioni di Omelia dei S. Padri, e termina sovente col Te Deum...

Coll'Invitatorio s'invitano la Chiesa Trionfante e militante, e le nostre potenze, sensi ed affetti a lodare Dio: Regem venturum... Veníte adoremus... l'Inno è come un proemio, contiene giubilo pel mistero o Festa che si celebra, e si domandano grazie: Gaudeat teRus (0ff. Cons.) - Le antifone sono il compendio del Salmo, per aver presente lo scopo del medesimo; sono poste anche per dare un momento di riposo dal canto o recita dei salmi. Vengono le Lezioni per riposarsi, e sono letture spirituali, nelle quali Dio parla a noi. Queste si finiscono con responsori e versetti, che sono vibrate preghiere per rispondere a Dio.

Così di tutto il resto del D. Uffizio. (V. Strada al Santuario del P. Foresti).

L'orazione o colletta è un compendio dei sentimenti di tutto l'Uffizio.

L'Antifona della B.V. è pel desiderio che ha la Chiesa che dopo Dio si onori la SS. Vergine.

Intenzioni del Ven. Cafasso (V. Ottobre 1907). Intenzioni Orario della Passione, almeno nei Venerdì: Matutina ligat ecc.

 

 

giuseppeallamano.consolata.org