IL SACERDOTE - MISSIONARIO IGNORANTE

24 marzo 1907

Quad. IV, 4

(25 Marzo 1907) - Parole sul sacerdote- missionario ignorante

Il Blesense, o Pietro Blesense (Mack. Tes. del Sac. I p. 55), pro­fondo scrittore di ascetica, paragona il sacerdote ignorante ad un idolo e lo chiama idolum tristitiae et moeroris; idolo di tristezza e di amarez­za per l'ira di Dio e la desolazione del popolo. Esatta pittura, poiché per quanto esternamente paia un Dio in terra ed indossi sacre vesti, non è inernamente che simile ai mondani: simulacra gentium argentum et aurum.- Egli infatti ha la bocca per evangelizzare la parola di Dio, ma per la sua ignoranza la tiene chiusa, e meno peggio perché parlando di­rebbe spropositi: os habet et non loquetur. Eppure è chiaro il mandato di N.S.G., ripetutogli nella S. Ordinazione... L'ignorante ha gli occhi per vedere il bisogno che ha la gente di essere istruita e condotta alla co­noscenza ed all'amore di Dio, e vede nulla: oculos habet et non videbit, né vede le conseguenze della sua ignoranza nella perdita di tante anime che senza il suo zelo andranno perdute, e quindi la sua responsabilità. -Ha le orecchie per sentire tali cose nel dire il Breviario e la S. Messa, e piuttosto ascolta la voce dell'interesse, della pigrizia, della carne e del sangue, mentre potrebbe dire con verità il docebo iniquos vias tuas: aures habet et non audiet.- Ha poi i piedi per muoversi ad annunziare N.S.G.C., quei piedi che sono detti quam pulchri... quam speciosi, ma pedes habet et non ambulabit. Qual vergogna per lui quando nella par­tenza per le missioni gli saranno cantate tali parole! - Ha infine le mani dategli da Dio per operare miracoli di virtù e di grazia a bene di tante anime; ma per la sua ignoranza poco opera, mentre potrebbe istruito e santo riuscire un S. Francesco Zaverio pei poveri infedeli. "Manus ha­bet et non palpabit.- Il Sacerdote e missionario ignorante è un vero ido­lum tristitiae et moeroris, anche per l'istituto che lo allevò e gli fornì con tanti sacrifici il mezzo d'istruirsi e di rendersi idoneo all'apostola-

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to. Egli invece di consolarlo con condurgli migliaia e migliaia d'infedeli al seno, li lascierà freddi e ignoranti delle verità della fede, se pure non aiuterà ancora a dannarli per non sapere parlarne la lingua, esporre chiaramente le verità della fede e della legge di Dio e sciogliere bene le molte difficoltà che il buon senso dei pagani loro detta.

Cari miei, a queste giuste considerazioni scuotiamo la nostra iner­zia, et particula boni temporis non te praetereat: coraggio alla vista del male e più del bene nostro venturo.

P.U. Costa, quad. I, 153-154

Rev.mo Sig. Rettore - 24-3-1907 - Torino

Colui che non fa le cose bene, sia riguardo alle arti e mestieri, sia riguardo alla cucina, scopare..., non è fatto per quest'Istituto. - Vi dico che quando os­servassi che uno abitualmente non facesse le cose bene in tali uffizi, sia egli qui apparecchi anni o da poco tempo, se ne andrà. - Per me la cucina è la 1a cosa, non solo far pietanze, ma anche lavare un solo piatto.

Lo spirito del Missionario è un gran fondo d'umiltà. -Bisogna che andia­mo a fondo nell'esaminarci; non dire semplicemente: sono superbo, no, ma... Quando sento lodar uno ne ho quasi invidia...; se posso scappare da lavare i cessi ... (se lo so d'uno glieli faccio lavare tutto l'anno).-

Un autore di ascetica chiama il Sacerdote senza scienza: "Idolum moeroris et mestitiae", ed applica a lui quelle parole del Salmo: Oculos habet et non videbit -Aures habet et non audiet - Nares habet et non hodorabit - Manus ha­bet et non palpabit - Pedes habet et non ambulabit. (Non vedrà i bisogni spiri­tuali dei prossimi; non ne udirà i gemiti delle anime, le suppliche per un aiuto divino - non avrà gusto delle cose di Dio, non potrà portare ai popoli la buona novella). Similes illis fiant qui faciunt ea (lo applica a noi superiori che dob­biamo forgiarvi e limarvi) et qui confidunt in eis: noi che vi mandiamo, i sel­vaggi che vi aspettano a braccia aperte, lo stesso Signore che sperava ottenere grandi frutti per mezzo vostro...).

Il nostro riposo è cambiar occupazione (altra volta: Le nostre vacanze le faremo in Paradiso, e vacanze in regola, non saranno ozio quelle...).

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giuseppeallamano.consolata.org