MODO DI STUDIARE – PER CONSERVARE LA CASTITÀ

1 marzo 1907
P.U. Costa, quad. I, 151
 
Rev.mo Sig. Rettore - 1-3-1970 - Torino
La medicina, (come pure la Morale, per quelli che la studiano già e per voi altri che la studierete) bisogna studiarla:
1°. Non per curiosità, ma sì per necessità, perché ci aiuterà a far del bene;
i nostri primi Missionari si sono attirati gli animi degli indigeni colle cure me¬diche; e non solo serve per gl'indigeni, ma anche per voi, per avervi quelle dovute cure. Guai se uno studia tali cose per curiosità!
2°. Con retto fine.
3°. Non voler andar troppo a fondo: studiar bene sì, ma poi non è necessario andar subito a fondo in certe cose. Parecchie cose di Morale, non le ho imparate a fondo, se non in Confessionale, altre forse non le ho ancora del tutto conosciute e spero di non averle mai a conoscere.
Voi siete giovani e la vostra fantasia, in chi più, in chi meno, secondo la diversa costituzione, lavora. Quindi voi dovete frenarla, prima di tutto con chiuderne le finestre, gli occhi, specialmente nell'uscire fuori. Non intendo già che si vada cogli occhi chiusi, bensì indifferenti, non girandoli di qua e di là;
certo per sé non c'è male, e se uno incontra qualche cosa che non va, ritira lo sguardo, nessun peccato, ma sarebbe stato meglio non aver veduto, aver fatto il sacrifizio e tirato un granino perché quell'impressione rimane, e a suo tempo vi darà dei disturbi. Diceva Giobbe: Foedus pepigi cum oculis meis, ne cogitarem quidem de virgine". E S. Agostino: "Se i miei occhi guardano alcuno non si fissino mai in nessuno".
Inoltre per tenere in freno la vostra fantasia, dovete impedirle di vagare qua e là anche in cose per sé indifferenti; quindi applicarvi intensamente allo studio, tanto più quanto più dura è la materia, e badare che la fantasia non vada vagando perché il demonio coglie l'occasione di suscitare fantasmi che ci disturbano. Se il lavoro che abbiamo tra le mani non ci tiene molto occupati, ebbene qualche buon pensiero...
giuseppeallamano.consolata.org