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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
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7 settembre 1902
Prediche sciolte
Vestizione: Beltrandi,
Costa e Rosso
7 Settembre 1902
Riveriti Signori e Signore, cari figli della
Consolata - Si è ora compiuta una funzione semplice ma commovente e ripiena di alti significati. - Tre giovani, sul
fior dell’età, svestite le divise secolari, indossarono l’abito chiericale -: Ecco la storia della
funzione, ma quali i significati della cerimonia, e le lezioni che ne derivano a nostro comune ammaestramento? - Una
lezione è per voi, o novelli chierici; ed una per coloro che assistono alla vostra festa, specialmente pei vostri
parenti.
Collo svestire le divise laicali e ricevere l’abito sacro datavi dalla Chiesa, voi, o novelli
chierici, avete fatto una solenne professione di distacco e di disprezzo del mondo, ed insieme una promessa pubblica di
volervi preparare santamente al sacerdozio ed all’apostolato. - Nel lasciare le vesti secolari voi intendete di
separarvi dal mondo, di non più regolarvi come si regola il mondo; di non più operare, parlare e pensare
secondo lo spirito del mondo. Di questo mondo, che fu da N.S. Gesù Cristo condannato, voi non volete più
saperne; ma intendete di combatterne le massime ed i suoi dettami. Ve lo dice Gesù, come già ai suoi
Apostoli: ""voi non siete più del mondo - de mundo non estis"". Ciò significa quella
veste nera che vi ricopre tutta la persona; veste che non piace ai mondani; veste che per loro sventura è da loro
disprezzata ed aborrita; ""perciò vi odia il mondo - propterea odit vos mundus"".
Coll’indossare quest’abito voi avete presa la divisa di N.S. Gesù Cristo, ed intendete di rivestirvi
del suo spirito, S. Paolo vi dice: ""induimini Dominum Jesum Christum ’ ’. Essa sarà fra gli
uomini segno che vi siete consacrati al Signore, al suo speciale servizio, per prepararvi nell’umiltà e nello
spirito di sacrifizio alla grande dignità del sacerdozio e dell’apostolato.
La S. Chiesa per mia
bocca pregò il Signore che vi spogliasse dell’uomo vecchio con tutte le sue azioni e vi rivestisse
dell’uomo nuovo, creato da Dio nella giustizia e nella vera santità. Sia dunque vostro impegno d’or
innanzi di vivere unicamente una vita di fede, di amore di Dio, e di ogni virtù chiericato. A questo fine avete
abbandonato il mondo e vi siete ritirati m questa santa casa, dove tutto è disposto ed ordinato per aiutarvi a
riuscire santi sacerdoti e degni missionari.
Ed ora una parola a voi, uditori, a voi specialmente parenti ed amici
dei novelli chierici. Iddio è padrone di tutto, e quindi anche dei vostri figli; parenti ed amici; e quando li
voglia per sé ne ha tutto il diritto, e voi non potete opporvi alla sua volontà. Egli li creò e li
confidò a voi come in deposito finché non voglia riprenderseli per i sacri ministeri o pel Paradiso. Ed in
ciò il Signore non solamente non vi fa alcun torto od ingiuria, ma vi fa ancora una gran grazia. Sì,
è una grazia che fa il Signore a quel paese, a quella famiglia quando ha la bontà di scegliere qualcuno dei
suoi membri per farlo sacerdote e missionario. E non stimereste un grande onore ed un gran favore se un re, un imperatore
vi domandasse uno dei vostri figli per farlo suo cortigiano, suo ministro? Certo che sì, e vi lascereste di buon
animo staccare da voi il figlio per vederlo tanto sollevato. Maggior onore e più grande favore fa oggi a voi il
buon Dio con scegliere, a preferenza di tanti altri giovani, il vostro figlio, parente od amico per prepararlo a suo
intimo amico, a suo speciale ministro, a dispensiere de’ suoi tesori.
Ringraziatene di cuore il Signore.
Questi vostri figli allevati qui ai piedi di Gesù Sacramentato e della Vergine Consolata si arricchiranno di
spirito ecclesiastico e d’ogni virtù e scienza per divenire un dì degni sacerdoti e veri apostoli. I
medesimi inoltre vivendo così vicini a N. Signore non vi dimenticheranno, no, ma servendosi della loro
intimità con Dio, lo pregheranno per voi e per le vostre famiglie, e vi otterranno tante grazie celesti ed anche
benedizioni temporali.
Ma qualcuno vorrà dirmi (forse perché lo sentì a dirsi anche da persone
rispettabili, ma che mancano del vero spirito di Dio) io son contento che il mio figlio, parente od amico si faccia
sacerdote, ma farsi missionario... andarsene tanto lontano... forse per non mai più vederlo, fra tanti pericoli...
Sentite: - II giorno 9 marzo del 1851 entrava nel Seminario delle missioni estere di Parigi un giovane sacerdote Teofano
Venard, di condizione civile e di animo nobile: aveva un padre che amava teneramente, e dal quale era parimenti riamato,
una sorella carissima che l’aveva allevato con tutte le cure in mancanza della madre morta quand’egli era
ancor fanciullo, aveva due fratelli minori degni di tutto il suo affetto. Da quel dì passarono dieci anni ed il
giovane missionario dopo aver molto lavorato e convertiti molti infedeli nella lontana Tong - King fatto degno del
martirio, nel 1861 veniva decapitato per la nostra S. Fede. Orbene Teofano partendo pel Seminario fra le lacrime dei
parenti e degli amici consolava il buon padre con questa lettera: ""Caro pappa (sic), coraggio, fede ferma ed
incrollabile, amor verso Dio, che tutto è pel Cielo, anche il vostro Teofano. Colà ci troveremo, colà
sarem felici tutti insieme; caro pappa, di quelle anime che vado a guadagnare fo fin d’ora omaggio a Dio per voi,
perché siano poi la vostra corona di gloria là nella patria, nel beato soggiorno degli eletti"".
Ed il Signore premiò il sacrifizio di quel padre generoso e lo rendeva padre di un martire.
Amici, parenti,
genitori imitate la generosità e la fortezza cristiana del padre del martire Teofano Venard. I vostri figli sono
animati dagli stessi sentimenti; perciò appunto entrarono in questo istituto... io non so se qualcuno di loro
avrà la bella sorte di dar la vita per la nostra santa Fede, e se quindi voi potrete gloriarvi di essere padri o
madri di un martire; quel che è certo si è, che voi otterrete in paradiso una gloria tutta speciale per aver
dato alla Chiesa non solo un sacerdote, ma un missionario, un apostolo, il quale colle sue fatiche avrà salvato un
numero forse immenso di anime infedeli, le quali senza di lui non sarebbero andate in Cielo.
Ed ora tutti quanti che
siamo qui radunati preghiamo il Signore, che si degni di benedire a cedeste novelle piante del giardino della Chiesa,
perché innaffiate dalle acque della sua grazia crescano rigogliose nel bene, e producano a suo tempo copiosi/rutti
di vita eterna. Così sia.
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Creato: Venerdì, 17 Marzo 2006 00:00
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Pubblicato: Giovedì, 16 Marzo 2006 23:00