S. FRANCESCO DI SALES
- DISTACCO DAI PARENTI E SPIRITO DI SACRIFICIO
18 gennaio 1907
Quad. III, 22
Per la Novena di S. Franc. di Sales (1907)
Imitiamo il Santo in due cose: 1) Distacco
dai parenti; 2) Amore ai sacrifici (legg. - Vita sulla missione del Chiablese). Queste due cose sono molto necessarie al
Missionario. 1) Guai a chi è troppo attaccato ai parenti ed ai beni della famiglia, si espose [= si espone] a non
corrispondere alla vocazione e poi a perderla. Togliete subito quella tenerezza verso di loro, quel troppo pensare a loro,
prendere troppa parte alle loro peripezie; quello scrivere troppo sovente e cercare di vederli. Tutte cose che disturbano
e v’impediscono di consacrarvi intieramente a Dio. Sono chiare e vere le parole di N.S.: "si quis venit ad me
et non odit patrem... (Luc. XIV). Ivi S. Greg. Come fa pena il leggere certe lettere dei parenti ai missionari tutte
spasimanti e piene di un affetto che sovente non hanno; per cui il missionario lontano in qualche ora di angustia potrebbe
stancarsi, e credendosi desiderato dai fratelli e sorelle ritornerebbe alla casa. Ma venga e dopo pochi giorni tanta
sensibilità sparirà, e dovrà ricredersi della passeggera affezione.
Ed anche i beni di casa
sono un grave disturbo al missionario: felice chi non ne possiede! Come fa male leggere lettere nelle quali si da conto al
missionario del campo, del prato, del bestiame ecc.: tali cose da lontano disturbano e fanno desiderare il ritorno e
quindi perdere la vocazione. Bisognerebbe fare almeno spiritualmente ciò che Cesare fece co’ suoi soldati
quando volle che combattessero in Bretagna; fece abbruciare le navi che colà li portarono, perché provate le
difficoltà non tentassero di ritornare: allora si misero di animo a vincere quei popoli.
2.
Quanto all’amore dei sacrifici; ricordo solo che bisogna ora averlo questo amore per averlo poi in missione; quindi
fate i piccoli presenti per essere poi idonei a farne i maggiori allora. Certuni pensando solo all’avvenire
s’immaginano di stare giorni senza cibo, notti senza dormire o dormendo sotto la tenda al duro e tra le intemperie,
di sostenere tutte le molestie dei neri, e poi anche la morte...; ed al presente non si curano del coroncino... No, non
illudetevi; è qui che bisogna piantare le virtù, non là...
Non sarà mai paziente e forte
chi non imparò prima a ben frenare se stesso ed acquistò gli abiti delle virtù. Coraggio quindi...
P.U. Costa, quad. I, 148-149
Rev.mo Sig. Rettore - 18-1-1907
Domenica comincerà la Novena di S. Francesco di Sales; benché non sia il nostro patrono speciale per
quest’anno è però sempre nostro protettore; egli fu Missionario non fra gl’infedeli, ma fra gli
eretici, dei quali, dicono, ne convertì 70.000. E quali sacrifizi dovette egli sostenere: quando traversava su quel
trave coperto di ghiaccio, quando era insidiato, ecc.-
In questa novena desidero che impariate da lui e gli
domandiate lo spirito di distacco dai parenti e lo spirito di sacrifizio: egli si fece sacerdote benché i suoi
genitori, per altro pii, ripugnassero; lasciò la carica di prevosto ed andò missionario contro la loro
volontà sopratutto del padre.
Non dico che non amiate i vostri parenti, tutt’altro, noi li amiamo
spiritualmente e facciamo loro molto maggior bene con questo nostro amore, che con tante storielle di sensibilità,
ecc. Vedete, io temo molto che i Missionari, non qui, ma là. abbiano a perdere la vocazione per l’attacco
alla roba ed ai parenti. Io vorrei che prima di partire facessero come S. Antonio, di cui abbiamo fatto l’altro
giorno la festa: bruciassero ogni cosa, così sarebbero liberi affatto e non correrebbero più pericolo di
perdere la vocazione. Imparate pertanto sin d’adesso a scrivere ai parenti virilmente, senza tante languidezze,
così scriverete pure posatamente dall’Africa, ed essi impareranno a scrivervi anche più fortemente e
non vi disturberanno più.