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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
Ottobre
1907
Quad. IV,
15-17
Ott. 1907 - Sul Divino
Uffizio
1. Una parte di voi
hanno già la fortuna di essere obbligati all'Officio Divino; altri mentre aspettano il Sudd.to vi
si preparano con recitare l'Uffizio della nostra Consolata; ed i fratelli quando possono, spec. nelle
feste, dicono pure tale uffizio, e negli altri giorni vi suppliscono col Rosario intero. - Non vi parlo
dell'importanza del primo; del secondo vi ripeterò ch'esso è la preghiera nostra propria
dell'Istituto, per cui ne otterremo la stabilità, come i Certosini, e tutte le grazie necessarie spirit.
e temp. all'istituto. Es. Comoglio.
2.
L'essenziale è dire bene questi divini ufficii; perciò nella preghiera dell'Aperi,
domandiamo di pregare digne, attente ac devote. Che importano tali parole?
3. Digne, internamente ed esternamente. 1) Col cuore netto dai peccati,
perciò un atto di contrizione prima di porsi a dirlo. 2) Quanto al tempo, osservando quanto prescrive la
Chiesa; i molti affari non debbono di regola farci rimandare la recita dell'uffizio, e quando per eccezione bisogna
farlo, dopo rimettiamoci in regola. Detto a tempo è un dolce peso; invece... Talora si sente a dire: non son
contento del mio Breviario? Perché si rimanda e poi si recita con fretta ecc...- I Santi Preti danno al S.
Off. il più bel tempo... (Repert. Brev.) - 3) Al luogo, se possibile in Chiesa, ch'è la casa della
preghiera: domus mea, domus orationis est. Voi dovete stimarvi fortunati, non annoiati, dalle varie
volte che l'orario vi chiama in Chiesa per dire l'Ufficio. Avete così anche occasione di fare più
frequenti visite a Gesù S. - Se non possibile in Chiesa in luogo fuori dei disturbi, che ci alienano dalla
preghiera; e quando si deve dire in pubblico interniamoci nel nostro cuore. S. Ignavo diceva di sé, che se per
necessità doveva dire il Breviario tra i rumori, non pativa distrazioni; non così se lo faceva senza
necessità. - 4) Con composizione e decenza, pensando che siamo alla presenza di Dio e per lodarlo. Quindi
non sdraiati, con una gamba sull'altra ecc. S. Franc. di Sales lo recitava sempre inginocchiato od in piedi. D. Casale
inginocchiato.
4. Attente: ad verba, ad sensum et ad Deum,
cioè materiale, formale e finale. La prima è necessaria per non ometterne sillaba, la seconda
non si può avere sempre e da tutti, per le distrazioni e la mancanza d'istruzione come nelle Monache. Bisogna
però istruirci sui salmi, inni, ecc.; allora lo diremo con gusto e profitto. S. Agostino dice: il salmista prega e
tu prega: geme e gemi ancor tu (Martini - esordio Salmi). Tutti comprendiamo qualche cosa: Laudate pueri Dom. -
Benedicite. Laudate Dom. omnes gentes (Spieg. per noi del salmo).
La terza ad Deum è più facile e da procurarsi. Come nel S. Rosario meditiamo i misteri,
così nell'Uff. se in Chiesa rivolgiamoci a Gesù Sacr. e parliamo con Lui, e per Lui all'Eterno
Padre...
5. Devote, questa vi sarà se
avremo le dette intenzioni, e ci sforziamo di abitualmente pregare con gioia ed energia. Come ci aiuteranno
le speciali intenzioni da proporci, o di applicare ogni ora a qualche punto della Passione di N.S.G.C., o quella del
nostro Venerabile, che sono sì convenienti alle singole parti dell'Uffìzio. Naturalmente dicendosi il
Breviario a nome della Chiesa, la parte principale, il Matt. dev'essere per Lei e suoi speciali bisogni; noi
aggiungiamovi gli speciali bisogni delle nostre Missioni, che sono parte della S. Chiesa. Le lodi per la conversione
di qualche peccatore, perché in tale preghiera tutti sono invitati a prendere parte nelle lodi di Dio
tranne i peccatori; colla nostra intenzione ottenendo almeno una conversione, facciamo anche entrare questo ceto
infelice nel generale concerto che dà lode a Dio. E noi aggiungiamoci qualche infedele o stazione di infedeli.
Dopo i peccatori la preghiera nostra dev'essere per le anime del Purgatorio (Vedi la quest. se prima o dopo
presso Faber), ed a Prima dove si legge il Martirologio (in Coro), come va bene aumentare di uno i Santi col mandare
un'anima in Cielo. La terza è dedicata allo Sp. S., che in tale ora discese sugli Apostoli, onde nella
Pentecoste ed ottava in sua vece si dice il Veni S. Sp., e che dobbiamo allo Sp. S. domandare se non il
buon spirito in tutte le nostre azioni del giorno, secondo il detto di N.S.G. "dabit bonum spiritum petentibus
se? Quella retta intenzione che muta in oro ogni più piccola nostra opera e ci fa ricchi pel Paradiso?
La sesta secondo il nostro Venerabile è per ottenere una profonda umiltà: è la
virtù che ci è più necessaria come fondamento della nostra santificazione; ed i salmi di essa
materialmente ce ne parlano coi sentimenti di bassamento che esprimono ed anche colle parole: in humilitate mea;
humiliatus sum usquequaque - suscipe servum tuum - Servus tuus sum ego etc. Dopo la virtù
dell'umiltà ci è più necessaria, specialmente perché religiosi e Missionari, la
castità, quindi il Venerabile c'invita a Nona a domandare la virtù della purità, specialmente nel
pomeriggio, quando per gli incentivi della digestione siamo più tentati contro questa virtù. Il Vespro
come ci ricorda la morte di N.S.G.C., così ci offre l'occasione di pregare per fare una santa morte, che
è la grazia della perseveranza finale che dobbiamo sempre implorare, e che S. Alfonso domandava in ogni sua
preghiera.- Colla Compieta D. Cafasso domandava il perdono del Purgatorio per potere dopo morte a
compimento di una santa morte andare subito in Cielo. Grazia singolare che non apprezzeremo che nell'altra
vita.
6. Il Card. Ximenes (Rep. Brev.) - S. Felice di Valois (Mack). S.
Giuseppe da Copertino ad un Vescovo che lo interrogava come fare per avere un buon clero, rispondeva: Fate che i
vostri sacerdoti celebrino bene la Messa, e recitino bene il Breviario, ed avrete un Clero
Santo.
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Pubblicato: Giovedì, 01 Giugno 2006 23:00