DEDICAZIONE DELLE CHIESE - S. CERIMONIE

11, 18 novembre 1906

Quad. III, 15-16
11 Nov. 1906

Dedicazione delle Chiese
Oggi, festa solennissima della Dedd. Ch.se, di prima classe con ottava, voglio che consideriamo le belle parole della S. Messa e dell’Uffizio (V.). Fermiamoci specialmente sulla parola più frequente Domus Dei = Casa di Dio (Vari testi). Sia il tempio di Gerusalemme, sia ogni nostra Chiesa anche minima è domus Dei. Casa di Dio. È casa di Dio S. Pietro in Roma, le cattedrali consacrate fino alle misere cappellette di paglia delle nostre Missioni. In tutte abita il Signore come in palazzo circondato dagli Angeli come ben dice la preghiera di compieta "Visita... Angeli tui sancii habitent... (Molina, p. 275). In antico Iddio aveva in terra una sola casa, il tempio di Gerusalemme, ed anche in esso non vi era come in tutte le nostre chiese personalmente, realmente pel SS. Sacramento. Ricordate ciò che avete studiato nel trattato De Deo sulle varie presenze di Dio...

Eppure questa grandiosità nel Tempio antico; e tre feste solennissime di Dedicazione. Leggiamo ciò che sta scritto nel libro II dei Paral. Nel Sancta Sanctorum poi non c’erano che le tavole della Legge ecc.; eppure solo il Sommo Sacerdote poteva entrarvi, ed una sola volta all’anno e con molte preparazioni (Ep. S.P. ad Hebreos). Che stima maggiore non dovrebbe farsi di ogni nostra Chiesa, anche più misera, dove Gesù è realmente presente vivo come in Ciclo!

Eppure quanta noncuranza,quante irriverenze nelle nostre Chiese! N.S.G.C, solamente due volte diè mano ai flagelli, e percosse; ciò fece perché veniva profanato il Tempio: in principio della sua predicazione ed in fine. Che farebbe al presente nel vedere tanta profanazione nelle nostre Chiese,e non per cose necessario al Sacrifizio, ma estranee ed ingiuriose a Dio stesso. Nella legge di grazia il Signore non crede per lo più di subito castigare cotesti profanatori, ma non resteranno impuniti;
anzi più severamente puniti nell’altra vita. A noi spetta riparare per tanti infelici...

Ma se fossimo noi tra questi ed i principali per la maggior conoscenza del rispetto dovuto al luogo Santo, e la speciale bontà di Dio nell’averci eletti a ministri della Sua S. Casa? Esaminiamoci...

S. Cerimonie
Il C. di Trento dice: "Ecclesia caeremonias adhibuit, ut majestas tanti Sacrificii commendaretur, et mentes fidelium per haec visibilia religionis signa ad rerum altissimarum quae in hoc sacrificio latent, excitarentur. Due quindi sono i fini delle S. Ceremonie: 1) l’onore di Dio 2) l’edificazione del prossimo: Sanctificabor in iis qui... (C.S. Cer.).

1. L’onore di Dio: - sanctificabor. Le Ceremonie giuste e ben fatte danno a Dio onore, il quale si scelse le Chiese per suo trono; e come in ciclo è circondato e servito da miriadi di Angeli, così vuole qui in terra essere servito da’ suoi ministri. Vedete come i sovrani di questo mondo sono circondati da ministri e cortigiani (De Molina p. 254). Anche i Signori da tanti servi... Quanto maggiore onore è dovuto a Gesù Sacramentato il quale è il re dei re, ed il dominatore dei dominanti. Nell’antico testamento Iddio stesso prescrisse le cerimonie, e le insegnò a Mosè ed Aronne. Nel nuovo molte sono di tradizione apostolica. S. Paolo: caetera cum venero disponam.

La Chiesa poi assistita dallo Sp. S. nei Concilii e sempre diede molta importanza alle S. Ceremonie. A tal fine è costituita a Roma una Congregazione detta dei Riti... (V. De Herdt).
Il tutto per dare la debita gloria ed onore al Signore, che si degna di abitare nelle nostre Chiese. Il Ven. Olier portava il campanello (V. Rep.).

2. L’edificazione della gente. Gli uomini sono materiali e terreni, per fare loro penetrare la reale presenza di N.S. nelle nostre Chiese osserva noi come ci diportiamo. Se noi non ci comportiamo con fede eco. essi non assurgono a vedervi cose celesti. Guai a noi se col nostro contegno e col fare male le ceremonie li ritrarriamo dal culto di Dio! Il peccato dei figli di Levi fu da Dio punito perché retrahebant gentes a sacrificiis, e non per altri loro gravi peccati.

Conclusione:
1) Studio delle S. Ceremonie sia in sé, sia in ciò che significano.
2) Esecuzione precisa e con pietà interna ed esterna. C. di Tr. "Omnem operam et diligentiam (studio ed esecuzione) in eo... ".

Esempi: Selvaggi dell’Indostan (Ann. Prop. 1877) Paggio di Aless. M. - P. Girò senza - S. Alfonso, di 88 anni gen. fino a terra (Rep.) - S. Francesco di Sales non si para le mosche sebbene calvo (S. Fr. proposto). D. Cafasso dal segno di Croce riconosceva se era un sacerdote di spirito.

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